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Meditazione buddhista

Indice Meditazione buddhista

La meditazione buddhista è un tipo di meditazione usata nella pratica del buddhismo che include ogni metodo che abbia come ultimo fine l'illuminazione.

37 relazioni: Anapanasati sutta, Ansia, Apatia (filosofia), Attenzione, Śamatha, Śūnyatā, Bodhi, Buddhismo, Buddhismo Chán, Buddhismo Mahāyāna, Buddhismo theravada, Buddhismo Vajrayāna, Buddhismo Zen, Compassione (buddhismo), Crudeltà, Dhyāna, Ignoranza, Indifferenza, Invidia, Libertà, Mantra, Meditazione, Mettā, Mindfulness, Mudita, Narcisismo, Odio, Peccato, Risentimento, Saggezza, Samādhi, Sati (Buddhismo), Thubten Zopa Rinpoche, Vipaśyanā, Yidam, Zazen, Zhǐguān.

Anapanasati sutta

Anapanasati sutta è un discorso del Buddha sulla "consapevolezza del respiro" (vedi anche le voci correlate: Buddhismo e "comprensione buddhista" in questa enciclopedia).

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Ansia

L'ansia è uno stato psichico di un individuo, prevalentemente cosciente, caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, spesso infondata, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo in una determinata situazione, che si esprime sotto forma di stress per l'individuo stesso.

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Apatia (filosofia)

L'apatia (apátheia), o impassibilità, è la virtù per eccellenza dello stoico, che come l'atarassia, ma con diversi effetti, consiste nell'assenza di passioni (páthos).

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Attenzione

L'attenzione è un processo cognitivo della mente che permette di selezionare stimoli ambientali, ignorandone altri.

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Śamatha

Lo Śamatha (sanscrito, s.m.; pāli, Samatha; cinese: 止 zhǐ; giapponese: shi; coreano: 지 chi; vietnamita: chi; tibetano: ཞི་གནས, zhi gnas, zhi né; lett. "calma", "quiete", "quiescenza"; in cinese anche "fermarsi") è, insieme alla Vipaśyanā, una delle due principali pratiche meditative (bhāvanā) proprie del buddhismo.

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Śūnyatā

Śūnyatā (devanāgarī: शून्यता, pāli: suññatā, cinese: 空 pinyin: kōng, coreano: gong, giapponese: kū, tibetano: stong-pan-yid, tr.it. Vacuità) è un sostantivo femminile della lingua sanscrita che indica una delle dottrine fondamentali nel Buddhismo.

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Bodhi

Il termine sanscrito e pāli bodhi (devanāgarī बोधि) indica il 'risveglio' buddhista inteso in senso spirituale, tradotto in Occidente anche con il termine 'illuminazione'.

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Buddhismo

Il buddhismo o piu comunemente detto buddismo (sanscrito: buddha-śāsana) è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo.

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Buddhismo Chán

Il Buddhismo Chán rappresenta un insieme di scuole, dottrine e lignaggi del Buddhismo cinese che fanno riferimento alla figura di Bodhidharma, il leggendario monaco indiano tradizionalmente ritenuto il suo fondatore.

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Buddhismo Mahāyāna

Con il termine sanscrito composto Mahāyāna (devanāgarī: महायान, cinese:, giapponese: daijō, tibetano:, vietnamita: Đại Thừa; coreano: 대승, taesŭng o dae-seung; "Grande veicolo") si intende un insieme di insegnamenti e di scuole buddhiste che rifacendosi, tra gli altri, ai Prajñāpāramitā sūtra e al Sutra del Loto, proclamano la superiorità spirituale della via del bodhisattva rispetto a quella dell'arhat, quest'ultima proclamata nel Buddhismo dei Nikāya.

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Buddhismo theravada

Il buddhismo Theravāda (pāli: थेरवाद, theravāda; sanscrito: स्थविरवाद, sthaviravāda, letteralmente "scuola degli anziani") è la forma di buddhismo dominante nell'Asia meridionale e nel Sud-est asiatico, in modo particolare in Sri Lanka, Thailandia, Cambogia, Birmania e Laos, ma vi sono minoranze di buddhisti Theravāda anche in Bangladesh, India, Cina e Vietnam.

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Buddhismo Vajrayāna

L'espressione Buddhismo Vajrayāna è traducibile in italiano come Buddhismo del veicolo adamantino o Buddhismo del veicolo del diamante.

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Buddhismo Zen

Con il termine Zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del Buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma.

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Compassione (buddhismo)

Nel buddhismo, la compassione è il vissuto del desiderio del bene nei confronti di ogni essere senziente.

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Crudeltà

La crudeltà è l'indifferenza alla sofferenza accompagnata spesso dal piacere nell'infliggerla (in psicologia è detta sadismo).

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Dhyāna

Dhyāna è un termine sanscrito (in pāli jhāna) che letteralmente significa visione, ma generalmente ha l'accezione d'un tipo di meditazione.

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Ignoranza

L'ignoranza è la condizione che qualifica una persona, detta ignorante, cioè chi non conosce in modo adeguato un fatto o un oggetto, ovvero manca di una conoscenza sufficiente di una o più branche della conoscenza.

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Indifferenza

Il termine indifferenza (dal latino indifferentia, composizione di in (privativo) e differentia, senza differenza) in filosofia può significare.

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Invidia

«Fu il sangue mio d'invidia sì riarso che se veduto avesse uomo farsi lieto, visto m'avresti di livore sparso.

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Libertà

Per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla.

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Mantra

Mantra (devanāgarī: मन्त्र) è un sostantivo maschile sanscrito (raramente sostantivo neutro) che indica, nel suo significato proprio, il "veicolo o strumento del pensiero o del pensare", ovvero una "espressione sacra" e corrisponde ad un verso del Veda, ad una formula sacra indirizzata ad un deva, ad una formula mistica o magica, ad una preghiera, ad un canto sacro o a una pratica meditativa e religiosa.

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Meditazione

La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che essa smetta il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenga assolutamente acquietata, pacifica.

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Mettā

Il termine mettā della lingua Pali, maitrī in sanscrito, significa benevolenza, gentilezza amorevole, amichevolezza, buona volontà, e interesse attivo per gli altri.

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Mindfulness

Per Mindfulness si intende un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione sviluppata a partire dai precetti del buddhismo (ma scevra dalla componente religiosa) e volta a portare l'attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente.

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Mudita

Mudita è un termine proprio del Buddhismo, che significa godere del benessere altrui.

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Narcisismo

Il narcisismo è un termine che presenta una vasta gamma di significati, a seconda che venga utilizzato per descrivere un concetto centrale della teoria psicoanalitica, un disturbo mentale, un problema sociale o culturale, o più semplicemente un tratto della personalità.

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Odio

L'odio è un sentimento umano che si esprime in una forte avversione o una profonda antipatia.

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Peccato

In alcune religioni, si parla di peccato come di un atto in contrasto con la coscienza e con i principi riconosciuti dalla persona o dalla sua comunità religiosa.

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Risentimento

Il risentimento (o rancore) è un sentimento dato da un misto di rabbia e desiderio di rivalsa, protratto nel tempo, che si prova come conseguenza di un torto o frustrazione subita, sia essa reale o immaginaria.

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Saggezza

La saggezza è una particolare connotazione o capacità propria di chi è in grado di valutare in modo corretto, prudente ed equilibrato le varie opportunità, optando di volta in volta per quella più proficua secondo la ragione e l'esperienza.

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Samādhi

Samādhi (devanāgarī: समाधि, lett. "mettere insieme", "unire con") è un sostantivo maschile sanscrito proprio delle culture religiose buddhista e induista che definisce l'unione del meditante con l'oggetto della meditazione.

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Sati (Buddhismo)

Nel buddhismo, la parola in pāli sati (sanscrito smṛti, sino-giapponese 念, pronuncia cinese nian, giapponese on'yomi nen o nem, in occidente reso anche con la parola inglese mindfulness) significa "consapevolezza, attenzione consapevole, studio attento", ed indica una facoltà spirituale o psicologica (indriya) che costituisce una parte essenziale della pratica buddista.

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Thubten Zopa Rinpoche

Nacque a Thami, in una zona ai piedi dell'Everest non lontana dalla grotta di Lawudo, famosa per essere stata la dimora di Kunsang Yesce, uno yogi sherpa legato alla scuola Nyingmapa.

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Vipaśyanā

Vipaśyanā (sanscrito, s.f.; in pāli: Vipassanā; in cinese: 觀 guān; giapponese: kan; coreano: 관 kwan; vietnamita: quan; tibetano: ལྷག་མཐོང, lhag mthong, lhak tong; è un termine che significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono", ed è una delle più antiche tecniche di meditazione dell'India. Fu insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire dalla sofferenza e Buddha descrive questo metodo nel Discorso sui fondamenti della consapevolezza (Satipatthana Sutta). L'esercizio meditativo con vipassana permette di liberarsi dall'abitudine a reagire (fonte di ogni infelicità) e, attuando una profonda auto-trasformazione, permette di affrontare le vicissitudini della vita in modo più equilibrato". Vipassana è tradotta con meditazione di visione penetrativa o di visione profonda (in inglese insight meditation). Tra gli insegnanti di meditazione vipassanā: Mahasi Sayadaw,monaco, (1904-1982) e U Ba Khin, laico, (1899-1971); S.N. Goenka, laico, (1924-2013), allievo di U Ba Khin.

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Yidam

Un Yidam (contrazione del tibetano: yid-kyi-dam-tshig, Impegno della Mente e Yi-dam Mente Sacra) o in sanscrito: Ishtadevata (cinese: 神體 essere spirituale) è l'oggetto di meditazione nel Buddhismo Vajrayana.

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Zazen

Monaco Zen di scuola Sōtō ad Arashiyama, Kyoto nella classica postura dello ''zazen''. Con il termine zazen (坐禅) si intende un vasto insieme di significati, grossolanamente traducibili in Italiano con "meditazione seduti", attualmente riferiti a pratiche, per lo più, dell'ambito delle scuole Zen giapponesi sviluppatesi dalla corrente buddhista nata in Cina tra il V e il VI secolo e nota a partire dal IX secolo con il nome generico di Chanjia (禅家), "scuole/famiglie/case del Chan", nome adottato per la prima volta - pare - dal famoso ed eclettico monaco e studioso cinese Zongmi (宗密) (780-841).

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Zhǐguān

Il termine cinese zhǐguān (止觀, Wade-Giles: chih-kuan, coreano: Chigwan, giapponese: shikan), a cui si fa riferimento in questa voce, è composto da 止 (pinyin zhǐ, sanscrito śamatha, coreano chi, giapponese shi) che in italiano si può tradurre come calma concentrazione e 觀 (pinyin guān, sanscrito vipaśyanā, coreano gwan, giapponese kan) che in italiano si può tradurre come discernimento.

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