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Bernardo Brusca e Commissione provinciale

Scorciatoie: Differenze, Analogie, Jaccard somiglianza Coefficiente, Riferimenti.

Differenza tra Bernardo Brusca e Commissione provinciale

Bernardo Brusca vs. Commissione provinciale

È uno dei responsabili della Strage di Capaci, in cui il figlio Giovanni fu l'esecutore. Fu anche uno degli imputati al maxiprocesso di Palermo e nel 1987 venne condannato in via definitiva a 23 anni di reclusione insieme a Giuseppe Calò e Salvatore Scaglione. La Commissione provinciale (spesso detta semplicemente Commissione e ribattezzata dagli organi di stampa anche come CupolaCon questo termine la stampa indica generalmente i vertici di un'organizzazione mafiosa.) è un organo direttivo che riunisce i leader dell'organizzazione mafiosa denominata Cosa nostra nella provincia di Palermo.

Analogie tra Bernardo Brusca e Commissione provinciale

Bernardo Brusca e Commissione provinciale hanno 28 punti in comune (in Unionpedia): Antonio Salamone, Benedetto Santapaola, Benedetto Spera, Bernardo Provenzano, Clan dei Corleonesi, Clan Motisi, Cosa nostra, Francesco Madonia, Giovanni Brusca, Giuseppe Calò, Giuseppe Farinella, Giuseppe Graviano, Leoluca Bagarella, Luciano Liggio, Mandamento (cosa nostra), Maxiprocesso di Palermo, Michelangelo La Barbera, Michele Greco, Napoli, Nenè Geraci, Pietro Aglieri, Raffaele Ganci, Salvatore Biondino, Salvatore Buscemi, Salvatore Montalto, Salvatore Scaglione, San Giuseppe Jato, Totò Riina.

Antonio Salamone

Salamone è nato a San Giuseppe Jato nella provincia di Palermo. Dopo la morte della prima moglie, Salamone ha sposato Girolama Greco, sorella di Salvatore Greco, a sua volta cugino di Salvatore Greco, il boss di Ciaculli e primo segretario della Commissione provinciale.

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Benedetto Santapaola

Nitto Santapaola nasce nel quartiere di San Cristoforo da una famiglia povera.

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Benedetto Spera

Boss mafioso della famiglia di Belmonte Mezzagno, è stato un uomo di assoluta fiducia dell'ex capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. Latitante dal 1994, è stato catturato dalla Polizia di Stato il 30 gennaio 2001 nelle campagne di Mezzojuso, cittadina in provincia di Palermo.

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Bernardo Provenzano

Nato a Corleone da una famiglia di agricoltori, terzo di sette figli, venne ben presto mandato a lavorare nei campi come bracciante agricolo insieme al padre Angelo, abbandonando presto la scuola (non finì la seconda elementare); suo insegnante privato di matematica era stato un giovane Vito Ciancimino.

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Clan dei Corleonesi

Il clan dei Corleonesi è stata una fazione all'interno di Cosa nostra formatasi negli anni settanta, così chiamata perché i suoi leader più importanti provenivano dalla famiglia di Corleone: Luciano Liggio, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella.

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Clan Motisi

il Clan Motisi è uno storico clan mafioso di Palermo, con sede nel quartiere Pagliarelli. È stato fondato negli anni 1930 da Francesco Motisi, pertanto è considerato uno dei clan più antichi ancora operanti a Palermo.

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Cosa nostra

Cosa nostra (detta comunemente mafia siciliana, o mafia per antonomasia) è un'organizzazione criminale di tipo mafioso-terroristico presente in Italia, soprattutto in Sicilia, e in più parti del mondo.

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Francesco Madonia

Secondo il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, Madonia venne affiliato in Cosa Nostra dopo la Strage di Viale Lazio, dove venne ucciso il boss Michele Cavataio detto Il Cobra, per aver dato rifugio ai killers.

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Giovanni Brusca

Capo del mandamento di San Giuseppe Jato ed esponente di spicco dei Corleonesi, è stato condannato per oltre un centinaio di omicidi, tra cui quello tristemente celebre di Giuseppe Di Matteo (figlio del pentito Santino Di Matteo), strangolato e sciolto nell'acido quando aveva 15 anni, e per la strage di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, nella quale Brusca ricoprì un ruolo fondamentale, in quanto fu l'uomo che materialmente spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il tritolo piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada.

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Giuseppe Calò

Nato e cresciuto a Palermo, è nipote di Paolo Calò, storico portiere del Palermo Calcio (accusato da Tommaso Buscetta di essere anche lui mafioso).

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Giuseppe Farinella

Per molti anni Giuseppe "Don Peppino" Farinella fu capo incontrastato della zona. In seguito divenne capo del mandamento di San Mauro Castelverde (o delle Madonie), esso è uno dei più vasti mandamenti, e va da Gangi fino in provincia di Messina.

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Giuseppe Graviano

Giuseppe Graviano (soprannominato "Madre Natura" perché aveva il potere di concedere o togliere la vita) è il terzo per età dei quattro fratelli Graviano, figli di Michele Graviano, importante "uomo d'onore" di Brancaccio legato ai Corleonesi di Totò Riina, ucciso nel 1982 da Gaetano Grado e Rosario D'Agostino.

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Leoluca Bagarella

Assassino spietato, Don Luchino è stato autore di centinaia di omicidi dagli anni '70 ai '90, oltre che diretto responsabile di alcuni tra i più gravi fatti di sangue di Cosa Nostra, tra cui la Strage di Capaci e il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo.

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Luciano Liggio

Liggio fu uno dei maggiori imputati al maxiprocesso di Palermo del 1986-1987. Liggio e i Corleonesi furono coloro che aprirono una nuova era dentro Cosa Nostra e dentro la criminalità italiana: infatti, dal brutale assassinio di Michele Navarra fu determinante nella loro ascesa nel periodo di trasformazione, dalla vecchia mafia corleonese rurale, alla mafia moderna più cittadina e innovativa, con l'intento prima di conquistare Palermo, poi tutta la Sicilia.

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Mandamento (cosa nostra)

Il mandamento, nel gergo di Cosa nostra, indica la zona di influenza di tre o più famiglie affiliate all'organizzazione.

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Maxiprocesso di Palermo

Maxiprocesso di Palermo è la denominazione che fu data, a livello giornalistico, a un processo penale celebrato a Palermo per crimini di mafia (ma il nome esatto dell'organizzazione criminale è Cosa nostra), tra cui omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione, associazione mafiosa e altri.

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Michelangelo La Barbera

Affiliato alla cosca di Boccadifalco, era inizialmente alleato dei boss Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo, ma si schierò con i corleonesi nella seconda guerra di mafia insieme al cugino Salvatore Buscemi uccidendo con le modalità della lupara bianca Calogero Di Maggio e Santo Inzerillo (rispettivamente zio e fratello del boss Salvatore).

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Michele Greco

Era soprannominato u Papa (il Papa) per la sua abilità a mediare tra le varie famiglie mafiose. È stato il capo dei capi di Cosa nostra dal 1978 al 1986 quando è stato arrestato.

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Napoli

Napoli (IPA:; Napule in napoletano, pronuncia) è un comune italiano di abitanti, capoluogo della regione Campania e dell'omonima città metropolitana, centro di una delle più popolose e densamente popolate aree metropolitane d'Europa; è inoltre il comune più popoloso del Meridione d'Italia, il terzo d'Italia per popolazione (dopo Roma e Milano), il primo, tra i grandi comuni, per densità abitativa e rientra tra le venti città più popolose dell'Unione europea.

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Nenè Geraci

Antonino Geraci, detto Nenè (Partinico, 2 gennaio 1917 – Partinico, 6 febbraio 2007), è stato un mafioso italiano. Soprannominato anche il vecchio, era il boss storico della mafia di Partinico, nella provincia di Palermo.

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Pietro Aglieri

Da giovane venne soprannominato "U signurinu" a causa del lusso e dell'elevato costo degli abiti che amava indossare, oltre al fatto che era diplomato al liceo classico.

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Raffaele Ganci

Era considerato un uomo di fiducia di Totò Riina ed era un membro della "Commissione provinciale" di Cosa Nostra., Tribunale di Caltanissetta, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, April 11, 1994.

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Salvatore Biondino

Arrestato il 15 gennaio 1993 con Totò Riina, fu condannato all'ergastolo per l'omicidio del politico Salvo Lima, la strage di Capaci e quella di via D'Amelio e a ventisei anni di reclusione per il fallito attentato dell'Addaura.

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Salvatore Buscemi

Figlio di Francesco Buscemi e di Maria Morganti, si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Messina. Docente di Introduzione generale allo studio delle scienze giuridiche all'Università di Messina, professore straordinario di Storia del diritto all'Università di Messina, libero docente di Economia politica all'Università di Messina, Buscemi ricoprì varie cariche politico-amministrative: fu presidente del consiglio provinciale di Messina, consigliere comunale nella stessa città.

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Salvatore Montalto

Dopo la guerra di mafia dei primi anni ottanta, è stato capo del mandamento mafioso di Villabate; inizialmente era braccio destro del boss Salvatore Inzerillo, ma poi entrò nel clan dei corleonesi, che vinsero la seconda guerra di mafia, nella quale Salvatore Inzerillo, Santo (il fratello di Inzerillo) e Giovanni Di Peri furono vittime dello stesso Montalto.

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Salvatore Scaglione

Veniva soprannominato " u pugile" per il suo passato da pugile, ha battutoto Nino Benvenuti.

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San Giuseppe Jato

San Giuseppe Jato (Sanciseppi in siciliano) è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

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Totò Riina

Appartenente all'organizzazione malavitosa Cosa nostra, di cui è stato il capo assoluto dal 1982 fino al suo arresto avvenuto il 15 gennaio 1993 (ma si ritiene lo sia stato fino alla morte, mentre dopo il suo arresto divenne reggente Bernardo Provenzano), è generalmente ritenuto il più potente, pericoloso e sanguinario mafioso di sempre, venendo etichettato come il capo dei capi e con i soprannomi u curtu (il basso), per via della sua bassa statura e la belva, per indicare la sua brutalità sanguinaria.

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La lista di cui sopra risponde alle seguenti domande

Confronto tra Bernardo Brusca e Commissione provinciale

Bernardo Brusca ha 67 relazioni, mentre Commissione provinciale ha 181. Come hanno in comune 28, l'indice di Jaccard è 11.29% = 28 / (67 + 181).

Riferimenti

Questo articolo mostra la relazione tra Bernardo Brusca e Commissione provinciale. Per accedere a ogni articolo dal quale è stato estratto informazioni, visitare: