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Lex Publilia Voleronis

Indice Lex Publilia Voleronis

La lex Publilia Voleronis è una lex publica votata nel 471 a.C. su proposta dei tribuni della plebe di quell'anno, tra i quali Publilio Volerone, primo propositore della legge, e Gaio Letorio.

Indice

  1. 11 relazioni: Appio Claudio Sabino Inregillense (console 471 a.C.), Censore, Edile (storia romana), Gaio Letorio, Leggi romane, Lex Icilia de Aventino publicando, Lucio Pinario Mamercino Rufo, Publilio Volerone, Publio Furio Medullino Fuso, Repubblica romana, Tito Quinzio Capitolino Barbato.

Appio Claudio Sabino Inregillense (console 471 a.C.)

Figlio di Appio Claudio Sabino Inregillense, il fondatore della gens Claudia, di origine sabina. Il padre proveniva da una località chiamata Inregillum, la cui collocazione attuale è sconosciuta.

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Censore

Il censore era, nell'antica Roma, chi esercitava la censura, la magistratura istituita nel 443 a.C. e operante fino al 350 d.C. Divenne inutilizzata nel tardo periodo repubblicano, venne ripristinata da Augusto.

Vedere Lex Publilia Voleronis e Censore

Edile (storia romana)

Gli edili erano magistrati di antiche città sabine e latine, tra cui Roma.

Vedere Lex Publilia Voleronis e Edile (storia romana)

Gaio Letorio

Nel 471 a.C., consoli Appio Claudio Sabino Inregillense e Tito Quinzio Capitolino Barbato, come tribuno della plebe, replicò al discorso pronunciato da Appio Claudio, contro l'adozione della Lex Publilia Voleronis, proposta dal tribuno Publilio Volerone.

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Leggi romane

Questa pagina propone una parziale ed ancora incompleta lista di leggi romane. Il nome della legge di solito proviene dalla gens del magistrato proponente (qualsiasi magistrato dai questori in poi per la lex comitialis, il tribuno della plebe per gli ''scita plebis''), declinato alla forma femminile, perché in latino legge (lex, legis, nominativo plurale leges) è una parola di genere femminile.

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Lex Icilia de Aventino publicando

La lex Icilia detta de Aventino publicando è una lex publica approvata nel 456 a.C., consoli Spurio Verginio Tricosto Celiomontano e Marco Valerio Massimo Lettuca, su proposta del tribuno della plebe Lucio Icilio.

Vedere Lex Publilia Voleronis e Lex Icilia de Aventino publicando

Lucio Pinario Mamercino Rufo

Lucio Pinario viene eletto nel 472 a.C. console insieme a Publio Furio Medullino FusoDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 40Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 56.

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Publilio Volerone

Nel 473 a.C., consoli Lucio Pinario Mamercino Rufo e Vopisco Giulio Iullo, fu indetta una leva militare, nella quale Publilio Volerone fu arruolato come soldato semplice, quando lo stesso, aveva già servito nell'esercito come centurione.

Vedere Lex Publilia Voleronis e Publilio Volerone

Publio Furio Medullino Fuso

Publio Furio apparteneva al ramo Medullino della nobile ''gens'' Furia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma ed era il fratello di Spurio Furio Medullino Fuso, che fu eletto console nel 464 a.C. e fu poi consul suffectus nel 453 a.C. Nel 472 a.C. viene eletto console insieme a Lucio Pinario Mamercino RufoDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 40Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 56.

Vedere Lex Publilia Voleronis e Publio Furio Medullino Fuso

Repubblica romana

La Repubblica romana (in latino: Res publica Romana) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana.

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Tito Quinzio Capitolino Barbato

Fu eletto console nel 471 a.C. con il collega Appio Claudio Sabino Inregillense, quest'ultimo eletto grazie all'appoggio dei patrizi, che si opponevano alla Lex Publilia Voleronis.

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