11 relazioni: Apsaras, Asura, Brahmano, Garuḍa, Hanumat, Mario Piantelli, Rākṣasa, Rāmāyaṇa, Rāmāyaṇa III : ''Āraṇyakāṇḍa'', Rāmāyaṇa V : ''Sundarakāṇḍa'', Vānara.
Apsaras
Un'Apsaras (sanscrito: अप्सरा: apsarāḥ, plurale अप्सरस: apsarasaḥ, tema apsaras-, femminile in consonante) o Accharā (in pāli), è uno spirito femmina delle nubi e delle acque nelle mitologie indù e buddista, come attesta l'etimologia del nome ap ("acqua") e sar ("muoversi").
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Asura
Asura (devanāgarī: असुर) è un termine del sanscrito vedico che indica, nel Vedismo, una classe particolare degli Dèi.
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Brahmano
Il brahmano, detto anche bramino o bramano, più raramente bracmano (devanāgarī: ब्राह्मण, IAST brāhmaṇa), è un membro della casta sacerdotale del Varṇaśrama dharma o Varṇa vyavastha, la tradizionale divisione in quattro caste (varṇa) della società induista.
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Garuḍa
Garuḍa (devanāgarī: गरुड़; anche Garuda), è, nell'induismo, e più in generale nelle culture religiose orientali, il divino capostipite della stirpe degli uccelli.
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Hanumat
Statuetta di Hanuman in terracotta. Nell'induismo, Hanumat (devanāgarī: हनुमत्; nominativo singolare हनुमान् Hanumān), anche noto come Anjaneya, è una delle figure più importanti del poema epico indiano Ramayana; è un vanara (spirito dall'aspetto di scimmia) che aiutò il Signore Rama (avatar di Viṣṇu) a liberare la sua consorte, Sītā, dal re rakshasa Ravana.
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Mario Piantelli
Si è laureato nel 1966 presso l'Università di Torino in "Diritto pubblico romano", discutendo una tesi su "Mos e Ritus nella più antica esperienza romana".
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Rākṣasa
Il termine sanscrito rākṣasa (anche rakṣas; devanāgarī: राक्षसः; kannada: ರಾಕ್ಷಸ; indonesiano: raksasa; assamese: ৰাক্ষস; tibetano: སྲིན་པོ་ srinpo; cinese: 羅剎 pinyin luóchà Wade-Giles lo-ch'a; coreano: 나찰 nachal, giapponese: 羅刹 rasetsu; vietnamita: la sát) intende, nelle religioni induista e buddhista, quegli spiriti disturbatori e malefici che avviano le loro attività demoniache in particolar modo la notte (cfr, ad esempio, Manusmṛti, III, 280).
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Rāmāyaṇa
Il Rāmāyaṇa (devanāgarī रामायण; lett. il "Cammino - ayana- di Rāma"), insieme al Mahābhārata è uno dei più grandi poemi epici dell'induismo, oltre a risultare uno dei testi sacri più importanti di questa tradizione religiosa e filosofica.
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Rāmāyaṇa III : ''Āraṇyakāṇḍa''
Trascorsa la notte presso l'eremo (āśrama) di Atri, Rāma, Sītā e Lakṣmaṇa continuano il loro cammino incontrando, nel folto della foresta di Daṇḍaka, il terribile rākṣasa cannibale, Virādha ("Colui che ostacola"), il quale cattura Sītā ma viene ucciso con le frecce dai due fratelli che poi gli spezzano il braccio, liberando la principessa.
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Rāmāyaṇa V : ''Sundarakāṇḍa''
Salito sulla vetta del monte Mahendra, Hanumat, figlio del dio del Vento, Vāyu, assume una forma gigantesca e saltando i cento yojana che separano il subcontinente indiano dall'isola di Laṅkā, raggiunge il monte Trikuṭā.
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Vānara
Vanara è una parola sanscrita che significa "con pelo o coda di scimmia"; il nome indica una razza di uomini-scimmia mitologici, naturalmente coraggiosi e curiosi, protagonisti del poema epico indiano Ramayana.
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