Analogie tra Pietro Bembo e Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua
Pietro Bembo e Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua hanno 20 punti in comune (in Unionpedia): Benedetto Varchi, Carlo Bembo, Carlo Dionisotti, Cola Bruno, Correttore di bozze, Dante Alighieri, Decameron, Ercole Strozzi, Federigo Fregoso, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Giovanni Tacuino, Giuliano de' Medici, duca di Nemours, Lorenzo de' Medici, Marco Tullio Cicerone, Metrica, Papa Clemente VII, Publio Virgilio Marone, Questione della lingua, Venezia.
Benedetto Varchi
Nato a Firenze da famiglia originaria di Montevarchi nel 1503, Benedetto Varchi studiò all'Università di Pisa per diventare notaio.
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Carlo Bembo
È uno dei protagonisti del dialogo delle Prose della volgar lingua, pubblicate nel 1525. Nel 1501, agendo probabilmente come prestanome del fratello, richiese a Venezia il privilegio di stampa per un'edizione delle opere volgari di Dante e di Petrarca.
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Carlo Dionisotti
Professore di Letteratura italiana a Londra, dove svolse la maggior parte della sua carriera universitaria, fu tra i maggiori storici della letteratura italiana e in particolare uno dei massimi studiosi italiani di Pietro Bembo.
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Cola Bruno
Niccolò Bruno, più noto come Cola Bruno, in rapporti con i maggiori letterati del tempo, fu, per quasi cinquant'anni sia nelle faccende familiari sia in quelle di lettere, amico, segretario, collaboratore fedele, uomo di fiducia, educatore dei suoi figli, collaboratore indispensabile del Bembo, conosciuto a Messina intorno al 1494, nella scuola di Costantino Lascaris.
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Correttore di bozze
Il correttore di bozze è lo specialista o la persona qualificata che professionalmente effettua la lettura delle bozze di un testo destinato alla stampa, in modo da trovare e correggere eventuali errori tipografici.
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Dante Alighieri
Il nome "Dante", secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante "Alighieri" si affermò solo con l'avvento di Boccaccio.
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Decameron
Il Decameron, o Decamerone (parola composta parentesi, genitivo plurale di, hÄ“méra, "giorno", letteralmente "di dieci giorni", nel senso di " di dieci giorni"), è una raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo, probabilmente tra il 1349 (anno successivo all'epidemia di peste nera in Europa) e il 1351 (secondo la tesi di Vittore Branca) o il 1353 (secondo la tesi di Giuseppe Billanovich).
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Ercole Strozzi
Succedette al padre nella carica di giudice dei XII Savi, alla quale peraltro rinunciò dopo pochi mesi. Scrisse, come il padre, eleganti elegie e sonetti in latino, da alcuni giudicate migliori di quelle del padre.
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Federigo Fregoso
Federigo Fregoso era il figlio di Agostino Fregoso e di Gentile da Montefeltro, figlia di Federico da Montefeltro, duca di Urbino.
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Francesco Petrarca
Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito filosofico, l'agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una rivalutazione storico-filologica dei classici latini.
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Giovanni Boccaccio
Conosciuto anche come "il Certaldese", fu una delle figure più importanti nel panorama letterario europeo del XIV secolo. Alcuni studiosi (tra i quali Vittore Branca) lo definiscono come il maggior prosatore europeo del suo tempo, uno scrittore versatile che amalgamò tendenze e generi letterari diversi facendoli confluire in opere originali, grazie a un'attività creativa esercitata all'insegna dello sperimentalismo.
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Giovanni Tacuino
Fu un importante editore attivo a Venezia tra l'ultimo decennio del XV secolo e la prima metà del XVI, contemporaneo del più famoso Aldo Manuzio.
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Giuliano de' Medici, duca di Nemours
Giuliano, dopo la seconda cacciata dei Medici da Firenze (1494-1512), durante il suo esilio frequentò illustri artisti, letterati e cortigiani, da Ludovico Ariosto e Raffaello Sanzio a Ottaviano Fregoso, da Ludovico di Canossa a Bernardo Dovizi da Bibbiena, fino a Baldassarre Castiglione, che fece di lui uno dei personaggi del Cortegiano, e a Pietro Bembo, che nelle Prose della volgar lingua gli attribuisce il ruolo di paladino del modello del «buon parlare» fiorentino.
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Lorenzo de' Medici
Lorenzo divenne, insieme al fratello minore Giuliano, signore de facto di Firenze dopo la morte del padre Piero. Nei primi anni di governo (1469-1478), il giovane Lorenzo condusse una politica interna volta a rinforzare da un lato le istituzioni repubblicane in senso filo-mediceo, dall'altro a sopprimere le ribellioni delle città sottoposte a Firenze (celebri i casi di Prato e Volterra).
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Marco Tullio Cicerone
Esponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, fu una delle figure più rilevanti dell'antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C. (tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica).
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Metrica
La metrica è la struttura ritmica di un componimento poetico, descritta attraverso la lunghezza, tipo e accentuazione dei versi e del tipo di rime utilizzate: la critica letteraria, analizzando una parte significativa della produzione poetica di una certa cultura, stabilisce dei canoni, delle categorie ricorrenti e significative, che classificano la composizione dei versi e delle strofe.
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Papa Clemente VII
Giulio era figlio naturale, poi legittimato, di Giuliano de' Medici, ucciso nella Congiura dei Pazzi un mese prima della sua nascita, e di una certa Fioretta, forse figlia di Antonio Gorini.
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Publio Virgilio Marone
Al poeta viene attribuita anche una serie di componimenti giovanili, la cui autenticità è oggetto di discussioni accademiche, che si è soliti indicare nel complesso come Appendix Vergiliana (Appendice Virgiliana).
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Questione della lingua
La questione della lingua fu la disputa su quale modello linguistico adottare nella penisola italiana; sorta in ambito letterario, ebbe la sua fase più acuta agli inizi del Cinquecento, per poi protrarsi con alterne vicende (almeno) fino ad Alessandro Manzoni.
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Venezia
Venezia (AFI:,; Venesia in venetoPoiché manca una grafia standardizzata per il veneziano e il veneto in generale, per trascrivere la pronuncia locale vengono utilizzate grafie alternative: Venesia, Venezia, Venexia, Venessia e Venezsia. In antico diffuse anche le grafie Vinegia e Venethia. In latino il nome della città è Venetiae e si tratta di un plurale tantum, cfr. a questo proposito il paragrafo Origini del nome.) è un comune italiano di abitanti, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Veneto.
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Confronto tra Pietro Bembo e Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua
Pietro Bembo ha 262 relazioni, mentre Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua ha 42. Come hanno in comune 20, l'indice di Jaccard è 6.58% = 20 / (262 + 42).
Riferimenti
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