Analogie tra Giuseppe Marchese (criminale) e Storia di Cosa nostra
Giuseppe Marchese (criminale) e Storia di Cosa nostra hanno 30 punti in comune (in Unionpedia): Avvocato, Bagheria, Banca, Bruno Contrada, Clan dei Corleonesi, Collaboratore di giustizia, Corrado Carnevale, Cosa nostra, Ergastolo, Filippo Marchese, Francesco Marino Mannoia, Gian Carlo Caselli, Giovanni Brusca, Giovanni Falcone, Giuseppe Giacomo Gambino, Impronta digitale, Leoluca Bagarella, Maxiprocesso di Palermo, Medico, Monreale, Omicidio, Palermo, Paolo Giaccone, Pasquale Di Filippo, Salvatore Inzerillo, San Giuseppe Jato, Seconda guerra di mafia, Stefano Bontate, Suicidio, Totò Riina.
Avvocato
Lavvocato (al femminile avvocata, d'uso non generale ma preferito ad avvocatessa) è un professionista esperto di diritto che presta assistenza in favore di una parte nel giudizio, operando da rappresentante legale, e ove occorra anche come consulente sia giudiziale sia stragiudiziale, per conto del suo cliente.
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Bagheria
Bagherìa (Bagarìa in siciliano, Baarìa nel dialetto locale) è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
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Banca
Una banca (detta anche istituto di credito) è un istituto pubblico o privato che esercita congiuntamente l'attività di raccolta del risparmio tra il pubblico e di esercizio del credito (attività bancaria) verso i propri clienti (imprese e privati cittadini); costituisce raccolta del risparmio l'acquisizione di fondi con obbligo di rimborso.
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Bruno Contrada
Il suo nome fu associato ai rapporti tra servizi segreti italiani e criminalità, culminati nella strage di via D'Amelio dove morì in un attentato il giudice Paolo Borsellino che in quel periodo indagava sui collegamenti tra mafia e Stato, e alla cosiddetta "zona grigia" tra legalità e illegalità.
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Clan dei Corleonesi
Il clan dei Corleonesi è stata una fazione all'interno di Cosa nostra formatasi negli anni settanta, così chiamata perché i suoi leader più importanti provenivano dalla famiglia di Corleone: Luciano Liggio, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella.
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Collaboratore di giustizia
In diritto, un collaboratore di giustizia (nel gergo giornalistico italiano, pentito) è un soggetto che trovandosi in particolari situazioni di conoscenza di un fenomeno criminale, decide di collaborare con l'autorità giudiziaria.
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Corrado Carnevale
Soprannominato dai giornali «l'ammazzasentenze» per le numerose sentenze d'appello e provvedimenti (circa 500, per reati che andavano dall'associazione mafiosa al terrorismo) da lui annullate, fu al centro di un controverso caso giudiziario in cui venne accusato di aver favorito, durante la presidenza della prima sezione penale della Cassazione, alcuni imputati eccellenti in processi di mafia, annullando talvolta le condanne per vizi di forma (solitamente vizi procedurali, inosservanza delle norme di legge o difetto di motivazione).
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Cosa nostra
Cosa nostra (detta comunemente mafia siciliana, o mafia per antonomasia) è un'organizzazione criminale di tipo mafioso-terroristico presente in Italia, soprattutto in Sicilia, e in più parti del mondo.
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Ergastolo
Lergastolo è una pena detentiva a carattere perpetuo inflitta a chi ha commesso un delitto particolarmente grave. Nel 2013 una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che tale pena viola i diritti umani quando la scarcerazione sia espressamente proibita o quando non sia previsto nell'ordinamento che, non oltre i venticinque anni di detenzione, il condannato possa chiedere a un organismo indipendente dal governo una revisione della sentenza o un alleggerimento di pena.
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Filippo Marchese
Pochissimo si sa di Filippo Marchese prima della seconda guerra di mafia di inizio anni ottanta, in quanto molto elusivo: la sua figura venne delineata solo durante il maxiprocesso di Palermo, grazie ai collaboratori di giustizia, Stefano Calzetta e Vincenzo Sinagra.
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Francesco Marino Mannoia
Ha fatto parte di Cosa nostra e, successivamente, ha collaborato con la giustizia.
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Gian Carlo Caselli
Conseguita la maturità classica presso il Liceo salesiano Valsalice, si è laureato in Giurisprudenza con la tesi Concubina pro uxore-Osservazioni in merito al c. 17 del primo Concilio di Toledo, pubblicata dalla Rivista di Storia del diritto italiano, presso l'Università degli Studi di Torino in cui dal 1964 è assistente universitario per la cattedra di storia del diritto italiano.
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Giovanni Brusca
Capo del mandamento di San Giuseppe Jato ed esponente di spicco dei Corleonesi, è stato condannato per oltre un centinaio di omicidi, tra cui quello tristemente celebre di Giuseppe Di Matteo (figlio del pentito Santino Di Matteo), strangolato e sciolto nell'acido quando aveva 15 anni, e per la strage di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, nella quale Brusca ricoprì un ruolo fondamentale, in quanto fu l'uomo che materialmente spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il tritolo piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada.
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Giovanni Falcone
Assieme ai colleghi e amici Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e Paolo Borsellino, Falcone è stato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.
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Giuseppe Giacomo Gambino
Inizialmente Gambino era capo della famiglia di San Lorenzo, che faceva parte del mandamento guidato da Rosario Riccobono. Negli anni settanta Gambino si legò particolarmente a Totò Riina (dal quale divenne inseparabile) e questo gli garantì una rapida ascesa.
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Impronta digitale
Un'impronta digitale è una traccia lasciata dai dermatoglifi dell'ultima falange delle dita delle mani. Un dermatoglifo è invece il risultato dell'alternarsi di creste e solchi.
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Leoluca Bagarella
Assassino spietato, Don Luchino è stato autore di centinaia di omicidi dagli anni '70 ai '90, oltre che diretto responsabile di alcuni tra i più gravi fatti di sangue di Cosa Nostra, tra cui la Strage di Capaci e il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo.
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Maxiprocesso di Palermo
Maxiprocesso di Palermo è la denominazione che fu data, a livello giornalistico, a un processo penale celebrato a Palermo per crimini di mafia (ma il nome esatto dell'organizzazione criminale è Cosa nostra), tra cui omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione, associazione mafiosa e altri.
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Medico
Il medico, colloquialmente anche dottore, è il professionista della medicina che si occupa della salute umana e animale, prevenendo, diagnosticando e curando le malattie.
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Monreale
Monreale (Muṛṛiàli in) è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia. Fa parte dell'area metropolitana di Palermo; con il capoluogo forma un unico agglomerato urbano.
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Omicidio
Lomicidio (anche assassinio, uccisione, liquidazione o delitto) è la soppressione di una vita umana a opera di un altro essere umano. L'omicida può provocare la morte altrui per mezzo di qualsiasi modalità (reato a forma libera), anche per omissione, ma in ogni caso la sua azione o inazione sono volontarie.
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Palermo
Palermo (AFI:; Palermu in siciliano; Paliemmu, Palermu o Palìaimmu in dialetto palermitano) è un comune italiano di abitanti, quinto in Italia per popolazione, capoluogo della Regione Siciliana e dell'omonima città metropolitana.
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Paolo Giaccone
Fu assassinato tra i viali del Policlinico di Palermo – intitolato poi a suo nome – qualche settimana prima della strage di via Isidoro Carini che avrebbe fermato l'impegno di Carlo Alberto dalla Chiesa.
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Pasquale Di Filippo
È il fratello minore di Emanuele Di Filippo, anche lui mafioso e anche lui pentito. La sorella di Pasquale, Agata, sposò Antonino Marchese, che era fratello di Vincenzina Marchese, moglie di Leoluca Bagarella.
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Salvatore Inzerillo
Salvatore Inzerillo era cugino del facoltoso costruttore edile Rosario Spatola e dei boss John e Carlo Gambino, quest'ultimo capo dell'omonima Famiglia di Brooklyn fino al 1976.
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San Giuseppe Jato
San Giuseppe Jato (Sanciseppi in siciliano) è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
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Seconda guerra di mafia
La seconda guerra di mafia fu un conflitto interno a Cosa nostra svoltosi in Sicilia tra il 1981 e il 1984, che vide l'affermarsi del Clan dei Corleonesi come fazione egemone.
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Stefano Bontate
Erroneamente, talune fonti riportano il cognome "Bontade". Era noto come Il Falco per via della sua freddezza e della sua arguzia, ma amava farsi chiamare anche Principe di Villagrazia, malgrado non vantasse alcun titolo nobiliare.
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Suicidio
Con suicidio (dal latino sui caedere, "uccidere se stessi") si intende l'atto con il quale una persona si procura deliberatamente la morte. Il suicidio è il gesto autolesionistico più estremo, tipico in condizioni di grave disagio o malessere psichico, in particolare in persone affette da grave depressione e/o disturbi mentali di tipo psicotico.
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Totò Riina
Appartenente all'organizzazione malavitosa Cosa nostra, di cui è stato il capo assoluto dal 1982 fino al suo arresto avvenuto il 15 gennaio 1993 (ma si ritiene lo sia stato fino alla morte, mentre dopo il suo arresto divenne reggente Bernardo Provenzano), è generalmente ritenuto il più potente, pericoloso e sanguinario mafioso di sempre, venendo etichettato come il capo dei capi e con i soprannomi u curtu (il basso), per via della sua bassa statura e la belva, per indicare la sua brutalità sanguinaria.
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La lista di cui sopra risponde alle seguenti domande
- In quello che appare come Giuseppe Marchese (criminale) e Storia di Cosa nostra
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- Analogie tra Giuseppe Marchese (criminale) e Storia di Cosa nostra
Confronto tra Giuseppe Marchese (criminale) e Storia di Cosa nostra
Giuseppe Marchese (criminale) ha 46 relazioni, mentre Storia di Cosa nostra ha 1545. Come hanno in comune 30, l'indice di Jaccard è 1.89% = 30 / (46 + 1545).
Riferimenti
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