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Locuzioni latine

Indice Locuzioni latine

Elenco delle locuzioni latine, molte delle quali in uso presso gli antichi Romani.

Indice

  1. 828 relazioni: A communi observantia non est recedendum, A Deo rex, a rege lex, A fortiori ratione, A latere, A mari usque ad mare, A pedibus usque ad caput, A posse ad esse non valet consequentia, A priori e a posteriori, Ab aestu et tempestate, Ab aeterno, Ab assuetis non fit passio, Ab illo tempore, Ab imis, Ab imo pectore, Ab initio, Ab Iove principium, Ab ovo, Ab ovo usque ad mala, Ab tam tenui initio tantae opes sunt profligatae, Ab uno disces omnis, Ab Urbe condita, Abbreviazioni latine, Aberratio delicti, Aberratio ictus, Abrogata lege abrogante non reviviscit lex abrogata, Absit iniuria verbis, Abusus non tollit usum, Accessorium sequitur principale, Accidere ex una scintilla incendia passim, Acido nitrico, Acquisto a non domino, Acta est fabula, plaudite!, Actio libera in causa, Actio nondum nata non praescribitur, Actor sequitur forum rei, Actore non probante, reus absolvitur, Ad audiendum verbum, Ad hoc, Ad honorem, Ad impossibilia nemo tenetur, Ad interim, Ad libitum, Ad maiora, Ad maiorem Dei gloriam, Ad multos annos!, Ad nutum, Ad perpetuam rei memoriam, Ad personam, Ad probationem, Ad substantiam, ... Espandi índice (778 più) »

A communi observantia non est recedendum

A communi observantia non est recedendum è una locuzione latina che significa "Non ci si deve allontanare dall'opinione comune".

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A Deo rex, a rege lex

A Deo rex, a rege lex (traduzione: Da Dio il re, dal re la legge) è una locuzione latina usata in ambito giuridico. Descrive il principio della monarchia assoluta, in cui il sovrano rivendica per diritto divino il potere di stabilire le leggi dello Stato.

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A fortiori ratione

A fortiori ratione (ma più spesso semplicemente a fortiori) è una locuzione latina il cui senso in lingua italiana corrisponde a: a maggior ragione.

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A latere

A latere è una locuzione latina che significa letteralmente "da un lato", "collateralmente", "accanto". In generale, ha il significato di associato a o in margine a, ad esempio quando si parla di un evento secondario che avviene in concomitanza di uno principale o di un aspetto secondario dell'argomento in discussione.

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A mari usque ad mare

A mari usque ad mare (dal latino: dal mare fino al mare) è una locuzione latina tratta dalla Vulgata (salmo 72, v. 8). Nel salmo, attribuito a Salomone, viene profetizzato l'arrivo del messia Cristo Gesù e il suo futuro dominio spirituale sul mondo, appunto, "dal mare fino al mare".

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A pedibus usque ad caput

A pedibus usque ad caput è una locuzione latina dal significato letterale di "dai piedi alla testa" ovvero completamente, nella sua interezza.

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A posse ad esse non valet consequentia

A posse ad esse non valet consequentia (alla lettera: "Dal potere all'essere non vale la conseguenza") spesso anche formulato con A posse ad esse non currit illatio, è una locuzione latina che si rifà a un principio logico secondo cui non tutto ciò che è possibile si realizzi, ovvero come non vi sia necessità che una realtà potenziale (è possibile che una cosa sia) si verifichi (la cosa è).

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A priori e a posteriori

Le locuzioni latine a priori e a posteriori, che tradotte letteralmente, significano "da ciò che è prima" e "da ciò che viene dopo", sono riscontrabili nella forma latina per la prima volta nei commentatori di Aristotele ad indicare una conoscenza che proviene da ciò che già è prima (deduzione) diversa dal sapere che si raggiunge dopo aver fatto esperienza (induzione).

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Ab aestu et tempestate

Ab aestu et tempestate è un motto in latino che significa dal gran caldo e dalla tempesta.

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Ab aeterno

Ab aeterno è una locuzione latina dal significato letterale di "Dall'eternità" e quindi "Da tempo immemorabile", usata specialmente in teologia in relazione con la generazione eterna del Verbo, e in filosofia.

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Ab assuetis non fit passio

Ab assuetis non fit passio è una locuzione latina che letteralmente significa: "Dalle cose abituali (alle quali siamo assuefatti) non nasce la passione".

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Ab illo tempore

Ab illo tempore è una locuzione latina che può essere tradotta "da tanto tempo", "da tempo immemorabile", o a volte "tanto tempo fa" o "a quel tempo".

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Ab imis

La locuzione latina ab imis, tradotta letteralmente, significa "dalle più profonde fondamenta". In senso figurato la locuzione è utilizzata con il significato di "totalmente", "in tutte le parti", come nelle frasi: "riformare un istituto ab imis", "rinnovare un'amministrazione ab imis".

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Ab imo pectore

Ab imo pectore è una locuzione latina di uso colloquiale.

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Ab initio

Ab initio è un'espressione in latino con lo stesso significato di ab ovo, la cui dizione completa era presso i romani Ab ovo usque ad mala, "Dall'uovo alle mele", con cui si aprivano e chiudevano i banchetti.

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Ab Iove principium

Ab Iove principium è una frase in latino che compare nelle Egloghe di Virgilio che può essere tradotta letteralmente come "da Giove prende mosse" (nel caso specifico, esortativo: "iniziamo". In quanto la frase per intero è "A Iove principium, Musae; Iovis plena": cioè "Iniziamo da Giove, o Muse: (poiché) tutto è pieno/soffuso di Giove").

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Ab ovo

Ab ovo è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "dall'uovo", cioè "da molto lontano", "dalle più remote origini".

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Ab ovo usque ad mala

Ab ovo usque ad mala è un proverbio latino, usato anche da Orazio (Satire, I, 3, 6 s), dal significato letterale: «dall'uovo fino alle mele» e senso traslato «dall'inizio alla fine».

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Ab tam tenui initio tantae opes sunt profligatae

Ab tam tenui initio tantae opes sunt profligatae: la frase, tradotta letteralmente, significa: "Da così modesto inizio furono sconfitte ricchezze così grandi" (Cornelio Nepote, Pelopida, lI).

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Ab uno disces omnis

L'espressione latina ab uno disces omnes (lett. da un solo li conoscerai tutti) è l'amara constatazione di Enea nell'Eneide di Virgilio (Eneide 2, 65-66).

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Ab Urbe condita

L'espressione latina ab Urbe condĭta (in italiano "dalla fondazione di Roma") si riferisce a un sistema di calcolo degli anni che prese piede tra i Romani, in cui gli anni venivano computati a partire dal 753 a.C., la data che l'erudito Marco Terenzio Varrone aveva stabilito ai tempi di Giulio Cesare per la fondazione di Roma, l'Urbe, "la Città" per eccellenza.

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Abbreviazioni latine

Questa lista che segue contiene una selezione in lingua latina delle abbreviazione presenti nei testi e nelle iscrizioni degli antichi romani.

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Aberratio delicti

In diritto penale, la locuzione latina aberratio delicti si riferisce a un'ipotesi d'errore nella fase esecutiva di un reato, che si verifica quando il reo provoca un evento diverso da quello voluto.

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Aberratio ictus

In diritto penale, la locuzione latina aberratio ictus si riferisce a un'ipotesi d'errore nella fase esecutiva di un reato, che si verifica quando il reo offende una persona diversa dalla vittima designata.

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Abrogata lege abrogante non reviviscit lex abrogata

Abrogata lege abrogante non reviviscit lex abrogata è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa abrogata la legge abrogante, la legge abrogata non ritorna in vigore.

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Absit iniuria verbis

La locuzione latina absit iniuria verbis (lett.: "sia lontana l'ingiuria dalle parole"), o absit iniuria verbo (con il termine verbum declinato al singolare; lett.: "sia lontana l'ingiuria dalla parola") è una versione alterata di una frase di Tito Livio, che risulta, in origine, absit invidia verbo (Ab Urbe condita, IX, 19, 15), cioè "sia lontana l'ostilità dalla (mia) parola".

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Abusus non tollit usum

Abusus non tollit usum: l'espressione, tradotta letteralmente, significa L'abuso non vieta l'uso (massima del diritto antico). Significa che una cosa si può usare, anche se può esistere chi ne fa abuso, cioè un uso eccessivo od oltre i limiti del lecito.

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Accessorium sequitur principale

Il brocardo accessorium sequitur principale (normalmente tradotta in italiano con "il bene accessorio segue il bene principale") esprime un antico principio di diritto civile in virtù del quale la cosa accessoria segue la sorte del bene principale.

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Accidere ex una scintilla incendia passim

Accidere ex una scintilla incendia passim: Divampano da una sola scintilla incendi diffusi (Lucrezio, De rerum natura, libro 5, verso 609); spesso erroneamente tradotto "A volte si sviluppa da una sola scintilla un incendio".

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Acido nitrico

L'acido nitrico è l'ossiacido dell'azoto pentavalente, di formula HNO3. È un acido minerale forte, nonché un forte agente ossidante dal sapore fortemente amaro e un odore pungente.

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Acquisto a non domino

Acquisto a non domino (tradotto: "da chi non è padrone, proprietario"), in diritto, è un'espressione che indica un modo di acquisto a titolo originario della proprietà di un bene mobile basato sul possesso in buona fede del bene e su un titolo idoneo.

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Acta est fabula, plaudite!

Acta est fabula, plaudite! (letteralmente: La commedia è terminata, applaudite!) è una locuzione latina. "Lo spettacolo è finito, applaudite!" con questa frase, nel teatro antico, prevalentemente romano, si annunciava la fine della rappresentazione; secondo la tradizione, deriva da un passo di Svetonio (Vita di Augusto), e fu pronunciata dallo stesso Augusto sul letto di morte.

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Actio libera in causa

La locuzione latina actio libera in causa indica il fenomeno che si verifica quando un soggetto si pone in stato di incoscienza al fine di commettere un reato o di procurarsi una scusante.

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Actio nondum nata non praescribitur

Il brocardo actio nondum nata non praescribitur (letteralmente: Un'azione non ancora nata non è soggetta a prescrizione), esprime il principio giuridico in virtù del quale un diritto non (ancora) esercitabile non è soggetto a prescrizione.

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Actor sequitur forum rei

Actor sequitur forum rei è un brocardo latino che significa letteralmente "l'attore deve rispettare il foro del convenuto". Si riferisce al fatto che una persona che vuole introdurre una causa presso un tribunale deve scegliere il tribunale giusto, cioè il foro competente.

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Actore non probante, reus absolvitur

Il brocardo "actore non probante, reus absolvitur" (letteralmente: 'se l'attore non fornisce le prove, il convenuto viene assolto') esprime un fondamentale principio giuridico in materia processuale, in virtù del quale colui che agisce in giudizio deve fornire le prove che stanno a fondamento del suo diritto; in caso contrario, la vittoria della lite sarà dell'altra parte (il convenuto nel processo civile).

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Ad audiendum verbum

La locuzione latina Ad audiendum verbum, tradotta letteralmente, significa ad ascoltare la parola. L'espressione è utilizzata in occasione di una convocazione da parte di un capo/responsabile per ricevere direttive o istruzioni; in senso più maligno, quando alla chiamata si sa che seguirà una richiesta di giustificazione del proprio operato, si va "ad audiendum verbum " per un "redde rationem".

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Ad hoc

Ad hoc: dal latino letteralmente "per questo", l'espressione è utilizzata con il significato di "appropriato al contesto" oppure "per l'occasione".

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Ad honorem

Ad honorem è una locuzione latina che significa letteralmente "per onore". Si riferisce a una carica, a un titolo o a una funzione il cui conferimento trova la sua causa in meriti particolari attribuiti dal conferente al destinatario: ad esempio, una laurea ad honorem è un titolo accademico onorifico conferito da una università (o da altra istituzione equivalente) a una persona che si è distinta, nella materia, in modo particolare nel corso della sua vita.

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Ad impossibilia nemo tenetur

Ad impossibilia nemo tenetur è un brocardo latino che significa "Nessuno è tenuto alle cose impossibili". Presumibilmente è un precetto sorto già alle origini della civiltà giuridica di Roma antica, quale parte del primo insieme di leggi minime nate per regolare la convivenza civile.

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Ad interim

La locuzione latina ad interim significa "per ora" (interim significa "frattanto", "nel frattempo"). È utilizzata per indicare l'esercizio delle funzioni assegnate da una carica assegnate ad un esercitatore provvisorio, senza che tal carica abbia un titolare ufficiale, e in attesa della nomina di uno.

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Ad libitum

Ad libitum è un'espressione della lingua latina che significa "a piacere", "a volontà", "a discrezione". L'espressione è utilizzata anche oggi col suo significato letterale per esprimere libertà di scelta da parte della persona in un determinato comportamento.

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Ad maiora

Ad maiora è una locuzione latina utilizzata come formula di augurio di conseguire risultati sempre più positivi nel proprio lavoro, nell'ambito degli studi, o nella propria relazione sentimentale.

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Ad maiorem Dei gloriam

Ad maiorem Dei gloriam è una frase latina, dal significato letterale: «per la maggior gloria di Dio». La frase si trova per la prima volta nei Dialoghi (1,2) di San Gregorio Magno, anche se già nella Prima lettera ai Corinzi di san Paolo si trova già la frase "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio" (1 Cor.

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Ad multos annos!

Ad multos annos (per molti anni) è una forma augurale in latino, di origine cristiana, usata maggiormente nel rito tridentino e rivolta per tre volte dal vescovo consacrato al vescovo consacrante durante il rito di ordinazione episcopale.

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Ad nutum

Ad nutum, analogamente alla espressione ad libitum, indica una decisione presa in modo assolutamente libero da parte della persona che l'ha adottata.

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Ad perpetuam rei memoriam

La locuzione latina Ad perpetuam rei memoriam, tradotta letteralmente, significa a perenne ricordo dell'avvenimento. Sono le prime parole che spesso figurano sulle bolle pontificie, riportanti le sentenze emesse dalla Santa Sede su argomenti dottrinali: il termine "bolla" deriva del nome del sigillo in piombo (bulla) che convalidava il documento.

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Ad personam

Ad personam è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa " per la persona", "a titolo personale". La frase è usata per indicare cariche, privilegi e simili di cui gode esclusivamente una determinata persona, dunque non trasmissibili o rinnovabili per altri.

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Ad probationem

Ad probationem tantum è una locuzione latina, usata in ambito giuridico, che significa "ai fini di prova". Nella generalità dei casi (e.g. vendita di un mobile), il contratto può essere provato in giudizio mediante qualsiasi mezzo (e.g. mediante testimoni).

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Ad substantiam

Ad substantiam è una locuzione latina, usata nel campo giuridico, che significa letteralmente «ai fini della sostanza» e identifica quella forma obbligatoriamente richiesta per dare piena sostanza a un atto giuridico.

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Ad unguem

La locuzione latina Ad unguem, tradotta letteralmente, significa fino all'unghia, alla perfezione (Orazio, Satire, I, 5, 32).

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Ad usum fabricae

Ad usum fabricae (ovvero: ad essere utilizzato nella fabbrica), è una dicitura in lingua latina che, secondo una tradizione italiana, contrassegnava, nel Medioevo, i beni esentati da ogni dazio, perché, ad esempio, destinati alla costruzione delle cattedrali.

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Adfines inter se non sunt adfines

La locuzione latina adfines inter se non sunt adfines (letteralmente gli affini tra di loro non sono affini) è un brocardo che in diritto esprime il principio secondo cui è giuridicamente irrilevante il rapporto intercorrente tra i parenti dei coniugi, o fra i coniugi di parenti, essendo il rapporto di affinità limitato esclusivamente tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge.

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Adfinitas in coniuge superstite non deletur

Adfinitas in coniuge superstite non deletur è un brocardo latino che significa che il rapporto di affinità (cioè il rapporto che lega un coniuge ai parenti dell'altro coniuge, ad esempio i cognati), non cessa per la morte del coniuge da cui deriva.

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Adfinitas iure nulla successio permittitur

Adfinitas iure, nulla successio permittitur è una locuzione latina usata nel diritto ereditario, indica che i rapporti di affinità non implicano diritti di successione ereditaria.

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Adoptio naturam imitatur

La locuzione latina Adoptio naturam imitatur, tradotta letteralmente, significa l'adozione imita la natura. Indica che l'adozione dovrebbe tendere ad un rapporto familiare naturale.

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Adtemptata pudicitia

Adtemptata pudicitia è una locuzione latina usata nel diritto pretorio per identificare l'oltraggio al pudore. Era una forma d'illecito appartenente alla categoria delle contumelie o ingiurie.

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Aequam memento servare mentem

La locuzione latina Aequam memento servare mentem, tradotta letteralmente, significa ricordati di mantenere la mente serena. Orazio (lib. II, ode III, v. 1) Il contesto in cui è inserita la frase è Ricordati di conservare serena la mente nelle difficoltà, senza abbandonarti alla gioia smisurata nelle situazioni fortunate.

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Aequo pulsat pede

La locuzione latina Aequo pulsat pede è tratta da Orazio, Odi, I, 4, 13 e si può tradurre con " colpisce con piede imparziale". L'espressione significa quindi che la morte non fa distinzione fra monarchi e sudditi, fra ricchi e poveri, fra giovani e vecchi.

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Aere perennius

La locuzione latina aere perennius, tradotta letteralmente, significa più duraturo del bronzo (Orazio, Odi, III, 30, 1).

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Aes triplex

La locuzione latina Aes triplex, tradotta letteralmente, significa triplo bronzo. Orazio (lib. I, ode III, v. 9). Il poeta immagina ed esalta il coraggio del primo navigatore che, sprezzante di ogni pericolo, affida la propria vita ad una fragile imbarcazione: "Illi robur et aes triplex circa pectus erat, qui fragilem truci commisit pelago ratem primus..." - aveva il cuore foderato di quercia e triplo strato di bronzo colui che per primo affidò il suo fragile legno al torvo mare...

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Age quod agis

Age quod agis è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa Fai quanto stai facendo. In maniera metaforica la frase costituisce un richiamo a interpretare correttamente il presente, che solo è in nostro possesso e dal quale dipende l'avvenire.

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Agnosco veteris vestigia flammae

Agnosco veteris vestigia sales (o adgnosco veteris vestigia flammae), "riconosco i segni dell'antica fiamma", ovvero sento ridestarsi il fuoco non sopito della passione.

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Agnus Dei

Agnus Dei è un'espressione evangelica (basata su) in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità.

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Albo signanda lapillo

Albo signanda lapillo dies è una locuzione latina. Alla lettera significa "giorno da contrassegnare con un sassolino bianco", rappresenta quindi un giorno da ricordare a causa di un lieto, memorabile evento.

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Alea iacta est

Alĕa iacta est, tradizionalmente tradotta in italiano come Il dado è tratto, cioè "il dado è stato tirato", è una frase latina divenuta proverbiale nel senso metaforico di "la decisione è presa", "la sfida è ormai lanciata".

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Alibi

Il termine alibi (che deriva dalla lingua latina e che tradotto letteralmente, significa altrove, in altro luogo), in diritto, viene utilizzato per riferirsi a una prova logica in base alla quale si intende dimostrare che un accusato di un reato non poteva trovarsi nel luogo in cui esso è avvenuto.

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Aliena vitia in oculis habemus a tergo nostra sunt

La locuzione latina Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt tradotta letteralmente significa «abbiamo davanti agli occhi i vizi altrui, mentre i nostri ci stanno dietro», ed è attribuita al filosofo romano Lucio Anneo Seneca.

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Alieni iuris

La locuzione latina ellittica alieni iuris veniva utilizzata tecnicamente dai giuristi romani in luogo della più completa alieni iuris subiectae per indicare le persone che erano soggette al potere di qualcuno.

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Alle calende greche

La locuzione italiana alle calende greche, derivante da quella latina ad Kalendas Graecas, ha il significato metaforico di "mai". La frase ad Kalendas Graecas soluturos ("intenzionati a pagare alle calende greche") è attribuita, da Svetonio, all'imperatore Augusto, che ne avrebbe fatto uso di frequente per indicare persone che non intendevano pagare un debito.

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Alter ego

La locuzione latina alter ego («un altro io») indica un sostituto di una persona, autorizzato ad agire per conto e in rappresentanza di costei, facendone le veci, oppure un altro sé, una seconda personalità all'interno di una stessa persona, con caratteristiche nettamente distinte dalla prima.

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Alterum non laedere

La frase latina alterum non laedere (Trad. non recare danno ad altri) rappresenta una delle tre regole del diritto descritte dal giurista romano Eneo Domizio Ulpiano nelle sue Regole: Frequentemente viene utilizzata con lo stesso significato la locuzione neminem laedere.

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Alto papavero

Alto papavero, più comunemente citato al plurale (alti papaveri), è una locuzione che sta a indicare coloro i quali occupano posti di potere in particolar modo nella politica, nella finanza o nell'amministrazione pubblica.

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Amicum secreto admone, palam lauda

Amicum secreto admone, palam lauda (lett. "Ammonisci l'amico in segreto, lodalo pubblicamente") è una frase latina attribuita di volta in volta a Seneca o a Publilio Siro (molto probabilmente in maniera erronea), sembra invece essere opera di uno pseudo-Seneca.

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Amicus certus in re incerta cernitur

Amicus certus in re incerta cernitur (lett. "L'amico certo si riconosce nella sorte incerta", ovvero "Il vero amico si riconosce nei momenti difficili") è una frase latina del poeta Ennio (fr. 210 Vahlen), proveniente dalla sua tragedia Ècuba, a noi non pervenuta.

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Amicus Plato, sed magis amica veritas

Amicus Plato, sed magis amica veritas (Platone mi è amico, ma più amica mi è la verità) è una locuzione latina. Nel Libro X della Repubblica, Platone in merito alla condanna dell'arte imitativa, riferendosi ad Omero e alla poesia, afferma: «Eppur un certo affetto e rispetto che ho sin da bambino per Omero mi trattiene dal parlarne.

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Amittit merito proprium qui alienum appetit

La locuzione latina Amittit merito proprium qui alienum appetit, tradotta letteralmente, significa perde giustamente il proprio chi desidera l'altrui (Favole di Fedro, I, 4).

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Amor et deliciae humani generis

La locuzione latina Amor et deliciae humani generis, tradotta letteralmente, significa amore e delizia del genere umano (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, VII.21).

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Angina pectoris

Langina pectoris è un dolore al torace, dietro lo sterno - perciò denominato anche "dolore retrosternale" - provocato dall'insufficiente ossigenazione del cuore a causa di una transitoria diminuzione del flusso sanguigno attraverso le arterie coronarie.

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Angulus ridet

La locuzione latina angulus ridet, tradotta liberamente, significa quest'angolo di terra più d'ogni altro mi rende felice (Orazio, Odi, II, 6, 13).

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Animus meminisse horret

La frase latina Animus meminisse horret (in italiano l'anima trema d'orrore nel ricordare) si trova nell'Eneide (II, 12) di Publio Virgilio Marone.

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Anno Domini

L'espressione Anno Domini (abbreviata in A.D.) significa 'nell'anno del Signore' e viene utilizzata per denotare la numerazione degli anni a partire da quello in cui avrebbero avuto luogo l'incarnazione e la nascita di Gesù; è la numerazione usata dal calendario giuliano e dal calendario gregoriano.

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Ante litteram

L'espressione latina «ante litteram» (letteralmente «prima della lettera», inteso però come «prima della didascalia» per indicare la stampa di prova che veniva fatta prima di incidere la didascalia sulla matrice di rame) si usa per definire opere, personaggi, correnti di pensiero, fenomeni storici e movimenti culturali che precedono, e in qualche modo fanno da precursori, eventi più diffusi e con caratteristiche del tutto simili.

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Apertis verbis

L'espressione latina apertis verbis (lett. "con parole esplicite") indica che si è voluto esprimere un concetto, un'idea, un'opinione in modo chiaro ed esplicito, senza giri di parole.

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Aquae et ignis interdictio

Laquae et ignis interdictio (letteralmente, privazione dell'acqua e del fuoco) è un provvedimento, in uso nella Roma antica, volto a privare della cittadinanza, a titolo punitivo, coloro che si macchiavano di gravi reati, e venivano quindi ritenuti indegni di continuare a far parte della comunità romana.

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Arbiter elegantiae

La locuzione latina arbiter elegantiae, tradotta letteralmente, significa "giudice di raffinatezza". Da Tacito apprendiamo che con questo appellativo (elegantiae arbiter o arbiter elegantiarum) era definito Petronio della corte di Nerone (Annales XVI.18).

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Arcades ambo

Arcades ambo, traducibile letteralmente come Arcadi entrambi, è una locuzione latina utilizzata da Virgilio, nella VII Egloga (v. 4), in riferimento ai due pastori dell'Arcadia Tirsi e Coridone.

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Argumentum ad hominem

Largumentum ad hominem ("argomento contro l'uomo") è una strategia della retorica con la quale ci si allontana dall'argomento della polemica contestando non l'affermazione dell'interlocutore, ma l'interlocutore stesso.

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Ars gratia artis

L'espressione latina Ars gratia artis o in italiano arte per l'arte è un modo di dire con cui s'afferma che la vera arte è fine a sé stessa, e s'esclude ogni fine che non sia la pura e disinteressata bellezza: utilitario, morale, politico, sociale, religioso.

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Asinus asinum fricat

Asinus asinum fricat è una locuzione latina che significa letteralmente un asino gratta un asino. Difficile indicarne la fonte esatta. La locuzione viene normalmente utilizzata per indicare l'atteggiamento di complice intesa, mutuo aiuto e lode reciproca anche fra due persone culturalmente o intellettualmente non dotate in modo particolare.

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Asinus portans mysteria

La locuzione latina Asinus portans mysteria, tradotta letteralmente, significa un asino che porta i misteri. Tale locuzione deriva dalla vita dei primitivi Cristiani che, costretti a celare alla curiosità dei pagani le Sacre Specie, erano così definiti da altri o da se stessi.

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Auctoritas

Auctoritas è una parola latina che è all'origine del termine «autorità». Mentre storicamente il suo uso era limitato al ruolo che esso ebbe nella storia politica di Roma, l'inizio della filosofia fenomenologica nel XX secolo ha ampliato l'uso della parola.

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Audacter calumniare, semper aliquid haeret

Audacter calumniare, semper aliquid haeret, cioè «Calunnia senza timore: qualcosa rimane sempre attaccato». Questa sentenza è citata da Francesco Bacone (da De dignitate et augmentis scientiarum, 8,2,34) ed è un'applicazione della persistenza e immortalità della vox populi, ancorché costituita di mera calunnia, e dell'impossibilità che essa perisca completamente.

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Audendum est: fortes adiuvat ipsa Venus

La frase latina audendum est: fortes adiuvat ipsa Venus (lett.: "bisogna osare: la stessa Venere aiuta i coraggiosi") è un verso di Albio Tibullo (1, 2, 16), anche se il tema non è limitato a quest'unico autore, ma ritorna altrove nella letteratura latina (v. Ovidio, Ars amatoria, 1, 60 ss., ad esempio).

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Audentes Fortuna iuvat

Audentes fortuna iuvat (letteralmente "il destino favorisce chi osa") è una celebre locuzione latina comunemente tradotta in italiano con il motto "La fortuna aiuta gli audaci".

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Audiatur et altera pars

La locuzione latina audiatur et altera pars (si ascolti anche l'altra parte) o audi alteram partem (ascolta l'altra parte) racchiude un fondamentale principio dell'ordinamento giuridico, meglio noto come principio del contraddittorio.

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Aurea mediocritas

Aurea mediocritas, ovvero "aurea moderazione" o "aurea via di mezzo", è una locuzione latina tratta dal poeta Orazio (Odi 2, 10, 5). Nella lingua latina il termine mediocritas non ha il valore dispregiativo che ha in italiano la parola "mediocrità", ma significa piuttosto "stare in una posizione intermedia" tra l'ottimo e il pessimo, tra il massimo e il minimo, ed esalta il rifiuto di ogni tipo di eccesso, invitando a rispettare il "giusto mezzo".

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Aurora polare

L'aurora polare è un fenomeno caratterizzato visivamente da bande luminose che assumono un'ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, di solito di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali, causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i): tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d'onda.

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Aut aut

La locuzione latina àut àut, che deriva da un raddoppiamento della congiunzione latina aut, è traducibile in italiano come un "o" disgiuntivo con il significato di "o questo o quello".

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Aut Caesar, aut nihil

Aut Caesar, aut nihil (in italiano o Cesare, o nulla) è una locuzione latina, nota soprattutto per essere stata il motto di Cesare Borgia e di Ladislao I d'Angiò-Durazzo.

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Aut dedere aut punire

In diritto, la locuzione latina aut dedere aut punire oppure aut dedere aut judicare, in italiano o estradare o punire, esprime un principio accolto in numerose convenzioni internazionali, secondo cui lo Stato, nel cui territorio si sia rifugiato un soggetto reo di taluni gravi crimini deve o giudicarlo secondo le proprie leggi, oppure consentire all'estradizione richiesta da altri stati.

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Avanti Cristo

San Beda il Venerabile in una xilografia tardomedievale. Egli fu il primo ad usare gli anni ''avanti Cristo'' La locuzione italiana avanti Cristo, comunemente abbreviata in a.C., denota la prima delle due fasi di un particolare sistema di datazione temporale nel cui centro viene posta la nascita di Gesù Cristo.

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Avarum est mulierum genus

Avarum est mulierum genus è una locuzione latina che significa Avida è la razza delle donne. Si trova in Cicerone (Rhetorica-de inventione, liber I,94) e si riferisce, generalizzandola, all'avidità di Erifile (Εριφὔλη) moglie di Anfiarao che per un monile accettò di tradire il marito.

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Ave atque vale

Ave atque vale (Salute e addio) è una frase di Catullo contenuta nel Carmen CI che egli scrive in memoria del fratello morto, in seguito alla visita alla sua tomba nella Troade durante il viaggio in Bitinia al seguito di Gaio Memmio.

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Ave Maria

LAve Maria (in latino anche salutatio angelica; in italiano anche con grafia univerbata avemaria o, con raddoppiamento fonosintattico, avemmaria) è sia un'antifona sia una delle più diffuse preghiere mariane della Chiesa cattolica occidentale.

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Ave, Caesar, morituri te salutant

Ave, Caesar, morituri te salutant (pronuncia classica o ''restituta'') è, per tradizione, considerata la frase latina che i gladiatori indirizzavano all'imperatore prima dell'inizio dei giochi gladiatòri.

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Avvocato del diavolo

Lavvocato del diavolo (in latino advocatus diaboli), formalmente conosciuto come promotore della fede (in latino promotor fidei), è un ufficio della Congregazione dei riti.

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Barba non facit philosophum

Barba non facit philosophum o philosophum non facit barba è un'espressione latina che significa letteralmente "la barba non fa il filosofo".

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Barbaque erat promissa

La locuzione latina Barbaque erat promissa, tradotta letteralmente, significa e la barba era lunga. (Cornelio Nepote, Datame, III). La frase si cita volentieri quando si parla di un qualcosa ritenuto tanto noioso da far, in senso metaforico, crescere la barba.

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Beati monoculi in terra caecorum

La locuzione latina Beati monoculi in terra caecorum (pronuncia: beàti monòculi in tèrra cecòrum) letteralmente significa: "Beati i monòcoli nel paese dei ciechi".

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Beati pauperes spiritu

Beati pauperes spiritu è una frase tratta dal Vangelo secondo Matteo: - «μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῶ πνεύματι» - che, tradotta letteralmente, significa: "Beati i poveri di spirito".

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Beatus ille qui procul negotiis

La locuzione latina Beatus ille qui procul negotiis, tradotta alla lettera, significa beato colui che sta lontano dagli affari (Orazio, Epodi, ode 2a).

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Bella gerunt alii, tu felix Austria nube

Bella gerunt alii, tu felix Austria nube oppure Bella gerant alii, tu felix Austria nube è una frase d'autore che viene tradizionalmente attribuita a Mattia Corvino, re d'Ungheria (1458-1490) e significa letteralmente: Le guerre le fanno (oppure, nella seconda versione, le facciano) gli altri, tu, Austria felice, sposati.

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Bella matribus detestata

La locuzione latina bella matribus detestata, tradotta letteralmente, significa le guerre (sono) detestate dalle madri (Orazio, Odi, 1, 1, 24).

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Bellum omnium contra omnes

Bellum omnium contra omnes è una frase latina che letteralmente significa «la guerra di tutti contro tutti»; con essa Thomas Hobbes (1588-1679) descrive lo stato di natura come uno stato di guerra permanente e universale: uno stato in cui, non esistendo alcuna legge, ogni individuo verrebbe mosso dal suo più intimo istinto e cercherebbe di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei propri desideri.

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Bene vixit qui bene latuit

Bene vixit qui bene latuit: la frase, derivata dal verso di Ovidio «bene qui latuit bene vixit», tradotta letteralmente significa ha vissuto bene chi ha saputo stare ben nascosto.

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Bis dat, qui cito dat

Bis dat qui cito dat è un proverbio latino che tradotto letteralmente significa: «Dà due volte chi dà presto». Il soccorrere con sollecitudine il povero o l'amico in difficoltà raddoppia il beneficio.

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Bononia docet

Bononia docet (in italiano, alla lettera: Bologna insegna) è una locuzione latina che si riferisce al ruolo della città nel fenomeno di fioritura delle università medievali tra XI e XII secolo.

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Brevi manu

Brevi manu, letteralmente tradotto dal latino, significa con mano breve (direttamente, di persona). L'espressione si riferisce a cosa consegnata da mano a mano, senza interposta persona.

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Brevis esse laboro, obscurus fio

Brevis esse laboro, obscurus fio è una frase latina che, tradotta alla lettera, significa Cerco di essere breve, ma divento oscuro. L'espressione è di Orazio, Ars poetica, 25.

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Brocardo

Il brocardo è una sintetica e antica massima giuridica, chiara e concisa, prevalentemente di tradizione latina (ma esistono anche brocardi germanici o anglosassoni), come ad esempio dura lex, sed lex.

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Busillis

Busillis è un termine che ha assunto il significato di "problema spinoso e di difficile soluzione", "punto dolente della questione". Deriva da un'errata scansione (rianalisi) della frase latina in diebus illis (in quei giorni o a quel tempo).

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Caelo tonantem credidimus Iovem regnare

La locuzione latina Caelo tonantem credidimus Iovem regnare, tradotta letteralmente, significa abbiamo creduto che Giove regnava in cielo quando lo abbiamo sentito tuonare (Orazio, Odi, III, 5, 1).

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Caesarem vehis

La locuzione latina Caesarem vehis, tradotta letteralmente, significa stai trasportando Cesare. È la frase con la quale Cesare durante una burrasca esortò il capitano che pilotava la nave sulla quale si trovava, ricordandogli l'importanza del passeggero.

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Cane Nero magna bella Persica

Cane Nero magna bella Persica (traduzione dal latino: "Canta, o Nerone, le grandi guerre persiane"; traduzione dal romanesco: "Cane nero mangia bella pesca") è un celebre falso amico tra il latino e il dialetto romanesco.

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Canis a non canendo

L'espressione latina canis a non canendo è usualmente tradotta in italiano in "si dice cane perché non canta". Si tratta di una pseudoetimologia elaborata da Sant'Isidoro di Siviglia nella sua opera enciclopedica Etymologiae.

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Cantabit vacuus coram latrone viator

Cantabit vacuus coram latrone viator è una (lapidaria) locuzione del poeta satirico Decimo Giunio Giovenale (ca. 55 - ca. 135), sat. X, v. 22.

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Captatio benevolentiae

Captatio benevolentiae, dal verbo capio ("afferrare", "catturare", "cercare di prendere, di ottenere") e benevolentia ("benevolenza") in caso genitivo, è un'espressione latina che, tradotta letteralmente, significa accattivarsi la simpatia.

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Caput mortuum

La locuzione latina caput mortuum, tradotta letteralmente, significa "testa morta".

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Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est

Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est è un motto in lingua latina traducibile con: Deve essere privo di ogni vizio chi si appresta a criticare un altro.

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Carme LXXXV

Odi et amo (lett. "Odio ed amo") è l'incipit e il titolo del carme 85 del poeta latino Catullo. È l'epigramma più noto di tutto il suo Liber.

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Carmina non dant panem

La frase Carmina non dant panem, tradotta letteralmente, significa "le poesie non danno pane". Lo stesso concetto è espresso dalla frase Litterae non dant panem ("le lettere non danno pane").

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Carpe diem

Carpe diem è una locuzione latina tratta dall'Ode del carpe diem, dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8), traducibile in "afferra il giorno".

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Carpent tua poma nepotes

La locuzione latina Carpent tua poma nepotes, tradotta letteralmente, significa i nipoti raccoglieranno i tuoi frutti (Virgilio, Egloghe, IX, 50).

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Carthago delenda est

Carthago delenda est, abbreviato in Delenda Carthago («Cartagine deve essere distrutta») è una famosa frase latina pronunciata da Marco Porcio Catone, passato alla storia come Catone il Censore, al termine di ogni suo discorso al Senato dopo il suo ritorno dalla missione diplomatica di arbitrato tra i Cartaginesi e Massinissa (re di Numidia) avvenuta nel 157 a.C., praticamente fino alla sua morte nel 149 a.C.

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Casta est quam nemo rogavit

La locuzione latina Casta est, quam nemo rogavit, tradotta letteralmente, significa È casta la donna che nessuno ha richiesto (Ovidio, Amores, 1, 8, 43).

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Castigat ridendo mores

La locuzione latina Castigat ridendo mores, tradotta letteralmente, significa: "corregge i costumi ridendo". Questa iscrizione, posta sul frontone di vari teatri e dovuta al poeta latinista francese Jean de Santeul, indica come la commedia e la satira, spargendo ironia e ridicolo sui vizi e i difetti umani, diano un apporto importante per la riforma dei costumi.

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Casum sentit debitor

Casum sentit debitor è una locuzione latina che significa il caso fortuito grava sul debitore. Principio fondamentale in tema di responsabilità contrattuali, in base al quale le conseguenze economiche che si accompagnano al verificarsi di un evento improvviso ricadono sul debitore.

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Casus belli

Casus belli è una locuzione latina il cui significato letterale è "motivo della guerra". Tale espressione è usata per indicare un evento addotto a motivazione ufficiale per la dichiarazione di guerra, in genere diverso o secondario rispetto a motivazioni economiche, politiche e sociali che gli storici ritengono essere alla base di un conflitto.

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Causa patrocinio non bona peior erit

La locuzione latina Causa patrocinio non bona, peior erit, tradotta letteralmente, significa una causa cattiva, peggiora (Ovidio). Può essere considerato una sua estensione il proverbio dialettale veneto "Pezo el tacòn del buso" ("è peggio il rammendo che lo strappo"), usato quando, nel tentativo di rimediare ad un errore in maniera grossolana, si finisce col peggiorare la situazione.

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Cavallo di Troia

Il cavallo di Troia è una macchina da guerra che, secondo la leggenda, fu usata dai greci per espugnare la città di Troia. Questo termine è entrato nell'uso letterario, ma anche nel lessico comune, per indicare uno stratagemma con cui penetrare le difese.

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Cave canem

Cave canem è una locuzione latina che significa letteralmente "Stai attento al cane". Veniva scritto all'ingresso delle abitazioni per avvisare che al loro interno si trovava un cane potenzialmente pericoloso.

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Cave ne cadas

La locuzione latina Cave ne cadas, tradotta letteralmente, significa attento a non cadere. Nell'antica Roma l'imperator (comandante di un esercito) che al termine di una guerra vittoriosa avesse ucciso almeno 5000 nemici (media spesso ricorrente) otteneva dal Senato l'onore del trionfo.

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Caveant consules

Càveant cònsules è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa i consoli stiano attenti. È l'inizio d'una raccomandazione che il Senato romano faceva ai consoli quando lo Stato era in pericolo, e continuava: ne quid res publica detrimenti capiat (affinché la repubblica non riceva danno).

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Caveat emptor

L'espressione latina caveat emptor significa "Stia in guardia il compratore!". È composta dal verbo caveo, coniugato al congiuntivo, nonché declinato alla terza persona singolare e usato in forma esortativa e impersonale, e dal sostantivo della III declinazione, volto al nominativo, emptor, "compratore".

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Cedant arma togae

Cedant arma togae è una frase latina, e precisamente una citazione del primo emistichio di un verso esametro di Cicerone (Cedant arma togae, concedat laurea laudi) contenuto nel 3° libro del suo poema De consulatu suo, di cui ci sono pervenuti solo alcuni frammenti.

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Cerebrum non habet

La locuzione latina Cerebrum non habet, tradotta letteralmente, significa non ha cervello (Fedro).. Corrisponde al proverbio "l'abito non fa il monaco" oppure a "le apparenze ingannano".

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Certa amittimus, dum incerta petimus

Certa amittimus, dum incerta petimus è una locuzione latina scritta da Plauto nella sua commedia Pseudolus. Significa letteralmente "Perdiamo il certo, quando corriamo dietro all'incerto".

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Cessione del credito

La cessione del credito è un accordo tramite cui un soggetto, detto cedente, trasferisce a un altro (cessionario) il suo credito verso un debitore (ceduto).

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Ceteris paribus

Ceteris paribus è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "a parità di tutte le altre circostanze".

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Chorda semper oberrat eadem

La locuzione latina Chorda semper oberrat eadem, tradotta letteralmente, significa sbaglia sempre la stessa corda (Orazio, Ars poetica). Per similitudine - al suonatore che, eseguito male un pezzo e capito l'errore, nel rieseguirlo sbaglia sempre sullo stesso passaggio musicale - la frase equivale a dire, di una persona, che persevera sempre nello stesso errore.

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Cibi condimentum est fames

Cibi condimentum esse famem è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa.

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Cineri gloria sero venit

La locuzione latina Cineri gloria sero venit, tradotta letteralmente, significa: "La gloria giunge tardi alle ceneri" (Marco Valerio Marziale, Epigrammi).

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Civis Romanus sum

Civis Romanus sum, ovvero Sono cittadino romano, è una locuzione latina che indicava l'appartenenza all'Impero Romano e sottintende, in senso lato, tutti i diritti (e i doveri) connessi a tale stato (Cicerone, In Verrem II, 5, 162).

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Clausola solve et repete

Solve et repete, in diritto civile, è una clausola con cui le parti rafforzano il vincolo contrattuale, stabilendo che una di esse non possa opporre eccezioni nell'eseguire la prestazione dovuta, ex art.

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Clavis aurea

L'espressione latina Clavis aurea è una figura retorica, una metafora per indicare la migliore chiave di lettura nell'interpretazione di un testo.

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Cogitationis poenam nemo patitur

La locuzione latina cogitationis poenam nemo patitur (Trad. nessuno può subire una pena per i suoi pensieri) esprime il cd. principio di materialità del Diritto Penale.

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Cognitio extra ordinem

In diritto romano con l'espressione cognitio extra ordinem si indica quel modello di processo che si sostituì gradatamente al processo formulare ordinario, diventando in età tardo-antica (dal 342 d.C.), tramite una costituzione degli imperatori Costanzo e Costante, anche formalmente, la sola procedura osservabile.

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Come volevasi dimostrare

Come volevasi dimostrare è una polirematica che viene posta abitualmente al termine di una dimostrazione matematica, per segnalare che la validità di un teorema, o più generalmente di una opinione, è stata definitivamente dimostrata.

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Comportamenti concludenti

I comportamenti concludenti (in latino, facta concludentia), detti anche fatti dimostrativi, sono in diritto una forma di manifestazione tacita della volontà negoziale.

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Compos mentis

Compos mentis è una locuzione latina che indica pressoché letteralmente la condizione (normale) di chi abbia il controllo della propria mente, analogamente alla locuzione compos sui, che indica più genericamente chi abbia il controllo di se stesso (cioè si renda conto di quello che sta facendo e delle relative conseguenze).

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Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur

La frase latina concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur (letteralmente nell'armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono) deriva dal Bellum Iugurthinum (10, 6) di Sallustio.

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Condicio sine qua non

Condicio sine qua non o conditio sine qua non è una frase latina, dal significato: "condizione senza la quale non si può verificare un evento" (letteralmente: "condizione senza la quale non").

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Conosci te stesso

L'esortazione «conosci te stesso» (in greco antico, gnōthi sautón, o anche, gnōthi seautón) è una massima religiosa greco antica iscritta nel tempio di Apollo a Delfi.

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Consanguineus lethi sopor

Consanguineus lethi sopor è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «il sonno è fratello della morte».Virgilio, Eneide, lib.

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Consequentia mirabilis

La consequentia mirabilis ("conseguenza ammirevole") è una locuzione in latino anche nota come legge di Clavius, utilizzata in logica classica, che fa derivare la validità di un'affermazione dalla constatazione di incoerenza della sua negazione.

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Consilia qui dant prava cautis hominibus et perdunt operam et deridentur turpiter

La locuzione latina Consilia qui dant prava cautis hominibus, et perdunt operam et deridentur turpiter, tradotta letteralmente, significa quelli che danno cattivi consigli a uomini prudenti perdono il tempo e sono oggetto di derisione (Fedro).

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Constanter et non trepide

La locuzione latina constanter et non trepide (lett. Costantemente e senza trepidare) è utilizzata come incoraggiamento ed esortazione alla tenacia e alla pazienza nelle azioni.

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Consummatum est

La locuzione latina consummatum est, tradotta letteralmente, significa tutto è finito (vangelo di Giovanni, XIX, 30). È la traduzione della Vulgata dall'originale greco Τετέλεσται (Tetelestai) delle ultime parole del Redentore sulla croce, prima di morire; vengono di solito rese in italiano nella versione tutto è compiuto, nel senso della realizzazione finale della sua missione.

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Contra legem facit qui id facit quod lex prohibet

Il brocardo Contra legem facit qui id facit quod lex prohibet (letteralmente: agisce contro la legge colui che compie ciò che la legge proibisce) è utilizzata in diritto per indicare il negozio contrario alla legge.

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Contra potentes nemo est munitus satis

La locuzione latina Contra potentes nemo est munitus satis, tradotta letteralmente, significa nessuno è sufficientemente difeso contro i potenti (Fedro, favola dell'aquila e la cornacchia).

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Contraria contrariis curantur

La locuzione latina contraria contrariis curantur, tradotta letteralmente, significa «i contrari si curano con i contrari». È un principio risalente a Ippocrate e Galeno.

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Contumacia

La contumacia, nel diritto e specialmente nel diritto processuale penale e civile, indica la condizione di chi, pur avendo l'obbligo di costituirsi dinanzi al giudice che esamina un processo che lo riguardi, omette di farlo.

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Cor unum et anima una

La locuzione latina cor unum et anima una, tradotta letteralmente, significa un cuore ed un'anima sola, e deriva da una frase biblica presente nel versetto Atti.

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Coram populo

La locuzione latina coram populo significa davanti a tutto il popolo (Orazio, Ars Poetica, 185), da intendersi quindi come 'in pubblico', 'alla presenza di tutti'.

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Corruptissima re publica plurimae leges

Corruptissima re publica plurimae leges è una locuzione latina di Tacito, che significa: "moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto".

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Cras credo, hodie nihil

La locuzione latina Cras credo, hodie nihil anticipa lo spiritoso cartello che spesso viene messo in bella mostra nei negozi e nei bar. Tradotta letteralmente, significa Domani si fa credito, oggi no.

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Credo quia absurdum

La locuzione latina Credo quia absurdum, tradotta letteralmente, significa "credo perché è assurdo". La frase è stata attribuita a Tertulliano, apologeta del II secolo, modificando ed estrapolando al di fuori del suo contesto quanto scritto dallo stesso Tertulliano nel De Carne Christi.

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Credo ut intelligam

L'espressione latina credo ut intelligam significa letteralmente "credo, per capire". È stata introdotta da Anselmo d'Aosta - benché possa essere rintracciata concettualmente già in Sant'Agostino - insieme alla speculare "Intelligo ut credam" ("Capisco, per credere") per risolvere il problema della non-conoscibilità del Dio trascendente dei cristiani.

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Cui prodest?

Cui prodest? (lett. "a chi giova?"), a volte resa anche come cui bono? ("chi ne beneficia?"), è una locuzione latina utilizzata nel discorso come elemento retorico per domandarsi chi sia l'effettivo beneficiario di una determinata azione o evento.

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Cuique suum

La locuzione latina cuique suum significa "a ciascuno il suo". Aforisma della legislatura romana, concorda con il precetto evangelico Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo (letteralmente: "date a Cesare quello che è di Cesare, ed a Dio quello che è di Dio").

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Cuius regio, eius religio

Cuius regio, eius religio ("Di chi il regno, di lui la religione", cioè i sudditi seguano la religione del proprio governante) è un'espressione latina che ebbe grande rilevanza all'epoca della riforma protestante e anche nei secoli successivi.

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Cum grano salis

Cum grano salis è una locuzione latina tradotta letteralmente come "con un granello di sale". L'espressione potrebbe derivare dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio, nella quale era usata per indicare un antidoto che agiva soltanto se preso, appunto, con un granello di sale («Addito salis grano»).

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Cupio dissolvi

La locuzione latina cupio dissolvi (letteralmente, "(io) desidero dissolvermi, essere dissolto"), che nel suo uso sostantivato significa "desiderio d'essere dissolto", deriva da una frase biblica scritta in greco da Paolo di Tarso nella Lettera ai Filippesi, 1, 23-24 e latinizzata da San Girolamo nella Vulgata: L'espressione cupio dissolvi, frequentemente riportata dalla Patristica latina, ha preso il sopravvento sulla variante desiderium habens dissolvi, perché probabilmente risalente a traduzioni latine anteriori alla ''Vulgata''.

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Cur nimium adpetimus? Nemini nimium bene est

La frase latina cur nimium adpetimus? Nemini nimium bene est significa letteralmente: "perché aspiriamo al superfluo? Esso non è un bene per nessuno".

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Cura, ut valeas!

Cura ut valeas! è una locuzione latina, il cui significato letterale è "Fa' in modo di star bene!" Essa era generalmente usata nella chiusa di una lettera, con un significato simile a quello dell'italiano "Stammi bene": non è quindi da prendere alla lettera, come un invito a curar la propria salute.

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Currenti calamo

La locuzione latina currenti calamo, tradotta letteralmente, significa con penna veloce, cioè scritto in gran fretta. Si impiega per indicare lo scrivere di getto, senza effettuare rilettura ed eventuali variazioni e senza curare la forma.

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Curriculum vitae

Il curriculum vitae è un documento redatto al fine di presentare la situazione personale, scolastica e lavorativa.

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Cursus honorum

Il cursus honorum era l'ordine sequenziale degli uffici pubblici tenuti dall'aspirante politico sia durante il periodo repubblicano, sia nei primi due secoli dell'Impero romano.

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Da mihi factum, dabo tibi ius

La locuzione latina Da mihi factum, dabo tibi ius (in italiano, narrami il fatto e ti darò il diritto) è una espressione usata nel linguaggio giuridico.

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Da ubi consistam

La locuzione latina dā ubi cōnsistam, tradotta letteralmente, significa dammi un punto di appoggio. Abbreviazione del motto attribuito ad Archimede: "Dā mihi, inquit, ubi cōnsistam, et terram commovēbō" (Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo), alludendo alla proprietà della leva.

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Damnatio ad bestias

Con la locuzione latina damnatio ad bestias, o soltanto ad bestias, che tradotta letteralmente significa "(condanna) alle bestie", si indica un particolare tipo di condanna a morte riservata nell'antica Roma ai criminali peggiori di basso rango (non ai più pericolosi) o agli schiavi macchiatisi di qualche reato contro i propri padroni, i quali venivano appunto condannati a essere divorati vivi dalle belve nelle arene.

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Damnatio ad metalla

Con la locuzione damnatio ad metalla, che tradotta letteralmente significa "condanna ai metalli" (cioè, alle miniere), si indica la condanna ai lavori forzati perpetui, in particolare in miniera, largamente irrogata nell'antica Roma.

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Damnatio memoriae

Damnatio memoriae è una locuzione in lingua latina moderna che significa letteralmente "condanna della memoria". Essa denota la totale e deliberata cancellazione di uno specifico individuo dalle fonti storiche, attuata con l'alterazione, abrasione o distruzione di ritratti, iscrizioni e altri documenti.

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Dat veniam corvis, vexat censura columbas

La locuzione latina Dat veniam corvis, vexat censura columbas, tradotta letteralmente, significa la censura risparmia i corvi, e tormenta le colombe (Giovenale, Satire, lI, 63).

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Date obolum Belisario

Date obolum Belisario: la frase latina, tradotta letteralmente, significa "fate l'elemosina a Belisario". Si tratta di una frase celebre che, se da un lato ha il sapore della leggenda, come ritengono i critici, riguardo al grande generale bizantino su cui si abbatterono la sorte o l'invidia dell'imperatore, dall'altro però racchiude nella sua brevità una ricchezza di insegnamenti morali - come la caducità della gloria, l'ingratitudine dimostrata dai potenti verso i loro servitori, o ancora l'attenzione che va sempre prestata a chi viene perseguitato dalla sfortuna - su cui si basano la sua fama e popolarità, soprattutto nel Medioevo.

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Datio in solutum

Datio in solutum è una locuzione latina utilizzata, nell'ordinamento giuridico italiano, dal codice civile per indicare la «prestazione in luogo di adempimento», cioè la sostituzione della prestazione originariamente dovuta con una di natura diversa.

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Datur omnibus

Datur omnibus è una frase latina che significa si dà a tutti. La scritta è presente sulla porta di alcuni monasteri ad indicare che la carità di Cristo abbraccia indistintamente tutti, ricchi e poveri.

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Davus sum, non Oedipus

Davus sum, non Oedipus è una battuta recitata da Davo (Atto II, 24) protagonista di Andria, commedia di Terenzio, che significa sono Davo, non Edipo.

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De auditu

La locuzione latina de auditu significa letteralmente per averne sentito parlare; tale locuzione è utilizzata in riferimento al testimone di un processo che, innanzi al giudice, riferisce su fatti di cui non ha esperienza diretta e personale (a differenza del testimone de visu), ma che conosce grazie alle altrui rappresentazioni.

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De cuius

De cuius è una locuzione latina con cui si indica, in una successione ereditaria, la persona defunta. De cuius deriva, per ellissi, dall'espressione is de cuius hereditate agitur, che significa letteralmente «colui della cui eredità si tratta».

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De domo sua

De domo sua ad pontifices ("Sulla propria casa, al collegio pontificale") è un'orazione pronunciata nel 57 a.C. da Marco Tullio Cicerone contro Publio Clodio Pulcro per riavere l'area e i fondi per ricostruire la sua casa, confiscatagli durante l'esilio e con una parte delle proprietà del Palatino consacrata alla dea Libertas; Cicerone dichiara questa consacrazione invalida per ottenerne la restituzione.

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De facto

De facto (in italiano di fatto) è una locuzione latina utilizzata in ambito giuridico per indicare un elemento che si trova in stato «di essere» pur non avendo un riconoscimento ufficiale; una norma de facto è quindi una norma che, sebbene non ufficializzata da un ente preposto, è talmente diffusa da essere comunque ritenuta un riferimento globale.

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De gustibus non est disputandum

De gustibus non est disputandum ("dei gusti non si deve discutere") – talvolta reso anche con de gustibus non disputandum est oppure de gustibus et coloribus non est disputandum ("su gusti e colori non si deve discutere"), o anche nella forma abbreviata de gustibus non disputandum – è una locuzione latina molto diffusa di origine non classica.

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De iure

De iure (scritto anche de jure) è una locuzione latina per dire "di diritto", "per legge", "in punto di diritto", ed è usata soprattutto per questioni che riguardano la legge, il governo o tecniche (come gli standard), in contrasto con de facto che significa "di fatto", "in realtà", "in punto di fatto".

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De minimis non curat praetor

De minimis non curat praetor è una locuzione della lingua latina che tradotta significa il pretore non si occupa di cose di poca importanza o di poco conto (letteralmente: il pretore non si occupa di cose piccolissime).

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De mortuis nihil nisi bonum

De mortuis nihil nisi bonum (o De mortuis nil nisi bonum dicendum est), che tradotta significa "dei morti niente si dica se non il bene", è una locuzione proveniente da Vita e opinioni di filosofi eminenti di Diogene Laerzio, che la attribuisce a Chilone.

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De plano

De plano è una locuzione latina che significa "senza alcuna difficoltà" (in francese: tout court).

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De stercore Ennii

L'espressione De stercore Ennii, significa dallo sterco di Ennio, ed è attribuita a Virgilio. Tale aneddoto fu riportato per la prima volta da Elio Donato nella biografia di Virgilio da lui premessa al suo monumentale commento all'opera virgiliana, la cui diffusione garantì ampia risonanza all'aneddoto.

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De te fabula narratur

De te fabula narratur: la frase, tradotta letteralmente, significa è di te che si parla in questa favola. (Orazio, Satire, I, 1, 69-70). Il poeta, dopo aver dipinto la pazzia dell'avaro, si rivolge con questa formula al suo ipotetico interlocutore.

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Debemur morti nos nostraque

La frase Debemur morti nos nostraque, tradotta letteralmente, significa "siamo votati alla morte noi e tutte le nostre cose" (Orazio, Ars poetica, 63).

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Decipimur specie recti

Decipimur specie recti: una locuzione in lingua latina del poeta Orazio (Ars poetica, 25). Il suo significato letterale è: "Siamo ingannati dall'apparenza del bene" mentre, in senso traslato, si potrebbe intendere con: "I lupi si travestono da agnelli".

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Defecatio matutina bona tam quam medicina

La frase latina Defecatio matutina bona tam quam medicina (talvolta riportata anche in forme analoghe, come Cacatio matutina est tamquam medicina o seguita dal corollario Defecatio meridiana neque mala neque sana. Defecatio vespertina ducit hominem ad ruinam), traducibile con "la defecazione mattutina (è) benefica quanto una medicina", è un detto che viene spesso attribuito alla Scuola Medica Salernitana, volto a sottolineare gli effetti benefici dell'andare di corpo al mattino, per il sollievo e la disintossicazione dell'organismo.

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Deficit

In economia il deficit, chiamato in italiano anche disavanzo, è la situazione economica di un'impresa nella quale i costi superano i ricavi, o di un ente pubblico nel quale le uscite superano le entrate.

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Dei facientes adiuvant

Dei facientes adiuvant (in italiano gli dei aiutano gli operosi) è un proverbio latino che si trova nel De re rustica di Varrone (1, 1, 4, 4).

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Deminutio capitis

La locuzione latina deminutio capitis, tradotta letteralmente, significa diminuzione di diritti.

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Dente lupus, cornu taurus petit

Dente lupus, cornu taurus petit è una locuzione latina il cui significato, nella traduzione in lingua italiana, è: A coniarla fu il poeta latino Orazio nelle sue Satire (Il, 1, 52).

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Dente superbo

La locuzione latina Dente superbo, tradotta letteralmente, significa con dente sdegnoso. (Orazio, Satire, 6, 87). È una frase figurata in cui il poeta dipinge lo sdegno col quale il topo di città mangiava alla mensa frugale del topo di campagna.

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Deo gratias!

Deo gratias! è una locuzione in lingua latina che, tradotta letteralmente, significa Grazie a Dio. L'espressione originale completa da cui deriva è Deo agimus gratias, che significa, con il verbo "agimus", Rendiamo grazie a Dio.

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Deo ignoto

La frase deo ignoto significa "al dio sconosciuto" ed è presente in un versetto della Bibbia, Atti degli Apostoli: L'iscrizione è riportata da Paolo di Tarso che l'aveva letta, a sua volta, su un tempio di Atene durante il suo ministero apostolico.

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Deo Optimo Maximo

Deo Optimo Maximo è un motto latino che significa "A (o per mezzo di) Dio, il più buono, il più grande". Tale frase, solitamente abbreviata in D.O.M., si può trovare in numerose chiese, palazzi, e lapidi cristiane.

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Derideri merito potest qui sine virtute vanas excercet minas

Derideri merito potest qui, sine virtute, vanas exercet minas: la frase, tradotta letteralmente, significa può giustamente essere deriso chi, privo di valore, minaccia inutilmente.

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Desinit in piscem

Desinit in piscem è un'espressione latina che, tradotta letteralmente, significa termina a coda di pesce. (Orazio, Ars poetica, 4). Deriva da un verso dell'Ars poetica nel quale l'opera d'arte senza unità è paragonata a un busto di bella donna che termina con la coda di pesce.

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Desipere in loco

La locuzione latina Desipere in loco, tradotta letteralmente, significa dimenticare la saggezza nel tempo opportuno. (Orazio, Odi, IV, 12, 28) Il poeta qui consiglia Virgilio a mescolare alla sapienza un grano di pazzia.

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Deus caritas est

Deus caritas est (in italiano Dio è amore) è la prima lettera enciclica pubblicata da papa Benedetto XVI. Annunciata durante l'udienza generale del 18 gennaio 2006, la pubblicazione è avvenuta il 25 gennaio successivo.

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Deus dedit, Deus abstulit: sit nomen Domini benedictum!

La locuzione latina Deus dedit, Deus abstulit: sit nomen Domini benedictum!, tradotta letteralmente, significa Dio ha dato, Dio ha tolto: sia benedetto il nome del Signore! (Giobbe) Sono le parole pronunciate da Giobbe, uomo felice e di vita intemerata, quando i servi gli annunciano le gravissime sventure piombate all'improvviso sulla sua famiglia: quanto possedeva, buoi, asini, pecore, cammelli, servi e figli sono tutti morti.

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Deus ex machina

Deus ex machina è una frase latina mutuata dal greco "Mechanè", ἀπὸ μηχανῆς θεός ("") che significa letteralmente "divinità (che scende) dalla macchina".

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Deus lo volt

Deus lo volt (Deus le volt, Deus lo vult) è un'espressione latina medievale equivalente al latino classico Deus vult!, e significa Dio lo vuole. Fu il grido di battaglia usato da Pietro l'Eremita nelle sue predicazioni per arruolare crociati per la crociata dei pezzenti.

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Deus nobis haec otia fecit

La locuzione latina Deus nobis haec otia fecit, tradotta letteralmente, significa un dio ci ha donato questi ozi. (Virgilio, Egloghe, I, 6).

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Deus, ecce deus

La locuzione latina Deus, ecce deus, tradotta letteralmente, significa il Dio, ecco il Dio (Virgilio, Eneide, VI, 46). È l'esclamazione della Sibilla Cumana quando, di fronte ad Enea, si sente invasa dall'influenza profetica del dio Apollo.

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Di meliora piis

Di meliora piis: l'espressione, tradotta letteralmente, significa che gli dei concedano migliori agli uomini pii. (Virgilio, Georgiche III, 513).

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Diameter Spherae Thau Circuli Crux orbis non orbis prosunt

Diameter Spherae Thau Circuli Crux orbis non orbis prosunt è un'espressione alchemica che significa pressappoco «il diametro della sfera, il tau del circolo e la croce dell'orbita non giovano ai ciechi».

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Dictum factum

Dictum factum: la frase, tradotta letteralmente, significa cosa detta, cosa fatta (Ennio) o, con maggior concisione, detto fatto. L'espressione è passata senza alcuna modifica di significato nella lingua italiana.

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Diem perdidi

Diem perdidi: l'espressione, tradotta letteralmente, significa ho perso la giornata. Sono parole che Svetonio attribuisce all'imperatore Tito, il quale, dopo una giornata trascorsa senza aver elargito alcun beneficio, avrebbe pronunciato tale storica frase.

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Dies a quo non computatur in termino

In diritto, la locuzione latina Dies a quo non computatur in termino, dies ad quem computatur (Il giorno dal quale non si conta nel termine, il giorno nel quale si computa) indica il principio secondo il quale nel computo dei termini a giorni il giorno iniziale (dies a quo) non si computa, mentre va computato il giorno finale (dies ad quem).

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Dies irae

Dies irae, cioè «il giorno dell'ira divina», è una celebre sequenza in lingua latina attribuita a Tommaso da Celano. Viene considerata una composizione poetica medievale tra le più riuscite.

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Difficile est longum subito deponere amorem

Il verso Difficile est longum subito deponere amorem (è difficile uscire nell'immediato da un amore durato a lungo) è di Catullo (LXXVI, 13).

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Difficiles nugae

Difficiles nugae: l'espressione, tradotta letteralmente, significa cretinate difficili (Marziale, Epigrammi, Il, 86). Il poeta parla delle persone che sudano per far dello spirito, o che si perdono in giochetti di nessuna utilità.

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Diligite iustitiam qui iudicatis terram

La locuzione latina Diligite iustitiam qui iudicatis terram, tradotta letteralmente, significa amate la giustizia, voi che siete giudici in terra.

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Dimidium facti, qui coepit, habet

Dimidium facti, qui coepit, habet: la frase, tradotta letteralmente, significa "chi comincia è a metà del lavoro" (Orazio, Epist., I, 2, 40) e corrisponde al nostro "Chi ben comincia, è alla metà dell'opera".

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Dimostrazione per assurdo

La dimostrazione per assurdo (per cui si usa anche la locuzione latina reductio ad absurdum), nota anche come ragionamento per assurdo, è un tipo di argomentazione logica nella quale, muovendo dalla negazione della tesi che si intende sostenere e facendone seguire una sequenza di passaggi logico-deduttivi, si giunge a una conclusione incoerente e contraddittoria.

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Diritto reale

Il diritto reale è un diritto soggettivo tipico che conferisce al titolare un potere assoluto ed immediato su una cosa. Le caratteristiche principali di tali diritti sono le seguenti: 1) Tipicità: sono ammessi solo i diritti tipizzati dal legislatore; 2) Immediatezza: il titolare può soddisfare il proprio interesse in maniera diretta e non mediata sul bene (a differenza di ciò che accade per i diritti di credito dove il titolare per soddisfarsi dovrà avvalersi della cooperazione del debitore); 3) Assolutezza: il titolare può far valere il proprio diritto erga omnes e tutti i consociati hanno un dovere di astenersi dal tenere qualsiasi tipo di ingerenza nell'esercizio di tale diritto; 4) Diritto di seguito: il titolare potrà perseguire il diritto nei confronti di qualsiasi soggetto, in quanto il diritto è sempre collegato al bene e non al soggetto.

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Disciplitus est prioris posterior dies

La frase latina Disciplitus est prioris posterior dies, letteralmente, significa: "Il giorno dopo (il domani) è discepolo del precedente (l'oggi)", il cui senso viene generalmente tradotto con l'inversione "L'oggi è maestro del domani".

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Discite iustitiam moniti, et non temnere divos

Discite iustitiam moniti, et non temnere divos: la frase, tradotta letteralmente, significa imparate a vivere rettamente ed a non disprezzare gli dei.

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Divide et impera

Divide et impera (pronuncia dìvide et ìmpera; in italiano, 'dividi e comanda') è una locuzione latina secondo cui un'autorità può più efficacemente controllare e governare un popolo con il dividerlo in più parti, provocando rivalità e fomentando discordie al suo interno.

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Diviserunt sibi vestimenta mea

La locuzione latina Diviserunt sibi vestimenta mea, tradotta letteralmente, significa si sono divise le mie vesti è tratta dal Salmo 22 nella traduzione latina della Vulgata.

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Do ut des

Do ut des è una frase latina dal significato letterale «io do affinché tu dia» e in senso lato «scambiamoci queste cose in maniera ben definita».

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Do ut facias

La locuzione latina do ut facias (letteralmente "io do affinché tu faccia") definisce - in diritto romano - uno dei cosiddetti contratti innominati.

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Doctum doces

La locuzione latina Doctum doces, tradotta letteralmente, significa Insegni a uno che già sa (Plauto, Poenulus, scena 4.2, vers. 800). "Stai perdendo il tuo tempo", dice il servo Sincerasto a Milfione.

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Dolus an virtus quis in hoste requirat?

La locuzione latina Dolus an virtus quis in hoste requirat?, tradotta letteralmente, significa astuzia o coraggio, che importanza ha contro il nemico? (Virgilio, Eneide, lib. II).

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Domenica in albis

La domenica in albis, chiamata anche seconda domenica di Pasqua o popolarmente domenica quasimodo, o domenica quasimodogeniti, è per i cristiani la domenica successiva a Pasqua che conclude quindi l'Ottava di Pasqua.

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Dominium ex iure Quiritium

In diritto romano l'istituto del dominium ex iure Quiritium (letteralmente: dominio secondo il diritto dei Quiriti) designava in origine l'appartenenza piena ed esclusiva di una res a un individuo, situazione riconosciuta e tutelata dal risalente ius civile.

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Donec eris felix, multos numerabis amicos; tempora si fuerint nubila, solus eris

La locuzione latina Donec eris felix, multos numerabis amicos; tempora si fuerint nubila, solus eris, tradotta letteralmente, significa Finché sarai felice conterai molti amici, ma se i tempi saranno nuvolosi (nella sfortuna), ti troverai solo. (Ovidio,Tristia I,9,5).

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Dopo Cristo

La locuzione italiana dopo Cristo, comunemente abbreviata in d.C., denota la seconda delle due fasi di un particolare sistema di datazione temporale al cui centro viene posta quella che fu erroneamente ritenuta la data di nascita di Gesù Cristo, fondatore del cristianesimo.

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Ducunt volentem fata, nolentem trahunt

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt (lett. "Il fato conduce colui che vuole lasciarsi guidare, trascina colui che non vuole") è una frase latina tratta dalle Epistole a Lucilio (107, 11, 5) di Seneca, il quale cita un verso del filosofo stoico Cleante.

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Dulce et decorum est pro patria mori

Dulce et decorum est pro patria mori è una locuzione latina; tradotta letteralmente, significa: è dolce e dignitoso morire per la patria (Orazio, Odi, III, 2, 13).

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Dulces moriens reminiscitur Argos

La locuzione latina Dulces moriens reminiscitur Argos, tradotta letteralmente, significa morendo ricorda la dolce Argo (Virgilio, Eneide, lib. X).

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Dulcia linquimus arva

La locuzione latina Dulcia linquimus arva, tradotta letteralmentenoi lasciamo i dolci campi, significa noi abbandoniamo gli amati campi. (Virgilio, Egloghe, I, 3).

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Dulcis in fundo

Dulcis in fundo è un'espressione pseudo-latina che, all'orecchio di un parlante Italiano, significherebbe "il dolce giunge alla fine del pranzo".

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Dum nihil habemus maius, calamo ludimus

La locuzione latina Dum nihil habemus maius, calamo ludimus, tradotta letteralmente, significa quando non dobbiamo fare cose di maggior importanza, giochiamo con la penna (Fedro).

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Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

La locuzione latina Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur significa mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata (Tito Livio, Storie, XXI, 7, 1).

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Dum vitant stulti vitia in contraria currunt

La locuzione latina Dum vitant stulti vitia in contraria currunt, tradotta letteralmente, significa gli stolti, per evitare i vizi, cadono nell'errore contrario (Orazio, Satire, libro I, sat. II.). Il poeta ci ricorda che spesso, per essere superficiali nelle correzioni dei nostri errori, ne compiamo di ancora maggiori.

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Dura lex, sed lex

Dura lex, sed lex ("La legge è dura, ma è legge") è un invito a rispettare la legge anche nei casi in cui sia più rigida e rigorosa.

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E pluribus unum

E pluribus unum (in italiano Dai molti uno) è una locuzione latina il cui uso più noto è quello di motto nazionale degli Stati Uniti d'America.

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Eadem mutata resurgo

La locuzione latina Eadem Mutata Resurgo, tradotta letteralmente, significa “Uguale o Diversa, Risorgo”. Questa frase è stata coniata da Jakob Bernoulli (1654-1705), membro di una famosa famiglia di matematici svizzeri, che la volle incisa anche sulla sua tomba a Basilea, in relazione ai suoi studi sulla spirale logaritmica; per suo volere, questa avrebbe dovuto essere accompagnata da una spirale dello stesso tipo, ma lo scultore ne scalpellò una archimedea.

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Ecce ancilla Domini

La locuzione latina Ecce ancilla Domini, tradotta letteralmente, significa ecco la serva del Signore e deriva dal versetto biblico Luca. Con queste parole la Madonna rispose all'arcangelo Gabriele nel momento dell'Annunciazione.

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Ecce Homo

Ecce homo (Giovanni, lett. «Ecco l'uomo») è la frase che secondo la Vulgata Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea, pronunciò mostrando alla folla Gesù flagellato.

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Ecce iterum Crispinus

Ecce iterum Crispinus (lett. "Ecco Crispino. Di nuovo.") è il verso di apertura della satira IV del poeta latino Giovenale, in essa è descritta una parodistica seduta del senato, convocato per deliberare sul modo ottimale di cuocere un pesce rombo di dimensioni enormi.

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Ego sum qui sum

La locuzione latina Ego sum qui sum, tradotta letteralmente, significa «io sono colui che sono». È tratta dalla Bibbia: Esodo. La frase, ricca di implicazioni ontologiche e metafisiche, è stata soggetta a numerosissime interpretazioni, in particolare da parte della scuola tomista e dalla scolastica.

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Eheu fugaces labuntur anni

La locuzione latina Eheu fugaces labuntur anni, tradotta letteralmente, significa Ahimè gli anni scorrono velocemente. (Orazio, Odi, Il, 14, 1).

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Eiusdem furfuris

La locuzione latina eiusdem furfuris, tradotta letteralmente, significa della medesima crusca. Questo epiteto si dà, sempre in senso spregiativo, a due soci che si rassomigliano perfettamente per vizi, malvagità e difetti.

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Elephas indus culices non timet

Elephas indus culices non timet (lett. "L'elefante indiano non teme le zanzare") era il motto di Domenico Malatesta (1417 - 1468) e si trova scolpito o inciso in più luoghi della Biblioteca Malatestiana di Cesena.

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Emptio non tollit locatum

In diritto la locuzione latina Emptio non tollit locatum (letteralmente lacquisto non toglie la locazione) sta a indicare il principio secondo cui la locazione non cessa se la cosa è alienata.

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Emunctae naris

La locuzione latina Emunctae naris, tradotta letteralmente, significa di naso fine (di buon fiuto). (Orazio, Satire, I, 4, 8). Dicesi di uomo che ha, come si suol dire, " un buon naso", cioè intelligenza acuta e pronta, intuizione rapida e sicura, che sa prevedere gli avvenimenti.

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Eneide

LEneide è un poema epico della cultura latina scritto dal poeta Publio Virgilio Marone tra il 29 a.C. e il 19 a.C. Narra la leggendaria storia dell'eroe troiano Enea (figlio di Anchise e della dea Venere) che riuscì a fuggire dopo la caduta della città di Troia, e che viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare dapprima nella grande città di Arpi e successivamente nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano.

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Epicuri de grege porcum

La locuzione latina Epicuri de grege porcus, tradotta letteralmente, significa "porco del gregge di Epicuro". Orazio, in una lettera al poeta Tibullo, la adoperò per definire se stesso, alludendo autoironicamente alle proprie abitudini gaudenti e, con evidente forzatura anch'essa autoironica, al suo essere seguace dell'Epicureismo.

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Erga omnes

La locuzione latina erga omnes significa "nei confronti di tutti". Nel linguaggio giuridico, si usa dire che ha efficacia erga omnes una norma applicabile a intere categorie di persone.

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Eripe me his, invicte, malis

La locuzione latina Eripe me his, invicte, malis, tradotta letteralmente, significa «strappami, o invitto, da queste sofferenze.» (Virgilio, Eneide, VI, 365).

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Eritis sicut dii

La locuzione latina Eritis sicut Deus, tradotta letteralmente, significa sarete come Dio. Essa è tratta dalla Bibbia: Genesi,. Sono le parole che il serpente dice a Eva per invogliarla a disobbedire a Dio mangiando il frutto proibito dell'Albero della conoscenza del Bene e del Male.

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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

La locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum tradotta letteralmente significa "commettere errori è umano, ma perseverare (nell'errore) è diabolico".

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Error communis facit ius

La locuzione latina error communis facit ius, tradotta letteralmente, significa l'errore comune fa la legge. La frase evidenzia la consuetudine di far diventare una regola gli errori che si commettono più spesso.

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Est modus in rebus

Est modus in rebus — traducibile in lingua italiana con "esiste una misura nelle cose" — è una celebre locuzione latina tratta dall'opera Satire di Quinto Orazio Flacco.

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Et campos ubi Troia fuit

La locuzione latina Et campos ubi Troia fuit, tradotta letteralmente, significa e i campi dove si trovava Troia (Virgilio, Eneide, libro III).

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Et facere et pati fortia romanum est

La locuzione latina et facere et pati fortia Romanum est, tradotta letteralmente, significa è da Romano compiere atti eroici e sopportare grandi prove.

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Et formosos saepe inveni pessimos, et turpi facie multos cognovi optimos

La locuzione latina Et formosos saepe inveni pessimos, et turpi facie multos cognovi optimos, tradotta letteralmente, significa ho trovato spesso persone belle ma pessime, e molte ne ho trovato di ottime, sebbene avessero brutto volto.

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Et in Arcadia ego

Et in Arcadia ego è un'iscrizione che si può leggere in alcuni importanti dipinti del Seicento, fra cui uno del Guercino, realizzato fra il 1618 ed il 1622.

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Etiam capillus unus habet umbram suam

Etiam capillus unus habet umbram suam è una locuzione latina che si può tradurre in italiano Anche un solo capello ha la propria ombra, con il significato che anche le cose che a prima vista possono sembrare insignificanti in realtà hanno la loro importanza.

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Etiam periere ruinae

La locuzione latina Etiam periere ruinae, tradotta letteralmente, significa sono perite perfino le rovine. (Lucano, Fars., IX, 969). Si allude alla frase detta da Giulio Cesare visitando le rovine di Troia.

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Etiamsi omnes, ego non

La locuzione latina etiamsi omnes, ego non, tradotta letteralmente, significa anche se tutti, io no. Nel Vangelo secondo Matteo è scritto: «εἰ πάντες σκανδαλισθήσονται ἐν σοί, ἐγὼ οὐδέποτε σκανδαλισθήσομαι», ossia: Sono le parole pronunciate dall'apostolo Pietro quando Gesù predice ai discepoli il loro abbandono (e a Pietro il suo "rinnegamento") prima di recarsi nell'orto del Getsemani a pregare.

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Eventus docet: stultorum iste magister est

Eventus docet: stultorum iste magister est è una locuzione latina che tradotta letteralmente, significa l'esperienza insegna, essa è la maestra degli stolti.

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Ex abrupto

Ex abrupto è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "improvvisamente". Deriva dal participio perfetto del verbo abrumpo «interrompere, troncare»; quindi spezzato, tronco, a precipizio.

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Ex abundantia enim cordis os loquitur

La locuzione latina ex abundantia enim cordis os loquitur, tradotta letteralmente, significa la bocca infatti parla dalla pienezza del cuore.

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Ex ante

Ex ante è un'espressione latina che significa «da prima». L'espressione più vicina, anch'essa latina, è «a priori».

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Ex cathedra

La locuzione latina "ex cathedra", tradotta letteralmente, significa "dalla sedia".

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Ex commodo

La locuzione latina Ex commodo, tradotta letteralmente, significa con comodità, senza fretta. Senza preoccupazioni, con serenità e senza fretta: si tratta insomma di occupazioni che non hanno urgenza.

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Ex dono

La locuzione latina Ex dono, tradotta letteralmente, significa da un dono. Con questa frase si contrassegnano nei musei le opere d'arte o altri oggetti avuti in dono da persone munifiche, facendo seguire alla frase (in genitivo) il nome dell'offerente.

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Ex eodem ore calidum et frigidum efflare

Ex eodem ore calidum et frigidum efflare (soffia il caldo e il freddo dalla medesima bocca) è una locuzione latina che si riferisce a una persona di cui non ci si può fidare.

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Ex falso sequitur quodlibet

Nella logica classica, viene usata la locuzione latina ex falso sequitur quodlibet o, con un'ellissi, ex falso quodlibet, per indicare un principio logico (valido anche nella logica intuizionista) che stabilisce come da un enunciato contraddittorio consegue logicamente qualsiasi altro enunciato.

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Ex genere Achillis

La locuzione latina Ex genere Achillis, tradotta letteralmente, significa della dinastia di Achille (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, II, 11).

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Ex lege

La locuzione latina ex lege (plurale ex legibus) (letteralmente "per legge") si utilizza in luogo dell'espressione "in esecuzione diretta di una norma".

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Ex libris

Un ex libris (abbreviazione del latino "ex libris meis", "dai miei libri") è un'etichetta, solitamente ornata di un motto e di uno stemma (o altra rappresentazione grafica), che si applica su un libro per indicarne il proprietario.

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Ex me natam relinquo pugnam Leuctricam

La locuzione latina Ex me natam relinquo pugnam Leuctricam, tradotta letteralmente, significa: "Io lascio, nata da me, la battaglia di Lèuttra" (Cornelio Nepote, Epaminonda, X).

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Ex nihilo nihil fit

Ex nihilo nihil fit o De nilo nil è una locuzione latina che letteralmente significa «nulla viene dal nulla». Il poeta e filosofo latino Lucrezio espresse questo principio nel primo libro del De rerum natura: Il principio enunciato da Lucrezio in versi proveniva dai fisici pluralisti greci (οὐδέν ἐξ οὐδενός), ma è implicito in tutta la filosofia greca antica.

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Ex nunc

La locuzione latina ex nunc letteralmente significa "da ora in poi". Soprattutto con riferimento ad argomenti di diritto, è consuetamente contrapposta all'altra locuzione ex tunc, che vuol dire "da allora", e sta a indicare che una determinata azione oppure giudizio agisce da quel momento.

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Ex ore parvulorum veritas

La locuzione latina Ex ore parvulorum veritas, tradotta letteralmente, significa dalla bocca dei fanciulli la verità. Vuol dire che il fanciullo non sa ancora mentire, e che le sue parole sono dettate dalla ingenuità e semplicità della sua anima.

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Ex post

Ex post (facto) è un'espressione latina che significa "dopo il fatto" cioè "a posteriori".

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Ex professo

La locuzione latina ex professo significa letteralmente con «cognizione di causa», «con competenza» e si usa per riferirsi a una persona che conosce perfettamente la propria arte o scienza.

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Ex tunc

La locuzione latina ex tunc (letteralmente "da allora"), soprattutto in ambito giuridico, indica la retroattività nella produzione di effetti giuridici (in qualunque modo siano essi prodotti).

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Ex ungue leonem

La locuzione latina Ex ungue leonem, tradotta letteralmente, significa il leone dall'artiglio. Il prepotente si riconosce dalle sue rapine; oppure, in senso buono, da poche linee si riconosce la mano d'un grande artista, come fu usata da Johann Bernoulli per attribuire a Isaac Newton uno scritto matematico anonimo.

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Ex voto

Lex voto (dal latino ex voto, per promessa) è un regalo, donazione, od offerta che viene data dai fedeli a scopo votivo per ringraziare una divinità in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta.

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Excelsior!

L'espressione latina Excelsior!, tradotta letteralmente, significa più in alto!. È il titolo di una famosa poesia di Henry Wadsworth Longfellow, poeta ed educatore statunitense (1807-1882), in cui il termine è ripetuto come un leitmotiv.

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Excusatio non petita, accusatio manifesta

Excusatio non petita, accusatio manifesta è un proverbio latino di origine medievale. La sua traduzione letterale è "Scusa non richiesta, accusa manifesta", forma proverbiale in italiano insieme all'equivalente "Chi si scusa si accusa".

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Exempli gratia

La locuzione latina exempli gratia, utilizzata spesso nella forma abbreviata e.g., significa “ad esempio” (o "per esempio") e, come queste ultime, si usa per introdurre un'esemplificazione.

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Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor

La locuzione latina Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor, tradotta letteralmente, significa che nasca un giorno dalle mie ceneri un vendicatore.

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Expende Hannibalem

La locuzione latina Expende Hannibalem, tradotta letteralmente, significa pesa Annibale. (Giovenale, Satire, X, 147). Cioè pesa i grammi di cenere che rimangono di questo grande e celebre capitano.

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Extra Ecclesiam nulla salus

Extra Ecclesiam nulla salus ("Al di fuori della Chiesa non v'è salvezza") è una celebre frase latina, attribuita impropriamente a Tascio Cecilio Cipriano.

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Extra moenia

Extra moenia è una locuzione latina che significa fuori le mura della città. Questa locuzione è rimasta nella denominazione di alcune località o edifici (specialmente chiese) come loro attributo in quanto nell'epoca della loro fondazione o costruzione essi erano periferici rispetto al centro urbano principale (di solito circondato da mura).

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Extra omnes

Extra omnes ("fuori tutti ") è una frase latina della tradizione ecclesiastica cattolica. Viene pronunciata dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie nella Cappella Sistina all'inizio del conclave per eleggere il papa, per invitare a uscire tutti coloro che non sono chiamati all'elezione, poiché l'elezione papale è segreta.

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Fabas indulcat fames

Il detto fabas indulcat fames (in latino "La fame rende dolci anche le fave"), il cui significato, per la sua evidente immediatezza, non richiede chiarimenti, non è attestato nella letteratura latina classica.

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Faber est suae quisque fortunae

Faber est suae quisque fortunae è una locuzione latina che significa «ciascuno è artefice della propria sorte»; in luogo di quisque si trova talvolta unusquisque.

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Facilis descensus Averno

La locuzione latina Facilis descensus Averno, tradotta letteralmente, significa: "È facile discendere all'Averno" (cioè all'inferno, nella religione romana).

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Facit indignatio versum

La locuzione latina Facit indignatio versum, tradotta letteralmente, significa lo sdegno ispira i versi. (Giovenale, Satire, I, 79). Spesso artisti e poeti sono stati spinti, nel passato come nel presente, a scrivere le loro opere in funzione di una denuncia ad uno status quo (costumi, personaggi politici, comportamenti, ecc.) nel quale non si riconoscono.

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Factotum

Il termine latino factotum è composto dalle parole fac e totum che, tradotto letteralmente, significano fa' tutto. Si dice di una persona che svolge mansioni eterogenee e risolve prontamente problemi pratici.

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Fama crescit eundo

La locuzione latina Fama crescit eundo, tradotta letteralmente, significa la fama, andando, diventa più grande. La frase sta ad indicare che la fama si ingrandisce man mano che si diffonde e, così, deforma e ingigantisce sempre più gli eventi.

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Fama volat

La locuzione latina Fama volat, tradotta letteralmente, significa la fama vola. (Virgilio, Eneide, III, 121). La massima enuncia un principio valido ancora oggi, che il passaparola è un metodo molto efficace nel trasmettere le notizie.

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Favete linguis

La locuzione latina Favete linguis, letteralmente, significa Siate favorevoli per mezzo delle lingue, ma nella pratica comune del latino significa "non parlate".

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Felix qui potuit rerum cognoscere causas

La locuzione latina Felix qui potuit rerum cognoscere causas, tradotta letteralmente, significa fortunato colui che ha potuto conoscere le cause delle cose.

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Feriuntque summos fulmina montes

Feriuntque summos fulmina montes è una locuzione latina del poeta Orazio la cui traduzione letterale è: "I fulmini colpiscono le vette più alte".

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Fervet olla, vivit amicitia

Fervet olla, vivit amicitia, letteralmente "(Finché) bolle la pentola, vive l'amicizia", è una locuzione latina il cui significato è che spesso si è amici solo per convenienza: finché bolle la pentola, cioè finché c'è da guadagnarci qualcosa.

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Festina lente

Festìna lente ("Affrettati lentamente" in lingua italiana) è una locuzione latina attribuita all'Imperatore Augusto dallo storico latino Svetonio.

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Fiat lux

La locuzione latina Fiat lux, tradotta letteralmente, significa sia fatta la luce (Genesi,, "Vayomer Elohim yehi-or vayehi-or", "Dio disse sia fatta la luce e la luce fu").

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Fiat voluntas tua

La locuzione latina Fiat voluntas tua, tradotta letteralmente, significa sia fatta la tua volontà. È tratta dal Vangelo secondo Matteo:. È una delle richieste della preghiera del Padre nostro, in latino Pater noster, con la quale il fedele manifesta l'obbedienza alla volontà di Dio.

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Ficta confessio

La locuzione latina ficta confessio (letteralmente: confessione finta) indica un principio di diritto processuale secondo cui la mancata risposta all'interrogatorio vale come ammissione dei fatti dedotti in interrogatorio.

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Fidus Achates

La locuzione latina Fidus Achates, tradotta letteralmente, significa fedele Acate (Virgilio, Eneide, VI, 158). Acate era uno dei più fidati amici di Enea, l'alter ego dell'eroe troiano.

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Finis Poloniae

La locuzione latina Finis Poloniae, tradotta letteralmente, significa "Fine della Polonia". Motto storico attribuito comunemente al generale Kościuszko quando il 10 ottobre 1794, ferito e prigioniero, vedendo i suoi polacchi sconfitti dai russi condotti dal generalissimo Aleksandr Suvorov, capì che la sua patria sarebbe stata presto smembrata.

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Fluctuat nec mergitur

Fluctuat nec mergitur (traduzione: È sbattuta dalle onde ma non affonda) è una locuzione latina. È il motto della città di Parigi, capitale della Francia.

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Foenum habet in cornu

La locuzione latina Foenum habet in cornu, tradotta letteralmente, significa ha il fieno sulle corna. (Orazio, Satire, I, 4, 33). Il poeta allude all'uso dei suoi tempi di rivestire le corna dei buoi o dei tori più feroci, con fieno o paglia.

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Forma mentis

Forma mentis è una locuzione latina che significa letteralmente forma/idea/impostazione della mente. Si tratta di un'espressione utilizzata soprattutto in filosofia ed in psicologia quando ci si riferisce allo specifico modo di pensare ed agire o anche a un'abitudine, di una persona o di una collettività, soprattutto se questo è condizionato, o ritenuto condizionato da una educazione con un ben preciso orientamento tematico o pragmatico.

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Forsan et haec olim meminisse iuvabit

La locuzione latina Forsan et haec olim meminisse iuvabit, tradotta letteralmente, significa "Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose".

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Fortiter ille facit qui miser esse potest

Fortiter ille facit qui miser esse potest Traduzione letterale: "È un uomo forte chi non teme la povertà". La persona che riesce ad avere coscienza della propria ricchezza interiore, delle enormi possibilità della sua intelligenza e del suo impegno, non ha nulla da temere dalla vita.

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Fortuna vitrea est; tum cum splendit, frangitur

Fortuna vitrea est; tum cum splendet, frangitur che tradotta risulta essere: "La fortuna è come il vetro, così come può splendere, così può frangersi." Trattasi di una locuzione latina, lasciataci da uno dei più famosi autori di mimo, Publilio Siro, I secolo a.C., nelle sue Sententiae, (raccolta di circa 700 massime e sentenze morali), tratte dai suoi mimi.

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Fortunam criminis pudeat sui

La locuzione latina Fortunam criminis pudeat sui, tradotta letteralmente, significa si vergogni la fortuna del suo delitto. (Fedro) Con questa espressione Fedro vuole dire che la fortuna dovrebbe vergognarsi di essere favorevole ai malvagi e contraria ai buoni: evidentemente già ai tempi del Poeta la fortuna faceva gli stessi scherzi che ai nostri giorni.

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Fortunate senex

La locuzione latina Fortunate senex, tradotta letteralmente, significa o vecchio fortunato. (Virgilio, Egloghe, I, 46). L'esclamazione è rivolta a Titiro, felice per aver conservato il suo campicello.

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Frangar, non flectar

La locuzione latina Frangar, non flectar, tradotta letteralmente, significa "mi spezzerò, ma non mi piegherò"; nella traduzione italiana, viene citata spesso come "mi spezzo ma non mi piego".

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Fructus sine usu esse non potest

La locuzione latina Fructus sine usu esse non potest (letteralmente: non vi può essere frutto senza uso) indica un principio di diritto civile già noto ai giuristi romani secondo cui non vi può essere il diritto di raccogliere i frutti (fruire) senza che si abbia anche l'uso della cosa madre.

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Frustra habet qui non utitur

Frustra habet qui non utitur è un proverbio latino, tratto dagli Adagia di Erasmo da Rotterdam, traducibile come: "invano possiede colui che non utilizza" o, esplicitando meglio l'intento moraleggiante, "inutilmente possiede colui che non impiega i propri averi".

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Fumus boni iuris

Il brocardo fumus boni iuris, in italiano «parvenza di buon diritto», indica la presunzione dell'esistenza di sufficienti presupposti per applicare un istituto giuridico, ad esempio i requisiti necessari per ottenere l'ammissione a determinati benefici (come il patrocinio a spese dello Stato) o la pronuncia di determinati provvedimenti del giudice (come i cosiddetti provvedimenti cautelari).

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Fumus persecutionis

La locuzione latina fumus persecutionis (in italiano: «parvenza/sospetto di persecuzione») è un'espressione giuridica, con cui si indica che le azioni compiute da un soggetto giuridico non sembrano dettate da applicazione della legge o ricerca della verità, ma dall'intenzione di nuocere a una precisa persona o altro soggetto.

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Furor arma ministrat

La locuzione latina Furor arma ministrat, tradotta letteralmente, significa il furore procura le armi. (Virgilio, Eneide, I, 150). Il furore e l'ira fanno trovare i mezzi di difesa e di offesa: è quella che si chiama la forza della disperazione.

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Gallia est omnis divisa in partes tres

Gallia est omnis divisa in partes tres è una locuzione in lingua latina che significa “La Gallia, nel suo complesso, è divisa in tre parti”: si tratta dell'incipit del De bello Gallico (Liber I, 1), opera storica di Gaio Giulio Cesare, vero e proprio resoconto della sua campagna militare nella regione che occupava la maggior parte degli odierni Francia, Belgio e Lussemburgo, e parte dell'Italia del nord, della Germania, e della Svizzera.

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Gaudeamus igitur

De brevitate vitae, più conosciuto come Gaudeamus igitur, o anche solo Gaudeamus, è l'inno internazionale della goliardia. Il suo testo in latino ricorda da vicino le scanzonate considerazioni dei clerici vagantes medievali, studenti che celebravano una gioventù da vivere giorno per giorno in libertà.

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Genius loci

Il Genius loci è un'entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Tale associazione tra Genio e luogo fisico si originò forse dall'assimilazione del Genio con i Lari a partire dall'età augustea.

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Genus numquam perit

La locuzione latina genus numquam perit (letteralmente: il genere non si esaurisce mai) esprime un principio giuridico del diritto civile in virtù del quale il debitore di un'obbligazione generica non è liberato dall'obbligo di adempiere in caso di perimento delle cose da lui destinate all'adempimento, dato che è sempre possibile eseguire la prestazione procurando altrimenti le cose dovute.

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Gloria (inno cristiano)

Il Gloria, o Gloria a Dio nell'alto dei cieli (in latino Gloria in excelsis Deo), è un antico inno della liturgia cristiana. È detto "dossologia maggiore", per distinguerlo dalla "dossologia minore", il Gloria al Padre, ma, come è comune nella liturgia cattolica, lincipit dà all'inno il suo nome più noto.

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Gloria victis

La locuzione latina Gloria victis, tradotta letteralmente, significa gloria ai vinti. Significato Al vinto si deve gloria se ha combattuto per una causa giusta.

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Graeca sunt, non leguntur

La locuzione latina Graeca sunt, non leguntur - nota anche nella variante Graecum est, non legitur - si riscontra in numerosi manoscritti dell'età medievale.

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Graecia capta ferum victorem cepit

La frase latina Graecia capta ferum victōrem cepit significa: «la Grecia, conquistata, conquistò il selvaggio vincitore». Corrisponde a parte del verso 156 del componimento iniziale del secondo libro delle Epistole di Orazio, che così continua: et artes intulit agresti Latio («e le arti portò nel Lazio agreste»).

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Grammatici certant et adhuc sub iudice lis est

La locuzione latina Grammatici certant, et adhuc sub iudice lis est, tradotta letteralmente, significa i grammatici discutono, e la contesa non è ancora finita.

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Grande mortalis aevi spatium

La locuzione latina Grande mortalis aevi spatium, tradotta letteralmente, significa grande spazio della vita mortale (Tacito, Agricola, III).

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Gratis et amore Dei

La locuzione latina Gratis et amore Dei, tradotta letteralmente, significa per grazia e per amore di Dio. La locuzione è usata nel linguaggio familiare, quando si dà o si riceve qualche cosa senza che l'acquirente sia legato da alcuna obbligazione verso il donatore.

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Gutta cavat lapidem

La locuzione latina gutta cavat lapidem, letteralmente "la goccia perfora la pietra", vale come esortazione pedagogica per ricordare che con una ferrea volontà si possono conseguire obiettivi altrimenti impossibili, ma può alludere anche al danno derivato da un'azione banale, ma prolungata.

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Habeas corpus

Habeas corpus, letteralmente "che tu abbia il corpo", è una locuzione latina utilizzata nei sistemi giuridici di common law, per indicare l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa.

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Habemus confitentem reum

La frase latina Habemus confitentem reum, tradotta letteralmente, significa "abbiamo il reo confesso" (Cicerone, Pro Ligario, I, 2). La confessione dell'imputato ha un valore decisivo riguardo al verdetto del giudice: talora si adduce come attenuante per il colpevole che ha confessato.

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Habemus Papam

Habemus Papam (latino: Abbiamo il papa) è l'annuncio cerimoniale che il cardinale protodiacono, il primo dei cardinali dell'ordine dei diaconi, dà al popolo quando, a seguito del conclave, viene eletto il nuovo papa ed esso accetta l'elezione.

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Habent insidias hominis blanditiae mali

La locuzione latina Habent insidias hominis blanditiae mali, tradotta letteralmente, significa le carezze dell'uomo malvagio nascondono insidie.

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Habent sua fata libelli

L'espressione latina "pro captu lectoris habent sua fata libelli" (lett. "secondo le capacità del lettore i libri hanno il loro destino") è il verso 1286 del De litteris, De syllabis, De Metris ("La fonetica, le sillabe, la metrica") di Terenziano Mauro.

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Habitat

Lhabitat (termine che nella lingua latina significa "egli abita") è il luogo le cui caratteristiche fisiche e ambientali possono permettere ad una determinata specie di vivere, svilupparsi, riprodursi, garantendo qualità della vita, la quale può diminuire o aumentare in base ai cambiamenti climatici o demografici.

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Haec mutatio dexterae Excelsi

La locuzione latina Haec mutatio dexterae Excelsi, tradotta letteralmente, significa questa conversione è opera della mano di Dio. Si dice anche di tutti i cambiamenti in melius, quando non se ne conoscono le cause naturali.

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Haec ornamenta mea

Haec ornamenta mea è una locuzione latina. Tradotta letteralmente, significa Questi sono i miei gioielli. La famosissima frase è attribuita a Cornelia, figlia di Publio Cornelio Scipione Africano che sposando Tiberio Sempronio Gracco divenne la "Madre dei Gracchi": i suoi figli erano appunto gli "ornamenta".

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Haeret lateri lethalis arundo

La locuzione latina Haeret lateri lethalis arundo, tradotta letteralmente, significa Il dardo mortale resta attaccato al suo fianco. (Virgilio, Eneide, libro IV, v. 73) Il poeta paragona Didone, che cerca di combattere la sua passione per Enea, a una cerva ferita da una freccia che inutilmente cerca di sfuggire al cacciatore.

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Hannibal ante portas

La locuzione latina Hannibal ante portas, oppure Hannibal ad portas, tradotta letteralmente, significa Annibale è alle porte. (Cicerone, De finibus bonorum et malorum, IV, 9. e Livio, XXIII, 16).

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Heri dicebamus

Le frasi latine heri dicebamus (letteralmente "ieri dicevamo") e dicebamus hesterna die ("dicevamo il giorno precedente") sono adoperate da chi, una volta riacquistata la possibilità di esprimere le proprie opinioni a seguito di un'ingiusta persecuzione, fa intendere di voler riprendere un discorso dal punto in cui era stato interrotto.

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Hi in curribus et hi in equis

La locuzione latina Hi in curribus et hi in equis, tradotta letteralmente, significa questi confidano nei carri e gli altri nei loro cavalli.

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Hic et nunc

La locuzione latina hic et nunc, tradotta letteralmente, significa «qui e ora, adesso». Questa espressione si usa spesso per indicare che una cosa non ammette proroghe nella sua attuazione.

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Hic manebimus optime

Hic manebimus optime ("Qui staremo benissimo") è una frase diventata celebre come espressione di risolutezza. È riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55), dov'è attribuita a un centurione che, nel frangente storico del sacco di Roma (circa 390/386 a.C.), avvenuto durante le invasioni celtiche della penisola italiana, l'avrebbe pronunciata come esortazione per i propri compagni, influendo, in modo indiretto, sulla successiva decisione del senato romano di non abbandonare la città.

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Hic Rhodus, hic salta

Hic Rhodus, hic salta è una frase latina il cui significato letterale è «Qui Rodi, salta qui ». Il senso traslato è «Dimostraci ciò che affermi, qua e adesso».

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Hic sunt leones

La locuzione latina hic sunt leones (lett. "qui ci sono i leoni") o hic sunt dracones (lett. "qui ci sono i draghi") è un'espressione che viene associata alle carte geografiche antiche per indicare le zone ancora inesplorate dell'Africa, ricorrente nella storiografia e nella pubblicistica, ma senza riscontri nella documentazione cartografica medievale né nei rarissimi reperti dell'età antica.

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Historia magistra vitae

Historia magistra vitae è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "La Storia maestra di vita" ed è tratta da una frase più ampia presente nell'opera De Oratore di Cicerone.

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Hoc erat in votis

La locuzione latina hoc erat in votis, tradotta letteralmente, significa questo era il mio desiderio (Orazio, Satire, Libro II, 6. 2). Il sogno del poeta era di possedere un appezzamento di terra né piccolo né grande, nel quale vi fosse un orto, una fonte di acqua viva presso la casa e anche un po' di bosco dove per poter vivere lontano dalla città, e per questo avrebbe dovuto ringraziare, il suo generoso protettore Mecenate, che gli diede in dono una villa in Sabina.

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Hoc opus, hic labor

La locuzione latina Hoc opus, hic labor, tradotta letteralmente, significa ecco la difficoltà, ecco ciò che v'ha di faticoso. (Virgilio, Eneide, VI, 129) La Sibilla Cumana ricorda ad Enea le difficoltà di ritornare dall'Averno; la frase va messa in relazione con facilis descensus Averno.

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Hodie mihi, cras tibi

Hodie mihi, cras tibi, «oggi a me, domani a te», è una locuzione latina spesso utilizzata nelle iscrizioni sepolcrali cristiane. La frase deriva da un verso del Siracide, mihi heri, et tibi hodie, «ieri a me, e oggi a te» (nella Vulgata latina, nella Bibbia CEI), dove a parlare è un morto, o la morte personificata.

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Hominem experiri multa paupertas iubet

Il senso della frase latina Hominem experiri multa paupertas iubet è "La povertà spinge l'uomo a tentare molte cose", parallelo, in qualche modo, al classico proverbio italiano "La necessità aguzza l'ingegno" e alla pregevole frase consegnataci da Primo Levi nel suo La chiave a stella "Quando c'è la fame uno si fa furbo".

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Homines id quod volunt credunt

La locuzione latina Homines id quod volunt credunt, tradotta letteralmente, significa "Gli uomini credono in ciò che vogliono". La frase completa, fere libenter homines id quod volunt credunt ("generalmente gli uomini credono volentieri ciò che fa loro piacere"), è usata da Giulio Cesare nei Commentarii de bello Gallico (libro III, 18, 6) per spiegare le ragioni che avevano indotto i barbari a lanciare un attacco dissennato contro Quinto Titurio Sabino.

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Homines, nihil agendo, agere consuescunt male

Homines, nihil agendo, agere consuescunt male Traduzione letterale: "Gli uomini, non facendo nulla, si abituano a fare malamente". Questo precetto morale è inserito nella raccolta delle Sententiae di Publilio Siro (Publilius Syrus) attore e mimo del I secolo a.C., nativo forse di Antiochia e fatto venire da Cesare a Roma.

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Homo doctus in se semper divitias habet

La locuzione latina Homo doctus in se semper divitias habet, tradotta letteralmente, significa l'uomo dotto ha sempre con sé le sue ricchezze.

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Homo homini lupus

Homo homini lupus è un'espressione latina (significa letteralmente, «l'uomo è un lupo per l’uomo»), il cui precedente più antico si legge nel commediografo latino Plauto (lupus est homo homini, Asinaria, a. II, sc. IV, v. 495).

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Homo in periclum simul ac venit callidus, reperire effugium quaerit alterius malo

La locuzione latina Homo in periclum simul ac venit callidus, reperire effugium quaerit alterius malo, tradotta letteralmente, significa l'uomo astuto, quando si trova in qualche pericolo, suole uscirne con danno degli altri.

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Homo sine pecunia est imago mortis

Homo sine pecunia est imago mortis è un proverbio latino. Significa: «L'uomo senza beni è l'immagine della morte». Si usa per suggerire che chi non ha mezzi viene evitato da tutti: le persone scappano alla sua vista come di fronte alla morte.

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Homo sum, humani nihil a me alienum puto

«Homo sum, humani nihil a me alienum puto» (pronuncia classica o restaurata) è una frase in lingua latina che significa letteralmente: «Sono un essere umano, niente di ciò ch'è umano ritengo estraneo a me» (in parole più semplici: «Nulla che sia umano mi è estraneo»).

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Honestatis fructus in conscientia quam in fama reponatur

La frase latina honestatis fructus in conscientia quam in fama reponatur (lett. "il frutto dell'onestà sia riposto nella coscienza piuttosto che nelle parole della gente") è un pensiero che Plinio il Giovane esprime in una lettera del suo ricco epistolario (ep. 1, 18, 14).

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Honos alit artes

La locuzione latina Honos alit artes, tradotta letteralmente, significa l'onore dà vita alle arti. (Cicerone, Tusculanae disputationes, I, 2, 4) Cicerone con questa massima sostiene che non c'è peggior nemico degli artisti che l'indifferenza e la non riconoscenza dei loro meriti; la stima meritata e la considerazione altrui, invece, mettono loro le ali ai piedi.

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Horas non numero nisi serenas

La locuzione latina Horas non numero nisi serenas, tradotta letteralmente, significa non conto che le ore serene. Questa iscrizione posta sulle meridiane ha doppio senso: lo gnomone, com'è naturale, non può segnare le ore se non con il sole, ossia con il sereno, quindi ci si auspica che anche al padrone della meridiana le ore siano serene.

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Horresco referens

La locuzione latina Horresco referens, tradotta letteralmente, significa inorridisco al raccontare. (Virgilio, Eneide, Il, 204). È la frase che pronuncia Enea nel ricordare la spaventosa fine di Laocoonte e dei suoi due figli, divorati dai serpenti venuti dal mare.

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Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam

La locuzione latina Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam, tradotta letteralmente, significa: Al nemico non solo bisogna concedere una via di fuga, ma anche rendergliela sicura (Frontino, Strategemata, liber IV, De variis consiliis).

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Hostis humani generis

La locuzione latina Hostis humani generis, tradotta letteralmente, significa nemico del genere umano (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, VIII, 15).

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Humus

Lhumus (pronuncia italiana; dal latino humus, "suolo, terra, terreno"), adattato talvolta in umo (SOM, soil organic matter), è un componente chimico del terreno.

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Hypotheses non fingo

Hypotheses non fingo (in italiano: non invento ipotesi) è la celeberrima espressione con la quale Isaac Newton esprime l'impossibilità di andare al di là della descrizione dei fenomeni per cercarne la causa.

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I vitelli dei romani sono belli

I vitelli dei romani sono belli è un'espressione italiana che corrisponde a una frase grammaticalmente corretta della lingua latina: I, Vitelli, dei Romani sono belli (Va', o Vitellio, al suono di guerra del dio romano).

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Iam proximus ardet Ucalegon

La locuzione latina Iam proximus ardet Ucalegon, tradotta letteralmente, significa brucia già il vicino palazzo di Ucalegonte. (Virgilio, Eneide, Il, 311).

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Ibi deficit orbis

La locuzione latina ibi deficit orbis, tradotta letteralmente, significa qui termina il mondo. Nell'antichità classica il mondo finiva con le "Colonne d'Ercole", nome dato dagli antichi greci ai due promontori che delimitano lo stretto di Gibilterra.

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Ibidem

La parola ibìdem (da ibi, e idem), abbreviata ibid., è un avverbio di luogo, mutuato dal latino ĭbīdem. In origine aveva un significato sia locativo ("nello stesso luogo"), sia temporale ("nello stesso tempo", "contemporaneamente", "parimenti").

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Ibis redibis non morieris in bello

La frase latina ibis, redibis non morieris in bello (Alberico delle Tre Fontane, Chronicon) è, tradizionalmente, il responso dato dalla Sibilla a un soldato andato a consultare l'oracolo sull'esito della propria missione.

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Id est

La locuzione latina id est, tradotta letteralmente, significa «cioè, ossia»; viene usata in inglese e più raramente anche in italiano, spesso abbreviata con i.e. Il suo più ampio utilizzo viene fatto in testi scientifici scritti in inglese, soprattutto in ambito matematico.

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Idem est non esse et non probari

Idem est non esse et non probari è una locuzione latina che significa letteralmente è la stessa cosa non essere e non mostrarsi. L'espressione vuole intendere, soprattutto in alcuni ragionamenti di carattere filosofico, che l'esistenza non può dirsi compiuta e fattiva se non è dimostrato (nel senso di di-mostrare, ovvero di presentarsi) che queste stesse cose siano realmente accadute.

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Ignorantia legis non excusat

La locuzione latina ignorantia legis non excusat (o ignorantia iuris non excusat) è molto nota per il suo uso in ambito legale, come espressione sintetica della massima giuridica riguardo alla presunzione di conoscenza della legge.

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Ignoscito saepe alteri, numquam tibi

Ignoscito saepe alteri, numquam tibi ovvero "perdonerai spesso agli altri, ma mai a te stesso". Motto contenuto nelle Sentenze di Publilio Siro, anche noto come Publio Siro (per la verità la frase è contenuta nella sezione considerata spuria di tale opera) che ben descrive la morale a cui si dovevano idealmente riferire gli antichi romani nell'epoca di Giulio Cesare.

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Ignoti nulla cupido

La locuzione latina Ignoti nulla cupido (pronuncia ignòti nulla cupìdo), tradotta letteralmente, significa "dell'ignoto (non si dà, non è possibile) nessun desiderio", ossia, "non si può desiderare ciò che non si conosce".

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Ignoto militi

L'espressione latina Ignoto militi, tradotta letteralmente, significa al soldato sconosciuto. È la nota epigrafe incisa sulla tomba del Milite Ignoto italiano, simbolo dei 650.000 caduti italiani nella prima guerra mondiale.

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Iliacos intra muros peccatur et extra

La locuzione latina Iliacos intra muros peccatur et extra, tradotta letteralmente, significa si pecca sia entro le mura di Troia che fuori di esse.

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Illic stetimus et flevimus quum recordaremur Sion

La locuzione latina Illic stetimus et flevimus, quum recordaremur Sion, tradotta letteralmente, significa là ci sedemmo e piangemmo ricordando Sion.

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Impavidum ferient ruinae

La locuzione latina Impavidum ferient ruinae, tradotta letteralmente, significa invano le rovine colpiranno colui che è impavido. (Orazio, Odi, III, 3, 8).

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Imperare sibi

Imperare sibi è una locuzione latina che in italiano significa letteralmente Comandare a sé (stessi). La sentenza completa, presso Seneca, è: imperare sibi maximum imperium est (comandare a se stessi è il massimo imperio), è la più alta forma di comando.

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Imperium in imperio

La locuzione latina Imperium in imperio, tradotta letteralmente, significa uno stato nello stato. Locuzione antica per significare qualche ceto o classe di cittadini esenti dalle leggi di uno Stato nel quale si trovano.

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Imprimatur

La locuzione latina Imprimatur ("Si stampi") è stata e talvolta è ancora utilizzata dalla competente autorità ecclesiastica nel concedere l'autorizzazione preventiva alla stampa e alla pubblicazione di un libro.

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In alto loco

L'espressione latina In alto loco, tradotta letteralmente, significa in luogo alto. In senso generale l'espressione serve ad indicare "il luogo dove si comanda", la stanza dei bottoni.

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In articulo mortis

La locuzione latina in articulo mortis significa "in punto di morte", "in momento o punto critico" e, propriamente, "in articolo di morte". La locuzione è presa dal frasario ecclesiastico e s'adopera per indicare le azioni compiute da una persona quando è in pericolo di vita, e di conseguenza anche sul letto di morte, quindi col loro portato di eccezionalità, irrefutabilità e non rimandabilità.

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In camera caritatis

In camera caritatis è una locuzione latina, dal significato letterale di nella camera di carità, con significato traslato di in un posto dove nessuno possa sentire.

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In cauda venenum

In cauda venenum è una locuzione latina il cui significato letterale è «Il veleno nella coda». Assieme ad acer in fundo viene spesso usato a contrasto della locuzione di significato opposto dulcis in fundo.

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In claris non fit interpretatio

In claris non fit interpretatio è un brocardo che allude a un canone interpretativo e può essere tradotto con: "nelle questioni chiare non si fa luogo a interpretazione".

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In corpore vili

In corpore vili è una locuzione latina di origine tardo-medievale, che tradotta letteralmente significa "in un corpo vile" (cioè di poco o nessun valore).

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In crastinum differo res severas

La locuzione latina In crastinum differo res severas, tradotta letteralmente, significa rimando a domani gli affari importanti. (Cornelio Nepote, Pelopida, III).

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In die perniciosum

In die perniciosum; in hebdomada utile; in mense necessarium ovvero una volta al giorno è dannoso; una volta alla settimana è salutare, una volta al mese è necessario è il consiglio salutista offerto da Celso, noto medico ed erudito vissuto ai tempi dell'imperatore Tiberio, e riferito alla frequenza ottimale dei rapporti sessuali, secondo le convinzioni della medicina di quel tempo.

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In diebus illis

In diebus illis è un'espressione tardo-latina usata nei Vangeli, dal significato letterale: "in quei giorni". Tale espressione, come anche in illo tempore ("in quel tempo"), cominciava spesso i brani del Vangelo declamati durante la Messa in latino.

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In dubio pro reo

In dubio pro reo è una locuzione latina usata nell'ambito del diritto penale, letteralmente «nel dubbio, in favore dell'imputato». Questa frase, tratta dal Digesto giustinianeo (D.50.17.125), indica che quando non v'è certezza di colpevolezza è meglio che il giudice accetti il rischio di assolvere un colpevole piuttosto che quello di condannare un innocente.

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In extremis

L'espressione latina in extremis significa "in punto di morte". La formula è usata ad esempio nel diritto canonico ed è relativa ad atti cui viene attribuita una speciale validità in relazione all'incombente avverarsi di un decesso, come nel caso di alcuni sacramenti, tra cui il matrimonio (da cui le espressioni "sposarsi in extremis", "matrimonio in extremis").

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In fieri

La locuzione latina in fieri, tradotta letteralmente, significa in divenire. Questa espressione viene utilizzata quando si parla di un avvenimento che ha già avuto un inizio ma che non è del tutto completato, ancora in corso o ideazione.

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In folio

In-folio (abbreviato in-fol.) è la locuzione latina, da cui deriva la meno usata locuzione italiana "in-foglio" (abbreviato "in-fogl."), con la quale s'intende un formato dei libri.

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In girum imus nocte et consumimur igni

In girum imus nocte et consumimur igni è un famoso palindromo in lingua latina che, tradotto in italiano, restituisce "giriamo in tondo nella notte e veniamo consumati dal fuoco".

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In hoc signo vinces

In hoc signo vinces è una frase latina, dal significato letterale: "in (sotto) questo segno vincerai", traduzione del greco ἐν τούτῳ νίκα (letteralmente: "in (sotto) questo vinci"). La comparsa in cielo di questa scritta in greco accanto a una croce, sarebbe uno dei segni prodigiosi che sarebbero apparsi a Costantino e che avrebbero preceduto la battaglia di Ponte Milvio.

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In illiquidis non fit mora

Il brocardo in illiquidis non fit mora (letteralmente non vi è ritardo nei crediti illiquidi) esprime un antico principio in virtù del quale fin quando un credito è illiquido (ossia non è ancora determinato nel suo ammontare) la prestazione non è esigibile e il debitore non può essere considerato in mora.

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In itinere

L'espressione latina In itinere, tradotta letteralmente, significa durante il percorso. Con questo termine si indica tutto ciò che avviene durante un percorso sia in senso figurato che reale.

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In manus tuas

La locuzione latina In manus tuas, tradotta letteralmente, significa nelle tue mani. (Lc 23, 46) "In manus tuas Domine commendo spiritum meum" sono le ultime parole, tradotte in latino, pronunciate da Gesù sulla croce prima di spirare.

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In medias res

La locuzione latina in medias res significa "nel mezzo della cosa, dell'argomento" (Orazio, Ars poetica, v. 148) e indica ogni modo di narrare che spezzi l'ordine naturale della fabula.

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In medio stat virtus

In medio stat virtus (o anche in medio virtus stat) è una locuzione latina, il cui significato letterale in italiano è: «la virtù sta nel mezzo».

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In nuce

La locuzione latina in nuce (tradotta letteralmente, "in una noce") significa "in embrione", "in abbozzo", "in progetto" o ancora "detto in breve", "in poche parole".

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In nullum hominem avarus bonus est, in se pessimus

In nullum hominem avarus bonus est, in se pessimus Il senso della frase: "L'avaro non fa del bene a nessuno, ma fa a se stesso il male peggiore".

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In partibus infidelium

In partibus infidelium ("nelle terre dei non credenti") è un'espressione latina adoperata in passato nel linguaggio della Chiesa cattolica per designare certe sedi episcopali, che dal 1882 sono chiamate sedi titolari.

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In pectore

La locuzione latina in pectore, tradotta letteralmente, significa «nel petto», «nel cuore». L'espressione è nata come termine "curiale" per indicare un cardinale (detto cardinale in pectore) che il papa annuncia di avere creato ma di cui si riserva di rendere noto il nome; successivamente, traslando il significato, passa a indicare una cosa che si tiene nascosta, che non si rivela o una designazione non ancora ufficiale a un incarico.

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In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen, mutant pauperes

La locuzione latina In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen, mutant pauperes, tradotta letteralmente, significa nel cambiare il governo i poveri spesso non cambiano niente oltre al nome del padrone.

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In rerum natura

La locuzione latina de rerum natura, tradotta letteralmente, significa nella natura delle cose. Un fatto si verifica in rerum natura quando avviene secondo il consueto svolgersi degli avvenimenti, senza cioè alterare l'ordine delle cose naturali.

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In saecula saeculorum

La locuzione latina In sæcula sæculorum, tradotta letteralmente, significa «per i secoli dei secoli». È un'espressione cristiana che appare più volte nel Nuovo Testamento e che viene, sin dal Medioevo, usata nella liturgia per terminare preghiere o invocazioni: L'espressione viene utilizzata per affermare l'idea dell'eternità della Santissima Trinitàhttps://www.treccani.it/vocabolario/in-saecula-saeculorum/https://dizionario.internazionale.it/parola/in-saecula-saeculorum, alla quale nella preghiera va l'adorazione dei fedeli, che riconoscono il suo regnare universale per tutti i secoli dei secoli.

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In silico

La locuzione in silico, comparsa di recente in letteratura scientifica, è usata per indicare fenomeni di natura chimico-biologica riprodotti in una simulazione matematica al computer, invece che in provetta o in un essere vivente.

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In silvam non ligna feras insanius

La locuzione latina In silvam non ligna feras insanius, tradotta letteralmente, significa non esser così insensato da portar legna in una foresta.

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In tenui labor at tenuis non gloria

La locuzione latina in tenui labor, at tenuis non gloria, tradotta letteralmente, significa "lavoro di modesto contenuto, ma non di modesta gloria" (Virgilio, Georgiche, libro. IV, v. 6).

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In utroque iure

La locuzione latina in utroque iure, tradotta letteralmente, significa "nell'uno e nell'altro diritto" e veniva utilizzata nelle prime università europee per indicare i dottori laureati in diritto civile e in diritto canonico (Utroque Jure Doctor, il cui acronimo era U.J.D.

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In varietate concordia

In varietate concordia è una locuzione latina che significa letteralmente nella varietà c'è concordia. La proposizione vuole significare la presenza di armonia e tranquillità quando sia permesso a diverse situazioni e modi di vita di coesistere e rispettarsi reciprocamente.

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In vestimentis non est sapientia mentis

La locuzione latina In vestimentis non est sapientia mentis, tradotta letteralmente, significa la saggezza della mente non risiede negli abiti.

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In vino veritas

In vino veritas (En oínō alḗtheia) è un proverbio latino che letteralmente significa: «nel vino è la verità». Ciò significa che quando una persona è alticcia ha i freni inibitori rilassati e può facilmente rivelare fatti e pensieri veritieri che da sobrio non direbbe mai.

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In vitro

La locuzione latina in vitro, tradotta letteralmente, significa «sotto vetro». La locuzione è usata per indicare fenomeni biologici riprodotti in provetta e non nell'organismo vivente.

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In vivo

La locuzione latina in vivo, tradotta letteralmente, significa nel vivente. La locuzione è usata per indicare fenomeni biologici riprodotti in un organismo vivente e non in provetta.

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Inadimplenti non est adimplendum

Il brocardo inadimplenti non est adimplendum, in italiano all'inadempiente non è dovuto l'adempimento, esprime un principio di diritto presente in vari ordinamenti: ciascuna delle parti di un contratto con prestazioni corrispettive può non adempiere la propria obbligazione ove l'altra parte si rifiuti di adempiere la propria.

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Inaudita altera parte

Inaudita altera parte è una locuzione latina traducibile in lingua italiana come: non udita l'altra parte. L'espressione può essere utilizzata in ambito giuridico, in particolare nella redazione di un ricorso (vocatio iudicis), per chiedere al giudice l'emissione di un provvedimento senza l'instaurazione del contraddittorio così da fronteggiare situazioni in cui il trascorrere del tempo cagionerebbe un danno al diritto per il quale si chiede tutela.

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Incertae sedis

L'espressione latina incertae sedis (in italiano di incerta sede) è usata in tassonomia per indicare l'incapacità di collocare esattamente un taxon (per esempio una specie o genere) all'interno di uno schema di classificazione.

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Indovinello

L'indovinello o enigma è un gioco enigmistico costituito da un testo, in prosa o in versi, che definisce, in forma indiretta, allegorica o figurata una parola la cui identificazione è lo scopo del gioco.

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Infandum, regina, iubes renovare dolorem

La locuzione latina Infandum, regina, iubes renovare dolorem, tradotta letteralmente, significa tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore.

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Iniurias accipiendo, et gratias agendo

Iniurias accipiendo, et gratias agendo è una locuzione latina che significa letteralmente Nel ricevere ingiurie e nel fare favori (Seneca, De ira, 2, 33).

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Inops potentem dum vult imitari perit

La locuzione latina Inops, potentem dum vult imitari, perit, tradotta letteralmente, significa "il debole, quando vuole imitare il potente, va in rovina" (Fedro).

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Insalutato hospite

La locuzione latina insalutato hospite, tradotta letteralmente, significa "non salutato l'ospite (nel senso di chi ospita, il padrone di casa)": cioè "(andatosene via, allontanatosi) senza aver preso congedo", detto con una certa ironia.

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Insula in flumine nata

La locuzione latina insula in flumine nata (lett. isola nata nel fiume) indica il fenomeno naturale della emersione di un'isola in mezzo ad un fiume.

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Intelligenti pauca

La locuzione latina intelligenti pauca, letteralmente "a chi capisce (basta) poco", è l'equivalente del detto italiano "a buon intenditor poche parole".

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Inter nos

La locuzione latina inter nos, tradotta letteralmente, significa fra di noi. Corrisponde in un certo senso alla frase "In camera caritatis" (qui fra noi, in tutta segretezza).

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Inter utrumque tene medio tutissimus ibis

La locuzione latina Inter utrumque tene, medio tutissimus ibis, tradotta letteralmente, significa resta tra le due, nel centro viaggerai sicuro.

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Invita Minerva

La locuzione latina Invita Minerva, tradotta letteralmente, significa contro la volontà di Minerva. (Orazio, Ars poet., 385). Essendo Minerva la dea della Sapienza, scrivere "invita Minerva" significa mancar d'estro, d'ispirazione.

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Ipse dixit

Ipse dixit è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "lui stesso l'ha detto". L'espressione viene utilizzata in diversi contesti con vari significati.

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Ipso facto

La locuzione latina ipso facto (tradotta letteralmente per il fatto stesso) viene usata nel senso di "proprio a causa di quello specifico fatto".

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Iracundiam qui vincit, hostem superat maximum

Iracundiam qui vincit, hostem superat maximum, cioè Chi vince l'ira, supera il più grande nemico, è una massima latina, composta da uno dei più famosi autori di mimo, Publilio Siro, I secolo a.C., nelle sue Sententiae (raccolta di circa 700 massime e sentenze morali) tratte dai suoi mimi.

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Ite missa est

La locuzione latina Ite, missa est è la formula di congedo con cui si conclude la messa celebrata dai cattolici di rito romano. Con queste parole il celebrante o, se presente, il diacono congeda i fedeli, che rispondono «Deo gratias».

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Iudex iuxta alligata et probata iudicare debet

"Iudex iuxta alligata et probata iudicare debet" (alla lettera: 'il giudice deve giudicare secondo quanto allegato e provato') è un brocardo che esprime un principio, risalente al diritto romano, applicato anche negli ordinamenti giuridici odierni, corollario del più generale principio dispositivo.

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Iura novit curia

La locuzione latina iura novit curia (traduzione: il giudice conosce le leggi) esprime un fondamentale principio del diritto processuale moderno in virtù del quale le parti possono limitarsi ad allegare e provare i fatti costituenti il diritto affermato in giudizio, mentre la legge non deve essere provata al giudice, perché egli la conosce a prescindere da ogni attività delle parti.

Vedere Locuzioni latine e Iura novit curia

Iurare in verba magistri

La locuzione latina iurare in verba magistri, tradotta letteralmente, significa giurare sulle parole del maestro. (Orazio, Epist., I, 1, 14).

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Ius gentium

Nel diritto romano, lo ius gentium è l'insieme di regole che ha la sua fonte nella naturalis ratio e che viene osservato in eguale misura tra tutti i popoli.

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Ius murmurandi

La locuzione latina ius murmurandi, tradotta letteralmente, significa diritto di mormorare (nel senso di "mugugnare"). Si contrappone, spesso con intenti umoristici o polemici, al diritto di parola, con il comune sottinteso che ove quello sia soppresso, possa sopravvivergli almeno una sorta di diritto di mugugno.

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Ius primae noctis

Lo ius primae noctis (in italiano: "diritto della prima notte") è una locuzione latina che indica il presunto diritto del signore feudale di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba.

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Ius utendi et abutendi

La locuzione latina ius utendi et abutendi, in italiano diritto di usare e di consumare, si riferisce al diritto del proprietario di usare una cosa e anche di consumarla.

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Ius vitae necisque

In diritto romano, la locuzione latina Ius vitae necisque, o più correttamente vitae necisque potestas, in italiano diritto di vita o di morte identifica una della facoltà contenute nella patria potestas, in virtù della quale il pater familias godeva del diritto di vita e di morte su tutti coloro che erano soggetti al suo potere (moglie, figli, schiavi, ecc.).

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La volpe e l'uva

La volpe e l'uva (Alópex kái bótrys) è una delle più celebri favole attribuite a Esopo. I riferimenti alla favola nel linguaggio comune assumono quasi le caratteristiche del proverbio.

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Labor omnia vincit

Labor omnia vincit è una frase latina, che significa letteralmente «la fatica vince ogni cosa». Si cita spesso per intendere in modo proverbiale che con l'impegno, la tenacia e con la dura fatica del lavoro si può ottenere qualsiasi risultato.

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Laborare est orare

Laborare est orare: frase tardo latina, dal significato letterale: «lavorare è pregare» e senso traslato «anche il lavoro, se fatto con la giusta intenzione, è una preghiera».

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Lapsus calami

La locuzione latina lapsus calami, tradotta letteralmente, significa errore dovuto alla penna. Si qualifica tale un errore commesso dallo scrivente per distrazione o per fretta, quando si scrive currenti calamo.

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Lapsus linguae

Un lapsus linguae (in latino, 'errore dovuto alla lingua') è un errore commesso dall'interlocutore orale per distrazione o per fretta. Se invece l'errore è stato commesso scrivendo, si parlerà di lapsus calami.

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Latet anguis in herba

Latet anguis in herba è una locuzione latina. Tradotta, significa «La serpe si nasconde nell'erba» (Virgilio, Bucoliche, 3, 93). Tale espressione è spesso usata per segnalare metaforicamente la presenza di un pericolo che si annida in un determinato contesto.

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Laudator temporis acti

La locuzione latina laudator temporis acti significa "lodatore del tempo passato" (Orazio, Ars poetica, 173). Nella sua forma completa è laudator temporis acti se puero ("lodatore del tempo passato, quando era fanciullo").

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Laurea honoris causa

Una laurea honoris causa, o ad honorem, (locuzioni latine per «laurea a motivo di onore») è un titolo accademico onorifico conferito da un'università (o da altra istituzione equivalente) a una persona che si è distinta in modo particolare, nella materia di laurea, nel corso della propria vita.

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Lege agere

La locuzione latina lege agere indica il complesso sistema processuale in uso presso l'antica Roma fino alle Leges Iuliae iudiciariae con cui venne formalmente abolito (tranne in due casi) e sostituito dallagere per formulas.

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Legge del taglione

La legge del taglione (o pena del taglione), in latino lex talionis, è un principio di diritto che consiste nella possibilità riconosciuta a una persona che avesse ricevuto intenzionalmente un danno causato da un'altra persona, di infliggere a quest'ultima un danno, uguale all'offesa ricevuta.

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Levius fit patientia quidquid corrigere est nefas

La locuzione latina Levius fit patientia quidquid corrigere est nefas, tradotta alla lettera, significa con la pazienza si rende più tollerabile ciò che non si riesce a correggere.

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Lex est quod populus iubet atque constituit

La frase latina Lex est quod populus iubet atque constituit risale al giurista romano Gaio il quale nelle sue Istituzioni dà la seguente definizione di Lex cui accosta il plebiscitum: Categoria:Fonti del diritto romano Categoria:Brocardi.

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Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur

Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur: frase latina, dal significato letterale: «Verrà fatto portare un libro scritto, nel quale tutto sarà contenuto».

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Lingua latina

Il latino è una lingua indoeuropea appartenente al gruppo delle lingue latino-falische. Veniva parlata nel Lazio (Lătĭum in latino) già agli inizi del I millennio a.C.; oggi rimane la lingua ufficiale soltanto di uno stato nel mondo: la Città del Vaticano.

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Lippis et tonsoribus

La locuzione latina lippis et tonsoribus, tradotta letteralmente, significa dai miopi e dai barbieri (Orazio, Satire, 1, 7). Si dice di una notizia più nota della luce del sole; per esempio: "Bella novità! Lippis et tonsoribus!" Ma sarebbe meglio tradurre lippis con "cisposi", facendo riferimento a quegli antichi che erano costretti a stare al sole con una pomata sugli occhi e dunque avevano da spettegolare proprio come fanno i barbieri (Alberto Giuliani).

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Longo sed proximus intervallo

La locuzione latina Longo sed proximus intervallo, tradotta alla lettera, significa dopo, ma ben distanziato (Virgilio, Eneide, libro V, v. 320).

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Lucidus ordo

La locuzione latina Lucidus ordo, tradotta letteralmente, significa ordine limpido e chiaro. (Orazio, Ars poet., 41). Il poeta elenca questa dote fra quelle essenziali ad uno scrittore, e spiega in che cosa consista quest'ordine: conoscere quali parti nella trattazione vanno prima, quali dopo; che cosa si deve omettere e che cosa trattare più a lungo e l'uso genuino delle parole.

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Lucrum cessans

La locuzione latina lucrum cessans, corrispondente l'italiana lucro cessante, indica, in giurisprudenza e nel diritto, una forma del danno, ed in particolare una forma del danno patrimoniale.

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Lucus a non lucendo

Lucus a non lucendo: frase latina, che significa letteralmente « bosco da "che non è illuminato"» oppure, parafrasando: «si dice “lucus” perché non dà luce» È una delle etymologiae e contrariis proposte da Varrone nel suo trattato De lingua latina, la prima opera latina a trattare dell'origine delle parole.

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Lupus in fabula

La locuzione latina lupus in fabula, tradotta alla lettera, significa "il lupo nel discorso".

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Macte animo

La locuzione latina Macte animo!, tradotta letteralmente, significa Coraggio! (Virgilio, Eneide, IX, 641). La frase, usata spesso anche da Voltaire, è un invito a essere coraggiosi di fronte alle avversità, per ottenere il risultato desiderato: "Macte nova virtute, puer, sic itur ad astra".

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Magis ter meus asinus est

Magis ter meus asinus est (traduzione: Il mio asino mangia più di tre volte) è una frase scherzosa in latino, che può avere un'apparente traduzione sostanzialmente diversa da quella originale.

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Magna Carta

La Magna Carta libertatum (dal latino medievale, "Grande Carta delle libertà"), comunemente chiamata Magna Carta, è una carta reale dei diritti accettata il 15 giugno 1215 dal re Giovanni d'Inghilterra a Runnymede, nei pressi di Windsor.

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Magna cum laude

Magna cum laude è un'espressione latina, dal significato letterale «con grande lode». Espressioni come cum Laude, Magna cum Laude, Summa cum Laude, Maxima cum Laude, consistono in una valutazione, assegnata in relazione all'intervallo di punteggio in cui ricade la media conseguita dal laureato nel suo iter universitario (GPA, Grade Point Average).

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Magna Grecia

La Magna Grecia (Megálē Hellás, pronuncia;, pronuncia classica) è l'area geografica della penisola italiana mediterranea che fu anticamente colonizzata dai Greci a partire dall'VIII secolo a.C. Varie le ipotesi sull’origine del nome: il termine si spiegherebbe con la prosperità e lo splendore culturale ed economico della regione al tempo dei pitagorici (VI-V sec.

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Magnae spes altera Romae

La locuzione latina Magnae spes altera Romae, tradotta letteralmente, significa seconda speranza della grande Roma. (Virgilio, Eneide, XII, 167).

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Magni nominis umbra

La locuzione latina magni nominis umbra, tradotta letteralmente, significa "l'ombra di un grande nome". La frase, nel contesto originario, allude a Pompeo che, sotto la toga, aveva perduto le sue virtù belliche.

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Magnificat

Il Magnificat è un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo.

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Maior e longinquo reverentia

La locuzione latina Major e longinquo reverentia, tradotta letteralmente, significa La lontananza aumenta il prestigio. (Tacito, Annali, I, 47).

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Maiores pennas nido

La locuzione latina Maiores pennas nido, tradotta letteralmente, significa (dispiegare) ali più grandi del nido. (Orazio, Epist., I, 20) La frase, come Orazio diceva della propria vita, si applica a quelle persone che hanno aspirazioni superiori alla loro condizione mediocre.

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Mala fides superveniens non nocet

La locuzione latina mala fides superveniens non nocet (letteralmente la mala fede sopravvenuta non nuoce) sintetizza il principio di diritto secondo cui, in alcuni ambiti, la buona fede di un soggetto rileva esclusivamente al momento in cui il soggetto compie un atto, a nulla rilevando invece una mala fede successiva.

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Mala herba cito crescit

Mala herba cito crescit: frase latina, dal significato letterale: «l'erba cattiva cresce velocemente» e senso traslato «è più facile fare il male che il bene».

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Male parta, male dilabuntur

La locuzione latina Male parta male dilabuntur, tradotta letteralmente, significa "Le cose malamente acquistate si sperperano malamente". La locuzione, equivalente al proverbio italiano "la farina del diavolo va tutta in crusca", è attribuita al grande oratore romano Cicerone, anche se, quando lo stesso Arpinate utilizza questa espressione (in Seconda Filippica, 27), dichiara che essa va ricondotta all'opera di un poeta di cui lui non ricorda il nome (e che i moderni hanno ipotizzato possa essere Gneo Nevio).

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Manibus date lilia plenis

La locuzione latina Manibus date lilia plenis, tradotta letteralmente, significa versate gigli a piene mani. (Virgilio, Eneide, VI, 883). La formulazione completa è.

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Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces

La locuzione latina Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc / Parthenope; cecini pascua, rura, duces è il celebre epitaffio scritto sulla tomba di Publio Virgilio Marone, ubicata a Napoli, nel Parco Vergiliano a Piedigrotta.

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Manu militari

Manu militari è una locuzione in lingua latina che significa: "Con l'impiego delle forze militari." L'espressione va inquadrata storicamente nel linguaggio del diritto, dove viene tuttora utilizzata per indicare l'uso della forza armata e/o il ricorso alla coercizione.

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Manus manum lavat

Manus manum lavat è una frase latina, dal significato letterale «una mano lava l'altra mano» e senso traslato «se tu mi fai un favore io te lo rendo».

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Mare nostrum

Mare nostrum fu il nome romano per il Mar Mediterraneo. Negli anni successivi il Risorgimento, il termine venne ripreso dai nazionalisti italiani, che vedevano l'Italia come stato successore dell'Impero romanoLowe (2002), p.34 e che quindi, come tale, avrebbe dovuto riprendere il controllo degli ex territori romani nel Mediterraneo.

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Margaritas ante porcos

La locuzione latina margaritas ante porcos è tratta dal Vangelo secondo Matteo. La frase s'inserisce in un lungo elenco di raccomandazioni ed esortazioni che Cristo fa ai suoi discepoli dopo il celebre discorso della montagna.

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Mater artium necessitas

Mater artium necessitas: proverbio latino, dal significato letterale: "La necessità è la madre delle abilità" e senso traslato "In caso di necessità si riescono a fare cose inaspettate".

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Materiam superabat opus

La locuzione latina Materiam superabat opus, tradotta letteralmente, significa il lavoro vinceva la materia. (Ovidio, Metamorfosi, Il, 5) Si dice di tutte quelle opere, specialmente dell'ingegno, nelle quali l'argomento trattato è superato dalla finezza e dall'arte con cui si esegue il lavoro stesso.

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Maxima debetur puero reverentia

La locuzione latina Maxima debetur puero reverentia significa "Si deve al fanciullo il più gran rispetto" (Giovenale, Satire, XIV, 47). Talvolta però l'espressione è stata erroneamente tradotta come se puero fosse un ablativo d'agente, e quindi col significato di "i fanciulli devono essere rispettosi".

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Mea culpa

La locuzione latina mea culpa, tradotta letteralmente, significa "per mia colpa". Queste parole fanno parte del Confiteor (io confesso), preghiera con la quale i cattolici chiedono perdono a Dio riconoscendo le proprie colpe.

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Medice, cura te ipsum

La locuzione latina medice, cura te ipsum, tradotta letteralmente, significa medico, cura te stesso e si legge nel Vangelo secondo Luca (4, 23); deriva da un midrash ebraico.

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Medio tutissimus ibis

La locuzione latina Medio tutissimus ibis, tradotta letteralmente, significa "nel mezzo camminerai sicurissimo". (Ovidio, Metamorfosi, lI, 137).

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Melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi

La frase latina melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi (in italiano è meglio che i grammatici biasimino noi, piuttosto che la gente non comprenda) deriva dalle Enarrationes in Psalmos ("Esposizioni sui salmi") (138, 20) di sant'Agostino.

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Melius scitur Deus nesciendo

Melius scitur Deus nesciendo è una locuzione latina usata da Sant'Agostino ("De ordine", II, 16.44) e che significa "Dio si conosce meglio nell'ignoranza".

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Memento audere semper

Memento audēre semper è una locuzione in lingua latina coniata dallo scrittore e poeta italiano Gabriele D'Annunzio. La locuzione significa "Ricorda di osare sempre" e può essere in qualche modo accostata — anche se in questo caso la funzione esortativa ad assumere dei rischi è decisamente più marcata — a un altro motto latino molto conosciuto: Audentes Fortuna iuvat.

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Memento mori

Memento mori (letteralmente: «ricordati che devi morire») è una nota locuzione in lingua latina.

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Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris

Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa: "Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai".

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Mens agitat molem

La locuzione latina Mens agitat molem, tradotta letteralmente, significa lo spirito vivifica la materia. (Virgilio, Eneide, VI, 727). La locuzione, in origine, esprimeva una concezione panteistica secondo la quale l'universo sarebbe animato da un principio intrinseco che darebbe forma e moto agli enti.

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Mens sana in corpore sano

Mens sana in corpore sano («mente sana in corpo sano») è una locuzione latina tratta da un capoverso delle Satire di Giovenale.

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Mirabile dictu

La locuzione latina Mirabile dictu, tradotta letteralmente, significa cosa meravigliosa a dirsi! Si usa normalmente per indicare qualche cosa che mai avremmo creduto potesse accadere: Hai smesso di fumare?, "mirabile dictu!".

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Modus operandi

Modus operandi, a volte indicato con l'acronimo M.O, è una locuzione latina traducibile approssimativamente come "modo di operare" o "modalità operativa".

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Modus ponens

Nella logica, il modus ponens (MP), accorciamento del latino modus ponendo ponens ("modo che afferma"), è una semplice e valida regola d'inferenza, che afferma in parole: o in notazione con operatori logici: dove vdash rappresenta l'asserzione logica, nota anche come sequente.

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Modus tollens

Il modus tollens (MT), abbreviazione del latino modus tollendo tollens (lett. "modo che toglie con l'aver tolto"), è una regola di inferenza della logica proposizionale, il cui significato è: In notazione con operatori logici: Il termine p prende il nome di antecedente, q è detto conseguente.

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Modus vivendi

Modus vivendi è una locuzione latina il cui significato letterale è modo di vivere. Il suo uso è attestato per la prima volta in Cicerone (De re publica, I, 34).

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Monitoribus asper

La locuzione latina Monitoribus asper, tradotta letteralmente, significa ribelle ai consigli. (Orazio, Ars poetica, v. 168) Due parole chiarissime, con le quali il poeta delinea l'aspetto tipico di un adolescente il cui carattere ribelle rifugge dall'accettare i consigli delle persone con più esperienza.

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More uxorio

More uxorio è una locuzione latina, il cui significato è: "secondo il costume (mōre) matrimoniale (uxōrio)". L'etimologia di questa espressione viene dal latino.

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Mors omnia solvit

La locuzione latina Mors omnia solvit, tradotta letteralmente, significa la morte scioglie tutto. Nella legislazione romana solo la morte concludeva il matrimonio.

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Mors tua vita mea

La locuzione latina Mors tua vita mea, di origine medioevale, significa morte tua, vita mia (o: la tua morte (è) la mia vita). Al di là del tono drammatico del senso letterale, tale espressione si usa quando all'interno di una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci può essere un solo vincitore: il detto indica cioè che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro.

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Mos maiorum

Il Mos maiorum (dal latino mōs maiōrum, letteralmente «usanza, costume degli antenati») rappresenta il nucleo della morale tradizionale della civiltà romana.

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Motto olimpico

Il motto olimpico ufficiale è l'espressione in lingua latina Citius, Altius, Fortius - Communiter, che significa "Più veloce, più in alto, più forte - insieme".

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Motu proprio

Un motu proprio (in latino letteralmente "di propria iniziativa") è un documento, una nomina o in generale una decisione presa di "propria iniziativa" da chi ne ha il potere o la facoltà.

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Mutatis mutandis

Mutatis mutandis è un'espressione latina (dal punto di vista grammaticale un ablativo assoluto formato da un participio perfetto e un gerundivo) che significa letteralmente «cambiate (mutatis) le cose che sono da cambiarsi (mutandis)», ossia «fatti i debiti cambiamenti».

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Natura abhorret a vacuo

Natura abhorret a vacuo (traduzione: la natura rifiuta il vuoto) è una frase latina usata in ambito filosofico, impropriamente attribuita al filosofo e matematico francese René Descartes.

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Natura non facit saltus

La locuzione latina natura non facit saltus, tradotta letteralmente, significa la natura non fa salti. È stata usata da Leibniz, poiché egli negava l'esistenza degli atomi, cioè di quantità discrete indivisibili.

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Naturam expellas furca, tamen usque recurret

La locuzione latina Naturam expellas furca, tamen usque recurret, tradotta letteralmente, significa: "Anche se caccerai la natura con la forca, essa tuttavia ritornerà sempre" (Orazio, Epist., I, 10, 24).

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Navigare necesse est, vivere non est necesse ("Navigare è indispensabile, vivere no"), anche noto nelle sue variazioni navigare necesse est, vivere non necesse est o navigare necesse est, vivere non necesse e vivere non necesse, navigare necesse est, è l'esortazione che, secondo Plutarco, Gneo Pompeo diede ai suoi marinai, i quali opponevano resistenza a imbarcarsi alla volta di Roma a causa del cattivo tempo.

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Ne bis in idem

Ne bis in idem è una locuzione latina che tradotta alla lettera significa «non due volte per la medesima cosa». Si tratta di un brocardo che esprime un principio del diritto processuale in forza del quale un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione, se si è già formata la cosa giudicata; per estensione, si ritiene applicabile anche ad del diritto, ma con un fondamento costituzionale decrescente ovvero limitato all'esigenza di tutela dell'affidamento incolpevole del cittadino.

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Ne gloriari libeat alienis bonis

La locuzione latina Ne gloriari libeat alienis bonis, tradotta letteralmente, significa "affinché nessuno si vanti dei meriti altrui". È il primo verso della favola: La Cornacchia superba e il Pavone.

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Ne quid nimis

La locuzione latina Ne quid nimis, tradotta letteralmente, significa nulla di eccessivo. Norma comportamentale che ritroviamo suggerita da Orazio nelle Odi e da Terenzio nell'Andria, e che sembra mutuata dalla iscrizione posta sul frontone del tempio di Apollo a Delfi.

Vedere Locuzioni latine e Ne quid nimis

Nec mortale sonans

La locuzione latina Nec mortale sonans, tradotta letteralmente, significa non ha l'accento di quella dei mortali. (Virgilio, Eneide, VI, 50).

Vedere Locuzioni latine e Nec mortale sonans

Nec pluribus impar

La locuzione latina Nec pluribus impar, tradotta letteralmente, significa non inferiore ai più. Plus (dat. plur. pluribus), comparativo di maggioranza di multus, significa i più o la maggior parte, ma non significa tutti.

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Nec spe nec metu

Nec spe nec metu (Né con speranza, né con timore) è un motto in lingua latina che non ha fonte certa, ma, proprio per il suo significato, è stato usato e fatto proprio da più persone, gruppi e istituzioni.

Vedere Locuzioni latine e Nec spe nec metu

Nec vi, nec clam, nec precario

L'espressione latina "Nec vi, nec clam, nec precario" (che tradotta letteralmente significa: "non con la violenza, non clandestinamente, non a titolo di precario") riassume le tre circostanze di acquisizione del possesso in presenza di una delle quali è negata al possessore la tutela interdittale.

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Necesse est multos timeat quem multi timent

La locuzione latina Necesse est multos timeat quem multi timent, tradotta letteralmente, significa È necessario che tema molti chi da molti è temuto (Decimo Laberio, 106 - 43 a.C.) La frase, Macrobio e attribuita a Laberio, cavaliere romano ed autore di satire, si ritiene fosse diretta a Giulio Cesare, che in quel periodo stava assumendo a Roma poteri dittatoriali: "Porro, quirites, libertatem perdimus...

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Neminem laedit qui suo iure utitur

La formula Neminem laedit qui suo iure utitur o anche nella forma qui iure suo utitur neminem laedit è un brocardo del diritto romano che tradotto letteralmente significa: "chi esercita un proprio diritto non fa male a nessuno" e sta ad indicare una causa di giustificazione.

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Nemini res sua servit

La locuzione latina Nemini res sua servit, letteralmente tradotto nessuno può asservire una cosa propria, esprime il fondamentale principio giuridico in materia di servitù prediali secondo cui i fondi dominante e servente devono appartenere a proprietari diversi, non potendo costituirsi una servitù sopra una cosa che è propria.

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Nemo iudex in causa sua

Nemo iudex in causa sua (o Nemo est iudex in propria causa/ Nemo iudex in re sua, alla lettera "nessuno deve essere giudice nella propria causa/in un contenzioso che lo riguarda") è un brocardo che stabilisce uno dei punti fondamentali del diritto processuale: la terzietà del giudice rispetto all'oggetto della lite.

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Nemo me impune lacessit

Nemo me impune lacessit (dal latino, Nessuno mi aggredisce impunemente) è il motto dell'Ordine del Cardo e di tre reggimenti scozzesi del British Army, tra cui le Guardie Scozzesi.

Vedere Locuzioni latine e Nemo me impune lacessit

Nemo plus iuris in alium transferre potest quam ipse habet

Il brocardo "nemo plus iuris in alium transferre potest quam ipse habet" esprime il principio del diritto civile secondo il quale non si può trasmettere ad altri un diritto che non si ha o un diritto più ampio di quello che si ha.

Vedere Locuzioni latine e Nemo plus iuris in alium transferre potest quam ipse habet

Nemo potest duobus dominis servire

La locuzione latina Nemo potest duobus dominis servire, tradotta letteralmente, significa nessuno può servire due padroni. (Matteo) Con questa espressione Gesù ricorda che non è possibile servire contemporaneamente due padroni, che nel contesto del Vangelo sono Dio e Mammona, cioè la ricchezza.

Vedere Locuzioni latine e Nemo potest duobus dominis servire

Nemo potest personam diu ferre

La frase latina Nemo potest personam diu ferre significa letteralmente "Nessuno può portare una maschera per sempre". La frase è del filosofo stoico Lucio Anneo Seneca (4 a.C.-65 d.C.). La parola persona è un falso amico: non significa "persona" ma "maschera".

Vedere Locuzioni latine e Nemo potest personam diu ferre

Nemo pro parte testatus pro parte intestatus decedere potest

Il brocardo nemo pro parte testatus pro parte intestatus decedere potest (lett: "Nessuno può morire avendo fatto in parte testamento e in parte no") indica uno dei principi fondamentali in materia di successioni ''mortis causa'' nel diritto romano.

Vedere Locuzioni latine e Nemo pro parte testatus pro parte intestatus decedere potest

Nemo propheta in patria

Nemo propheta in patria (sua) è una locuzione in lingua latina che significa: "Nessuno è profeta nella patria". L'espressione vuole indicare la difficoltà delle persone di emergere in ambienti a loro familiari; in ambienti estranei viene generalmente assunto che sia più facile far valere le proprie capacità e qualità.

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Nemo Romanorum pacis mentionem habere dignatus est

La locuzione latina Nemo Romanorum pacis mentionem habere dignatus est, tradotta letteralmente, significa nessuno dei Romani si degnò far menzione della pace.

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Nemo sua sorte contentus

La locuzione latina Nemo sua sorte contentus, tradotta letteralmente, significa nessuno è mai soddisfatto della sua condizione. (Orazio, Satire, I, 1).

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Nemo tenetur se detegere

La locuzione latina nemo tenetur se detegere (anche nelle forme nemo tenetur se ipsum accusare e nemo tenetur edere contra se) esprime il principio di diritto processuale penale in forza del quale nessuno può essere obbligato ad affermare la propria responsabilità penale (auto-incriminazione).

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Neque semper arcum tendit Apollo

La locuzione latina Neque semper arcum tendit Apollo, tradotta letteralmente, significa Apollo non tende sempre il proprio arco. (Orazio, Odi, lI, 10, 19), ossia neppure il dio Apollo tiene costantemente teso l'arco (ciò che costa fatica) per colpire i nemici con le sue frecce, come contro gli Achei.

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Nescio vos

La locuzione latina Nescio vos, tradotta letteralmente, significa non vi conosco. (Matteo). È la risposta dello sposo alle vergini sprovvedute protagoniste della parabola evangelica che arrivano troppo tardi al matrimonio.

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Nescit vox missa reverti

Nescit vox missa reverti è una locuzione latina di Orazio (Ars poetica, v. 390), traducibile in italiano come «La parola detta non sa tornare indietro»Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto? Tesoro di citazioni italiane e straniere, di origine letteraria e storica, ordinate e annotate da Giuseppe Fumagalli, Milano, Hoepli, 1989, p., ISBN 88-203-0092-3.

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Nigro notanda lapillo

La locuzione latina Nigro notanda lapillo, tradotta letteralmente, significa da segnare con una pietruzza nera. Allusione all'uso dei Romani di segnare i giorni felici con sassolini bianchi, e quelli avversi con pietruzze nere.

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Nihil admirari

Nihil admirari è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa non stupirsi di cosa alcuna.

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Nihil de principe, parum de Deo

Nihil de principe, parum de Deo è un'espressione di origine medioevale. Significa (Conviene) parlare poco di Dio e per nulla del principe. La massima invita a rimanere defilati e a non mettersi nei guai, evitando di scontrarsi con il sacro e soprattutto con l'autorità: infatti, se Dio può perdonare, difficilmente lo farà il principe.

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Nihil mortalibus arduum est

La locuzione latina Nihil mortalibus arduum est, tradotta letteralmente, significa nulla è impossibile ai mortali. (Orazio, Odi, libro I, ode III, v. 37) In questa ode, indirizzata all'amico Virgilio al quale augura una felice traversata in occasione di un viaggio di quest'ultimo ad Atene, il poeta si scaglia contro gli uomini, audax Japeti genus (audace prole di Giapeto), per non essersi mai fermati di fronte ad alcun ostacolo.

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Nihil sub sole novum

Nihil sub sole novum (o anche Nihil novum sub sole, Nihil sub sole novi, Nihil novi sub sole) è una locuzione latina che dalla Bibbia (Qohelet), è entrata nell'uso comune della lingua italiana.

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Nil est dictu facilius

La locuzione latina Nihil est dictu facilius, tradotta alla lettera, significa nulla è più facile della parola (Terenzio, Phormio v. 300). Questa frase è pronunciata dal servo Geta rivolgendosi a Demifone, padre di Antifonte.

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Nil sine magno labore vita dedit mortalibus

La locuzione latina Nihil sine magno labore vita dedit mortalibus, tradotta letteralmente, significa nulla la vita concede agli uomini senza grande sforzo.

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Nimium ne crede colori

La locuzione latina Nimium ne crede colori, tradotta letteralmente, significa non fidarti troppo del colore. (Virgilio, Bucoliche, Egl. II).

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Noli adfectare quod tibi non est datum, delusa ne spes ad querelam recidat

La locuzione latina Noli adfectare quod tibi non est datum, delusa ne spes ad querelam recidat, tradotta letteralmente, significa non aspirare a ciò che non ti è stato dato, affinché la tua speranza delusa non abbia motivo di lamentarsi.

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Noli me tangere

Noli me tàngere (in latino "non mi toccare") è il nome con cui è noto l'episodio biblico dell'apparizione di Gesù risorto a Maria Maddalena, narrato nel vangelo di Giovanni, versetti.

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Noli turbare circulos meos

"Non turbare i miei cerchi", secondo una diffusa leggenda queste sarebbero state le ultime parole di Archimede, il famoso scienziato siracusano.

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Nomen nescio

Nomen nescio (o anche nescio nomen, lett. «non conosco il nome») è un'espressione latina, spesso abbreviata N.N., usata per indicare la non completa identificazione di una persona o talvolta di un oggetto da parte di chi scrive, o una qualche altra volontà di anonimato.

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Nomen omen

La frase Nomen omen (o al plurale nomina sunt omina) è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa «il nome è un presagio», «un nome un destino», «il destino nel nome», «di nome e di fatto», e deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino.

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Non est vivere, sed valere vita est

Non est vivere, sed valere vita est è una locuzione latina presente in un epigramma di Marziale (Marziale, Epigrammi, libro VI, 70:15). La traduzione letterale è:"La vita non è vivere, ma essere valido", che si può interpretare come "Senza capacità vitali, la vita non è degna di essere vissuta".

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Non expedit

Non expedit (in italiano: non conviene) è una disposizione della Santa Sede con la quale si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani partecipassero alle elezioni politiche del Regno d'Italia e, per estensione, alla vita politica nazionale italiana, sebbene tale divieto non fosse esteso alle elezioni amministrative.

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Non ignara mali, miseris succurrere disco

La frase latina Non ignara mali, miseris succurrere disco, tradotta letteralmente, significa Non ignara della sofferenza, imparo a soccorrere i miseri (gli infelici) (Virgilio, Eneide, I, 630).

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Non in commotione Dominus

La locuzione latina non in commotione Dominus (1 Re 19,11) significa "il Signore (Dio) non era nel terremoto". Generalmente, vuol significare che non è possibile trovare Dio in un momento di grandi sconvolgimenti.

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Non multa, sed multum

La locuzione latina Non multa sed multum, tradotta letteralmente, significa non molte, ma molto. (Quintiliano, Instit., X, I, 59). Proverbio già conosciuto dagli antichi Romani, che in sostanza vuol dire non esser conveniente studiar molte cose, ma poche e bene.

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Non omne quod licet honestum est

Il brocardo Non omne quod licet honestum est (in italiano non tutto quanto è (giuridicamente) permesso, è (moralmente) onesto) esprime un principio di diritto risalente al giureconsulto romano Paolo.

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Non omnia possumus omnes

Non omnia possumus omnes è una locuzione latina. Tradotta letteralmente, significa: "Non tutti possiamo tutto" Questo motto è già attestato in Lucilio.

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Non omnis moriar

La locuzione latina Non omnis moriar (Orazio, Odi, III, 30, 6), tradotta letteralmente, significa Non morirò tutto. Orazio probabilmente si riferiva alla sua opera poetica, che sarebbe sopravvissuta alla sua morte, in analogia a un altro suo famoso verso: Exegi monumentum aere perennius (Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo, Odi, III, 30, 1), in cui il poeta esprime la convinzione di aver creata, con i suoi poemi, un'opera perenne che lo renderà immortale.

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Non plus ultra

La locuzione latina non plus ultra o nec plus ultra, tradotta letteralmente, significa non più avanti, in contrapposizione all'altro motto plus ultra (sempre avanti).

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Non vi no vini, sed vi no aquae

Non vi no vini sed vi no aquae (traduzione: Non nuoto con la forza del vino, ma nuoto con la forza dell'acqua). È un proverbio latino ma anche una frase "trabocchetto", spesso usata per indovinelli e scherzi dagli studenti di latino a causa della somiglianza tra vi no e vino (per cui la traduzione "errata" sarebbe non con vino di vino, ma con vino d'acqua).

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Non vivere bonum est, sed bene vivere

La frase latina non vivere bonum est, sed bene vivere (lett. Non è bene il vivere, ma il vivere bene) deriva da un passo delle Lettere a Lucilio di Seneca (ep. 70, 4).

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Nove sed non nova

La locuzione latina Nove sed non nova, tradotta letteralmente, significa presentazione nuova ma non concetto nuovo. Il significato della locuzione è quello di ripetere la stessa cosa, ma sempre in un modo nuovo per adattare il concetto al diverso modo di capire le cose in funzione degli ascoltatori o del variare dei tempi.

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Nulla dies sine linea

La locuzione latina Nulla dies sine linea, tradotta letteralmente, significa nessun giorno senza una linea. (Plinio il Vecchio, Storia Nat., 35).

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Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure

La locuzione latina Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure, tradotta letteralmente, significa non si deve nuocere a nessuno: se qualcuno l'avrà fatto, sarà castigato allo stesso modo.

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Nullus dolor est quem non longinquitas temporis minuat ac molliat

La frase latina nullus dolor est quem non longinquitas temporis minuat ac molliat (lett.: "non vi è nessun dolore che la lunghezza del tempo non diminuisca e allievi") si trova nelle Epistulae ad familiares di Marco Tullio Cicerone (ad Fam., 4, 5).

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Numera stellas si potes

La locuzione latina Numera stellas, si potes, tradotta letteralmente, significa conta le stelle se puoi. (Genesi, XV, 5) Sono le parole che Dio disse ad Abramo per annunziargli la moltitudine dei suoi figli e discendenti.

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Numero Deus impare gaudet

La locuzione latina Numero Deus impare gaudet, tradotta letteralmente, significa Dio ama i numeri dispari. (Virgilio, Egloghe, VIII, 75). Gli antichi credevano che i numeri dispari avessero speciali virtù.

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Numquam est fidelis cum potente societas

La locuzione latina Numquam est fidelis cum potente societas, tradotta letteralmente, significa l'alleanza con il potente non è mai sicura. (Fedro) È il primo verso e la morale della favola esopiana, nella quale il Leone, dopo esser andato a caccia con altri animali più deboli, nel far le parti, finisce, accampando pretesti di ogni genere, coll'attribuirsi tutta la preda.

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Nunc est bibendum

La locuzione latina Nunc est bibendum, tradotta letteralmente, significa «ora bisogna bere». È tratta da un verso di Orazio (Odi, I, 37, 1), che aveva con esso inteso tradurre un altro celebre verso, νῦν χρῆ μεθύσθην (Nyn chrê methysthēn), cioè: «ora bisogna ubriacarsi», del poeta Alceo (framm.

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O felix culpa

La locuzione latina O felix culpa, tradotta letteralmente, significa o colpa felice. La frase, derivata da un'omelia di sant'Agostino, è tratta dalla liturgia della Chiesa, e precisamente dall'Exsultet o preconio pasquale, che viene a tutt'oggi cantato il Sabato santo per la benedizione del cero pasquale.

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O Fortuna

O Fortuna (in italiano O Sorte) è un testo antico in latino medievale, il numero 17 della raccolta nota come Carmina Burana. Il testo spiega come la sorte da favorevole possa diventare avversa, e che essa comandi su qualunque elemento.

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O fortunatos nimium sua si bona norint, agricolas

La locuzione latina O fortunatos nimium, sua si bona norint, agricolas, tradotta letteralmente, significa troppo fortunati sarebbero i contadini, se conoscessero i loro beni.

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O tempora, o mores

O tempora, o mores, locuzione latina, è una frase di Cicerone, dal quarto libro della sua seconda orazione contro Verre (capitolo 25) e dalla Prima orazione contro Catilina.

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O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti

O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti (in italiano «O Tito Tazio, tiranno, tu stesso ti attirasti atrocità tanto tremende!») è una frase latina appartenente agli ''Annales'' del poeta Ennio (Ann. 104 Skutsch), giunti ad oggi in modo frammentario.

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Obsequium amicos, veritas odium parit

La locuzione latina Obsequium amicos, veritas odium parit, tradotta letteralmente, significa: "L'adulazione procaccia amici, la verità attira l'odio" (Terenzio, Andria, a. I, sc. I, verso 68).

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Obtorto collo

Obtorto collo, letteralmente "a collo torto" è una locuzione latina in uso nel linguaggio comune per indicare l'accettazione di imposizioni esterne contro la propria volontà.

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Oleum et operam perdidi

La locuzione latina Oleum et operam perdidi, tradotta letteralmente, significa ci ho rimesso l'olio e la fatica. (Plauto, Poenulus, a. I) Si dice di lavori lunghi e faticosi che non ottengono il risultato sperato, che ci lasciano cioè a mani vuote col danno e le beffe.

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Omissis

Il termine latino omissis (abbreviazione della formula latina ceteris omissis «tralasciate/omesse le altre cose») è frequentemente usato negli atti notarili quando alcune informazioni non sono fornite perché non indispensabili per chi legge, oppure nel rispetto della privacy; si presuppone che la relativa omissione, comunque, nulla tolga alla completezza e alla comprensibilità dell'informazione cui l'atto tende.

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Omne ignotum pro magnifico

La locuzione latina Omne ignotum pro magnifico, tradotta letteralmente, significa tutto ciò che è sconosciuto è sublime (Tacito, Vita di Agricola, 30).

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Omne solum forti patria est

La locuzione latina Omne solum forti patria est, tradotta letteralmente, significa ogni terra è patria del forte. (Ovidio, Fasti Libro 1 v. 493) L'uomo di saldi principi non teme nulla qualunque sia il paese in cui, costretto dagli eventi, si trova ad abitare: esattamente come i pesci si trovano a loro agio nel mare e gli uccelli nell'immensità dei cieli (aut piscibus aequor, ut volucri vacuo quicquid in orbe patet).

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Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci

La locuzione latina Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, tradotta letteralmente, significa: "Ha ottenuto tutti i voti (un consenso unanime) chi ha mescolato l'utile al dolce" (Orazio, Ars poetica, verso 343).

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Omnem locum sapienti viro patriam esse

La locuzione latina Omnem locum sapienti viro patriam esse, tradotta letteralmente, significa ogni luogo è patria per il saggio. (Seneca, Dialogo Consolatio ad Helviam matrem) In quest'opera dedicata alla madre, Seneca inviato in esilio in Corsica perché accusato di adulterio con Giulia Livilla, sorella di Caligola e nipote di Claudio, la rassicura sulla propria fermezza d'animo e, benché si consideri la vera vittima dell'avversa fortuna, trova argomenti per essere il consolatore dei propri cari.

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Omnes feriunt, ultima necat

La locuzione latina omnes feriunt, ultima necat significa tutte feriscono, l'ultima uccide. Sono ben riscontrabili anche le varianti omnes vulnerant, ultima necat e vulnerant omnes, ultima necat.

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Omnia fert aetas

La locuzione latina omnia fert aetas, tradotta letteralmente, significa il tempo porta via tutte le cose (Virgilio Bucoliche Egloga IX). Nel dialogo tra Lycida e Moeris, due pastori-poeti, quest'ultimo ricorda con malinconia quando da fanciullo riusciva con facilità a mandare a memoria una quantità incredibile di versi mentre ora, con il passare degli anni, si sente privato delle sue facoltà mentali, della memoria, del suo "animus": omnia fert aetas, animum quoque.

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Omnia mea mecum porto

Omnia mea mecum porto è una locuzione in lingua latina, usata per esaltare le doti dell'animo rispetto ai beni terreni. In lingua italiana significa "Porto con me tutti i miei beni".

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Omnia munda mundis

Omnia munda mundis è un celebre motto latino, di forte sapore antimoralistico e religioso al tempo stesso. Tradotto letteralmente significa "tutto è puro per i puri" (s'intende, "per chi è puro di cuore e d'animo"), o anche "all'anima pura, tutte le cose (appaiono) pure".

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Omnia mutantur, nihil interit

Omnia mutantur, nihil interit è una locuzione latina d'autore tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. Tradotta alla lettera significa "tutto muta, nulla perisce".

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Omnia probate, quod bonum est tenete

La locuzione latina Omnia probate, quod bonum est tenete, tradotta letteralmente, significa "Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono." Tradotta dal greco, si trova nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (5, 21) di San Paolo.

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Omnia serviliter pro dominatione

La locuzione latina omnia serviliter pro dominatione, tradotta letteralmente, significa comportarsi servilmente per giungere al potere. (Tacito, Liber primus historiarum cap. XXXVI).

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Omnia vincit amor

Omnia vincit amor (pronuncia: òmnia vìncit àmor) è un'espressione latina che significa «l'amore vince ogni cosa», «l'amore trionfa su tutto».

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Omnis comparatio claudicat

Omnis comparatio claudicat è un motto latino dal significato letterale di: «Tutti gli esempi zoppicano». Spesso usato da avvocati o giuristi in forma di brocardo, sottolinea come l'illustrazione di un ragionamento tramite un esempio non risulta essere abbastanza convincente e completa.

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Ope legis

La locuzione latina ope legis (letteralmente, «per opera della legge») è un'espressione in uso nel lessico giuridico. Essa fa riferimento alle ipotesi in cui un dato effetto giuridico si produce automaticamente, per il solo fatto che si verifica la situazione prevista da una disposizione di legge.

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Opera incerta

L'opera incerta (opus incertum) è una tecnica edilizia romana che riguarda il modo in cui viene realizzato il paramento di un muro in opera cementizia.

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Opera omnia

La locuzione latina opera omnia (lett. "tutte le opere") è usata soprattutto in editoria e in bibliografia per indicare il complesso degli scritti di un autore, presentati nella loro stesura più completa e definitiva, e l'edizione stessa che li raccoglie.

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Ora et labora

La locuzione latina ora et labora, tradotta letteralmente, significa "prega e lavora", o "prega e fai fatica". È generalmente associata alla Regola benedettina, sebbene non vi compaia mai al suo interno.

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Ora pro nobis

La locuzione latina ora pro nobis (lett. "prega per noi") deriva direttamente dalla preghiera cristiana Ave Maria, che, verso la fine, recita: "Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.

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Otium cum dignitate

La locuzione latina Otium cum dignitate significa tempo libero da poter dedicare, con tranquillità, alle proprie attività intellettuali (Cicerone De Oratore Libro I, 1-2).

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Oves et boves

La locuzione latina oves et boves, tradotta letteralmente, significa pecore e buoi. (Gv. 2, 14; Ps 8,8) L'evangelista racconta che Gesù trovò i mercanti di pecore, buoi, colombe e i cambiavalute seduti nel tempio di Gerusalemme: et invenit in templo vendentes oves et boves et columbas, et nummularios sedentes.

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Pacta sunt servanda

Il brocardo pacta sunt servanda (in italiano: i patti devono essere osservati) esprime un principio fondamentale del diritto civile e del diritto internazionale.

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Panem et circenses

Panem et circenses (letteralmente «pane e circensi») è una locuzione latina, usata nell'antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe, o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche.

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Par condicio creditorum

La locuzione latina par condicio creditorum, secondo la legge italiana e in particolare nel diritto civile e in quello fallimentare italiano, (letteralmente "parità di trattamento dei creditori") esprime un principio giuridico in virtù del quale i creditori hanno uguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore salve le cause legittime di prelazione.

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Parce sepulto

Parce sepulto è una locuzione latina di Virgilio che in italiano significa, alla lettera, «abbi rispetto per il sepolto» (e, per estensione, per il defunto).

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Parcere subiectis et debellare superbos

Parcere subiectis et debellare superbos è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa risparmiare i sottomessi e abbattere i superbi.

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Pares cum paribus facillime congregantur

La frase latina Pares cum paribus facillime congregantur o Pares cum paribus facile congregantur, tradotta letteralmente, significa "Ognuno con grande facilità (facilmente) frequenta i suoi simili" (Cicerone, De Senectute, III).

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Parturient montes, nascetur ridiculus mus

La locuzione latina Parturient montes, nascetur ridiculus mus, tradotta letteralmente, significa: "I monti avranno le doglie del parto, nascerà un ridicolo topo" (Orazio, Ars poetica, verso 139).

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Parva sed apta mihi

La frase latina Parva sed apta mihi, tradotta letteralmente, significa "Piccola ma adatta a me". Si tratta di un'iscrizione posta sulla facciata della propria casa da Ludovico Ariosto quando, nel 1525, tornò dalla Garfagnana, dove era governatore, nella città di Ferrara, presso cui si stabilì definitivamente.

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Pater familias

La locuzione latina pater familias, tradotta letteralmente, significa ‘padre di famiglia’. Era il custode delle memorie degli antenati, nonché del fuoco domestico, accanto al quale si venerano gli dei della famiglia o lares (dal latino: focolare); l'unico che poteva disporre del patrimonio della famiglia (bestiame, casa, schiavitù, campi).

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Patria est ubicumque est bene

La locuzione latina Patria est ubicumque est bene, tradotta letteralmente, significa la patria è dovunque si stia bene (Cicerone, Tusculanae disputationes, V, 37, 108).

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Paulo maiora canamus

Paulo maiora canamus è un'espressione latina di Virgilio (Bucoliche, IV, 1) che, tradotta letteralmente, significa «cantiamo cose un po' più elevate».

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Paupertas impulit audax

La locuzione latina Paupertas impulit audax, tradotta letteralmente, significa spinse la povertà audace (Orazio, Epist., Il, 2, 51). Nel contesto originario, il poeta racconta che l'indigenza lo spinse a comporre versi; ma nel significato generico la frase vuoi dire che la povertà spinge a far cose temerarie, che non si farebbero senza il suo stimolo.

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Paupertatis onus patienter ferre memento

La frase latina paupertatis onus patienter ferre memento (lett. "ricorda di sopportare con pazienza il peso della povertà") è tratta dai Disticha Catonis (I, 21).

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Pax tibi

Pax tibi è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "pace a te". Sono le prime due parole della frase che compare nello stemma di Venezia su un libro che il leone di san Marco tiene aperto con una zampa.

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Pecunia non olet

Pecunia non olet è una locuzione latina il cui significato letterale è «Il denaro non ha odore». È una frase che viene cinicamente usata per indicare che, qualunque sia la sua provenienza, "il denaro è sempre denaro" o "il denaro è solo denaro", nel senso che il mezzo non determina l'intenzione: la provenienza non darebbe alcuna connotazione positiva o negativa al mezzo/strumento che è il denaro e il suo utilizzo potrebbe essere positivo o non disdicevole.

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Per aspera ad astra

Per aspera ad astra oppure Per aspera sic itur ad astra è una frase latina, spesso usata quale motto o incitazione, che significa letteralmente: «attraverso le asperità sino alle stelle».

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Per fas et nefas

La locuzione latina Per fas et nefas, tradotta letteralmente, significa "con mezzi leciti e illeciti". Cioè con tutti i mezzi possibili. Risente della celebre frase machiavellica secondo cui «il fine giustifica i mezzi».

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Per quae peccat quis, per haec et torquetur

Per quae peccat quis, per haec et torquetur è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «ognuno subisce la tortura per le colpe che commette».

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Per un punto Martin perse la cappa

Per un punto Martin perse la cappa, versione in lingua italiana della frase latina Uno pro puncto caruit Martinus Asello (letteralmente "Per un unico punto Martino perse Asello"), è un modo di dire molto diffuso nella lingua italiana e radicato nella memoria orale.

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Peras imposuit Iuppiter nobis duas

La locuzione latina Peras imposuit Iuppiter nobis duas, tradotta letteralmente, significa Giove ci diede due bisacce (Fedro). Le due bisacce assegnateci da Giove sono quella dei vizi altrui, che portiamo dinanzi, sempre bene in vista, e quella dei nostri difetti, che portiamo invece nascosta sulla schiena.

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Periculum in mora

Periculum in mora è una locuzione latina che significa letteralmente "pericolo nel ritardo" cioè "pericolo/danno causato dal ritardo". È una delle due condizioni che deve necessariamente essere affermata nei ricorsi finalizzati all'ottenimento di un provvedimento cautelare di tipo reale (ad es.

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Perinde ac cadaver

Perinde ac cadaver è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "allo stesso modo di un cadavere".

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Persona non grata

Persona non grata (al plurale: personae non gratae) è una locuzione latina che in lingua italiana letteralmente significa "persona non gradita".

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Pertransiit benefaciendo

Pertransiit benefaciendo (o pertransivit benefaciendo) è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "passò facendo del bene" e deriva da una frase biblica presente nel versetto Atti: È l'elogio postumo della vita del Redentore.

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Petitum e causa petendi

Il petitum e la causa petendi sono gli elementi oggettivi dell'azione in diritto processuale civile italiano.

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Pietatem colite

Pietatem colite è una locuzione latina. La sua traduzione letterale sta per "Praticate la pietà"; non letteralmente, può essere interpretata come: "Onorate la fede".

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Plaudite cives

Plaudite cives! è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "applaudite cittadini!". La claque esisteva già nella Roma antica, ma, essendo un "servizio" per lo più a pagamento, era riservata a chi poteva permettersela.

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Plurale maiestatis

Il plurale maiestatis o plurale maiestatico (dal latino pluralis maiestatis, plurale di maestà) si ha, nella lingua parlata o scritta, quando chi scrive si riferisce a se stesso usando la prima persona plurale anziché singolare.

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Plurima mortis imago

Plurima mortis imago è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «i tanti aspetti della morte». Enea continuando nel suo triste racconto a Didone ricorda l'ultima notte della città di Troia messa a ferro e fuoco dai Greci.

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Poenae mora longa

Poenae mora longa è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "l'attesa del castigo lenta ". Non sempre alla colpa segue immediatamente la pena, ma presto o tardi verrà.

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Post equitem sedet atra cura

La locuzione latina Post equitem sedet atra cura, tradotta letteralmente, significa Dietro al cavaliere siede il nero affanno (Orazio, Carm., 3, 1, 40).

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Post fata resurgo

Post fata resurgo è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "dopo la morte mi rialzo"; si usa per esprimere fiducia nella propria capacità di risollevarsi dalle disavventure e di vincere le avversità del destino.

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Post mortem nihil est

Post mortem nihil est è una locuzione latina, che tradotta alla lettera significa "dopo la morte non esiste nulla". L'autore, Lucio Anneo Seneca, la inserisce nella tragedia Le Troiane (atto II, v. 398-399) con lo scopo di indicare come la morte liberi gli uomini da ogni sofferenza e sia la soluzione di tutti i dolori (mors dolorum omnium exsolutio est); inoltre sostiene che la morte non è né buona né cattiva ma neutrale, dal momento che riduce al nulla ogni cosa.

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Post nubila Phœbus

Il motto latino Post nubila Phœbus (talvolta anche Post Nebula Phœbus) tradotto letteralmente significa: "dopo la pioggia il sole". È una sentenza del buonsenso popolare: significa che in questa vita alle disgrazie sogliono succedere le giornate serene, ai dolori le gioie.

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Post prandium aut stabis aut lente deambulabis

La locuzione latina Post prandium aut stabis aut lente deambulabis, anche conosciuta con Post prandium aut stare aut lento pede deambulare tradotta letteralmente, significa dopo il pranzo o stai in piedi o passeggia lentamente (Scuola medica salernitana - Regimen Sanitatis Salernitanum).

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Post prandium stabis, post coenam ambulabis

Post prandium stabis, post coenam ambulabis è una locuzione latina, che tradotta letteralmente, significa «dopo pranzo riposa, dopo cena passeggia».

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Post scriptum

Un post scriptum (locuzione latina che tradotta letteralmente significa "dopo quanto è stato scritto"), abbreviato in p.s. o poscritto, è una breve aggiunta o un ultimo appunto, a conclusione di una lettera già firmata o, più in generale, di un qualunque messaggio scritto, inclusi SMS e posta elettronica.

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Prima digestio fit in ore

Prima digestio fit in ore è una locuzione latina, che tradotta letteralmente, significa «la prima digestione avviene in bocca» (Scuola medica salernitana - Regimen Sanitatis Salernitanum).

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Primum non nocere

Primum non nŏcēre è una locuzione latina che significa "per prima cosa, non nuocere". Solitamente è uno dei principi che si insegna per primo nelle facoltà di medicina, soprattutto in relazione alla iatrogenesi, anche se è chiaramente un brocardo applicabile quotidianamente in ogni circostanza di vita.

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Primus inter pares

Primum inter pares è un'espressione latina (letteralmente significa "primo tra i pari"), con la quale si identifica una persona rappresentativa in un gruppo di altre che sono al suo stesso livello e con pari dignità; la funzione del primum inter pares è di guida e di coordinamento, e i suoi poteri sono vincolati dalla condizione stessa di essere a capo di persone sue pari.

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Principiis obsta

La locuzione latina principiis obsta, tradotta letteralmente, significa "resisti sin dal principio, sin dall'inizio" (Ovidio). Frase divenuta molto popolare: bisogna nelle malattie ed in genere in tutti i mali prendere gli opportuni provvedimenti subito all'inizio, per non esser poi costretti, quando il male sia progredito, a ricorrere a rimedi ben più dolorosi.

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Principio di necessità

Il principio di necessità è un principio generale dell'ordinamento che giustifica, in presenza di circostanze eccezionali, la violazione o la deroga del diritto normalmente vigente da parte delle autorità pubbliche o dei privati.

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Prior in tempore, potior in iure

Prior in tempore, potior in iure è una locuzione latina che allude ad un canone che può essere letteralmente tradotto in "Primo nel tempo, più forte in diritto".

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Pro capite

Pro capite è una locuzione latina che significa "a testa", cioè "per ciascuno". È usata nel campo statistico per indicare la media "per persona", "singolarmente".

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Pro die

La locuzione latina Pro die, tradotta letteralmente, significa al giorno. Il termine, per quanto ormai desueto, viene utilizzato ancora principalmente in ambito medico o farmaceutico, nelle ricette, per indicare quante volte "al giorno" dev'essere assunta una determinata medicina.

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Pro forma

La locuzione latina pro forma, che in latino significa "per la forma", indica qualcosa fatto per formalità o per salvare le apparenze.

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Pro memoria

La locuzione latina Pro memoria, tradotta letteralmente, significa per la memoria, per ricordare. Può definirsi promemoria, una nota sommaria o anche un semplice appunto, per ricordarsi o tener presente qualcosa di rilevante.

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Pro tempore

Pro tempore (traduzione letterale: temporaneamente) è una locuzione latina che viene usata spesso nel linguaggio comune per indicare una situazione temporale transitoria, non definitiva.

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Procedimento legislativo

Il procedimento legislativo (in lingua latina: iter legis), in diritto, definisce il procedimento formale adottato dall'organo detentore del potere legislativo di uno stato che porta all'approvazione di una legge.

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Procurator omnium bonorum

In diritto romano, con la locuzione latina procurator omnium bonorum, in italiano procuratore di tutti i beni, si definisce colui che rappresenta e amministra tutti i beni di un altro individuo.

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Promoveatur ut amoveatur

La frase latina Promoveatur ut amoveatur significa letteralmente «sia promosso affinché sia rimosso». Viene usata spesso nel linguaggio burocratico per esprimere la necessità di liberare una posizione chiave dell'organigramma dalla persona che lo occupa, promuovendo la stessa persona a un qualunque altro ruolo di rango superiore, per lo più meramente onorifico, essendo questo l'unico mezzo per poterla allontanare dalla posizione occupata senza doverla licenziare.

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Publilio Siro

Sappiamo pochissimo riguardo alla vita di Publilio Siro. Originario di Antiochia (odierna Turchia), fu condotto a Roma come schiavo dalla Siria, anche se gli fu poi data la libertà.

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Pulsate et aperietur vobis

Pulsate et aperietur vobis è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "bussate e vi sarà aperto". Nel Vangelo sono riportate queste parole per far comprendere la costanza e l'insistenza che deve avere la preghiera per ottenere quello che domanda.

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Punica fides

La locuzione latina Punica fides, tradotta letteralmente, significa fedeltà cartaginese. Il termine si basa sul nome con cui i romani chiamavano i cartaginesi, poeni, cioè puni, il quale deriva a sua volta dal greco (phoinikes), cioè fenici (dai quali i cartaginesi discendevano).

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Quadrato del Sator

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.

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Qualis artifex pereo

Qualis artifex pereo! è una locuzione latina, che significa «Quale artista muore con me!» Secondo la biografia (all'interno del De vita Caesarum) del famoso scrittore latino Svetonio, furono queste le ultime parole pronunciate dall'imperatore Nerone quando, in seguito alla ribellione delle legioni di Galba, si uccise a casa di un proprio schiavo pugnalandosi alla gola con l'aiuto del suo funzionario e liberto Epafrodito.

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Qualis pater, talis filius

La frase latina Qualis pater, talis filius vuol dire: «Quale (è) il padre, tale (è) il figlio». In altre parole, il figlio è simile a suo padre.

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Quandoque bonus dormitat Homerus

La locuzione latina Quandoque bonus dormitat Homerus significa "anche il grande Omero talvolta sonnecchia". La locuzione è anche diffusa nelle forme interdum dormitat bonus Homerus, quandoquidem dormitat Homerus e aliquando bonus dormitat Homerus.

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Quantum mutatus ab illo!

La frase latina Quantum mutatus ab illo! (in italiano Quanto diverso da quello (che è stato)) si trova nell'Eneide (II, 274) di Publio Virgilio Marone, pronunciata da Enea, al quale appare in sogno Ettore non in sembianze di eroe della guerra di Troia, bensì coperto di piaghe sanguinanti.

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Quem di diligunt adulescens moritur

La locuzione latina Quem di diligunt adulescens moritur, tradotta letteralmente, significa Muore giovane chi è amato dagli dei. (Plauto, Bacchides, a. IV).

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Qui autem invenit illum invenit thesaurum

Qui autem invenit illum invenit thesaurum è una locuzione latina biblica, che tradotta letteralmente, significa "chi lo trova trova un tesoro".

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Qui fert malis auxilium post tempus dolet

Qui fert malis auxilium, post tempus dolet è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «chi aiuta i malvagi, alla fine se ne pentirà».

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Qui gladio ferit gladio perit

Qui gladio ferit gladio perit è un proverbio latino, che tradotto letteralmente significa «Chi di spada ferisce di spada perisce». La frase è una riformulazione retorica (parallelismo e paronomasia) di quella pronunciata da Gesù quando nell'orto del Getsemani viene catturato dai soldati inviati dai principi dei sacerdoti.

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Qui habet aures audiendi audiat

La locuzione latina Qui habet aures audiendi, audiat, tradotta letteralmente, significa chi ha orecchie per intendere, intenda. Questa frase è ripetuta in vari passi dei Vangeli,.

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Qui pretium meriti ab improbis desiderat, bis peccat

La locuzione latina Qui pretium meriti ab improbis desiderat, bis peccat, tradotta letteralmente, significa chi vuole farsi pagare i favori fatti ai cattivi, sbaglia due volte (Fedro).

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Qui pro quo

Qui pro quo (o anche quid pro quo) è una frase latina che significa "qualcosa al posto di qualcos'altro".

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Qui sine peccato est vestrum primus lapidem mittat

Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «chi tra voi è senza peccato scagli la pietra per primo».

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Qui timet paupertatem, quam timendus est

Qui timet paupertatem, quam timendus est (o Timet qui ecc.) è una locuzione latina la cui traduzione letterale è: Quanto deve essere temuto, chi teme la povertà.

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Quid est veritas?

La frase latina Quid est veritas?, tradotta letteralmente, significa «Che cos'è la verità?». La frase si trova nel Vangelo secondo Giovanni, ed è pronunciata da Ponzio Pilato durante il suo interrogatorio a Gesù.

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Quid non mortalia pectora coges, auri sacra fames

Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames è una frase latina tratta dall'Eneide di Virgilio (Libro III, vv. 56-57), che significa: «a che cosa non spingi l'animo degli uomini, maledetta brama d'oro!».

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Quidquid delirant reges plectuntur Achivi

Quidquid delirant reges, plectuntur Achivi è una locuzione latina, che tradotta letteralmente, significa «gli errori dei re sono scontati dai Greci».

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Quis custodiet ipsos custodes?

Quis custodiet ipsos custodes? è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».

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Quis quid ubi quibus auxiliis cur quomodo quando

Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando? è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «chi, che cosa, dove, con quali mezzi, perché, in qual modo, quando?».

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Quis tulerit Gracchos de seditione querentes?

Quis tulerit Gracchos de seditione querentes? è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «Chi potrebbe sopportare i Gracchi che si lamentano per una sedizione?» (Giovenale, Satire, Il, 2).

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Quo vadis? (locuzione)

La locuzione latina quo vadis? significa 'dove vai?'. Secondo il libro apocrifo degli Atti di Pietro, durante la persecuzione dei cristiani ordinata dall'imperatore Nerone, san Pietro sta fuggendo da Roma per evitare il martirio, quando sulla via Appia gli appare Gesù che cammina nella direzione opposta, verso la città.

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Quod di prius omen in ipsum convertant

Quod di prius omen in ipsum convertant è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «che gli dei ritorcano tale destino su di lui».

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Quod evidens est argumentum, liberum arbitrium esse merum mendacium

Quod evidens est argumentum, liberum arbitrium esse merum mendacium è un ammonimento/avvertimento - difficilmente fraintendibile - contenuto nel De servo arbitrio di Martin Lutero.

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Quod non est in actis non est in mundo

Quod non est in actis non est in mundo è un brocardo che si traduce con "Ciò che non esiste negli atti non esiste nel mondo". La locuzione richiama il principio secondo cui il giudice, nel decidere, deve tenere conto esclusivamente di quanto risulta dagli atti del processo, ignorando tutto il resto.

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Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa «quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini».

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Quod scripsi, scripsi

Quod scripsi, scripsi è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa: "Quello che ho scritto, ho scritto". È tratta dal Vangelo secondo Giovanni:.

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Quorum

Il termine quorum indica il numero di partecipanti o elettori necessario affinché una votazione sia valida. Il termine è mutuato dal latino quorum (dei quali), sottintendendo la frase suffissale è necessaria la presenza o il voto.

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Quos vult Iupiter perdere dementat prius

La locuzione latina Quos vult Iupiter perdere, dementat prius, tradotta letteralmente, significa "a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione".

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Quot capita, tot sententiae

Quot capita tot sententiae, o anche tot capita tot sententiae, è una locuzione latina, la cui traduzione letterale è: «Quante (sono) le teste, altrettanti (sono) i giudizi», proverbio molto diffuso in italiano.

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Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

La locuzione latina Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, tradotta letteralmente, significa «Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?».

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Rara avis

Rara avis è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa «uccello raro» e in senso traslato indica generalmente una persona di rara qualità.

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Rari nantes in gurgite vasto

Rari nantes in gurgite vasto è una locuzione latina traducibile con «rari nuotatori nel vasto gorgo»; si tratta del secondo emistichio di un verso (I, 118) dell'Eneide di Publio Virgilio Marone che venne poi citato più volte nel corso del tempo: già presente in opere letterarie medievali, il suo utilizzo continuò nei secoli fino ad assumere, in tempi più recenti, un valore proverbiale.

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Rasoio di Occam

Il rasoio di Occam, conosciuto anche come principio di economia, o principio di parsimonia, è un principio metodologico che indica di scegliere la soluzione più semplice tra più soluzioni egualmente valide di un problema.

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Redde rationem

La locuzione latina redde rationem, tradotta letteralmente, significa rendi conto. È tratta dal Vangelo secondo Luca. L'evangelista racconta di un uomo ricco che aveva affidato la gestione dei propri beni ad un amministratore.

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Reductio ad Hitlerum

La reductio ad Hitlerum (o reductio ad nazium) è un'espressione ironica che designa, sotto forma di falsa citazione latina, una tattica oratoria mirante a squalificare un interlocutore comparandolo ad Adolf Hitler o al Partito Nazista.

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Regnare nolo liber ut non sim mihi

Regnare nolo, liber ut non sim mihi è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «preferisco non regnare piuttosto che perdere la libertà» (Fedro).

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Relata refero

Relata rèfero, ossia letteralmente, "riferisco cose riferite " o "riporto cose riportate", è una frase latina ancora oggi in uso. È usata per evidenziare l'estraneità di chi sta parlando alle responsabilità comportate da ciò che sta dicendo, sottolineando come quello non sia necessariamente il suo pensiero, ma stia semplicemente riferendo quanto detto da qualcun altro.

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Rem tene, verba sequentur

La locuzione latina Rem tene, verba sequentur può essere tradotta in italiano come «possiedi l'argomento e le parole seguiranno ». La paternità di questa sententia viene attribuita a Catone il Censore da parte del retore Gaio Giulio Vittore, il quale lo cita all'interno della sua opera didascalica denominata Ars rhetorica.

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Repente dives factus est nemo bonus

Repente dives factus est nemo bonus è un detto latino. Letteralmente vuol dire: Nessun buono diventa ricco d'improvviso, cioè Nessuna persona onesta è mai divenuta ricca all'improvviso.

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Repetita iuvant

Repetita iuvant è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "Le cose ripetute giovano".

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Requiescat in pace

La locuzione latina requiescat in pace, tradotta letteralmente, significa "(che egli/ella) riposi in pace". È spesso abbreviata con RIP, che inoltre è l'acronimo di riposi in pace.

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Res magnae gestae sunt

Res magnae gestae sunt è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa «grandi cose furono fatte». La frase si usa per introdursi nella narrazione di grandi imprese di cui si è stati testimoni; ma per lo più si ripete in tono di scherzo, per dire che, volendo far troppo, non si è concluso nulla.

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Res nullius

Res nullius è un'espressione in lingua latina, che significa letteralmente "cosa di nessuno". Con essa si indicano i beni, ossia le cose che possono astrattamente essere oggetto di diritti, che attualmente non si trovino in proprietà di alcuno.

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Res sacra miser

Res sacra miser è una locuzione latina, che tradotta letteralmente, significa «l'infelice è cosa sacra». Con questa sentenza il filosofo romano esprime in maniera lapidaria il rispetto, o quasi la venerazione, che si deve avere per coloro che sono stati abbandonati dalla fortuna.

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Rescritto

Il rescritto (Rescriptum principis) è una delle fonti del diritto romano. In pratica si tratta di una risposta data ad un quesito, attinente a questioni giuridiche, rivolto all'imperatore da parte di un privato o un pubblico funzionario.

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Rex est qui metuit nihil, rex est quique cupiet nihil, hoc regnum sibi quisque dat

Rex est qui metuit nihil, rex est quique cupiet nihil, hoc regnum sibi quisque dat ("Re è chi non teme niente, re è chi nulla desidera, un regno simile ciascuno può darlo a sé stesso.") è una locuzione latina del filosofo Seneca (Thyestes, atto II).

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Ridentem dicere verum: quid vetat?

Ridentem dicere verum: quid vetat? è una locuzione lingua latina contenuta nei ''Sermones'' (o ''Satire'') dell'autore latino Orazio (Libro I, 1, 24).

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Rigor mortis

La locuzione latina rigor mortis (letteralmente: rigidità della morte) è uno dei segni riconoscibili della morte ed è identificata dalla rigidità muscolare del cadavere.

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Risus abundat in ore stultorum

Risus abundat in orae stultorum è una locuzione latina che letteralmente significa "Il riso abbonda sulla bocca degli stolti" (gli stupidi ridono sempre), spiegando che ridere eccessivamente e fuori luogo è sinonimo di stupidità.

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Sacertà

La sacertà (lat. sacertas), secondo il diritto romano, era una sanzione a carattere giuridico-religioso inflitta a colui che determinava, con la propria condotta, un'infrazione della pax deorum; giuridicamente, comportava la perdita della protezione che la civitas garantiva ad ogni cittadino e, quindi, la possibilità per chiunque di uccidere il trasgressore.

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Saepe enim causa moriendi est timide mori

Seneca Saepe enim causa moriendi est timide mori è una locuzione in lingua latina contenuta nel De tranquillitate animi (XI, 4), uno dei dieci Dialoghi - il settimo, dedicato a Sereno - scritti dal filosofo romano Lucio Anneo Seneca ed estrapolata dalla frase.

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Saepe minus faciunt homines qui magna minantur

Saepe minus faciunt homines qui magna minantur - Traduzione latina, ad opera dello scrittore Fedro, di una locuzione greca dello scrittore greco Esopo, (VI secolo a.C.). Traduzione letterale: "Spesso coloro che minacciano di fare grandi cose, fanno meno ". Significato translato: "È solo con la dimostrazione nei fatti, del proprio valore e delle proprie capacità, che si riesce a dimostrare il proprio valore".

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Salmo 130

Il Salmo 129 (numerazione greca), noto anche come De profundis, dalle parole iniziali secondo la traduzione latina della Vulgata, fa parte della raccolta dei 150 Salmi sia nella Tanakh ebraica che nell'Antico Testamento cristiano.

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Salmo 51

Il Salmo 51 (numerazione greca: salmo 50) è ritenuto uno dei principali componimenti del libro biblico dei Salmi. Ha influenzato la teologia di Agostino e di Lutero, oltre a essere stato fonte di ispirazione di innumerevoli composizioni musicali.

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Salus populi suprema lex esto

La locuzione latina Salus populi suprema lex esto, tradotta letteralmente, significa «il bene del popolo sia la legge suprema» (Cicerone, De legibus, IV).

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Santo dei Santi

Nell'ebraismo il Santo dei Santi o Santissimo o Sanctum Sanctorum (in ebraico קֹדֶשׁ הַקֳּדָשִׁים Qodesh ha-Qodashim) costituiva l'area più sacra del tabernacolo prima e del Tempio di Salomone dopo.

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Sapere aude

Sapere aude! (pronuncia sàpere àude; lett.: "osa esser saggio!") è un'esortazione latina, traducibile anche con "abbi il coraggio di conoscere!".

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Satis elucet maiorem habere vim ad discendum liberam curiositatem quam meticulosam necessitatem

Satis elucet maiorem habere vim ad discenda ista liberam curiositatem, quam meticulosam necessitatem è una locuzione latina lasciata da uno dei Padri della Chiesa cattolica, Sant'Agostino, nei suoi scritti di filosofia.

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Semel heres, semper heres

La locuzione latina semel heres semper heres (una volta erede, erede per sempre) esprime un principio fondamentale del diritto successorio in virtù del quale una volta che si sia divenuti erede non è più possibile perdere questa qualità per rinuncia.

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Semel in anno licet insanire

La locuzione latina Semel in anno licet insanire, tradotta letteralmente, significa una volta all'anno è lecito impazzire ("uscire da se stessi").

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Semper fidelis

Semper fidelis è una locuzione latina che indicava l'eterna fedeltà a un capo militare o agli imperatori romani. La locuzione è utilizzata in senso più ampio per indicare la totale adesione e fiducia verso un ideale, un pensiero o l'agire di una persona.

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Senatus consultum ultimum

Il Senatus consultum ultimum (cioè "Ultima decisione del Senato"), o anche Senatus consultum de re publica defendenda (cioè "Decisione del Senato per la difesa della repubblica") è un termineCesare, De bello civili, I, 5.

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Sententiae

Le Sententiae (in italiano tradotto anche come Le sentenze) consistono in una raccolta di frasi di Publilio Siro (I secolo a.C.), circa 700 massime e sentenze morali che lo stesso autore trasse dai suoi lavori.

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Servi sunt; immo homines

Servi sunt; immo homines, letteralmente "sono servi; ma pur sempre uomini", è una frase in latino di Seneca, contenuta nelle Epistulae morales ad Lucilium, in cui difende la dignità umana degli schiavi.

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Si parva licet componere magnis

Si parva licet componere magnis è un'espressione latina che significa «se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi»; è parte di un verso di Virgilio (Georgiche, Libro IV, v. 176).

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Si vis pacem, para bellum

Si vis pacem, para bellum (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina. Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.

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Sic

Sic (pronuncia) è un termine della lingua latina (sīc, la cui traduzione letterale è "così") ed è usato spesso in italiano per indicare che "è proprio così" (Sic et simpliciter).

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Sic et simpliciter

Sic et simpliciter è un'espressione della lingua latina il cui significato è "così e semplicemente". È utilizzata per sottolineare che le cose stanno così e che non c'è niente di complicato da chiarire.

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Sic semper tyrannis

Sic semper tyrannis (lett. "Così sempre ai tiranni"), spesso abbreviate come SST, sono le parole attribuite, secondo una tradizione storiografica apocrifa anglosassone, a Marco Giunio Bruto nell'atto di assassinare Giulio Cesare, anche se, secondo Plutarco, Bruto non avrebbe avuto il tempo di pronunciare alcuna frase, ed infatti tale formulazione, come la variante Sic semper evello mortem tyrannis, non risultano essere presenti nelle biografie di Bruto e Cesare (in Plutarco, Svetonio o Tacito).

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Sic transit gloria mundi

Sic transit gloria mundi (in italiano: "così passa la gloria del mondo"; in senso lato: "come sono effimere le cose del mondo!") è una celebre locuzione in lingua latina.

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Sies baraos trapolorum

Siès baraòs trapolorum non è propriamente una frase latina, ma una storpiatura presente ne I promessi sposi. La frase è detta da Renzo Tramaglino nel cap.

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Silent enim leges inter arma

Silent enim leges inter arma (letteralmente: «Tacciono infatti le leggi in mezzo alle armi») è una frase latina tratta dalla Pro Milone di Cicerone.

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Similia similibus curantur

Similia similibus curantur (o la meno ricorrente similia similibus curentur), è una locuzione latina, che, tradotta letteralmente, significa «i simili si curino coi simili».

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Sine die

Sine die è una locuzione latina traducibile come senza fissare il giorno (letteralmente senza giorno). Frase molto in uso nel linguaggio diplomatico (ad esempio: La seduta è rimandata sine die, cioè senza determinare il giorno in cui dovrà riconvocarsi).

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Sine ira et studio

Sine ira et studio (lett. «senza animosità e parzialità» o «senza ira né pregiudizi») è un'espressione latina con la quale lo storico latino Tacito, negli Annales (1, 1, 3), dichiara la sua intenzione di esporre i fatti storici narrati con assoluta imparzialità e obiettività.

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Sit tibi terra levis

La locuzione latina Sit tibi terra levis, tradotta letteralmente, significa "che la terra ti sia lieve".

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Sol lucet omnibus

La locuzione latina Sol omnibus lucet, tradotta letteralmente, significa il sole risplende per tutti. Il proverbio significa, nel suo senso figurato, che tutti hanno diritto al loro raggio di sole, e cioè che vi sono dei beni naturali comuni a ogni individuo, dei quali non si può esser privati con la prepotenza e l'ingiustizia.

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Sospensione (diritto canonico cattolico)

Nel diritto canonico cattolico, la sospensione è una sanzione penale che riguarda solo i chierici. Appartiene alla categoria della censura, o delle pene "medicinali", perché mirano soprattutto all'emendamento del colpevole.

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SPQR

SPQR (acronimo dal latino - il Senato e il Popolo Romano) è insieme una sigla e un simbolo che racchiude in sé le figure che rappresentano il potere dello Stato romano dopo la fine dell'età regia: il Senato e il popolo, cioè le due classi dei patrizi e dei plebei che erano a fondamento dello Stato romano.

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Stabat Mater

Lo Stabat Mater (dal latino per Stava la madre) è una preghiera - più precisamente una sequenza - cattolica del XIII secolo tradizionalmente attribuita al beato Jacopone da Todi.

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Stare decisis

Lo stare decisis (in latino: "rimanere su quanto deciso") è un principio generale dei sistemi di common law, in forza del quale il giudice è obbligato a conformarsi alla decisione adottata in una precedente sentenza, nel caso in cui la fattispecie portata al suo esame sia identica a quella già trattata nel caso in essa deciso.

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Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

La locuzione latina Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus ("la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi") è una variazione dal verso I, 952 del poema in esametri De contemptu mundi di Bernardo di Cluny (da non confondere con l'omonima opera in prosa del cardinal Lotario di Segni, futuro papa Innocenzo III).

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Status quo

Status quo è un'espressione derivata dal latino in statu quo ante (.

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Stemma di Ragusa

Lo stemma della Città di Ragusa è costituito da uno scudo sannitico di color azzurro su cui è presente un'aquila al naturale beccata e rostrata d'oro tenente con gli artigli un caduceo e una cornucopia anch'esse d'oro, lo scudo è timbrato da una corona da città.

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Subdolis ite obviam

Subdolis ite obviam è una locuzione in lingua latina il cui significato è - in senso lato - Andate contro i cattivi. La frase va resa infatti, e in maniera più centrata, con: opponetevi (ite ob-viam.

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Sui generis

Sui generis (letteralmente: di un genere suo proprio) è una locuzione latina in uso nella lingua italiana. Viene usata per indicare l'atipicità di un soggetto, un fatto, un oggetto, un atteggiamento, che si distingue per via delle sue caratteristiche singolari, particolari, strane e non facilmente definibili.

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Summum ius, summa iniuria

Summum ius, summa iniuria è una locuzione latina il cui significato è "il sommo diritto è somma ingiustizia", oppure "il massimo del diritto è il massimo dell'ingiustizia".

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Superficies solo cedit

Il brocardo superficies solo cedit racchiude un principio giuridico risalente al diritto romano, secondo il quale tutto ciò che viene costruito sul suolo altrui ne costituisce un incremento e quindi spetta al proprietario del suolo.

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Sursum corda

La locuzione Sursum corda ("In alto i cuori") appartiene al rito della Messa in lingua latina secondo il rito romano della Chiesa cattolica.

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Sutor, ne ultra crepidam!

Sutor, ne ultra crepidam! (Ciabattino, non oltre le scarpe!) è una locuzione latina usata per dissuadere dall'esprimersi coloro che tendono a parlare di materie o argomenti su cui non hanno alcuna competenza.

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Tam deest avaro quod habet, quam quod non habet

«Tam deest avaro quod habet, quam quod non habet» è una delle Sententiae (Sent. 694) dello scrittore romano Publilio Siro (I secolo a.C.). La traduzione letterale della massima è: «All'avaro manca tanto ciò che ha, quanto ciò che non ha».

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Tam dixit quam voluit

Trattasi di brocardo latino per lo più applicabile alla sfera del diritto, meglio conosciuto come "quod Lex voluit, dixit", ossia "ciò che la legge vuole, lo dice".

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Tantundem eiusdem generis

Tantundem eiusdem generis et qualitatis (spesso semplicemente solo tantundem) è una locuzione latina che significa "lo stesso ammontare di generi della stessa qualità".

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Tempus edax rerum

La locuzione latina Tempus edax rerum, tradotta letteralmente, significa il tempo che tutto divora. (Ovidio, Metamorfosi, XV, 234). Il poeta, con questa espressione, evidenzia il trascorrere inesorabile del tempo, indipendentemente dalle vicende umane.

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Tempus fugit

La locuzione latina tempus fugit, tradotta letteralmente significa "il tempo fugge". Nell'italiano corrente viene anche tradotta come "il tempo vola".

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Tempus lugendi

Il tempus lugendi (in latino, letteralmente "tempo del pianto") consiste in un intervallo temporale decorrente dalla cessazione del vincolo matrimoniale, entro cui si determina per la donna un impedimento alla contrazione di un nuovo matrimonio.

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Tempus regit actum

Tempus regit actum è una locuzione in lingua latina usata nel mondo del diritto, solitamente tradotta in italiano con l'espressione "il tempo regola l'atto" (processuale).

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Terminus post quem

L'espressione latina terminus post quem (abbrev. tpq o TPQ, "data dopo la quale") è comunemente impiegata per indicare un limite anteriore per la datazione di un evento, di un'opera, di un manufatto o di una struttura naturale.

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Tertium non datur

Tertium non datur (tradotto: «Una terza cosa non è data») è una locuzione che sta a significare che una terza soluzione (una terza via, o possibilità) non esiste rispetto a una situazione che paia prefigurarne soltanto due.

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Tertius e caelo cecidit Cato

Tertius e caelo cecidit Cato: celeberrima sentenza di Giovenale (Sat. 2.40) la cui traduzione: "Ci è caduto dal cielo un terzo Catone" si commenta quasi da sola.

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Timeo Danaos et dona ferentes

La frase latina Timeo Danaos et dona ferentes ("temo i Danai anche quando recano doni") si trova nell'Eneide (Libro II, 49) di Publio Virgilio Marone.

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Timeo hominem unius libri

Timeo lectorem unius libri o Timeo hominem unius libri (letteralmente “Temo l'uomo di un solo libro” o "Temo il lettore di un solo libro"; manca la fonte) è una locuzione latina attribuita a Tommaso d'Aquino e può significare due distinti messaggi: «Meglio studiare solo un argomento (libro) in modo approfondito, piuttosto che tanti, ma superficialmente»: da qui il temere come riconoscimento di un interlocutore preparato su un dato argomento.

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Titulus crucis

Nei Vangeli, il titulus crucis (titolo della croce) fu un'iscrizione apposta sopra la croce durante la crocifissione di Gesù. Secondo quanto riferito dal vangelo di Giovanni, l'iscrizione recitava "Gesù nazareno, re dei giudei" e sarebbe stata scritta in ebraico, latino e greco.

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Tritono

Il tritono (o trìtono s. m.) è un intervallo musicale specifico, che distanzia una nota dall'altra di 3 toni interi (o di 6 semitoni). E nonostante, nella teoria musicale, possa essere scelto partendo da qualsiasi posizione della scala, ogni intervallo d'ottava è composto da 2 tritoni, che dividono esattamente l'ottava a metà (ognuno con 6 dei 12 semitoni).

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Tu quoque

L'argomento tu quoque è una fallacia logica, in cui si giustificano le proprie azioni menzionando azioni analoghe compiute da altri: si cerca cioè di screditare la posizione di un avversario asserendo la sua incoerenza nel mantenere detta posizione.

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Tu quoque, Brute, fili mi!

Tu quoque, Brute, fili mi! (Persino tu, Bruto, figlio mio) è un'espressione latina attribuita a Giulio Cesare. Si narra che queste siano state le ultime parole da lui pronunciate in punto di morte (Idi di marzo del 44 a.C.), mentre veniva trafitto dai congiurati, riconoscendo fra i suoi assassini il volto di Marco Giunio Bruto.

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Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit

Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit (LA) (trad. "Dove la legge ha voluto ha detto, dove non ha voluto ha taciuto") è un brocardo latino evocato a proposito dell'interpretazione della legge: se, infatti, in un disposto normativo non è stata prevista una fattispecie o non è stato analizzato un determinato aspetto, si deve presupporre che il legislatore non lo abbia voluto normare (difetto di norma) e che pertanto non si debba procedere a interpretazioni estensive.

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Ubi maior minor cessat

La locuzione latina ubi maior minor cessat, tradotta letteralmente, significa «dove vi è il maggiore, il minore decade». Il significato completo può essere così descritto: «in presenza di quel che possiede più potere o importanza, chi ne ha meno perde la propria rilevanza».

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Ubi societas, ibi ius

Ubi societas, ibi ius è una locuzione in latino che significa "dove c'è una società, lì vi è il diritto". Qualsiasi società (istituzione o ordinamento) non può esistere senza darsi un diritto, e non può esserci diritto senza un'organizzazione sociale sottostante.

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Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant (in italiano: "dove fanno il deserto, lo chiamano pace") è una locuzione latina tratta dall'Agricola di Publio Cornelio Tacito.

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Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia

Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia (anche in versione contratta: Ubi tu ibi ego) è una formula rituale delle nozze latine, con cui uno sposo e una sposa si promettono di amarsi di fronte a un flamine, e significa: "Dove tu sarai, lì io sarò "; cioè, con una parafrasi sarà, "ovunque tu sei, io sarò con te".

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Ultima ratio regum

La locuzione latina ultima ratio regum, tradotta letteralmente, significa l'ultima ragione dei re, ovvero in senso metaforico indica come la forza militare sia la risorsa finale a sostegno dell'autorità di un sovrano.

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Una salus victis, nullam sperare salutem

La locuzione latina Una salus victis, nullam sperare salutem, tradotta letteralmente, significa "Una sola salvezza resta ai vinti, non sperare nella salvezza" (Virgilio, Eneide, II, 354) È in altre parole il coraggio della disperazione.

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Unguibus et rostro

La locuzione latina Unguibus et rostro, tradotta letteralmente, significa con le unghie e con il becco. Motto derivato dall'uso degli uccelli che normalmente si difendono con le unghie e con il becco.

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Unicuique suum

La locuzione latina unicuique suum è la rielaborazione del suum cuique tribuere (in italiano: dare a ciascuno il suo), uno fra i principali precetti del diritto romano.

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Unum castigabis, centum emendabis

Unum castigabis, centum emendabis è una locuzione latina che significa letteralmente "Ne castigherai uno, ne correggerai cento") e che si può rendere liberamente come "Punire un errore per correggerne cento". Il significato è analogo a quello del detto cinese Colpirne uno per educarne cento (in cinese), che compare nel Libro degli Han come motto del funzionario cinese della dinastia Han Yin Wenggui (morto nel 62 a.C.).

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Urbi et Orbi

Urbi et Orbi è una locuzione latina composta da due sostantivi, Urbi e Orbi, uniti dalla congiunzione et: Urbi significa "all'Urbe", per gli antichi Romani la città di Roma, Orbi significa "all'Orbe", nel senso di "mondo".

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Usufrutto

Lusufrutto è un diritto reale minore regolato dagli articoli 978 e seguenti del codice civile, consistente nel diritto di un soggetto (usufruttuario) di godere di un bene di proprietà di un altro soggetto (nudo proprietario) e di raccoglierne i frutti, ma con l'obbligo di rispettarne la destinazione economica.

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Ut pictura poësis

La locuzione latina Ut pictura poësis, formulata dal poeta Quinto Orazio Flacco, tradotta letteralmente significa "Come nella pittura così nella poesia" (Orazio, A. Pisone, 361).

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Ut res magis valeat quam pereat

In diritto, il brocardo ut res magis valeat quam pereat, o actus interpretandus est potius ut valeat quam ut pereat (Digesto, 45, I, 80), esprime il principio in base al quale l'interpretazione del contratto deve essere orientata nel senso in cui il suo testo possa avere qualche effetto anziché in quello in cui non ne avrebbe avuto alcuno, ciò valendo anche per ciascuna delle sue clausole.

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Ut sementem feceris, ita metes

La locuzione latina ut sementem feceris, ita metes (letteralmente "come avrai seminato, così mieterai") è usata per evidenziare la prevedibilità delle conseguenze di determinate azioni umane, svolgendo l'eziologia di un effetto in genere sgradito come responsabile dello stesso che lo patisce per averlo egli stesso causato indirettamente ma appunto prevedibilmente.

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Ut supra

Con l'espressione latina ut supra, che letteralmente significa "come sopra", l'autore di un testo scritto avvisa il lettore che, nel punto dove è inserita la locuzione in parola, deve considerarsi inserita altresì una sezione di testo identica ad altra di cui si è scritto in precedenza.

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Vacatio legis

In giurisprudenza e in diritto, la locuzione latina vacatio legis, genericamente traducibile come "mancanza della legge", indica una condizione di non vigenza di una norma, sia perché ve ne sia una già emanata e che debba ancora entrare in vigore (per decorso del prescritto tempo ovvero per non ancora intervenuta ratifica o comunque perfezionamento della richiesta procedura), sia perché si conosca o comunque percepisca la necessità di regolamentazione di una materia per la quale, nel periodo considerato, non vi siano norme vigenti.

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Vae victis

Vae victis (pronuncia ecclesiastica:, pronuncia classica o ''restituta''), è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa "guai ai vinti".

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Vanitas vanitatum et omnia vanitas

Vanitas vanitatum et omnia vanitas (in italiano, "vanità delle vanità, tutto è vanità") è una locuzione latina. Come Nihil sub sole novum, la frase è tratta dalla versione in latino del Qohelet (o Ecclesiaste), un libro sapienziale della Bibbia ebraica e cristiana, in cui ricorre per due volte.

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Veni, vidi, vici

Veni, vidi, vici (lett. Venni, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Gaio Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II del Ponto a Zela, nel Ponto.

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Verba volant, scripta manent

Verba volant, scripta manent è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "le parole volano, gli scritti rimangono". Questo antico proverbio, che trae origine da un discorso di Caio Tito al senato romano, insinua la prudenza nello scrivere, perché, se le parole facilmente si dimenticano, gli scritti possono sempre formare documenti incontrovertibili.

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Vere Papa mortuus est

Vere Papa mortuus est ("Il Papa è veramente morto") è la frase pronunciata dal cardinale camerlengo quando, dopo aver chiamato per tre volte col nome proprio il pontefice di cui si sospetta la morte domandandogli "Dormis tu?" ("Dormi?" in latino) e avergli percosso lievemente la fronte con un martelletto d'argento, egli non risponde né manifesta alcuna reazione fisica.

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Vi veri universum vivus vici

Vi veri universum vivus vici è una frase latina che significa: "Con la forza della verità, vivendo, ho conquistato l'universo.", utilizzata dall'occultista inglese Aleister Crowley come motto nella sua carica di Magister Templi.

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Via Crucis

La Via Crucis (dal latino, Via della Croce - anche detta Via Dolorosa) è un rito della Chiesa cattolica con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Gesù Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota.

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Victrix causa diis placuit sed victa Catoni

La locuzione latina Victrix causa diis placuit sed victa Catoni, tradotta letteralmente, significa: "la causa vincitrice piacque agli dèi, ma quella sconfitta a Catone".

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Video meliora proboque, deteriora sequor

La locuzione latina Video meliora proboque, deteriora sequor è traducibile in italiano come: "Vedo il meglio e l'approvo, ma seguo il peggio".

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Videre nostra mala non possumus, alii simul delinquunt, censores sumus

Videre nostra mala non possumus, alii simul delinquunt, censores sumus. Locuzione latina del poeta Fedro, il cui significato letterale è: Non possiamo vedere i nostri sbagli ma, non appena gli altri fanno errori simili, facciamo la parte dei giudici.

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Vim vi repellere licet

Il brocardo vim vi repellere licet (tratta dal Digesto giustinianeo), in italiano "è lecito respingere la violenza con la violenza", esprime un antico principio di diritto, noto anche come legittima difesa, che consente ad un soggetto che subisce una offesa ingiusta di difendere i propri diritti con l'uso della forza, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.

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Vir bonus dicendi peritus

Vir bonus dicendi peritus ("uomo di valore, ed esperto nell'arte della parola") è una locuzione latina attribuita a Catone e in seguito ripresa da Cicerone e Quintiliano.

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Vires acquirit eundo

La locuzione latina Vires acquirit eundo, tradotta letteralmente, significa "acquista le forze camminando" (Virgilio, Eneide, IV, 175). Virgilio parla qui della fama, che tanto più cresce quanto più si diffonde.

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Virtute siderum tenus

La locuzione latina Virtute Siderum Tenus, significa: con valore verso le stelle. È il motto dell'Aeronautica Militare Italiana ed appare sotto lo stemma araldico.

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Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile

Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile è una locuzione in lingua latina il cui significato letterale è "la vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile".

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Vivere est cogitare

La locuzione latina Vivere est cogitare, tradotta letteralmente, significa Vivere è pensare (Cicerone, Tuscul. disp., 5, 38, 111). La frase non richiederebbe ulteriori spiegazioni.

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Vivit sub pectore vulnus

La locuzione latina Vivit sub pectore vulnus, tradotta letteralmente, significa la ferita sanguina nell'intimo del cuore (Virgilio, Eneide, IV, 67).

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Volenti non fit iniuria

Il brocardo volenti non fit iniuria, tradotto letteralmente, significa "a chi acconsente, non si fa danno". Questo principio di diritto nega l'esistenza dell'offesa quando una persona ha consentito ad un'azione.

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Vota superis reddite

La locuzione latina Vota superis reddite, tradotta letteralmente, significa mantenete gli impegni presi con gli dei. Essa è contenuta nell'ottava fabula della cosiddetta Appendix perottina delle Fabulae di Fedro.

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Vox clamantis in deserto

Vox clamantis in deserto (letteralmente 'la voce di colui che grida nel deserto') è una locuzione latina riferibile a 'persona i cui consigli rimangono inascoltati'.

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Vox populi, vox Dei

Vox populi, vox Dei, è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa: "voce di popolo, voce di Dio". Viene fatta impropriamente risalire alla Bibbia (Libro di Isaia), dove ha significato di tipo invocativo, diverso da quello poi attribuito.

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Vulgare amici nomen, sed rara est fides

La locuzione latina Vulgare amici nomen, sed rara est fides, tradotta letteralmente, significa frequente il nome di amico, ma la fedeltà è rara (Fedro).

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Vulpes pilum mutat, non mores

Vulpes pilum mutat, non mores (con cui si rende la proposizione subordinata oggettiva infinitiva latina Vulpem pilum mutare, non mores) è la versione in lingua latina del celebre detto popolare La volpe cambia (o perde) il pelo ma non il vizio (o la propria natura, i propri costumi).

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Conosciuto come Frasi latine, Locuzione latina, Massime latine, Proverbi latini.

, Ad unguem, Ad usum fabricae, Adfines inter se non sunt adfines, Adfinitas in coniuge superstite non deletur, Adfinitas iure nulla successio permittitur, Adoptio naturam imitatur, Adtemptata pudicitia, Aequam memento servare mentem, Aequo pulsat pede, Aere perennius, Aes triplex, Age quod agis, Agnosco veteris vestigia flammae, Agnus Dei, Albo signanda lapillo, Alea iacta est, Alibi, Aliena vitia in oculis habemus a tergo nostra sunt, Alieni iuris, Alle calende greche, Alter ego, Alterum non laedere, Alto papavero, Amicum secreto admone, palam lauda, Amicus certus in re incerta cernitur, Amicus Plato, sed magis amica veritas, Amittit merito proprium qui alienum appetit, Amor et deliciae humani generis, Angina pectoris, Angulus ridet, Animus meminisse horret, Anno Domini, Ante litteram, Apertis verbis, Aquae et ignis interdictio, Arbiter elegantiae, Arcades ambo, Argumentum ad hominem, Ars gratia artis, Asinus asinum fricat, Asinus portans mysteria, Auctoritas, Audacter calumniare, semper aliquid haeret, Audendum est: fortes adiuvat ipsa Venus, Audentes Fortuna iuvat, Audiatur et altera pars, Aurea mediocritas, Aurora polare, Aut aut, Aut Caesar, aut nihil, Aut dedere aut punire, Avanti Cristo, Avarum est mulierum genus, Ave atque vale, Ave Maria, Ave, Caesar, morituri te salutant, Avvocato del diavolo, Barba non facit philosophum, Barbaque erat promissa, Beati monoculi in terra caecorum, Beati pauperes spiritu, Beatus ille qui procul negotiis, Bella gerunt alii, tu felix Austria nube, Bella matribus detestata, Bellum omnium contra omnes, Bene vixit qui bene latuit, Bis dat, qui cito dat, Bononia docet, Brevi manu, Brevis esse laboro, obscurus fio, Brocardo, Busillis, Caelo tonantem credidimus Iovem regnare, Caesarem vehis, Cane Nero magna bella Persica, Canis a non canendo, Cantabit vacuus coram latrone viator, Captatio benevolentiae, Caput mortuum, Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est, Carme LXXXV, Carmina non dant panem, Carpe diem, Carpent tua poma nepotes, Carthago delenda est, Casta est quam nemo rogavit, Castigat ridendo mores, Casum sentit debitor, Casus belli, Causa patrocinio non bona peior erit, Cavallo di Troia, Cave canem, Cave ne cadas, Caveant consules, Caveat emptor, Cedant arma togae, Cerebrum non habet, Certa amittimus, dum incerta petimus, Cessione del credito, Ceteris paribus, Chorda semper oberrat eadem, Cibi condimentum est fames, Cineri gloria sero venit, Civis Romanus sum, Clausola solve et repete, Clavis aurea, Cogitationis poenam nemo patitur, Cognitio extra ordinem, Come volevasi dimostrare, Comportamenti concludenti, Compos mentis, Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur, Condicio sine qua non, Conosci te stesso, Consanguineus lethi sopor, Consequentia mirabilis, Consilia qui dant prava cautis hominibus et perdunt operam et deridentur turpiter, Constanter et non trepide, Consummatum est, Contra legem facit qui id facit quod lex prohibet, Contra potentes nemo est munitus satis, Contraria contrariis curantur, Contumacia, Cor unum et anima una, Coram populo, Corruptissima re publica plurimae leges, Cras credo, hodie nihil, Credo quia absurdum, Credo ut intelligam, Cui prodest?, Cuique suum, Cuius regio, eius religio, Cum grano salis, Cupio dissolvi, Cur nimium adpetimus? 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Deus, ecce deus, Di meliora piis, Diameter Spherae Thau Circuli Crux orbis non orbis prosunt, Dictum factum, Diem perdidi, Dies a quo non computatur in termino, Dies irae, Difficile est longum subito deponere amorem, Difficiles nugae, Diligite iustitiam qui iudicatis terram, Dimidium facti, qui coepit, habet, Dimostrazione per assurdo, Diritto reale, Disciplitus est prioris posterior dies, Discite iustitiam moniti, et non temnere divos, Divide et impera, Diviserunt sibi vestimenta mea, Do ut des, Do ut facias, Doctum doces, Dolus an virtus quis in hoste requirat?, Domenica in albis, Dominium ex iure Quiritium, Donec eris felix, multos numerabis amicos; tempora si fuerint nubila, solus eris, Dopo Cristo, Ducunt volentem fata, nolentem trahunt, Dulce et decorum est pro patria mori, Dulces moriens reminiscitur Argos, Dulcia linquimus arva, Dulcis in fundo, Dum nihil habemus maius, calamo ludimus, Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, Dum vitant stulti vitia in contraria currunt, Dura lex, sed lex, E pluribus unum, Eadem mutata resurgo, Ecce ancilla Domini, Ecce Homo, Ecce iterum Crispinus, Ego sum qui sum, Eheu fugaces labuntur anni, Eiusdem furfuris, Elephas indus culices non timet, Emptio non tollit locatum, Emunctae naris, Eneide, Epicuri de grege porcum, Erga omnes, Eripe me his, invicte, malis, Eritis sicut dii, Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, Error communis facit ius, Est modus in rebus, Et campos ubi Troia fuit, Et facere et pati fortia romanum est, Et formosos saepe inveni pessimos, et turpi facie multos cognovi optimos, Et in Arcadia ego, Etiam capillus unus habet umbram suam, Etiam periere ruinae, Etiamsi omnes, ego non, Eventus docet: stultorum iste magister est, Ex abrupto, Ex abundantia enim cordis os loquitur, Ex ante, Ex cathedra, Ex commodo, Ex dono, Ex eodem ore calidum et frigidum efflare, Ex falso sequitur quodlibet, Ex genere Achillis, Ex lege, Ex libris, Ex me natam relinquo pugnam Leuctricam, Ex nihilo nihil fit, Ex nunc, Ex ore parvulorum veritas, Ex post, Ex professo, Ex tunc, Ex ungue leonem, Ex voto, Excelsior!, Excusatio non petita, accusatio manifesta, Exempli gratia, Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor, Expende Hannibalem, Extra Ecclesiam nulla salus, Extra moenia, Extra omnes, Fabas indulcat fames, Faber est suae quisque fortunae, Facilis descensus Averno, Facit indignatio versum, Factotum, Fama crescit eundo, Fama volat, Favete linguis, Felix qui potuit rerum cognoscere causas, Feriuntque summos fulmina montes, Fervet olla, vivit amicitia, Festina lente, Fiat lux, Fiat voluntas tua, Ficta confessio, Fidus Achates, Finis Poloniae, Fluctuat nec mergitur, Foenum habet in cornu, Forma mentis, Forsan et haec olim meminisse iuvabit, Fortiter ille facit qui miser esse potest, Fortuna vitrea est; tum cum splendit, frangitur, Fortunam criminis pudeat sui, Fortunate senex, Frangar, non flectar, Fructus sine usu esse non potest, Frustra habet qui non utitur, Fumus boni iuris, Fumus persecutionis, Furor arma ministrat, Gallia est omnis divisa in partes tres, Gaudeamus igitur, Genius loci, Genus numquam perit, Gloria (inno cristiano), Gloria victis, Graeca sunt, non leguntur, Graecia capta ferum victorem cepit, Grammatici certant et adhuc sub iudice lis est, Grande mortalis aevi spatium, Gratis et amore Dei, Gutta cavat lapidem, Habeas corpus, Habemus confitentem reum, Habemus Papam, Habent insidias hominis blanditiae mali, Habent sua fata libelli, Habitat, Haec mutatio dexterae Excelsi, Haec ornamenta mea, Haeret lateri lethalis arundo, Hannibal ante portas, Heri dicebamus, Hi in curribus et hi in equis, Hic et nunc, Hic manebimus optime, Hic Rhodus, hic salta, Hic sunt leones, Historia magistra vitae, Hoc erat in votis, Hoc opus, hic labor, Hodie mihi, cras tibi, Hominem experiri multa paupertas iubet, Homines id quod volunt credunt, Homines, nihil agendo, agere consuescunt male, Homo doctus in se semper divitias habet, Homo homini lupus, Homo in periclum simul ac venit callidus, reperire effugium quaerit alterius malo, Homo sine pecunia est imago mortis, Homo sum, humani nihil a me alienum puto, Honestatis fructus in conscientia quam in fama reponatur, Honos alit artes, Horas non numero nisi serenas, Horresco referens, Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam, Hostis humani generis, Humus, Hypotheses non fingo, I vitelli dei romani sono belli, Iam proximus ardet Ucalegon, Ibi deficit orbis, Ibidem, Ibis redibis non morieris in bello, Id est, Idem est non esse et non probari, Ignorantia legis non excusat, Ignoscito saepe alteri, numquam tibi, Ignoti nulla cupido, Ignoto militi, Iliacos intra muros peccatur et extra, Illic stetimus et flevimus quum recordaremur Sion, Impavidum ferient ruinae, Imperare sibi, Imperium in imperio, Imprimatur, In alto loco, In articulo mortis, In camera caritatis, In cauda venenum, In claris non fit interpretatio, In corpore vili, In crastinum differo res severas, In die perniciosum, In diebus illis, In dubio pro reo, In extremis, In fieri, In folio, In girum imus nocte et consumimur igni, In hoc signo vinces, In illiquidis non fit mora, In itinere, In manus tuas, In medias res, In medio stat virtus, In nuce, In nullum hominem avarus bonus est, in se pessimus, In partibus infidelium, In pectore, In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen, mutant pauperes, In rerum natura, In saecula saeculorum, In silico, In silvam non ligna feras insanius, In tenui labor at tenuis non gloria, In utroque iure, In varietate concordia, In vestimentis non est sapientia mentis, In vino veritas, In vitro, In vivo, Inadimplenti non est adimplendum, Inaudita altera parte, Incertae sedis, Indovinello, Infandum, regina, iubes renovare dolorem, Iniurias accipiendo, et gratias agendo, Inops potentem dum vult imitari perit, Insalutato hospite, Insula in flumine nata, Intelligenti pauca, Inter nos, Inter utrumque tene medio tutissimus ibis, Invita Minerva, Ipse dixit, Ipso facto, Iracundiam qui vincit, hostem superat maximum, Ite missa est, Iudex iuxta alligata et probata iudicare debet, Iura novit curia, Iurare in verba magistri, Ius gentium, Ius murmurandi, Ius primae noctis, Ius utendi et abutendi, Ius vitae necisque, La volpe e l'uva, Labor omnia vincit, Laborare est orare, Lapsus calami, Lapsus linguae, Latet anguis in herba, Laudator temporis acti, Laurea honoris causa, Lege agere, Legge del taglione, Levius fit patientia quidquid corrigere est nefas, Lex est quod populus iubet atque constituit, Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur, Lingua latina, Lippis et tonsoribus, Longo sed proximus intervallo, Lucidus ordo, Lucrum cessans, Lucus a non lucendo, Lupus in fabula, Macte animo, Magis ter meus asinus est, Magna Carta, Magna cum laude, Magna Grecia, Magnae spes altera Romae, Magni nominis umbra, Magnificat, Maior e longinquo reverentia, Maiores pennas nido, Mala fides superveniens non nocet, Mala herba cito crescit, Male parta, male dilabuntur, Manibus date lilia plenis, Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces, Manu militari, Manus manum lavat, Mare nostrum, Margaritas ante porcos, Mater artium necessitas, Materiam superabat opus, Maxima debetur puero reverentia, Mea culpa, Medice, cura te ipsum, Medio tutissimus ibis, Melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi, Melius scitur Deus nesciendo, Memento audere semper, Memento mori, Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris, Mens agitat molem, Mens sana in corpore sano, Mirabile dictu, Modus operandi, Modus ponens, Modus tollens, Modus vivendi, Monitoribus asper, More uxorio, Mors omnia solvit, Mors tua vita mea, Mos maiorum, Motto olimpico, Motu proprio, Mutatis mutandis, Natura abhorret a vacuo, Natura non facit saltus, Naturam expellas furca, tamen usque recurret, Navigare necesse est, vivere non est necesse, Ne bis in idem, Ne gloriari libeat alienis bonis, Ne quid nimis, Nec mortale sonans, Nec pluribus impar, Nec spe nec metu, Nec vi, nec clam, nec precario, Necesse est multos timeat quem multi timent, Neminem laedit qui suo iure utitur, Nemini res sua servit, Nemo iudex in causa sua, Nemo me impune lacessit, Nemo plus iuris in alium transferre potest quam ipse habet, Nemo potest duobus dominis servire, Nemo potest personam diu ferre, Nemo pro parte testatus pro parte intestatus decedere potest, Nemo propheta in patria, Nemo Romanorum pacis mentionem habere dignatus est, Nemo sua sorte contentus, Nemo tenetur se detegere, Neque semper arcum tendit Apollo, Nescio vos, Nescit vox missa reverti, Nigro notanda lapillo, Nihil admirari, Nihil de principe, parum de Deo, Nihil mortalibus arduum est, Nihil sub sole novum, Nil est dictu facilius, Nil sine magno labore vita dedit mortalibus, Nimium ne crede colori, Noli adfectare quod tibi non est datum, delusa ne spes ad querelam recidat, Noli me tangere, Noli turbare circulos meos, Nomen nescio, Nomen omen, Non est vivere, sed valere vita est, Non expedit, Non ignara mali, miseris succurrere disco, Non in commotione Dominus, Non multa, sed multum, Non omne quod licet honestum est, Non omnia possumus omnes, Non omnis moriar, Non plus ultra, Non vi no vini, sed vi no aquae, Non vivere bonum est, sed bene vivere, Nove sed non nova, Nulla dies sine linea, Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure, Nullus dolor est quem non longinquitas temporis minuat ac molliat, Numera stellas si potes, Numero Deus impare gaudet, Numquam est fidelis cum potente societas, Nunc est bibendum, O felix culpa, O Fortuna, O fortunatos nimium sua si bona norint, agricolas, O tempora, o mores, O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti, Obsequium amicos, veritas odium parit, Obtorto collo, Oleum et operam perdidi, Omissis, Omne ignotum pro magnifico, Omne solum forti patria est, Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Omnem locum sapienti viro patriam esse, Omnes feriunt, ultima necat, Omnia fert aetas, Omnia mea mecum porto, Omnia munda mundis, Omnia mutantur, nihil interit, Omnia probate, quod bonum est tenete, Omnia serviliter pro dominatione, Omnia vincit amor, Omnis comparatio claudicat, Ope legis, Opera incerta, Opera omnia, Ora et labora, Ora pro nobis, Otium cum dignitate, Oves et boves, Pacta sunt servanda, Panem et circenses, Par condicio creditorum, Parce sepulto, Parcere subiectis et debellare superbos, Pares cum paribus facillime congregantur, Parturient montes, nascetur ridiculus mus, Parva sed apta mihi, Pater familias, Patria est ubicumque est bene, Paulo maiora canamus, Paupertas impulit audax, Paupertatis onus patienter ferre memento, Pax tibi, Pecunia non olet, Per aspera ad astra, Per fas et nefas, Per quae peccat quis, per haec et torquetur, Per un punto Martin perse la cappa, Peras imposuit Iuppiter nobis duas, Periculum in mora, Perinde ac cadaver, Persona non grata, Pertransiit benefaciendo, Petitum e causa petendi, Pietatem colite, Plaudite cives, Plurale maiestatis, Plurima mortis imago, Poenae mora longa, Post equitem sedet atra cura, Post fata resurgo, Post mortem nihil est, Post nubila Phœbus, Post prandium aut stabis aut lente deambulabis, Post prandium stabis, post coenam ambulabis, Post scriptum, Prima digestio fit in ore, Primum non nocere, Primus inter pares, Principiis obsta, Principio di necessità, Prior in tempore, potior in iure, Pro capite, Pro die, Pro forma, Pro memoria, Pro tempore, Procedimento legislativo, Procurator omnium bonorum, Promoveatur ut amoveatur, Publilio Siro, Pulsate et aperietur vobis, Punica fides, Quadrato del Sator, Qualis artifex pereo, Qualis pater, talis filius, Quandoque bonus dormitat Homerus, Quantum mutatus ab illo!, Quem di diligunt adulescens moritur, Qui autem invenit illum invenit thesaurum, Qui fert malis auxilium post tempus dolet, Qui gladio ferit gladio perit, Qui habet aures audiendi audiat, Qui pretium meriti ab improbis desiderat, bis peccat, Qui pro quo, Qui sine peccato est vestrum primus lapidem mittat, Qui timet paupertatem, quam timendus est, Quid est veritas?, Quid non mortalia pectora coges, auri sacra fames, Quidquid delirant reges plectuntur Achivi, Quis custodiet ipsos custodes?, Quis quid ubi quibus auxiliis cur quomodo quando, Quis tulerit Gracchos de seditione querentes?, Quo vadis? (locuzione), Quod di prius omen in ipsum convertant, Quod evidens est argumentum, liberum arbitrium esse merum mendacium, Quod non est in actis non est in mundo, Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini, Quod scripsi, scripsi, Quorum, Quos vult Iupiter perdere dementat prius, Quot capita, tot sententiae, Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, Rara avis, Rari nantes in gurgite vasto, Rasoio di Occam, Redde rationem, Reductio ad Hitlerum, Regnare nolo liber ut non sim mihi, Relata refero, Rem tene, verba sequentur, Repente dives factus est nemo bonus, Repetita iuvant, Requiescat in pace, Res magnae gestae sunt, Res nullius, Res sacra miser, Rescritto, Rex est qui metuit nihil, rex est quique cupiet nihil, hoc regnum sibi quisque dat, Ridentem dicere verum: quid vetat?, Rigor mortis, Risus abundat in ore stultorum, Sacertà, Saepe enim causa moriendi est timide mori, Saepe minus faciunt homines qui magna minantur, Salmo 130, Salmo 51, Salus populi suprema lex esto, Santo dei Santi, Sapere aude, Satis elucet maiorem habere vim ad discendum liberam curiositatem quam meticulosam necessitatem, Semel heres, semper heres, Semel in anno licet insanire, Semper fidelis, Senatus consultum ultimum, Sententiae, Servi sunt; immo homines, Si parva licet componere magnis, Si vis pacem, para bellum, Sic, Sic et simpliciter, Sic semper tyrannis, Sic transit gloria mundi, Sies baraos trapolorum, Silent enim leges inter arma, Similia similibus curantur, Sine die, Sine ira et studio, Sit tibi terra levis, Sol lucet omnibus, Sospensione (diritto canonico cattolico), SPQR, Stabat Mater, Stare decisis, Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus, Status quo, Stemma di Ragusa, Subdolis ite obviam, Sui generis, Summum ius, summa iniuria, Superficies solo cedit, Sursum corda, Sutor, ne ultra crepidam!, Tam deest avaro quod habet, quam quod non habet, Tam dixit quam voluit, Tantundem eiusdem generis, Tempus edax rerum, Tempus fugit, Tempus lugendi, Tempus regit actum, Terminus post quem, Tertium non datur, Tertius e caelo cecidit Cato, Timeo Danaos et dona ferentes, Timeo hominem unius libri, Titulus crucis, Tritono, Tu quoque, Tu quoque, Brute, fili mi!, Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit, Ubi maior minor cessat, Ubi societas, ibi ius, Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant, Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia, Ultima ratio regum, Una salus victis, nullam sperare salutem, Unguibus et rostro, Unicuique suum, Unum castigabis, centum emendabis, Urbi et Orbi, Usufrutto, Ut pictura poësis, Ut res magis valeat quam pereat, Ut sementem feceris, ita metes, Ut supra, Vacatio legis, Vae victis, Vanitas vanitatum et omnia vanitas, Veni, vidi, vici, Verba volant, scripta manent, Vere Papa mortuus est, Vi veri universum vivus vici, Via Crucis, Victrix causa diis placuit sed victa Catoni, Video meliora proboque, deteriora sequor, Videre nostra mala non possumus, alii simul delinquunt, censores sumus, Vim vi repellere licet, Vir bonus dicendi peritus, Vires acquirit eundo, Virtute siderum tenus, Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile, Vivere est cogitare, Vivit sub pectore vulnus, Volenti non fit iniuria, Vota superis reddite, Vox clamantis in deserto, Vox populi, vox Dei, Vulgare amici nomen, sed rara est fides, Vulpes pilum mutat, non mores.