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17 relazioni: Arturo Bragaglia, Bianca Della Corte, Carlo Campanini, Carlo Lombardi, Clelia Bernacchi, Gian Paolo Rosmino, Lauro Gazzolo, Luigi Zampa, Manuel Roero, María Mercader, Maria Jacobini, Massimo Pianforini, Salvatore Allegra, Stefano Sibaldi, Valentina Cortese, Virgilio Riento, Vivi Gioi.
Arturo Bragaglia
Secondogenito di Francesco Bragaglia (direttore generale della Casa di produzione Cines) e della nobildonna romana Maria Tassi-Visconti, insieme al fratello Carlo Ludovico si dedicò al lavoro di fotografo-ritrattista, e solo nel 1937 esordì come caratterista in Stasera alle undici di Oreste Biancoli.
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Bianca Della Corte
Giunse a Roma nel 1937 per tentare di lavorare nel mondo del cinema. Dopo un provino, venne scelta dal regista Guido Brignone per una parte secondaria nel film Per uomini soli.
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Carlo Campanini
La sua carriera artistica ha inizio in teatro, in cui si esibisce come attore brillante ma anche come tenore.
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Carlo Lombardi
Debutta nella prosa teatrale come attor giovane, per passare nei primi anni venti nella compagnia di spettacolo diretta da Guglielmo Giannini, recitando a fianco di Emma Gramatica.
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Clelia Bernacchi
È stata molto attiva nella prosa radiofonica dell'EIAR e Rai dall'inizio degli anni '30, sia nelle commedie che nei radiodrammi.
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Gian Paolo Rosmino
Gian Paolo Rosmino (che sarà poi talora accreditato come Paolo Rosmino), diplomato in Ragioneria, frequenta sin da giovane alcune Compagnie di Filodrammatici della sua città natale, sino a debuttare nella Compagnia di Gero Zambuto, per passare poi con quella di Annibale Ninchi.
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Lauro Gazzolo
Era il padre degli attori Nando e Virginio Gazzolo.
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Luigi Zampa
Figlio di un operaio, un ferroviere romano socialista, e di una sarta di origini tarantine, dopo il diploma tecnico professionale trova impiego presso il comune di Roma.
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Manuel Roero
Di origine italiane (per via del padre), esordisce nel cinema nel 1934, ma è solo dal 1941 con il film L'attore scomparso di Luigi Zampa, che la sua carriera inizia ad avere una certa continuità.
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María Mercader
Era la figlia di Luis Mercader Marina e María Forcada Baxeras. Suo cugino, figlio del fratello di suo padre Pau Mercader Marina, Ramón Mercader fu un agente segreto sovietico, noto per essere l'assassino del politico Lev Trotsky.
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Maria Jacobini
Proveniva da una nobile famiglia romana che annoverava fra i suoi membri due cardinali, Angelo e Ludovico, segretario di Stato di Leone XIII, e Camillo, ministro dei lavori pubblici nel 1854, sotto Pio IX.
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Massimo Pianforini
Figlio di un medico chirurgo, dopo aver abbandonato gli studi fece il suo esordio sul palcoscenico nel 1909, a diciannove anni, come caratterista accanto a celebri attori come Ermete Zacconi, Ermete Novelli, Ruggero Ruggeri, Armando Falconi, Annibale Ninchi, Maria Melato e Irma Gramatica, recitando nei maggiori teatri italiani.
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Salvatore Allegra
Figlio primogenito di un ferroviere, fu allievo di Francesco Cilea. Dal 1920 compose una serie di operette, tra cui la più celebre è rimasta Il gatto in cantina (1930), tratta dalla commedia musicale di Nando Vitali.
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Stefano Sibaldi
Esordì sulle scene nel 1928 con la compagnia diretta da Palmarini, per poi recitare come primattore con Sem Benelli (1930). Si avvicinò presto alla radio; fra le prime interpretazioni radiofoniche si ricordano Una parte difficile di Roma (1935), L'antenato di Veneziani (1935), il radiodramma Chi va là? di Galvano (1936) e La prima cornetta di Fornelli (1936), tutti per la regia di Alberto Casella, dal 1937 inizia la sua attività nel mondo del doppiaggio cinematografico.
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Valentina Cortese
Era la figlia di Olga Cortese e Napoleone Rossi di Coenzo, livornese, di nobili origini. Nata a Milano da una famiglia originaria di Stresa che non poteva occuparsi di lei, trascorse l'infanzia nei territori della campagna cremasca, tra Agnadello e Rivolta d'Adda.
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Virgilio Riento
Figlio di un impresario teatrale, dimostra fin dalla più tenera età interesse per l'arte teatrale osservando gli artisti da dietro le quinte.
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Vivi Gioi
Di padre norvegese, debuttò sugli schermi nel film Ma non è una cosa seria di Mario Camerini (1936), in cui fu accreditata con lo pseudonimo di Vivien Diesca (il cognome era un anagramma-omaggio a Vittorio De Sica che l'aveva voluta per una piccola parte).