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34 relazioni: Adam Elsheimer, Annibale Carracci, Antonio Baratti, Antonio Canova, Antonio Meneghelli, Bartolommeo Gamba, Bernardino Castelli (pittore), Carlo Bevilacqua, Cosimo I de' Medici, Domenichino, Francesco Fedeli detto il Maggiotto, Francesco Piranesi, Giambettino Cignaroli, Giannantonio Moschini, Giovanni Battista Cipriani, Giovanni Battista Mengardi, Giovanni Gaetano Bottari, Giovanni Volpato, Giuseppe Longhi (incisore), Gregorio Lazzarini, Guido Reni, Ippolito Pindemonte, Jacopo Guarana, Koca Yusuf Pascià, Ludovico Manin, Marco Alvise Pitteri, Martino De Boni, Natale Schiavoni, Papa Pio VII, Pietro Moro, Raffaello Morghen (incisore), Teodoro Matteini, Tintoretto, Vincenzo Guarana.
Adam Elsheimer
Introdusse alcune costanti che saranno parte di molta pittura paesaggistica successiva come lo stretto rapporto della figura umana con il paesaggio, l'uso delle chiome degli alberi tondeggianti che si riflettono nelle forme delle nubi, il ruolo dell'acqua con i suoi riflessi, e l'uso della luce come elemento unificante e con un valore psicologico preciso.
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Annibale Carracci
In antitesi con gli esiti ormai sterili del tardomanierismo, propose il recupero della grande tradizione della pittura italiana del Cinquecento, riuscendo in un'originale sintesi delle molteplici scuole del Rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e il Veronese sono tutti autori che ebbero notevole influsso sull'opera del Carracci.
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Antonio Baratti
Nato a Belluno il 7 gennaio 1724, fu educato presso la bottega di Joseph Wagner a Venezia. Studiò e lavorò presso la bottega di un incisore a Bassano del Grappa finché, dopo aver sposato Valentina Monaco, aprì una propria bottega nella quale fu affiancato dalla moglie e dai tre figli Domenico, Tommaso (o Tomaso) e Pietro e presto anche dagli allievi Antonio Sandi e Giuseppe Daniotto.
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Antonio Canova
Antonio Canova esprime nelle sue creazioni la ricerca della perfezione, la bellezza e la purezza dell'arte antica, con un'attenzione tutta nuova nel rendere più espressivi ed umani i volti e gli atteggiamenti del corpo, assenti nelle statue della mitologia greca-romana, a cui egli si ispirava.
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Antonio Meneghelli
Non va confuso con Pier Antonio Meneghelli.
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Bartolommeo Gamba
Il padre era un piccolo mercante (con qualche ambizione letteraria) che però fallì. Bartolommeo quindi, di famiglia modesta, già a tredici anni fu costretto a lavorare, dove la vita economica bassanese lo consentiva: divenne garzone nella rinomata tipografia dei Remondini, il cui padrone allora era il conte Giuseppe.
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Bernardino Castelli (pittore)
Figlio di Francesco e Maria Elisabetta Forcellini, secondo quanto riferisce Domenico Maria Federici avrebbe dimostrato una naturale inclinazione per il disegno sin dalla tenera età.
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Carlo Bevilacqua
Fu nominato senatore del Regno di Sardegna con decreto del 18 marzo 1860.
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Cosimo I de' Medici
Figlio del condottiero Giovanni de' Medici, detto delle Bande Nere, e di Maria Salviati, apparteneva per via paterna al ramo cadetto dei Medici detto dei Popolani, discendente da quel Lorenzo de' Medici detto il Vecchio, fratello di Cosimo il Vecchio, primo Signore de facto di Firenze, mentre era discendente per via materna dal ramo principale stesso, in quanto la madre era figlia di Lucrezia de' Medici, a sua volta figlia di Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze.
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Domenichino
Fervente fautore del classicismo, nei suoi dipinti, dove il disegno, appreso da Ludovico Carracci, assume un ruolo preponderante, tende a realizzare composizioni di semplicità e chiarezza narrativa, trasfigurate in un ideale di bellezza classica.
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Francesco Fedeli detto il Maggiotto
Figlio di Domenico Fedeli, con cui condivise il soprannome Maggiotto, si formò nello stile del padre. Dapprima subì l'influenza, tra gli altri, anche di Piazzetta, Pittoni, Tiepolo e Zuccarelli, ispirandosi senza preferenze a ogni maniera contemporanea.
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Francesco Piranesi
Figlio del grande architetto e incisore italiano Giovanni Battista Piranesi e Angela Pasquini, figlia del giardiniere del Principe Corsini, dal padre apprende, come la sorella Laura l'arte incisoria e, quando l'età glielo consente, intorno al 1775, collabora, come gli altri aiuti di bottega, all'incisione di rami sotto la sua supervisione.
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Giambettino Cignaroli
Egli iniziò alla pittura il fratello meno noto Gian Domenico Cignaroli, di cui fu unico maestro.
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Giannantonio Moschini
Nacque nella parrocchia di San Cassiano da Jacopo e Margherita Matti. La famiglia era benestante e poté quindi studiare alle scuole pubbliche dei Gesuiti, così dette perché allestite nella casa un tempo appartenuta alla Compagnia di Gesù.
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Giovanni Battista Cipriani
Giovanni Battista Cipriani, o Cypriani, studiò prima all'Accademia di belle arti di Firenze con il pittore, collezionista e mercante d'arte pisano Ignazio Hugford - un allievo di Anton Domenico Gabbiani - poi, dal 1750, a Roma dove si diffondeva il gusto del neoclassicismo, sull'esempio di Pompeo Batoni e del pittore e critico d'arte tedesco Anton Raphael Mengs.
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Giovanni Battista Mengardi
Figlio di Girolamo e Vittoria Bonafina ebbe la sua prima formazione a Padova e quindi Venezia potendo avere come maestro Giambattista Tiepolo, appena tornato da Würzburg.
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Giovanni Gaetano Bottari
Nato a Firenze, iniziò lo studio dell'eloquenza e della lingua latina all'età di dieci anni, da privatista, sotto la guida di Antonio Maria Biscioni.
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Giovanni Volpato
È stato tra i più importanti collezionisti e mercanti antiquari della fine del Settecento.
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Giuseppe Longhi (incisore)
Nato da Carlo Francesco Longhi, commerciante di seta e antiquario, e da Cecilia Caronni, è avviato agli studi in seminario, dapprima in quello bergamasco di Celana, poi in quelli di Monza e di Milano.
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Gregorio Lazzarini
Il padre Sante era un barbiere. Si formò dal pittore genovese Francesco Rosa e alla bottega del pittore barocco Pietro della Vecchia.
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Guido Reni
Chiamato dai suoi contemporanei «divino Guido», è ritenuto uno dei massimi esponenti del classicismo seicentesco e tra i pittori più rappresentativi della scuola emiliana del XVII secolo assieme ai Carracci, Francesco Albani, Guercino, Domenichino e Giovanni Lanfranco, nonché tra i principali protagonisti della pittura barocca a Roma e a Bologna.
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Ippolito Pindemonte
Nacque, ultimo di tre figli maschi, da Luigi, appassionato di pittura, musica ed erudizione, e Lodovica Maria (detta Dorotea) Maffei, nipote del noto erudito Scipione Maffei.
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Jacopo Guarana
Malgrado la nascita veronese di Jacopo, la famiglia dei Guarana vanta origini veneziane; ed è proprio nei nobili edifici di Venezia che, ancora ventenne, inizia a operare il giovane pittore, ispirandosi allo stile del maestro Giambattista Tiepolo.
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Koca Yusuf Pascià
Fu gran visir dal 25 gennaio 1786 fino al 28 Maggio 1789 e Capitan Pascià dopo il 19 Dicembre 1789. Era un georgiano convertito all'islam. Fu anche governatore della Morea.
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Ludovico Manin
Nacque da Lodovico Alvise e da Maria di Pietro Basadonna, pronipote del cardinale Pietro Basadonna.
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Marco Alvise Pitteri
Nato a Venezia, frequentò dapprima la bottega di Giovanni Battista Piazzetta, per poi spostarsi presso altri atelier, come quello dell'incisore Baroni.
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Martino De Boni
Nel 1779, dopo aver vinto il primo premio al concorso dell'Accademia di Belle Arti di Parma, andò a perfezionarsi a Roma (dove, nel 1782, ritrasse Pier Antonio Serassi 1721-1791).
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Natale Schiavoni
Dotato di notevole talento naturale, dopo gli esordi da autodidatta a Chioggia, sia come disegnatore che come incisore, entrò in contatto con gli abati Angelo Bottari, Giuseppe Olivi e Stefano Chiereghin.
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Papa Pio VII
Nacque a Cesena, penultimo figlio del conte Scipione Chiaramonti e di Giovanna Coronata Ghini, dei marchesi Ghini, nobile casato di Romagna, Conti, Patrizi di Cesena e di San Marino, Cavalieri di San Giovanni e Frieri dell'Ospedale di Santo Spirito.
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Pietro Moro
Di lui non si conoscono né la data né il luogo di nascita. Figlio di Daniele, venne alla luce verso la fine degli anni 1750; dai contemporanei è definito alternativamente "veneziano" e "veneto".
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Raffaello Morghen (incisore)
Era figlio di Filippo Morghen, incisore fiorentino, trasferitosi a Napoli su invito del re Carlo di Borbone (futuro Carlo III).
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Teodoro Matteini
Suo padre, Ippolito Matteini, classe 1720, era un pittore decorativo, che dunque lo avviò all'arte. In seguito Teodoro Matteini si trasferì a Roma per fare da assistente a Domenico Corvi, dopodiché iniziò a collaborare con Anton Raphael Mengs.
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Tintoretto
Lo pseudonimo "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di tessuti di seta. Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato Il furiosoLouis Mayeul Chaudon, G. M. Olivier-Poli, M. Morelli, Nuovo dizionario istorico, p. 270 o il terribile, come lo definì il Vasari per il suo carattere forte, e il suo uso drammatico della prospettiva e della luce, che lo ha fatto considerare il precursore dell'arte barocca.
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Vincenzo Guarana
Figlio di Giacomo Guarana, iniziò la sua attività nella di lui bottega: dal 1774 membro dell'Accademia di belle arti di Venezia e presidente della stessa dal 1799 al 1802, la sua produzione riguardò principalmente i soggetti religioso e storico.
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