Stiamo lavorando per ripristinare l'app di Unionpedia nel Google Play Store
UscenteArrivo
🌟Abbiamo semplificato il nostro design per una migliore navigazione!
Instagram Facebook X LinkedIn

Tribuno della plebe

Indice Tribuno della plebe

Il tribuno della plebe fu la prima magistratura plebea a Roma. Il nome deriva dalle antiche tribù formatesi fin dall'età regia.

Indice

  1. 654 relazioni: Ab Urbe condita libri, Acuzia, Adriano, Africa (provincia romana), Agrippa Furio Fuso, Agrippa Menenio Lanato (console 439 a.C.), Alessandro Severo, Alto impero romano, Ambitus (diritto romano), Anaciclosi, Anarchia militare, Antistia, Antistio Sosiano, Antonia (figlia di Marco Antonio Cretico), Apologo di Menenio Agrippa, Appio Claudio Crasso, Appio Claudio Crasso Inregillense Sabino, Appio Claudio Pulcro (console 143 a.C.), Appio Claudio Pulcro (console 54 a.C.), Appio Claudio Sabino Inregillense (console 471 a.C.), Appio Erdonio, Aquileia (città antica), Arco d'Augusto (Fano), Arco di Germanico, Aruleno Rustico, Assedio di Brindisi (49 a.C.), Assedio di Corfinio, Assedio di Marsiglia, Assedio di Nisibis (68 a.C.), Augusto, Aulo Aternio Varo Fontinale, Aulo Cecina Tacito, Aulo Cornelio Cosso (tribuno consolare 369 a.C.), Aulo Gabinio, Aulo Gabinio Secondo, Aulo Gabinio Secondo (console 43), Aulo Larcio Lepido Sulpiciano, Aulo Manlio Capitolino, Aulo Manlio Vulsone (console 474 a.C.), Aulo Platorio Nepote, Aulo Plauzio (pretore 51 a.C.), Aulo Postumio Albino (console 99 a.C.), Aulo Sempronio Atratino (console 497 a.C.), Aulo Sempronio Atratino (tribuno consolare 425 a.C.), Aulo Terenzio Varrone Murena, Aulo Verginio Tricosto Celiomontano, Aulo Verginio Tricosto Rutilo, Aureliano, Aurum Tolosanum, Aventino, ... Espandi índice (604 più) »

Ab Urbe condita libri

Ab Urbe condita libri CXLII (cioè I 142 libri dalla fondazione della Città, dove "la Città", per antonomasia, è Roma), o semplicemente Ab Urbe condita, in italiano anche Storia di Roma, e talvolta Historiae (ossia Storie), è il titolo, derivato dai codici (vedi Ab Urbe condita), con cui l'autore, lo storico latino Tito Livio, indica l'estensione e l'argomento della sua opera: la storia narrata a partire dalla fondazione di Roma (753 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Ab Urbe condita libri

Acuzia

Acutia discendeva da una famiglia plebea romana, la gens Acutia. Fu la moglie di Publio Vitellio il Giovane. È nota in quanto Tacito racconta che, successivamente al matrimonio e dopo la morte di Tiberio, fu accusata da Lelio Balbo e condannata per aver insultato l'imperatore, ma il tribuno della plebe Giunio Otone oppose il proprio veto alla condanna.

Vedere Tribuno della plebe e Acuzia

Adriano

Successore di Traiano, fu uno dei "buoni imperatori" secondo lo storico Edward Gibbon. Colto e appassionato ammiratore della cultura greca, viaggiò per tutto l'impero e valorizzò le province.

Vedere Tribuno della plebe e Adriano

Africa (provincia romana)

La provincia romana dAfrica, a partire da Augusto Africa Proconsolare, corrispose inizialmente al territorio adiacente a Cartagine e si estese successivamente, a spese del regno di Numidia, lungo le coste del Maghreb, comprendendo i territori occupati oggi dalla Tunisia (ad esclusione della sua parte desertica), la costa orientale dell'Algeria e quella occidentale della Libia.

Vedere Tribuno della plebe e Africa (provincia romana)

Agrippa Furio Fuso

Nel 391 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Furio Medullino, Servio Sulpicio Camerino, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo e Gaio Emilio MamercinoTito Livio, Ab Urbe condita, V, 3, 32.

Vedere Tribuno della plebe e Agrippa Furio Fuso

Agrippa Menenio Lanato (console 439 a.C.)

Agrippa Menenio Lanato fu eletto console a Roma nel 439 a.C. con il collega Tito Quinzio Capitolino Barbato, al suo sesto consolato.

Vedere Tribuno della plebe e Agrippa Menenio Lanato (console 439 a.C.)

Alessandro Severo

Adottato dal cugino e imperatore Eliogabalo, dopo il suo assassinio Alessandro salì al trono. Data la sua giovane età (fu imperatore a tredici anni), il potere fu effettivamente esercitato dalle donne della sua famiglia, la nonna Giulia Mesa e la madre Giulia Mamea.

Vedere Tribuno della plebe e Alessandro Severo

Alto impero romano

LAlto impero romano è il primo periodo dell'impero romano e va dalla fine della guerra civile nel 31 a.C. fino alla presa di potere di Diocleziano nel 284.

Vedere Tribuno della plebe e Alto impero romano

Ambitus (diritto romano)

Nell'antico diritto romano, l'ambitus era un crimine di corruzione politica, principalmente il tentativo di un candidato di influenzare l'esito (o la direzione) di un'elezione attraverso la corruzione o altre forme di potere morbido.

Vedere Tribuno della plebe e Ambitus (diritto romano)

Anaciclosi

L'anaciclosi (in greco antico: ἀνακύκλωσις, anakýklōsis, "ciclo") è una teoria storiografica circa l'evoluzione ciclica dei regimi politici che, deteriorandosi man a mano, si susseguirebbero secondo un andamento circolare nel tempo e, quando giunti all'ultimo stadio, ritornerebbero alla forma iniziale di partenza riprendendone lo sviluppo.

Vedere Tribuno della plebe e Anaciclosi

Anarchia militare

Con il termine anarchia militare si indica un turbolento periodo del III secolo d.C., durato circa 50 anni, in cui vennero eletti imperatori, comandanti militari dalla lunga esperienza maturata sui campi di battaglia, amati dalle loro truppe e che, per questo, ricevettero il potere assoluto dal proprio esercito.

Vedere Tribuno della plebe e Anarchia militare

Antistia

L'unica fonte nota su Antistia è costituita dalle Vite Parallele di Plutarco, in particolare la Vita di Pompeo e, secondariamente, la Vita di Silla; p.87, scritte circa 130 anni dopo i fatti.

Vedere Tribuno della plebe e Antistia

Antistio Sosiano

Nel 56 divenne tribuno della plebe. La sua carriera politica si affievolì allorché nel 62 perse l'ufficio di pretore, poiché aveva scritto un pamphlet contro l'imperatore Nerone.

Vedere Tribuno della plebe e Antistio Sosiano

Antonia (figlia di Marco Antonio Cretico)

Solo dopo l'uccisione del padre Marco Antonio Oratore, e la temporanea pausa degli aspri conflitti fra mariani e sillani, Marco Antonio Cretico riuscì a concludere il patto matrimoniale che lo legava astutamente alla potente ''gens'' Iulia.

Vedere Tribuno della plebe e Antonia (figlia di Marco Antonio Cretico)

Apologo di Menenio Agrippa

L'apologo di Menenio Agrippa fu un discorso pronunciato da Menenio Agrippa nel 494 a.C. ai plebei che, per protesta, avevano abbandonato Roma e occupato il Monte Sacro per ottenere la parificazione dei diritti con i patrizi (azione detta secessio plebis).

Vedere Tribuno della plebe e Apologo di Menenio Agrippa

Appio Claudio Crasso

Nel 403 a.C. fu eletto tribuno consolare con Manio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Potito, Marco Quintilio Varo, Lucio Giulio Iullo, Marco Furio FusoTito Livio,, cita 8 consoli per l'anno; M'.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Claudio Crasso

Appio Claudio Crasso Inregillense Sabino

Fu eletto console con Tito Genucio Augurino nel 451 a.C., anno in cui fu istituito il primo decemvirato; come compenso della perdita della carica consolare, Appio fu designato come membro del decemvirato.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Claudio Crasso Inregillense Sabino

Appio Claudio Pulcro (console 143 a.C.)

Era figlio di Gaio Claudio Pulcro; divenne console nel 143 a.C. e, per poter celebrare un trionfo, attaccò i Salassi, popolo celtico stanziato nell'attuale Valle d'Aosta e in Canavese.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Claudio Pulcro (console 143 a.C.)

Appio Claudio Pulcro (console 54 a.C.)

Figlio dell'omonimo Appio Claudio Pulcro, console nel 79 a.C., dopo la morte del padre, nel 76 a.C.,Fezzi, Il tribuno Clodio, p. 16.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Claudio Pulcro (console 54 a.C.)

Appio Claudio Sabino Inregillense (console 471 a.C.)

Figlio di Appio Claudio Sabino Inregillense, il fondatore della gens Claudia, di origine sabina. Il padre proveniva da una località chiamata Inregillum, la cui collocazione attuale è sconosciuta.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Claudio Sabino Inregillense (console 471 a.C.)

Appio Erdonio

Ai tempi di Tito Tazio i Sabini si erano divisi. Molti erano rimasti anche nelle loro terre e da lì avevano continuato a combattere con i popoli finitimi e con i Romani.

Vedere Tribuno della plebe e Appio Erdonio

Aquileia (città antica)

Aquileia romana (l'odierna Aquileia in Friuli; in latino Aquileia) fu fondata nel 181 a.C. dai Romani,Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo, I, 13.2.

Vedere Tribuno della plebe e Aquileia (città antica)

Arco d'Augusto (Fano)

L'Arco d'Augusto di Fano è la porta cittadina in forma di arco a tre fornici. Costituisce l'accesso in città dall'antica via Flaminia, che all'interno delle mura diventa il decumano massimo.

Vedere Tribuno della plebe e Arco d'Augusto (Fano)

Arco di Germanico

L'arco di Germanico è un arco onorario romano del I secolo situato a Saintes (dipartimento della Charente Marittima nella regione del Poitou-Charentes), antica Mediolanum Santonum.

Vedere Tribuno della plebe e Arco di Germanico

Aruleno Rustico

Allievo di Seneca e nonno di Quinto Giunio Rustico (altro stoico e maestro dell'imperatore romano Marco Aurelio), Aruleno fu amico e sostenitore di Trasea Peto.

Vedere Tribuno della plebe e Aruleno Rustico

Assedio di Brindisi (49 a.C.)

Lassedio di Brindisi del 49 a.C. (l'antica Brundisium) venne posto subito dopo quello di Corfinio, al principio della guerra civile romana, scoppiata tra Gaio Giulio Cesare e gli optimates capeggiati da Gneo Pompeo Magno.

Vedere Tribuno della plebe e Assedio di Brindisi (49 a.C.)

Assedio di Corfinio

Lassedio di Corfinio (l'antica Corfinium) fu posto all'inizio della guerra civile scoppiata tra Gaio Giulio Cesare e gli optimates capeggiati da Gneo Pompeo Magno.

Vedere Tribuno della plebe e Assedio di Corfinio

Assedio di Marsiglia

Lassedio di Marsiglia, organizzato da Cesare e condotto da Gaio Trebonio e da Decimo Bruto, durò dal 19 aprile al 6 settembre del 49 a.C. e si concluse con la resa dei massilioti alle forze cesariane.

Vedere Tribuno della plebe e Assedio di Marsiglia

Assedio di Nisibis (68 a.C.)

L'assedio di Nisibis fu portato nel 68 a.C. dai Romani comandati da Lucio Licinio Lucullo contro le truppe del regno d'Armenia, e vide i Romani prevalere ed occupare la città.

Vedere Tribuno della plebe e Assedio di Nisibis (68 a.C.)

Augusto

Insieme a Marco Antonio ed Emilio Lepido creò il secondo triumvirato, ottenendo il proconsolato sulle province di Sicilia, Sardegna, Corsica e Africa.

Vedere Tribuno della plebe e Augusto

Aulo Aternio Varo Fontinale

Aulo Aternio Varo fu eletto console nel 454 a.C. insieme al collega Spurio Tarpeio Montano Capitolino. Durante quell'anno non si registrarono scontri con le bellicose popolazione vicine.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Aternio Varo Fontinale

Aulo Cecina Tacito

La carriera di Cecina è descritta in un'iscrizione proveniente dalla Mauretania Tingitana, in cui vengono elencate le funzioni di questore candidato, pretore candidato, praeses provinciae Baeticae ("governatore della Hispania Baetica"), console e septemvir epulonum.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Cecina Tacito

Aulo Cornelio Cosso (tribuno consolare 369 a.C.)

Nel 369 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Quinto Quinzio Cincinnato, Marco Cornelio Maluginense, Marco Fabio Ambusto, Gaio Veturio Crasso Cicurino.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Cornelio Cosso (tribuno consolare 369 a.C.)

Aulo Gabinio

È possibile che sia quel Gabinio che partecipò come tribunus militum alla prima guerra mitridatica, sotto il comando del proconsole, Lucio Cornelio Silla, nell'87-84 a.C.Plutarco, Vita di Silla, 16, 8.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Gabinio

Aulo Gabinio Secondo

La gens Gabinia, di origine forse campanaA. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 507-508. e già nota in età repubblicana, aveva prodotto un console nella figura del pompeiano Aulo Gabinio, che ricoprì la massima carica romana nel 58 a.C. Il legame con i Gabinii repubblicani e quelli di età imperiale non è però chiaro, e incerta è persino la possibilità di una continuità gentilizia.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Gabinio Secondo

Aulo Gabinio Secondo (console 43)

Secondo apparteneva alla gens Gabinia, di origine forse campanaA. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Gabinio Secondo (console 43)

Aulo Larcio Lepido Sulpiciano

Figlio di Lepido, fu seviro dell'ordine equestre, tribunus militum della legio I Adiutrix, decemviro sulle liti (stlitibus judicandis), quaestor pro praetore della provincia romana di Creta e Cirene, legatus legionis della legio X Fretensis sotto l'Imperatore romano Vespasiano (nel 70), ottenne dona militaria per le imprese compiute durante la prima guerra giudaica sia da Vespasiano padre, sia dal figlio Tito (si trattava di una corona murali vallari aurea, due hastis puris, due vexillis).

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Larcio Lepido Sulpiciano

Aulo Manlio Capitolino

Nel 389 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Publicola, Lucio Verginio Tricosto, Publio Cornelio, Lucio Emilio Mamercino e Lucio Postumio Albino Regillense.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Manlio Capitolino

Aulo Manlio Vulsone (console 474 a.C.)

Aulo Manlio apparteneva alla nobile gens Manlia, una delle più antiche e conosciute gens patrizie dell'antica Roma, i cui cognomen più diffusi durante la Repubblica erano Capitolino, Torquato e Vulsone; il nomen Manlio viene frequentemente confuso con Manio o con Manilio.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Manlio Vulsone (console 474 a.C.)

Aulo Platorio Nepote

Aulo Platorio Nepote, figlio dell'omonimo legato dei tempi di Vespasiano, appartenente all'ordine senatorio, fu tribunus militum della legio XXII ''Primigenia'' negli ultimi anni della conquista della Dacia di Traiano o poco dopo (105-108 circa), tribuno della plebe, curator viarum delle strade Cassia, Clodia, Cimina e nova Traiana (attorno al 110 o poco prima), questore di Macedonia (attorno agli anni 110-112), legatus legionis durante le campagne partiche di Traiano in Oriente (attorno agli anni 113-117) e pretore (attorno al 115), prima di diventare console suffetto nel 119.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Platorio Nepote

Aulo Plauzio (pretore 51 a.C.)

Aulo Plauzio fu tribuno della plebe nel 56 a.C. e in quell'anno lesse in pubblico una lettera con cui il sovrano egizio in esilio, Tolomeo XII, chiedeva l'aiuto del Senato romano per riottenere il suo trono, richiesta che tuttavia non fu accettata.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Plauzio (pretore 51 a.C.)

Aulo Postumio Albino (console 99 a.C.)

Mentre era proquestore e governatore dell'Africa in vece di suo fratello il console del 110 a.C. Spurio Postumio Albino intento a sollecitare il trionfo attaccò Capsa, la città in cui era rinserrato Giugurta, con sole tre legioni.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Postumio Albino (console 99 a.C.)

Aulo Sempronio Atratino (console 497 a.C.)

Fu eletto console la prima volta nel 497 a.C. con Marco Minucio Augurino, quando nel foro romano fu inaugurato il tempio di Saturno e vennero istituiti i Saturnali.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Sempronio Atratino (console 497 a.C.)

Aulo Sempronio Atratino (tribuno consolare 425 a.C.)

Nel 425 a.C. fu eletto per la prima volta Tribuno consolare con Lucio Quinzio Cincinnato, Lucio Furio Medullino e Lucio Orazio Barbato.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Sempronio Atratino (tribuno consolare 425 a.C.)

Aulo Terenzio Varrone Murena

Era figlio naturale di Aulo Terenzio Varrone, e fratello adottivo di Lucio Licinio Varrone Murena. Sua sorella, Terenzia, sposò il potente Gaio Mecenate, consigliere e amico di Augusto.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Terenzio Varrone Murena

Aulo Verginio Tricosto Celiomontano

Aulo Verginio apparteneva alla ''Gens'' Verginia, e fu il padre di Aulo Verginio Tricosto Celiomontano, console nel 469 a.C., e di Spurio Verginio Tricosto Celiomontano, console nel 456 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Verginio Tricosto Celiomontano

Aulo Verginio Tricosto Rutilo

Aulo Verginio venne eletto console nel 476 a.C. insieme con Spurio Servilio PriscoDionigi, Antichità romane, Libro IX, 25.. Su Roma incombeva la minaccia degli Etruschi della Veio, che dopo aver sconfitto la milizia romana dei Fabi nella battaglia del Cremera, si erano minacciosamente fatti avanti, accampandosi sul Gianicolo, appena fuori dalle mura, razziando i campi e i pascoli dei romaniTito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 51.

Vedere Tribuno della plebe e Aulo Verginio Tricosto Rutilo

Aureliano

Militare di carriera, fu elevato alla porpora dai soldati, ma fu ucciso dopo cinque anni di regno. Malgrado la brevità del suo regno, riuscì a portare a termine dei compiti decisivi affinché l'Impero romano superasse la grave crisi del terzo secolo: frenò una serie di invasioni da parte dei barbari, in particolare quella degli Alemanni che si erano spinti sino a Fano; ricompose l'unità dell'Impero, che rischiava di frantumarsi in tre parti tra loro ostili, sottomettendo Zenobia di Palmira e Tetrico nelle Gallie.

Vedere Tribuno della plebe e Aureliano

Aurum Tolosanum

Aurum Tolosanum (Oro di Tolosa) è un'espressione latina che individua il nucleo fondante di una fortunata tradizione letteraria, avvolta da aloni mitici e leggendari, il cui reale fondamento non è ben conosciuto: infatti, alle frequenti menzioni di epoca imperiale, provenienti da fonti sia greche che latine, viene attribuito un valore storico pressoché nullo.

Vedere Tribuno della plebe e Aurum Tolosanum

Aventino

L'Aventino è uno dei sette colli su cui venne fondata Roma, il più a sud. Si tratta di una collina di forma più o meno trapezoidale, dalle pendici ripide, che arriva a sfiorare il Tevere.

Vedere Tribuno della plebe e Aventino

Bando (provvedimento restrittivo)

Il bando, in diritto, indica un provvedimento di divieto emanato da un organo di una autorità politica o religiosa, tendente a far riconoscere e evidenziare, all'interno del Regno o dello Stato, come "bandito" una persona o una comunità di persone, perché accusati di un reato per il quale è prevista l'emissione di tale provvedimento.

Vedere Tribuno della plebe e Bando (provvedimento restrittivo)

Battaglia del Monte Algido

La battaglia del Monte Algido, una delle più note della storia della giovane Repubblica romana, si combatté nel 458 a.C. (alcuni la situano nel successivo 457 a.C.) fra i Romani e gli Equi.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia del Monte Algido

Battaglia di Artaxata

La battaglia di Artaxata fu combattuta nel 68 a.C., nel corso della terza guerra mitridatica, tra l'esercito della Repubblica romana, condotto dal governatore della provincia d'Asia Lucio Licinio Lucullo, e l'esercito del regno di Armenia condotto dal «Re dei re» Tigrane II: la vittoria romana non poté essere sfruttata pienamente a causa del clima rigido, che costrinse i Romani a tornare alle proprie basi.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Artaxata

Battaglia di Comana Pontica

La battaglia di Comana Pontica fu combattuta tra l'esercito romano comandato dal legatus di Lucio Licinio Lucullo, Gaio Valerio Triario, e l'esercito del Regno del Ponto, comandato da Mitridate VI nel 68 a.C., e vide il comandante romano prevalere sul re pontico.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Comana Pontica

Battaglia di Nicopoli al Lico

La battaglia di Nicopoli al Lico fu combattuta nel 66 a.C. tra il generale romano Gneo Pompeo Magno e le forze del regno del Ponto, comandate da Mitridate VI, e vide i Romani prevalere sul re nemico.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Nicopoli al Lico

Battaglia di Tigranocerta

La battaglia e assedio di Tigranocerta fu combattuta nel 69 a.C., e vide come avversari, da una parte il proconsole romano della provincia d'Asia Lucio Licinio Lucullo e dall'altra parte il re armeno Tigrane II.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Tigranocerta

Battaglia di Trapani

La battaglia di Trapani fu una battaglia navale combattuta fra Roma e Cartagine nel corso della prima guerra punica. L'anno era il 249 a.C. e lo scontro avvenne vicino alla costa di Drepana o Drepanon come allora veniva chiamata la città siciliana.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Trapani

Battaglia di Zela (67 a.C.)

La battaglia di Zela fu combattuta tra il legatus di Lucio Licinio Lucullo, Gaio Valerio Triario, della Repubblica romana e le forze del regno del Ponto, comandate da Mitridate VI nel 68 a.C., e vide il re pontico prevalere sul comandante romano.

Vedere Tribuno della plebe e Battaglia di Zela (67 a.C.)

Campagna di Lerida

La campagna di Lerida (la latina Ilerda) fu una campagna militare, avvenuta tra giugno e l'agosto del 49 a.C., che vide coinvolte le legioni di Giulio Cesare e l'armata spagnola di Pompeo, guidata dai suoi legati Lucio Afranio e Marco Petreio.

Vedere Tribuno della plebe e Campagna di Lerida

Campagne orientali di Aureliano

Le campagne orientali di Aureliano furono combattute dall'imperatore romano Aureliano contro il Regno di Palmira; queste campagne furono la conseguenza della secessione di Palmira voluta da Zenobia, la quale aveva usurpato il titolo del marito, corrector Orientis, estendendo di fatto il proprio potere su tutte le province orientali (Cilicia, Siria, Mesopotamia, Cappadocia ed Egitto) dell'Impero romano.

Vedere Tribuno della plebe e Campagne orientali di Aureliano

Campagne sasanidi di Odenato

Le campagne sasanidi di Odenato (261?-265?) costituirono l'ennesimo successo delle armate romane o meglio, in questo specifico caso romano-palmirene, sulle armate dei Sasanidi per la supremazia del vicino regno d'Armenia e della Mesopotamia settentrionale.

Vedere Tribuno della plebe e Campagne sasanidi di Odenato

Catone

Il termine si può riferire a diversi esponenti del ramo Cato della ''gens'' romana dei ''Porcii''.

Vedere Tribuno della plebe e Catone

Censore

Il censore era, nell'antica Roma, chi esercitava la censura, la magistratura istituita nel 443 a.C. e operante fino al 350 d.C. Divenne inutilizzata nel tardo periodo repubblicano, venne ripristinata da Augusto.

Vedere Tribuno della plebe e Censore

Cesaricidio

È detto Cesaricidio l'assassinio di Gaio Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo), a opera di un gruppo di circa venti senatori che si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell'ordinamento repubblicano e che, per loro cultura e formazione, erano contrari a ogni forma di potere personale.

Vedere Tribuno della plebe e Cesaricidio

Cesone Duilio Longo

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta antipopolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato che fu loro conferito.

Vedere Tribuno della plebe e Cesone Duilio Longo

Cesone Fabio Ambusto

Nel 404 a.C. fu eletto tribuno consolare con Gneo Cornelio Cosso, Gaio Valerio Potito Voluso, Manio Sergio Fidenate, Publio Cornelio Maluginense e Spurio Nauzio RutiloTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 61.

Vedere Tribuno della plebe e Cesone Fabio Ambusto

Cesone Fabio Vibulano

Con i fratelli Quinto e Marco, fu uno dei maggiori esponenti della ''gens'' Fabia. Fu uno degli artefici della iniziativa della gens Fabia di assumere l'onere della guerra contro Veio, che si chiuse con la disfatta presso il fiume Cremera, in cui periranno tutti i Fabii partecipanti.

Vedere Tribuno della plebe e Cesone Fabio Vibulano

Cesone Quinzio

Il figlio di Cincinnato è un personaggio della storia romana legato alla vicenda del padre, un alto componente della Curia ed esponente di una gens (la gens Quinctia) tanto potente nella Roma dell'epoca da fornire anche dei consoli, che si era ritrovato in così gravi ristrettezze economiche da essersi trasferito oltre il Tevere ed arare personalmente.

Vedere Tribuno della plebe e Cesone Quinzio

Civiltà romana

La civiltà romana è la civiltà fondata nell'antichità dai Romani, una popolazione indoeuropea di ceppo italico e appartenente nello specifico al gruppo dei popoli latino-falisci, stanziatisi in epoca protostorica nell'attuale Lazio, la quale riuscì, a partire dal V secolo a.C., ad estendere il proprio predominio sull'Italia e, successivamente, sull'intero bacino del Mediterraneo e in gran parte dell'Europa centro-occidentale.

Vedere Tribuno della plebe e Civiltà romana

Classici latini conservati (753 - 31 a.C.)

Questa è una lista di classici latini conservati dalla fondazione di Roma al 31 a.C., ossia antiche opere letterarie in lingua latina giunte fino a noi, per diverse vie.

Vedere Tribuno della plebe e Classici latini conservati (753 - 31 a.C.)

Classis Syriaca

La Classis Syriaca, fu una flotta provincialis, istituita in modo permanente da Tiberio o da Vespasiano. Aveva il compito di sorvegliare il Mediterraneo nord-orientale lungo le coste di Siria, Giudea e Asia Minore meridionale, oltre a fornire appoggio logistico ad eventuali spedizioni militari contro i vicini Parti, anche trasferendovi navi lungo il fiume Eufrate.

Vedere Tribuno della plebe e Classis Syriaca

Claudio

Nato col nome di Tiberio Claudio Druso e figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità fisica da cui era affetto, tanto che la sua famiglia lo tenne lontano dalla vita pubblica fino all'età di quarantasette anni, quando tenne il consolato assieme al nipote Caligola.

Vedere Tribuno della plebe e Claudio

Cola di Rienzo

Tor Crescenzia, tradizionalmente identificata come la casa di Cola di Rienzo. Targa sulla casa ove nacque Cola: "QUI PRESSO / NACQUE L'ULTIMO DE TRIBUNI / COLA DI RIENZO / SPQR / 1872". Era nato nel rione Regola, figlio di un taverniere e di una Maddalena «la quale visse de lavare panni e acqua portare», in una casa davanti a Ponte Rotto, «canto fiume, fra li mulinari» (i mulini sul Tevere hanno funzionato fino alla costruzione dei muraglioni del Tevere), dunque di condizione assai modesta.

Vedere Tribuno della plebe e Cola di Rienzo

Comizi curiati

I comizi curiati (Comitia Populi Curiata) furono una assemblea romana, risalente all'epoca regia e perciò la più antica di Roma. I cittadini romani vi partecipavano suddivisi per curie, che la tradizione romana vuole fossero state create da Romolo.

Vedere Tribuno della plebe e Comizi curiati

Concili della plebe

I concili della plebe (concilia plebis) si costituirono in seguito alla secessione della plebe sul Monte Sacro nel 494 a.C. per rivendicare il proprio diritto di partecipare alla vita politica della civitas.

Vedere Tribuno della plebe e Concili della plebe

Conflitto degli ordini

Il conflitto degli ordini fu uno scontro politico combattuto fra i plebei e i patrizi dell'antica Repubblica romana. Il conflitto nacque dal desiderio della plebe di raggiungere le più alte cariche governative e la parità politica.

Vedere Tribuno della plebe e Conflitto degli ordini

Conquista della Gallia

Con l'espressione conquista della Gallia si indica la campagna di sottomissione dei popoli delle regioni che oggi formano l'attuale Francia (ad esclusione della parte meridionale, ovvero della Gallia Narbonense, già sotto il dominio romano dal 121 a.C.), il Belgio, il Lussemburgo e parte di Svizzera, Paesi Bassi e Germania, portata a termine da Gaio Giulio Cesare dal 58 al 51/50 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Conquista della Gallia

Conquista romana della Gallia Cisalpina

Con l'espressione conquista della Gallia Cisalpina si indica la campagna di sottomissione dei popoli delle regioni che oggi formano l'attuale Pianura Padana occidentale, iniziata negli ultimi decenni del III secolo a.C., fino alla formazione della provincia romana fra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Conquista romana della Gallia Cisalpina

Conquista romana di Cipro

La conquista romana di Cipro avvenne nel 58 a.C. e portò all'acquisizione da parte della Repubblica romana del regno tolemaico di Cipro, che formò la nuova provincia romana di Cipro (Cyprus).

Vedere Tribuno della plebe e Conquista romana di Cipro

Console (storia romana)

Nell'antica Roma i Consoli erano i due magistrati che, eletti ogni annoTito Livio, Ab Urbe condita libri, II, 1., esercitavano collegialmente il massimo potere civile e militare ed erano quindi dotati di potestas e imperium.

Vedere Tribuno della plebe e Console (storia romana)

Consoli repubblicani romani

Questo articolo contiene la lista delle supreme magistrature repubblicane romane (consoli, tribuni consolari e dittatori), relativamente al periodo che va dal 509 a.C., in cui tradizionalmente si fa ricadere la caduta della monarchia a Roma, al 31 a.C., cui segue l'elenco dei consoli alto imperiali romani.

Vedere Tribuno della plebe e Consoli repubblicani romani

Coriolano (Nicolini)

Coriolano, ossia L'assedio di Roma è un'opera in due atti di Giuseppe Nicolini, su libretto scritto da Luigi Romanelli. La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1808.

Vedere Tribuno della plebe e Coriolano (Nicolini)

Coriolano (Shakespeare)

Coriolano (Coriolanus) è una tragedia in cinque atti databile al 1607-1608 del drammaturgo inglese William Shakespeare. La trama dell'opera è ispirata alla vita del leggendario condottiero romano Caio Marzio Coriolano, così come descritta nelle Vite parallele di Plutarco e nellAb Urbe condita di Tito Livio.

Vedere Tribuno della plebe e Coriolano (Shakespeare)

Cornelia Silla

Cornelia Silla nacque nel 109 a.C. da Silla e la sua prima moglie, Giulia. Era la primogenita della coppia e aveva un fratello minore, Lucio Cornelio Silla, morto durante l'infanzia, oltre a due fratellastri, Fausto e Lucio, e due sorellastre paterne minori, Fausta e Cornelia Postuma.

Vedere Tribuno della plebe e Cornelia Silla

Costituzione mista

Una costituzione mista è una forma di governo che ne unisce diverse. Il più celebre esempio è la Repubblica romana. Secondo Polibio, Roma poggiava su una costituzione mista risultato della sintesi delle tre forme di governo più importanti, cioè: la monarchia (rappresentata a Roma dai consoli), l'aristocrazia (rappresentata dal senato) e la democrazia (rappresentata dai comizi).

Vedere Tribuno della plebe e Costituzione mista

Crisi del III secolo

Con l'espressione crisi del III secolo ci si riferisce a un'epoca della storia dell'impero romano compresa all'incirca tra il 235 e il 284, ovvero tra il termine della dinastia dei Severi e l'ascesa al potere di Diocleziano.

Vedere Tribuno della plebe e Crisi del III secolo

Cronologia degli eventi dell'antica Roma

Di seguito è riportata la cronologia degli eventi di maggior rilievo della Storia di Roma, dalla Fondazione di Roma alla caduta dell'Impero romano d'Occidente.

Vedere Tribuno della plebe e Cronologia degli eventi dell'antica Roma

Curio maximus

Il curio maximus era un oscuro sacerdote dell'antica Roma che aveva la supervisione delle curie. Festo ci racconta infatti che il maximus curio, aveva l'autorità su tutte le curiae e tutti i curiones.

Vedere Tribuno della plebe e Curio maximus

Cursus honorum

Il cursus honorum era l'ordine sequenziale degli uffici pubblici tenuti dall'aspirante politico sia durante il periodo repubblicano, sia nei primi due secoli dell'Impero romano.

Vedere Tribuno della plebe e Cursus honorum

De consulatu suo

De consulatu suo (in italiano: Sul proprio consolato) è un poema autobiografico, in parte perduto, scritto da Cicerone tra il 60 a.C. e il 55 a.C., durante il suo periodo di esilio.

Vedere Tribuno della plebe e De consulatu suo

De domo sua

De domo sua ad pontifices ("Sulla propria casa, al collegio pontificale") è un'orazione pronunciata nel 57 a.C. da Marco Tullio Cicerone contro Publio Clodio Pulcro per riavere l'area e i fondi per ricostruire la sua casa, confiscatagli durante l'esilio e con una parte delle proprietà del Palatino consacrata alla dea Libertas; Cicerone dichiara questa consacrazione invalida per ottenerne la restituzione.

Vedere Tribuno della plebe e De domo sua

De haruspicum responsis

De haruspicum responsis (Sul responso degli aruspici) è un'orazione di Marco Tullio Cicerone pronunciata nell'aprile del 56 a.C. Il tema dell'orazione è un responso emesso dagli aruspici in quello stesso anno, di cui si era servito Publio Clodio Pulcro, all'epoca edile curule, per accusare Cicerone di sacrilegio e costringerlo a rinunciare alla sua casa sul Palatino, oggetto di una lunga contesa tra i due.

Vedere Tribuno della plebe e De haruspicum responsis

De lege agraria

Il De lege agraria è un'opera di Cicerone che raccoglie 4 discorsi contro la proposta di redistribuzione delle terre del tribuno Publio Servilio Rullo.

Vedere Tribuno della plebe e De lege agraria

De probrum

La locuzione de probrum è un termine legale latino, che vuol dire "(accusato) di vita scostumata, di indegnità". I censori avevano la possibilità di cacciare dal Senato i membri che ritenevano colpevoli di crimini o atteggiamenti quali l'indegnità, adottando questa locuzione.

Vedere Tribuno della plebe e De probrum

De vi

La locuzione de vi è un termine legale latino, che vuol dire "(accusato) di violenza", "di atti violenti". Sul tema del crìmen vis si legiferò dapprima nella Lex Plàutia de vi (80-70 a.C.) e in seguito nella Lex Iulia de vi publica et privata (17 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e De vi

Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (450 a.C.)

I Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio costituirono il collegio eletto dai romani per la stesura di nuove leggi che regolassero l'ordinamento romano, ritenute necessarie a causa della decennale contrapposizione tra Patrizi e Plebei, e quindi tra Consoli e Tribuni della plebe, che rischiavano di nuocere allo sviluppo della città.

Vedere Tribuno della plebe e Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (450 a.C.)

Decimo Aterio Agrippa

Decimo era il figlio dell'oratore e senatore romano Quinto Aterio e di Vipsania Attica, probabilmente figlia di Marco Vipsanio Agrippa e Cecilia Attica.

Vedere Tribuno della plebe e Decimo Aterio Agrippa

Decimo Carfuleno

Decimo Carfuleno servì sotto il comando di Gaio Giulio Cesare in Egitto, durante la guerra civile alessandrina (48-47 a.C.), distinguendosi nella battaglia del Nilo (27 marzo 47 a.C.). Probabilmente tribuno della plebe nel 44 a.C. (anno del Cesaricidio), nella seduta del 28 novembre venne escluso dalla seduta del Senato, insieme ai colleghi Tiberio Canuzio e Lucio Cassio Longino, da Marco Antonio, che non voleva che questi lo ostacolassero nella proclamazione di Ottaviano a nemico pubblico.

Vedere Tribuno della plebe e Decimo Carfuleno

Decimo Giunio Bruto Callaico

Era figlio di Marco Giunio Bruto, che era stato console nel 178 a.C., e fratello del pretore Marco Giunio Bruto. Ebbe come figlio Decimo Giunio Bruto e fu nonno di Decimo Giunio Bruto Albino.

Vedere Tribuno della plebe e Decimo Giunio Bruto Callaico

Decimo Lelio Balbo

Discendente di una famiglia vicina alla gens Iulia, Balbo era probabilmente figlio del quaestor pro praetore Decimo Lelio Balbo.

Vedere Tribuno della plebe e Decimo Lelio Balbo

Decimo Lelio Balbo (console 46)

Figlio o più probabilmente nipotePIR2 L 48-49 (Petersen).S.H. Rutledge, Imperial Inquisitions, London 2001, pp. 242-243.A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp.

Vedere Tribuno della plebe e Decimo Lelio Balbo (console 46)

Demarco

Il demarco (δήμαρχος) nell'antica Atene era il magistrato a capo dei demi, che ai tempi della riforma di Clistene erano 139; teneva anche il registro dei cittadini maggiorenni e di quello concernente le proprietà immobiliari, usato a fini fiscali.

Vedere Tribuno della plebe e Demarco

Dentatus

Dentatus è un cognomen romano. Il significato è nato con i denti. Personaggi noti con questo cognomen sono.

Vedere Tribuno della plebe e Dentatus

Difensore civico

Il difensore civico è una figura di garanzia a tutela del cittadino, che ha il compito di accogliere i reclami non accolti in prima istanza dall'ufficio reclami del soggetto che eroga un servizio.

Vedere Tribuno della plebe e Difensore civico

Dimensione dell'esercito romano durante la guerra civile (49 - 45 a.C.)

Per dimensione dell'esercito romano durante la Guerra civile romana (49-45 a.C.) si intendono le modifiche (aumenti e riduzioni nel numero delle sue componenti militari: legioni ed alleati, oltre alla flotta militare) subìte in seguito agli eventi della guerra civile tra Gaio Giulio Cesare e Gneo Pompeo Magno, durata un quinquennio (dal 49 al 45 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Dimensione dell'esercito romano durante la guerra civile (49 - 45 a.C.)

Dinastia flavia

La dinastia flavia fu la seconda dinastia imperiale romana, che detenne il potere dal 69 al 96. I Flavii Vespasiani erano una famiglia della classe media, d'origine modesta, giunta poi all'ordine equestre grazie alla militanza fedele nell'esercito, che giunse al potere quando Vespasiano, generale degli eserciti d'oriente, prese il potere durante l'Anno dei quattro imperatori.

Vedere Tribuno della plebe e Dinastia flavia

Diritto romano

Il diritto romano è l'insieme delle norme che hanno costituito l'ordinamento giuridico romano per circa tredici secoli, dalla fondazione di Roma (convenzionalmente il 753 a.C.) fino alla fine dell'Impero di Giustiniano (565 d.C.). Infatti, tre anni dopo la morte di Giustiniano l'Italia fu invasa dai Longobardi: l'impero d'Occidente si dissolse definitivamente e Bisanzio, formalmente imperiale e romana, si allontanò sempre più dall'eredità dell'antica Roma e della sua civiltà (anche giuridica).

Vedere Tribuno della plebe e Diritto romano

Dittatore (storia romana)

Il dittatore (lat.: dictator) era una figura caratteristica dell'assetto della costituzione della Repubblica romana. Egli era nominato in casi eccezionali e posto al comando assoluto e illimitato di Roma per un massimo di sei mesi.

Vedere Tribuno della plebe e Dittatore (storia romana)

Druso minore

Figlio dell'imperatore Tiberio, fu sorpassato come erede alla porpora imperiale dal fratello adottivo Germanico (figlio di Druso maggiore), con il quale instaurò un rapporto sia di conflitto sia di collaborazione.

Vedere Tribuno della plebe e Druso minore

Economia romana

Leconomia romana ovvero della civiltà romana si basava principalmente sul settore agricolo e del commercio, e in misura minore su quello dei servizi (società preindustriale).

Vedere Tribuno della plebe e Economia romana

Edile (storia romana)

Gli edili erano magistrati di antiche città sabine e latine, tra cui Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Edile (storia romana)

Elvidio Prisco

Elvidio era figlio di un primipilo sannita della città di Cluviae. Tra i primi incarichi del cursus honorum da lui intrapreso si annovera la questura, che ricoprì sotto Claudio nella provincia di Acaia, nel sud della Grecia.

Vedere Tribuno della plebe e Elvidio Prisco

Episodi di Roma (prima stagione)

La prima stagione della serie televisiva Roma (Rome) è stata trasmessa in prima visione negli Stati Uniti sul canale via cavo HBO dal 28 agosto al 28 novembre 2005.

Vedere Tribuno della plebe e Episodi di Roma (prima stagione)

Età giulio-claudia

La cosiddetta età giulio-claudia rappresentò, nell'ambito dell'intera storia romana, il primo periodo imperiale e sicuramente uno dei suoi più fiorenti (dal 27 a.C. al 68 d.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Età giulio-claudia

Fausto Cornelio Silla

Nacque attorno all'86 a.C. durante il soggiorno in Grecia della madre. Nel 63 a.C. durante l'assedio di Gerusalemme da parte delle truppe di Gneo Pompeo Magno, fu il primo che ebbe il coraggio di oltrepassare le mura.

Vedere Tribuno della plebe e Fausto Cornelio Silla

Filippiche (Cicerone)

Le Filippiche sono orazioni che Marco Tullio Cicerone pronunciò contro Marco Antonio dal 2 settembre del 44 a.C. al 21 aprile del 43 a.C., con l'eccezione della II Filippica, immaginata come pronunciata in Senato, in risposta agli sprezzanti attacchi di Antonio nei suoi riguardi durante l'assemblea del 19 settembre (a cui Cicerone non partecipò).

Vedere Tribuno della plebe e Filippiche (Cicerone)

Filone (cognomen)

Filone (dal greco Philon, che divenne in latino Philo) è un cognomen usato da alcune gentes della Roma antica.

Vedere Tribuno della plebe e Filone (cognomen)

Foedus Cassianum

Il foedus Cassianum (dal console firmatario Spurio Cassio Vecellino) o foedus Latinum fu un trattato di pace stipulato nel 493 a.C. tra Romani e Latini.

Vedere Tribuno della plebe e Foedus Cassianum

Fonti e storiografia sulla seconda guerra punica

La storiografia moderna sulla seconda guerra punica considera decisiva per l'avvio dell'espansione mondiale di Roma la data del 205 a.C. quando la politica militare romana si sposta da una visione italo-centrista ad una mediterranea africana.

Vedere Tribuno della plebe e Fonti e storiografia sulla seconda guerra punica

François-Noël Babeuf

François-Noël è il primogenito della famiglia di Claude Babeuf, il quale aveva disertato l'esercito francese nel 1738; condannato per questo e poi amnistiato nel 1755, divenne impiegato delle imposte e fu l'unico insegnante di François.

Vedere Tribuno della plebe e François-Noël Babeuf

Fulvia (moglie di Marco Antonio)

Fulvia era figlia di Marco Fulvio Bambalione, originario di Tusculum e definito con disprezzo homo numero nullo da Cicerone, probabilmente discendente di quella gens Fulvia da cui provennero, secondo i Fasti, alcuni consoli romani tra 322 e 125 a.C., anno dopo il quale non si ha più alcuna notizia.

Vedere Tribuno della plebe e Fulvia (moglie di Marco Antonio)

Fundanio

Fundanio, o Fundano, può riferirsi a.

Vedere Tribuno della plebe e Fundanio

Gaio Antonio (pretore)

Era il secondo figlio di Marco Antonio Cretico e Giulia Antonia. Nel 49 a.C. fu legato di Gaio Giulio Cesare: gli venne affidata, in collaborazione con Publio Cornelio Dolabella, la difesa dell'Illiria dai pompeiani.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Antonio (pretore)

Gaio Ateio Capitone

Figlio di Gaio Ateio Capitone, tribuno della plebe nel 55 a.C., divenne il più insigne giurista della prima età imperiale insieme al suo più famoso rivale, Marco Antistio Labeone, dal quale si differenziava sia per le opinioni politiche, sia nell'ambito più specifico della giurisprudenza.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Ateio Capitone

Gaio Ateio Capitone (tribuno 55 a.C.)

Fu tribuno della plebe nel 55 a.C. e con il suo collega, Aquillio Gallo, si oppose strenuamente a Pompeo e Crasso, che erano consoli quell'anno.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Ateio Capitone (tribuno 55 a.C.)

Gaio Aurelio Cotta

Il padre Marco Aurelio Cotta era stato magistrato monetario nel 125 a.C.; la madre, Rutilia Rufa, era figlia di Publio Rutilio Rufo, Tribuno della Plebe nel 169 a.C. e sorella di Publio Rutilio Rufo, Console nel 105 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Aurelio Cotta

Gaio Avidio Nigrino

La sua famiglia era di Faventia (Faenza) della Regio VIII Aemilia, dove era nato. Suo padre, Gaio Avidio Nigrino fu proconsole di Acaia sotto Domiziano, forse nel 95.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Avidio Nigrino

Gaio Calpurnio Pisone (console 67 a.C.)

Esponente di una delle gens più importanti della Roma repubblicana ed esponente di rilievo del partito aristocratico, fu eletto console nel 67 a.C. con Manio Acilio Glabrione.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Calpurnio Pisone (console 67 a.C.)

Gaio Canuleio

Gaio Canuleio, secondo il quarto libro di Livio, è stato tribuno della plebe nel 445 a.C. Presentò un disegno di legge che proponeva di consentire il matrimonio misto tra patrizi e plebei.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Canuleio

Gaio Cassio Longino

Nato molto probabilmente intorno all'87 o all'86 a.C., Cassio appartenne alla gens Cassia, una famiglia patrizia riuscita ad accedere al consolato agli inizi del II secolo a.C. Nel sesto decennio a.C. Cassio, dopo il matrimonio con Tertulla, figlia di Servilia, sembrò avvicinarsi al partito degli Optimates guidato da Catone Uticense.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Cassio Longino

Gaio Cassio Longino (console 30)

Apparteneva alla Gens Cassia che al tempo del nostro giurista era una delle più importanti gentes in Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Cassio Longino (console 30)

Gaio Cassio Longino (console 96 a.C.)

Figlio di Lucio Cassio Longino Ravilla, console nel 127 a.C., iniziò la carriera pubblica come uno dei tresviri monetales (impiegato alla zecca) nell'ultimo decennio del II secolo a.C. In seguito provò a candidarsi come tribuno della plebe, ma venne sconfitto, e nel 99 a.C. divenne pretore.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Cassio Longino (console 96 a.C.)

Gaio Celio Caldo

Contemporaneo di Lucio Licinio Crasso, il maggiore oratore dell'epoca, Caldo fu il primo membro della sua gens a raggiungere posizioni di prestigio (homo novus).

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Celio Caldo

Gaio Cestio Epulone

Gaio Cestio Epulone visse nel I secolo a.C. Era figlio di Lucio e i suoi parenti Gaio Cestio e Lucio Cestio erano pretori alla fine della repubblica (44/43 a.C.). Lo stesso Cestio Epulone era tribuno della plebe, pretore e membro dei septemviri epulones.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Cestio Epulone

Gaio Claudio Crasso Inregillense Sabino

Gaio Claudio fu eletto console nel 460 a.C. con il collega Publio Valerio Publicola, ed alla sua morte, resse il consolato con Cincinnato.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Claudio Crasso Inregillense Sabino

Gaio Cornelio

Le fonti relative al tribuno Cornelio si basano sul Commento di Asconio (57-81) ai due discorsi perduti: “Pro Cornelio de maiestate”, pronunciati da Marco Tullio Cicerone, e sul racconto di Cassio Dione nella “Storia Romana” (XXXVI, 38-40).

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Cornelio

Gaio Curzio Filone

Membro di un ramo (Philon) dell'antica gens Curtia, suo collega di consolato fu Marco Genucio Augurino. Su disposizione del Senato, provvide a consacrare e recintare un luogo del Foro Romano ritenuto sacro secondo la religione romana, in quanto vi si era abbattuto un fulmine.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Curzio Filone

Gaio Elvio Cinna

Poche e incerte sono le notizie sulla sua vita, a partire dalla data e dal luogo di nascita: originario della Gallia cisalpina, nacque forse a Brixia, l'attuale Brescia.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Elvio Cinna

Gaio Emilio Mamercino

Nel 394 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Furio Medullino, Lucio Valerio Publicola, Spurio Postumio Albino Regillense e Publio Cornelio Scipione.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Emilio Mamercino

Gaio Fabio

Acquartierato con le sue truppe presso i Morini nel 54, nel 53 a.C. prese parte alla campagna contro i Menapi e nel 52 a.C. all'assedio di Alesia.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Fabio

Gaio Flaminio Nepote

Alla fine della Prima guerra punica Gaio Flaminio si presentò come homo novus alla guida del movimento che cercava di riorganizzare politicamente le conquiste territoriali di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Flaminio Nepote

Gaio Flavio Fimbria (console 104 a.C.)

Fimbria fu un homo novus che, secondo Cicerone, riuscì a salire fino alle più alte cariche della Repubblica solo grazie ai propri meriti ed al proprio talento.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Flavio Fimbria (console 104 a.C.)

Gaio Furio Pacilio Fuso

Gaio Furio Pacilio Fuso fu eletto console a Roma nel 441 a.C. con il collega Manio Papirio Crasso. Anche questo fu un periodo di tranquillità per Roma, sia sul fronte interno che su quello esterno, nonostante la proposta del tribuno della plebe Petelio di assegnare terre alle plebe, richiesta che peraltro non ebbe alcun seguito.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Furio Pacilio Fuso

Gaio Furnio

Figlio dell'omonimo padre, che, amico di Pompeo Magno e di Cicerone e grande oratore, fu tribuno della plebe nel 50 a.C. e pretore nel 42 a.C., combatté al fianco di Lucio Munazio Planco dalla parte di Antonio durante gli anni successivi all'assassinio di Cesare nel 44 a.C. e, dal 40 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Furnio

Gaio Giulio Cesare

Ebbe un ruolo fondamentale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dittatore (dictator) di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da Svetonio il primo dei dodici Cesari, in seguito sinonimo di imperatore romano.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Giulio Cesare

Gaio Giulio Iullo (console 447 a.C.)

Ipoteticamente figlio del precedente Gaio Giulio Iullo, fu eletto nel 451 a.C. al primo decemvirato, che elaborò le Leggi delle X tavole (completate dal successivo decemvirato, che emise le Leggi delle XII tavole).

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Giulio Iullo (console 447 a.C.)

Gaio Lelio Sapiente

Dopo aver ricoperto i ruoli di tribuno della plebe, nel 151 a.C., e di pretore, nel 145 a.C., fu console nel 140 a.C., insieme a Quinto Servilio Cepione, e venne eletto con l'aiuto del suo amico, allora censore, dopo aver fallito alle elezioni del 141 a.C. Era il figlio e l'erede del generale Gaio Lelio, anch'egli console nel 190 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Lelio Sapiente

Gaio Letorio

Nel 471 a.C., consoli Appio Claudio Sabino Inregillense e Tito Quinzio Capitolino Barbato, come tribuno della plebe, replicò al discorso pronunciato da Appio Claudio, contro l'adozione della Lex Publilia Voleronis, proposta dal tribuno Publilio Volerone.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Letorio

Gaio Licinio Calvo Stolone

Assieme a Lucio Sestio Laterano, fu uno dei due primi tribuni della plebe dell'antica Roma che aprirono ai plebei la via del consolato, prima di allora riservato ai patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Licinio Calvo Stolone

Gaio Licinio Macro

La data di nascita è sconosciuta, ma, sulla base della data della sua pretura, si può supporre che fosse nato nel 108 o 107 a.C. circa.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Licinio Macro

Gaio Mamilio Limetano

Propose e fece approvare dal consiglio della plebe la Lex Mamilia, in seguito alla congiura Giugurtina e all'enorme scandalo numidico, dovuto alla corruzione di alcuni nobili romani che provocò la strage dei negotiatores romani nella città di Cirta nel 112 a.C. (con l'uccisione di Aderbale), strage ordinata da Giugurta stesso.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Mamilio Limetano

Gaio Manilio

Propose, nelle vesti di tribuno della plebe, la cosiddetta lex Manilia (66 a.C.), con la quale si conferiva a Pompeo il comando della guerra contro Tigrane II e Mitridate VI, re del Ponto.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Manilio

Gaio Mario

Lo storico Plutarco gli dedicò una delle sue Vite parallele, raffrontandolo al re d'Epiro Pirro. È comunemente noto per la rivalità con Lucio Cornelio Silla.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Mario

Gaio Memmio

Fu il dedicatario del De rerum natura del poeta epicureo Lucrezio, di cui fu probabilmente il protettore. Negli anni 70-50 a.C. partecipò alla vita politica, spesso schierandosi con Pompeo.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Memmio

Gaio Memmio Mordace

Gaio Memmio era un esponente della gens plebea Memmia, e fu eletto tribuno della plebe nel 111 a.C. anno in cui ebbe un ruolo determinante nella dichiarazione di guerra contro Giugurta, re della Numidia.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Memmio Mordace

Gaio Nauzio Rutilo

Il suo primo consolato, nel 475 a.C. lo vide collega di Publio Valerio Publicola.. Il consolato iniziò con l'accusa rivolta dai tribuni della plebe Lucio Cedico e Tito Stazio, rivolta a Spurio Servilio Prisco, di aver mal condotto l'esercito romano nella battaglia del Gianicolo dell'anno prima.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Nauzio Rutilo

Gaio Norbano

Nel 103 a.C., mentre era tribuno della plebe, accusò Quinto Servilio Cepione padre di imprudenza nella battaglia persa contro i Cimbri e di aver trattenuto per sé il bottino razziato al tempio di Tolosa; per questa accusa Cepione fu condannato all'esilio.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Norbano

Gaio Orazio Pulvillo

Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro III, 30.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Orazio Pulvillo

Gaio Papirio Carbone

Suo padre fu probabilmente l'omonimo pretore del 168 a.C.. Sostenne le riforme di Tiberio Gracco e collaborò con il fratello di quest'ultimo (Gaio Gracco) alla realizzazione delle leggi agrarie, in qualità di triumvir agris dividendis.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Papirio Carbone

Gaio Porcio Catone (tribuno)

Gaio Porcio Catone era probabilmente figlio dell'omonimo Gaio Porcio Catone, console nel 111 a.C.; se così, era quindi nipote di Marco Porcio Catone Liciniano, bisnipote di Catone il Censore e cugino di secondo grado di Catone l'Uticense.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Porcio Catone (tribuno)

Gaio Rabirio (politico)

Sostenitore degli ottimati, nel 100 a.C. fu tra i repressori del movimento riformista del tribuno della plebe Saturnino; a quanto pare non ebbe una diretta responsabilità nelle violenze che portarono all'omicidio del tribuno, ma entrò in possesso della testa di questo e la fece circolare tra i commensali di una cena per scherzo.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Rabirio (politico)

Gaio Sallustio Crispo

Proveniente da una famiglia di stirpe plebea (la gens Sallustia) legata alla nobilitas municipale, compì a Roma il cursus honorum, divenendo prima questore, poi tribuno della plebe e infine senatore della res publica.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Sallustio Crispo

Gaio Scribonio Curione

Amico e sostenitore di Gneo Pompeo Magno, Gaio Giulio Cesare, Marco Antonio e Cicerone, era famoso per la sua arte oratoria. Con Cicerone ebbe una ricca corrispondenza, che in parte ci è pervenuta.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Scribonio Curione

Gaio Scribonio Curione (console 76 a.C.)

Appartenente alla gens Scribonia, fu tribuno della plebe nel 90 a.C.. Prese parte alla campagna militare di Lucio Cornelio Silla contro Mitridate re del Ponto degli anni 87-86 a.C. Fu determinante nella conquista di Atene,Plutarco, Vita di Silla, 14.7.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Scribonio Curione (console 76 a.C.)

Gaio Sempronio Gracco

Fratello del tribuno della plebe Tiberio, nel 123 a.C., dieci anni dopo la morte del fratello maggiore, volle riprendere la sua opera di riforma sociale.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Sempronio Gracco

Gaio Servilio Axilla

Nel 418 a.C. fu eletto per la terza volta Tribuno consolare con Lucio Sergio Fidenate e Marco Papirio Mugillano.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Servilio Axilla

Gaio Servilio Gemino

Nel 212 a.C., in seguito alla conquista di Taranto da parte di Annibale (ad esclusione della rocca, ancora in mano romana), come legatus e grazie all'autorizzazione del Senato, venne inviato dal praetor Publio Cornelio Silla in Etruria per fare incetta di riserve di grano; egli con alcune navi cariche, passando attraverso le postazioni nemiche, giunse nel porto di Taranto per rifornire la guarnigione romana che ancora resisteva.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Servilio Gemino

Gaio Servilio Glaucia

Fu tribuno della plebe nel 101 a.C. e pretore nel 100 a.C. e fu candidato console per il 99 a.C.. Assieme al suo alleato Lucio Apuleio Saturnino, si pose in opposizione al senato e formò un'alleanza con Mario.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Servilio Glaucia

Gaio Stertinio Massimo

Forse proveniente dalla colonia di Hasta nella Regio IX Liguria - dove in ogni caso aveva dei possedimenti -T.P. Wiseman, New Men in the Roman Senate (139 B.C.-A.D. 14), Oxford 1971, p. 263 nr.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Stertinio Massimo

Gaio Sulpicio Petico

Di origine patrizia, fu censore nel 366 a.C., anno in cui fu eletto il primo console plebeo, Lucio Sestio Laterano. Fu eletto console per la prima volta nel 364 a.C. ed ebbe come collega Gaio Licinio Calvo Stolone, uno dei due tribuni della plebe, promotori delle Leges Liciniae Sextiae, o leggi licinie sestie.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Sulpicio Petico

Gaio Terentilio Arsa

Approfittando dell'assenza dei consoli, che stavano conducendo una campagna militare contro i Volsci e gli Equi, Gaio Terentilio propose l'emanazione di un codice di leggi che regolasse il potere dei consoli per fare pressione sul Senato controllato dai patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Terentilio Arsa

Gaio Trebazio Testa

Fu in stretti rapporti di amicizia e confidenza con Cesare, Augusto, Orazio, Mecenate oltre che con Cicerone, col quale intrattenne un fitto epistolario e che gli dedicò i Topica, un resoconto dell'omonima opera di Aristotele.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Trebazio Testa

Gaio Trebonio

Suo padre fu un eques, ma non ricoprì mai la carica di magistrato; il figlio fu considerato un homo novus (vedi Cursus honorum), uno dei pochi nella cerchia di Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Trebonio

Gaio Valerio Catullo

Le sue liriche d'amore, raccolte nel "Catulli Veronensis Liber", rappresentano il primo esempio di letteratura latina in grado di esprimere l'intensità delle passioni amorose sul modello ellenistico della poesia di Saffo, Callimaco e degli Alessandrini.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Valerio Catullo

Gaio Valerio Flacco (flamine)

Era figlio del console del 227 a.C., Publio Valerio Flacco. Fu ordinato flamen dialis dal pontefice massimo, Publio Licinio Crasso Divite, contro la sua volontà (nel 209 a.C.). Secondo Tito Livio egli aveva in precedenza una cattiva reputazione, poi mutata in buona.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Valerio Flacco (flamine)

Gaio Valerio Potito

Nel 370 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Pretestato, Aulo Manlio Capitolino, Lucio Furio Medullino Fuso, Servio Cornelio Maluginense e Publio Valerio Potito PublicolaTito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 36.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Valerio Potito

Gaio Vettio Sabiniano Giulio Ospite

Originariamente membro dell'ordine equestre,Memmen, pg. 129 Vettio Sabiniano potrebbe essere originario dell'Africa settentrionale.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Vettio Sabiniano Giulio Ospite

Gaio Veturio Cicurino

Fu eletto console assieme a Tito Romilio Roco Vaticano nel 455 a.C.. Il consolato iniziò con il forte dissenso tra i consoli e i tribuni della plebe sulla necessità di procedere alla leva militare, sostenendo i tribuni che si trattasse dell'usuale manovra per non portare a votazione la distribuzione delle terre pubbliche.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Veturio Cicurino

Gaio Veturio Crasso Cicurino

Nel 377 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Emilio Mamercino, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Valerio Potito Publicola, Servio Sulpicio Pretestato e Gaio Quinzio CincinnatoTito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 32.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Veturio Crasso Cicurino

Gaio Vibio Pansa

Il console Gaio Vibio Pansa Caetroniano nacque a Roma il e morì a Bologna; Pansa era stato ferito durante la battaglia di Forum Gallorum nell'aprile del 43 a.C. nel corso del conflitto che va sotto il nome di Guerra di Modena.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Vibio Pansa

Gaio Voluseno

In Gallia servì come tribuno militare nella XII legione sotto il comando del legato Servio Sulpicio Galba, distinguendosi nel 57 a.C., quando Galba fu sconfitto in battaglia dai nantuati.

Vedere Tribuno della plebe e Gaio Voluseno

Gallia Cisalpina

Gallia Cisalpina o Gallia Citeriore è il nome conferito dai Romani in età repubblicana ai territori dell'Italia settentrionale compresi tra il fiume Adige a Levante, le Alpi a Ponente e a Settentrione e il Rubicone a Meridione.

Vedere Tribuno della plebe e Gallia Cisalpina

Gallia Comata

La Gallia Comata o Tres Galliae rappresenta la provincia romana della Gallia celtica transalpina ad esclusione della Gallia Narbonensis. Gallia comata significava la "Gallia capelluta" che, contrapposta alla Gallia togata, la Gallia cisalpina ormai romanizzata, era caratterizzata dalle lunghe chiome dei suoi abitanti, non ancora abituati agli usi e costumi romani.

Vedere Tribuno della plebe e Gallia Comata

Gallia Narbonense

La Gallia Narbonense era una provincia romana geograficamente corrispondente, all'incirca, alle odierne regioni amministrative francesi di Linguadoca-Rossiglione e Provenza-Alpi-Costa Azzurra, situate nella Francia meridionale.

Vedere Tribuno della plebe e Gallia Narbonense

Gallieno

Salì al potere insieme al padre Valeriano nel 253 e quando questi fu catturato dai Sasanidi (nel 260, dopo sette anni di regno) rimase l'unico imperatore per altri otto anni, fino alla morte quando era cinquantenne.

Vedere Tribuno della plebe e Gallieno

Gens Aburia

La gens Aburia era una gens plebea romana degli ultimi secoli della Repubblica e del I secolo d.C. Il primo membro illustre di questa gens fu Marco Aburio, praetor peregrinus nel 176 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Aburia

Gens Acilia

La gens Acilia fu una gens plebea romana, i cui membri compaiono sulla scena politica romana a partire dalla metà del III secolo a.C., per poi attraversare alto e basso Impero e occupare cariche di rilievo fino al V secolo, per un totale di sette secoli.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Acilia

Gens Acutia

La gens Acutia era una gens plebea romana, che fu presente dalla Repubblica fino all'impero. Il primo membro illustre della gens fu Marco Acutio, tribuno della plebe nel 401 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Acutia

Gens Albinia

La gens Albinia era una gens plebea romana durante i primi secoli della Repubblica. Il primo membro illustre di questa gens fu Lucio Albinio Patercolo, uno dei primi uomini a ricoprire la carica di tribuno della plebe, dopo la sua creazione nel 494 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Albinia

Gens Alfia

La gens Alfia era una gens romana presente tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Alfia

Gens Ancharia

La gens Ancharia, in italiano Ancaria, era una gens plebea romana presente tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Ancharia

Gens Annia

La gens Annia era un'antica famiglia plebea romana. La prima persona della gens, menzionata da Tito Livio, è il pretore latino Lucio Annio di Setia, una colonia romana nel 340 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Annia

Gens Antia

La gens Antia era una famiglia plebea romana presente durante la Repubblica. Si è ritenuto fosse originaria della città di Antium.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Antia

Gens Antistia

La gens Antistia era una famiglia plebea romana presente durante la Repubblica. Si è ritenuto, dagli scrittori Francesco Lombardi e da Calcedonio Soffredini, che fosse originaria di Gabii, ma in seguito trasferita ad Antium.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Antistia

Gens Antonia

La gens Antonia era una famiglia della Repubblica romana. La gens era sia patrizia che plebea.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Antonia

Gens Appuleia

La gens Appuleia (talvolta scritto Apuleia) era una gens plebea romana presente dal V secolo a.C. fino all'epoca imperiale.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Appuleia

Gens Apronia

La gens Apronia era una gens romana di origine plebea, presente durante la Repubblica e il primo secolo dell'Impero.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Apronia

Gens Arennia

La gens Arennia era una gens plebea romana presente durante le Guerre puniche. È conosciuta principalmente per due individui, probabilmente fratelli, che ottennero l'ufficio di tribuno della plebe nel 210 a.C., durante la guerra annibalica.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Arennia

Gens Ateia

La gens Ateia era una famiglia plebea dell'antica Roma. Non è nota per essere stata particolarmente grande o importante ed è conosciuta per un piccolo numero di individui.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Ateia

Gens Aternia

La gens Aternia era una famiglia patrizia dell'antica Roma nei primi anni della Repubblica. L'unico membro della gens che raggiunse il consolato fu Aulo Aternio Varo detto il Fontinale nel 454 a.C. Sei anni dopo, diventò uno dei pochi patrizi ad aver ricoperto la carica di tribuno della plebe senza aver prima abbandonato lo status sociale di patrizio.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Aternia

Gens Atinia

La gens Atinia era una famiglia plebea della Roma antica. Nessun membro della gens ricoprì mai la carica di console; il primo a ricoprire una delle più alte cariche dello stato fu Gaio Atinio Labeone, che fu pretore nel 195 a.C.Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, William Smith, Editor.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Atinia

Gens Aufidia

Gli Aufidii (o Alfidii) formavano una gens plebea presente sulla scena della storia romana sin dal II secolo a.C. e salita a prominenza nella tarda Repubblica romana assurta al rango consolare e senatoriale; i cognomina tipici della gens Aufidia(Alfidia) erano Lurcone (Lurco) e Oreste (Orestes).

Vedere Tribuno della plebe e Gens Aufidia

Gens Baebia

La gens Baebia era una gens plebea romana. Il primo membro della gens che ottenne il consolato fu Gneo Bebio Tamfilo, nel 182 a.C.. Durante l'ultimo periodo della Repubblica romana, i Baebi furono spesso associati con la famiglia patrizia degli Emilii.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Baebia

Gens Caecilia

La gens Caecilia, in italiano Cecilia, era un'antichissima famiglia plebea romana. Coloro che fecero parte di questa gens vennero citati nella storia fin dal V secolo a.C., ma il primo dei Cecilii ad ottenere il titolo di console fu Lucio Cecilio Metello Dentro, nel 284 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Caecilia

Gens Cassia

La gens Cassia fu un'antichissima famiglia patrizia romana. Il primo dei Cassii a ottenere il consolato fu Spurio Cassio Vecellino nel 502 a.C., che fu anche il promotore della prima legge agraria, e fu messo a morte da altri patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Cassia

Gens Claudia

La gens Claudia fu un'importante famiglia romana, di stirpe sabina proveniente della città-stato di Inregillum secondo le fonti dei Romani, secondo alcuni archeologi moderni era invece etrusca e proveniente da Caere in base a recenti scoperte archeologiche.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Claudia

Gens Duilia

La gens Duilia era una gens plebea romana presente nei primi secoli della Repubblica.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Duilia

Gens Fabricia

La Gens Fabricia era una famiglia plebea dell'antica Roma. I membri di questa gens sono noti dall'inizio del III secolo a.C. fino alla fine della Repubblica, ma raramente raggiunsero posizioni di rilievo nello Stato romano.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Fabricia

Gens Fannia

La gens Fannia fu una gens romana, di cui fecero parte alcuni personaggi influenti dello Stato tra cui un comandante dell'esercito, dueconsoli, un giudice e due tribuni della plebe; è attestata a partire dal 161 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Fannia

Gens Fufia

Fufius (femm. Fufia) è il nomen della gens Fufia, una famiglia plebea originaria di Cales, da cui il cognomen Caleni.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Fufia

Gens Furia

I Furii furono una ''gens'' romana patrizia, i cui membri ebbero incarichi nelle magistrature per tutta la durata della Repubblica romana. Dopo un periodo di oscurità tra III e I secolo a.C. tornò in auge sotto il Principato augusteo e la dinastia giulio-claudia.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Furia

Gens Hortensia

La gens Hortensia (in italiano: Ortensia) è stata una gens romana, di status plebeo. Compaiono nelle fonti dalla fine del V secolo a.C., ma assunsero un ruolo di primo piano solo durante l'ultimo secolo della Repubblica, per poi sparire nuovamente durante l'ImperoHortensia gens in W.Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, vol.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Hortensia

Gens Iunia

La gens Iunia (con il nomen Iunius) fu un'importante gens (clan familiare) della Roma antica, con rami sia patrizi che plebei. I cognomina più frequenti sono quello di Bruto (Brutus) e di Silano (Silanus).

Vedere Tribuno della plebe e Gens Iunia

Gens Livia

La gens Livia fu una gens plebea. Il primo membro illustre dei Livii fu il console Marco Livio Denter nel 302 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Livia

Gens Maria

La Gens Maria fu una gens plebea della Roma Antica. Il suo membro più noto è Gaio Mario, uno dei più grandi generali dell'antichità che fu console sette volte.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Maria

Gens Memmia

La gens Memmia fu una gens plebea romana. Il primo membro illustre della gens fu Gaio Memmio Gallo, pretore nel 172 a.C.. In seguito dalla guerra contro Giugurta all'età di Augusto fecero parte della gens numerosi tribuni.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Memmia

Gens Menenia

La gens Menenia era un'antichissima famiglia patrizia autoctona esistente già ai tempi di Romolo, ed inclusa nelle cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Menenia

Gens Minucia

La Gens Minucia fu un'antica famiglia romana riportata nelle fonti dai primi giorni della repubblica fino in epoca imperiale. La gens era conosciuta per la sua origine patrizia, ma raggiunse maggior notorietà con i suoi rami plebei.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Minucia

Gens Octavia

La Gens Octavia, o più semplicemente Octavii, furono una gens plebea che fu elevata al rango patrizio da Cesare durante il I secolo a.C. Il primo membro della gens a raggiungere la notorietà fu Gneo Ottavio Rufo, questore intorno al 230 a.C. Nel corso dei due secoli successivi gli Octavii detennero molte delle più alte cariche dello Stato, ma il più celebre della famiglia fu il primo imperatore romano, Ottaviano, pronipote di Cesare e suo figlio adottivo, che fu proclamato Augustus dal senato nel 27 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Octavia

Gens Opimia

La gens Opimia o Opeimia era una famiglia plebea romana. Il primo membro della gens a raggiungere il consolato fu Quinto Opimio nel 154 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Opimia

Gens Pacilia

La gens Pacilia era un'importante ed antichissima famiglia dell'antica Roma. Numerosi membri di questa gens sono menzionati dagli storici antichi, tra cui Marco Pacilio di cui parla Cicerone nella sua seconda orazione contro Verre.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Pacilia

Gens Plautia

La gens Plautia (italiano: Plauzia; scritto anche Plotia/Plozia) era una gens dell'antica Roma, di status plebeoPlautia gens in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, vol.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Plautia

Gens Pompeia

La gens Pompeia (nomen Pompeius), fu una gens (clan familiare) plebea della Roma antica. Analogamente a quello della Gens Pompilia, il suo nome deriva dall'antica radice indoeuropea Pumpu/funf, che significa "cinque/quinto" (comune anche al nomen Pomponius), e rappresenta la forma più arcaica del latino Quintus, numero ordinale usato come nome proprio, imposto normalmente al quinto figlio di una stessa famiglia.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Pompeia

Gens Pomponia

La gens Pomponia era una famiglia plebea dell'antica Roma durante il periodo Repubblicano e imperiale. Il primo individuo della gens ad avere un ruolo chiave fu Marco Pomponio, tribuno della plebe nel 449 a.C.; il primo che ottenne invece il consolato fu Manio Pomponio Matone nel 233 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Gens Pomponia

Gens Scribonia

La gens Scribonia è stata una gens dell'Antica Roma, di status plebeo. Sebbene compaiano nelle fonti sin dalla seconda guerra punica, il primo a ottenere il consolato fu Gaio Scribonio Curione, nel 76 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Scribonia

Gens Sempronia

Sempronia era il nomen di una gens dell'antica Roma, con un ramo patrizio e uno plebeo.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Sempronia

Gens Sextia

La gens Sextia fu una famiglia plebea dell'antica Roma, vissuta dall'epoca della prima Repubblica romana fino all'età imperiale. Il membro più famoso della gens fu Lucio Sextio Laterano che, come tribuno della plebe, impedì dal 376 al 367 a.C. l'elezione dei magistrati annuali, fino all'approvazione, nell'ultimo anno, delle leges Liciniae Sextiae.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Sextia

Gens Sextilia

La gens Sextilia (talvolta italianizzato in: gens Sestilia) era una famiglia plebea dell'antica Roma. Il primo componente della gens a raggiungere una posizione rilevante fu Gaio Sestilio, tribuno consolare nel 379 a.C. Nessuno della famiglia ottenne il consolato, tuttavia furono presenti attivamente nella storia romana dai primi anni della repubblica fino all'impero.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Sextilia

Gens Sulpicia

La gens Sulpicia fu una delle più antiche famiglie patrizie di Roma, a cui appartennero una serie di uomini illustri, dalla fondazione della Repubblica fino al periodo imperiale.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Sulpicia

Gens Valeria

La gens Valeria (nomen: Valerius) era una gens (clan familiare) patrizia della Roma antica, probabilmente originaria di Cures Sabini, molto probabilmente facente parte delle cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Valeria

Gens Vergilia

La gens Vergilia era una gens romana. Nome di probabile origine etrusca ma di significato ignoto. Secondo alcune fonti la gens Vergilia deriverebbe il suo nome dalla costellazione delle Pleiadi, conosciute presso i Romani come Vergiliae: le Pleiadi, in epoca antica, erano un punto di riferimento per i marinai durante i loro viaggi notturni.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Vergilia

Gens Visellia

La gens Visellia era una gens romana attiva durante la tarda Repubblica e nel primo Impero. Due membri di questa gens raggiunsero il consolato nel corso del I secolo.

Vedere Tribuno della plebe e Gens Visellia

Giudizi de capite civis

I giudizi de capite civis, nell'Antica Roma, sono quei procedimenti giurisdizionali in cui è in gioco la vita dell'accusato. Nel corso dell'esperienza giuridica romana tali giudizi hanno conosciuto un particolare sviluppo normativo in fase repubblicana, in particolare nell'ambito della legislazione in materia de provocatione, che consentì al cittadino romano, destinatario di un provvedimento sanzionatorio di natura capitale da parte di un magistrato, di chiedere il giudizio popolare tramite lo strumento della provocatio ad populum, e in quella decemvirale che introdusse la norma de capite civis nisi per maximum comitatum, comportante l'attribuzione esclusiva della giurisdizione capitale ai comizi centuriati, il conseguente divieto di giudicare de capite civis iniussu populi (di condannare a morte senza un giudizio popolare), e il divieto di interfici indemnatum quemcumque homine (di mettere a morte un cittadino che non sia stato condannato a seguito di regolare giudizio popolare).

Vedere Tribuno della plebe e Giudizi de capite civis

Giulia (figlia di Cesare)

Giulia nacque a Roma nel 76 a.C., figlia di Gaio Giulio Cesare e della sua seconda moglie, Cornelia. Era la sua unica figlia e la sua unica discendente legittima.

Vedere Tribuno della plebe e Giulia (figlia di Cesare)

Gladiatore

Il gladiatore era un particolare lottatore dell'antica Roma. Il nome deriva da gladio, la spada utilizzata dai legionari romani utilizzata anche dai lottatori.

Vedere Tribuno della plebe e Gladiatore

Gneo Aufidio Oreste

Appartenente per nascita alla gens Aurelia, il suo nome originale era Gneo Aurelio Oreste, ma successivamente fu adottato dallo storico Gneo Aufidio, quando questi era già in età avanzata, e per tale motivo assunse il nome con cui è noto.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Aufidio Oreste

Gneo Bebio Tamfilo

Era fratello di Marco, console l'anno successivo. Entrambi erano figli di un Quinto e nipoti di un Gneo. Nel 204 a.C. fu tribuno della plebe ed accusò i censori Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone di malversazioni occorse durante il periodo della loro carica.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Bebio Tamfilo

Gneo Cornelio Cosso

Nel 414 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Lucio Valerio Potito e Marco Postumio Regillense.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Cornelio Cosso

Gneo Cornelio Cosso (tribuno consolare 406 a.C.)

Nel 406 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Cornelio Rutilo Cosso, Numerio Fabio Ambusto e Lucio Valerio Potito, al suo secondo tribunatoTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 58.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Cornelio Cosso (tribuno consolare 406 a.C.)

Gneo Domizio Calvino

Fu eletto console due volte, nel 53 a.C. e nel 40 a.C. Fu un partigiano di Giulio Cesare e di Ottaviano.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Domizio Calvino

Gneo Domizio Enobarbo (console 96 a.C.)

Era figlio di Gneo Domizio Enobarbo e fratello di Lucio Domizio Enobarbo. Nel 104 a.C. fu tribuno della plebe,. e nel 103 a.C. divenne pontefice massimoValerio Massimo, VI, 5.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Domizio Enobarbo (console 96 a.C.)

Gneo Giulio Agricola

La maggior parte delle informazioni sulla sua vita e sulla sua attività sono tratte dal De vita et moribus Iulii Agricolae, scritto dallo storico Tacito (suo genero), dalla Storia romana di Cassio Dione Cocceiano e da tre iscrizioni ritrovate in Britannia (una di queste fu rinvenuta nel 1955 in frammenti nel foro di Verulamium).

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Giulio Agricola

Gneo Giulio Vero

Poiché le fonti letterarie per il II secolo d.C. sono carenti e Giulio Vero non è menzionato, siamo dipendenti per la rappresentazione della sua biografia principalmente dalle iscrizioni.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Giulio Vero

Gneo Manlio Cincinnato

Gneo Manlio apparteneva alla nobile gens Manlia, una delle più antiche e conosciute gentes patrizie dell'antica Roma, i cui cognomina più diffusi durante la Repubblica erano Capitolino, Torquato e Vulsone; il nomen Manlio viene frequentemente confuso con Manio o con Manilio.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Manlio Cincinnato

Gneo Marcio Coriolano

Il giovane Gneo Marcio, non ancora Coriolano, partecipò come semplice soldato alla decisiva battaglia del lago Regillo, distinguendosi per il proprio valore, tanto da meritare la Corona civica per aver salvato da solo in battaglia un altro cittadino romano.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Marcio Coriolano

Gneo Nevio

Ebbe una notevole carriera letteraria a Roma fino a quando i suoi commenti satirici pronunciati nella commedia fecero infuriare la famiglia Metello, dei quali un appartenente era console.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Nevio

Gneo Ottavio (console 87 a.C.)

Figlio dell'omonimo console del 128 a.C., proveniva dalla gens Octavia, una gens di origine plebea, che vide la sua ascesa con Gneo Ottavio Rufo, questore nel 230 a.C.; dal più giovane dei figli di Rufo ebbe origine il ramo equestre della gens, da cui proveniva Ottaviano Augusto.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Ottavio (console 87 a.C.)

Gneo Papirio Eliano Emilio Tuscillo

Gneo Papirio Eliano, nato intorno al 100 nel municipio di Florentia Iliberris (Granada, Spagna) nell'ormai romanizzata provincia romana della Hispania Baetica.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Papirio Eliano Emilio Tuscillo

Gneo Pompeo Magno

Abile generale e condottiero sagace ed esperto, Pompeo, originario del Piceno e figlio di Gneo Pompeo Strabone, divenne famoso fin dalla giovane età per una serie di brillanti vittorie durante la guerra civile dell'83-82 a.C. divenendo il principale luogotenente di Lucio Cornelio Silla.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Pompeo Magno

Gneo Sergio Fidenate Cosso

Nel 387 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Publicola, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Papirio Cursore e Licinio Menenio LanatoTito Livio, Ab Urbe condita, VI, 5.

Vedere Tribuno della plebe e Gneo Sergio Fidenate Cosso

Guerra civile romana (49-45 a.C.)

La guerra civile romana del 49 - 45 a.C., più nota come guerra civile tra Cesare e Pompeo, consistette in una serie di scontri politici e militari fra Gaio Giulio Cesare e i suoi sostenitori contro la fazione tradizionalista e conservatrice del Senato romano (Optimates), capeggiata da Gneo Pompeo Magno, Marco Porcio Catone Uticense e Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica.

Vedere Tribuno della plebe e Guerra civile romana (49-45 a.C.)

Guerra di Pompeo contro Albani e Iberi

La guerra di Pompeo contro Albani ed Iberi fu combattuta tra il generale romano Gneo Pompeo Magno, contro le forze delle popolazioni abitanti nel I secolo a.C. il Caucaso, negli anni 66-65 a.C., e vide i Romani prevalere.

Vedere Tribuno della plebe e Guerra di Pompeo contro Albani e Iberi

Guerra giugurtina

La Guerra giugurtina prende il nome dal re Giugurta di Numidia (in lingua berbera: Imenɣi n Yugurten), che dal 111 al 105 a.C. combatté contro i Romani.

Vedere Tribuno della plebe e Guerra giugurtina

Guerra piratica di Pompeo

Per guerra piratica di Pompeo si intende la fase finale delle campagne condotte dalla Repubblica romana contro i pirati che infestavano le coste del Mediterraneo orientale e danneggiavano le province romane orientali, portate a termine in una quarantina di giorni sotto il comando di Gneo Pompeo Magno nel 67 a.C.Livio, Periochae ab Urbe condita libri, 99.2.

Vedere Tribuno della plebe e Guerra piratica di Pompeo

Guerra sociale

La guerra sociale (dal latino socius), denominata anche guerra italica (bellum Italicum) o guerra marsica (bellum Marsicum), dal 91 all'88 a.C. vide opposti lo Stato Romano ed una lega formata da molti popoli d'Italia fino ad allora alleati di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Guerra sociale

Guerre cimbriche

Le guerre cimbriche furono combattute tra gli anni 113 e 101 a.C. tra la Repubblica romana e la coalizione di tribù di Cimbri, Teutoni ed Ambroni.

Vedere Tribuno della plebe e Guerre cimbriche

Guerre mitridatiche

Per guerre mitridatiche si intende una serie di conflitti tra la Repubblica romana ed il Ponto che si combatterono tra l'89 e il 63 a.C. Prendono il loro nome da Mitridate VI che all'epoca era il re del Ponto e grande nemico di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Guerre mitridatiche

Guerre romano-etrusche

Le guerre romano-etrusche furono una serie di conflitti tra Romani e città etrusche, combattuti dalla fondazione di Roma (VIII secolo a.C.) al III secolo a.c.

Vedere Tribuno della plebe e Guerre romano-etrusche

Guerre tra Roma e Veio

Le guerre tra Roma e Veio furono una costante della storia del Lazio a partire quantomeno dall'VIII secolo a.C. Fin dalla sua mitica fondazione, opera di Romolo, Roma ebbe un nemico temibile e determinato nella città etrusca di Veio.

Vedere Tribuno della plebe e Guerre tra Roma e Veio

Hasta (città romana)

Hasta è il nome con cui è comunemente indicata la città di Asti nel periodo romano. La nascita e lo sviluppo dell'insediamento romano in Asti è contemporaneo a quello delle vicine Pollentia e Forum Fulvii, accampamenti militari fondati tra il 123 a.C. e 125 a.C. in seguito all'espansione romana di Tiberio e Gaio Gracco.

Vedere Tribuno della plebe e Hasta (città romana)

Historiae (Sallustio)

Historiae (Storie) è il titolo di un'opera annalistica scritta dallo storiografo latino Gaio Sallustio Crispo nel 39 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Historiae (Sallustio)

I giorni della gloria

I giorni della gloria (The Grass Crown) è un romanzo storico scritto da Colleen McCullough e pubblicato nel 1991. È il secondo volume di una saga ambientata nell'Antica Roma, che racconta gli ultimi decenni della Repubblica romana, dall'avvento di Gaio Mario a quello di Augusto.

Vedere Tribuno della plebe e I giorni della gloria

Illyricum

LIllirico (in latino: Illyricum) era un'antica provincia della Repubblica romana che all'inizio del periodo imperiale fu suddivisa nella regione augustea della Regio X Venetia et Histria (ad est del fiume AdigeLa Gallia Cisalpina corrispondeva ai territori della pianura padana compresi tra il fiume Adige e le Alpi piemontesi; ad est di quest'ultimo fiume iniziava l'Illirico ((p 1095)).), oltre alle due nuove province di Pannonia e Dalmazia, certamente in seguito alla rivolta dalmato-pannonica e probabilmente agli inizi del principato di Tiberio.

Vedere Tribuno della plebe e Illyricum

Imperatore romano

Per imperatore romano (in latino Imperator Romanus o Imperator Caesar Augustus, Princeps et Dominus, "Imperatore Cesare Augusto, principe e signore", somma dei vari titoli detenuti durante la storia romana; in greco Βασιλεὺς τῶν Ῥωμαίων, Basilèus tôn Rhōmàiōn, "Imperatore dei Romani/Romei") si intende comunemente oggi il capo dell'Impero romano a partire dal 27 a.C., quando il Senato conferì a Gaio Giulio Cesare Ottaviano il titolo di Augusto.

Vedere Tribuno della plebe e Imperatore romano

Imperium

Fra i vari termini con cui nell'antica Roma si indicavano le autorità dei titolari del pubblico potere, assunse un ruolo di fondamentale importanza, sin dall'età monarchica, l'imperium, da non confondersi con la potestas o lauctoritas.

Vedere Tribuno della plebe e Imperium

Imperium proconsulare maius

L'imperium proconsulare maius fu un'istituzione del diritto romano che conferiva il potere sulle province, di rango superiore rispetto ai governatori delle province stesse (maius) ed esercitato al di fuori del vincolo della collegialità delle magistrature repubblicane, come proconsole, ossia rivestito dopo il consolato.

Vedere Tribuno della plebe e Imperium proconsulare maius

Impero romano

LImpero romano fu lo Stato romano consolidatosi nell'area euro-mediterranea tra il I secolo a.C. e il XV secolo; in questa voce si tratta il periodo che va dalla sua fondazione, generalmente indicata con il 27 a.C. (primo anno del principato di Augusto), al 395, quando, dopo la morte di Teodosio I, l'Impero fu suddiviso dal punto di vista amministrativo ma non politico in una pars occidentalis e in una pars orientalis.

Vedere Tribuno della plebe e Impero romano

In Licinium Macrum

L'Oratio in Gaium Licinium Macrum (Orazione contro Gaio Licinio Macro), meglio nota semplicemente come In Licinium Macrum o In Gaium Licinium Macrum, è un discorso giudiziario pronunciato nel 66 a.C. dall'oratore romano Marco Tullio Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e In Licinium Macrum

In Vatinium testem

L'Oratio in Publium Vatinium testem (Orazione contro il testimone Publio Vatinio) o Interrogatio in Vatinium (Interrogatorio contro Vatinio), meglio nota semplicemente come In Vatinium testem, è un discorso giudiziario pronunciato nel 56 a.C. dall'oratore romano Marco Tullio Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e In Vatinium testem

Inferno - Canto ventottesimo

''«Or vedi com' io mi dilacco! vedi come storpiato è Mäometto!»'' (XXVIII, vv. 30-31). Illustrazione di Paul Gustave Doré. Il canto ventottesimo dell'Inferno di Dante Alighieri si svolge nella nona bolgia dell'ottavo cerchio, ove sono puniti i seminatori di discordie; la vicenda si svolge il pomeriggio del 9 aprile 1300 (Sabato santo), o secondo altri commentatori del 26 marzo 1300.

Vedere Tribuno della plebe e Inferno - Canto ventottesimo

Intercessio

L'intercessio o ius intercessionis è un concetto giuridico della Roma antica che implica l'intervento di un soggetto in occasione di un atto compiuto da un altro soggetto, in genere un magistrato.

Vedere Tribuno della plebe e Intercessio

Intercessio tribunicia

L'Intercessio tribunicia (intercessione tribunizia) era il potere di veto spettante al tribuno della plebe contro gli atti dei magistrati. Il potere di intercessio tribunicia non era inizialmente precisamente delineato.

Vedere Tribuno della plebe e Intercessio tribunicia

Intercessione

L'intercessione è, in generale, l'intervento che si fa presso qualcuno al fine di ottenere un beneficio per altri. Il significato originario del termine era tratto dal diritto romano dove era tipica l'intercessio tribunicia: l'intervento del tribuno della plebe a favore di un plebeo per proteggerlo da un intervento di un magistrato.

Vedere Tribuno della plebe e Intercessione

Interrex (storia romana)

L'Interrex era una istituzione del diritto romano, nata in età regia ed evolutasi in quella repubblicana, per la quale, quando veniva a mancare il potere supremo dello Stato romano, questo veniva esercitato da un Interrex per un periodo limitato di tempo.

Vedere Tribuno della plebe e Interrex (storia romana)

Invasioni barbariche del III secolo

Le invasioni barbariche del III secolo (212-305) costituirono un periodo ininterrotto di scorrerie all'interno dei confini dell'impero romano, condotte per fini di saccheggio e bottino da genti armate appartenenti alle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere settentrionali: Pitti, Caledoni e Sassoni in Britannia; le tribù germaniche di Frisi, Sassoni, Franchi, Alemanni, Burgundi, Marcomanni, Quadi, Lugi, Vandali, Iutungi, Gepidi e Goti (Tervingi ad occidente e Grutungi ad oriente), le tribù daciche dei Carpi e quelle sarmatiche di Iazigi, Roxolani ed Alani, oltre a Bastarni, Sciti, Borani ed Eruli lungo i fiumi Reno-Danubio ed il Mar Nero.

Vedere Tribuno della plebe e Invasioni barbariche del III secolo

Iscrizione del foro di Verulamium

L'iscrizione del foro di Verulamium è una delle molte iscrizioni romane della Britannia, probabilmente databile al 79 d.C., sotto il regno dell'imperatore Tito.

Vedere Tribuno della plebe e Iscrizione del foro di Verulamium

La Certosa di Parma

La Certosa di Parma (titolo in francese: La Chartreuse de Parme) è un romanzo scritto da Stendhal, pubblicato nel 1839. Racconta la storia di un nobile italiano durante l'Età napoleonica e il successivo periodo della Restaurazione.

Vedere Tribuno della plebe e La Certosa di Parma

Larcio (o Spurio) Erminio Coritinesano Aquilino

Larcio (o Spurio) Erminio Coritinesano Aquilino (Tito Livio indica Spurius mentre Diodoro Siculo, Dionigi di Alicarnasso e Valerio Massimo riportano rispettivamente "Λαρινος", "Λαρος" e Lar, entrambi nomi tipicamente etruschi; Cassiodoro indica invece Lucius) fu eletto con console nel 448 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Larcio (o Spurio) Erminio Coritinesano Aquilino

Legatus

Legatus è un termine latino attribuito a membri dell'ordine senatorio che designava ruoli di comando in ambito del governo e dell'esercito romano.

Vedere Tribuno della plebe e Legatus

Legatus legionis

Legatus legionis era il titolo assegnato nell'Antica Roma ai Comandanti di una Legione. Già in età Repubblicana, si designava con il termine Legatus il Comandante delegato dal magistrato competente (solitamente un console o un proconsole) al comando di una Legione di sua competenza.

Vedere Tribuno della plebe e Legatus legionis

Leges Clodiae

Le Leges Clodiae furono una serie di plebisciti approvati dai concilia plebis della repubblica romana proposti dal tribuno Publio Clodio Pulcro nel 58 a.C. Clodio era un membro della ''gens'' Claudia, di origini patrizie; tuttavia, con il sostegno di Gaio Giulio Cesare, si era fatto adottare in un ramo plebeo della stessa famiglia per poter farsi eleggere tribuno della plebe.

Vedere Tribuno della plebe e Leges Clodiae

Leges Genuciae

Le Leges Genuciae furono delle leggi romane proposte nel 342 a.C dal tribuno della plebe Lucio Genucio. La Lex Genucia de feneratione prevedeva che il prestito a interesse fosse proibito.

Vedere Tribuno della plebe e Leges Genuciae

Leges Liciniae Sextiae

Le leggi Licinie Sextie (in latino, Leges Liciniae Sextiae) furono un insieme di proposte, poi divenute leggi, avanzate dai tribuni della plebe Gaio Licinio Stolone e Lucio Sextio Laterano nel 367 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Leges Liciniae Sextiae

Leges tabellariae

Le leges tabellariae furono un complesso di leggi della Repubblica romana, promulgate da diversi tribuni della plebe dal 139 a.C. al 107 a.C.: tutte queste leggi stabilivano l'utilizzo di tabellae da inserire in apposite urne custodite da speciali addetti come strumento per esprimere il voto in diversi ambiti.

Vedere Tribuno della plebe e Leges tabellariae

Leges Valeriae Horatiae

Le Leges Valeriae Horatiae (in italiano: Leggi Valerie Orazie) furono tre provvedimenti legislativi particolarmente favorevoli alla plebe, attribuiti secondo la tradizione ai due consoli Lucio Valerio Potito e Marco Orazio Barbato, fatti approvare presumibilmente nel 449 a.C. (o nel 509 a.C.). Tali leggi sono conosciute come: Lex Valeria Horatia de plebiscitis, Lex Valeria Horatia de provocatione e Lex Valeria Horatia de tribunicia potestate.

Vedere Tribuno della plebe e Leges Valeriae Horatiae

Legge ad personam

La locuzione lex ad personam, o legge ad personam, indica una legge o un atto normativo avente forza di legge emanato con lo specifico intento di favorire (o anche sfavorire), direttamente o indirettamente, un cittadino, un'azienda o un ristretto gruppo di soggetti (ad personam), quindi una forma di clientelismo.

Vedere Tribuno della plebe e Legge ad personam

Leggi delle XII tavole

Le leggi delle XII tavole (duodecim tabulae; duodecim tabularum leges) sono un corpo di leggi compilato nel 451-450 a.C. dai decemviri legibus scribundis, contenenti regole di diritto privato, di diritto pubblico e di diritto sacro.

Vedere Tribuno della plebe e Leggi delle XII tavole

Leggi romane

Questa pagina propone una parziale ed ancora incompleta lista di leggi romane. Il nome della legge di solito proviene dalla gens del magistrato proponente (qualsiasi magistrato dai questori in poi per la lex comitialis, il tribuno della plebe per gli ''scita plebis''), declinato alla forma femminile, perché in latino legge (lex, legis, nominativo plurale leges) è una parola di genere femminile.

Vedere Tribuno della plebe e Leggi romane

Lex Acilia repetundarum

La Lex Acilia Repetundarum è una legge romana promossa da Gaio Sempronio Gracco e dal tribuno della plebe Manio Acilio Glabrione da cui prese il nome nell'insieme dell'ampia azione legislativa portata avanti dai due.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Acilia repetundarum

Lex Appuleia

Con lex Appuleia si fa riferimento a numerose proposte di legge che rientrano nell'attività legislativa di Lucio Apuleio Saturnino, tribuno della plebe nel 103 a.C., 102 a.C. e nel 100 a.C.; tutte le leggi saranno poi cassate dal Senato, con eccezione della lex Appuleia de maiestate minuta, che sarà integrata da Silla e da Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Appuleia

Lex Aquilia

La Lex Aquilia, come definisce Ulpiano, è un plebiscito fatto votare da un tribuno della plebe di nome Aquilio nel 286 a.C., e provocò il superamento di tutte le leggi precedenti comprese la legge delle XII Tavole.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Aquilia

Lex Aternia Tarpeia

La Lex Aternia Tarpeia de multis (o semplicemente Lex Aternia Tarpeia) è una legge romana del 454 a.C. che regolava il pagamento di multe e ammende.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Aternia Tarpeia

Lex Atinia

Con il termine Lex Atinia ci si riferisce a due leggi emanate nel II secolo a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Lex Atinia

Lex Canuleia

La legge Canuleia (in latino, lex Canuleia de conubio patrum et plebis) fu una legge proposta dal tribuno della plebe Gaio Canuleio nel 445 a.C., con la quale venne abolito il divieto di nozze tra patrizi e plebei.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Canuleia

Lex Cassia

La Lex Cassia tabellaria fu un plebiscito emanato nel 137 a.C. dal tribuno della plebe Lucio Cassio Longino Ravilla.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Cassia

Lex Cincia

La Lex Cincia è un plebiscito emanato nel 204 a.C. su proposta del tribuno della plebe M. Cincio Alimento. Si occupava di regolamentare il fenomeno delle donazioni (è per questo nota anche come Lex Cincia de donis et muneribus).

Vedere Tribuno della plebe e Lex Cincia

Lex Claudia

La Lex Claudia de senatoribus fu una legge romana approvata nel 218 a.C. su proposta del tribuno della plebe Quinto Claudio. Essa prescriveva che nessun senatore o un figlio di un senatore potesse possedere una nave con una capacità di oltre 300 anfore.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Claudia

Lex comitialis

Lex comitialis (al plurale leges comitiales) è la legge romana in senso stretto, ossia quelle leggi che venivano promulgate attraverso una votazione delle assemblee, i "''comitia''", come suggerito dall'aggettivo comitialis.

Vedere Tribuno della plebe e Lex comitialis

Lex curiata de imperio

La lex curiata de imperio (legge curiata sull'esercizio della magistratura) è la legge che ratificava l'autorità legale dei magistrati. Era originariamente sancita dai comizi curiati, la stessa assemblea elettiva che sanciva le leges curiatae sull'adozione.

Vedere Tribuno della plebe e Lex curiata de imperio

Lex Falcidia

La Lex Falcidia è una legge romana del 40 a.C. approvata su iniziativa del tribuno della plebe Publio Falcidio. Regolava le quote della successione legittima nel diritto ereditario romano e nel VI secolo fu fatta incorporare da Giustiniano nelle ''Institutiones'' da lui volute.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Falcidia

Lex frumentaria

Per lex frumentaria si intende un provvedimento legislativo che regolava la distribuzione di frumento a prezzi agevolati o gratuitamente alla popolazione di Roma (Frumentationes).

Vedere Tribuno della plebe e Lex frumentaria

Lex Gabinia

La Lex Gabinia (detta anche Lex de piratis persequendis, da non confondersi con la Lex Gabinia tabellaria del 139 a.C., che prevedeva l'introduzione del voto segreto), proposta dal tribuno della plebe Aulo Gabinio, fu una legge romana approvata nel 67 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Gabinia

Lex Gabinia tabellaria

La lex Gabinia cosiddetta tabellaria (da non confondere con la ''lex Gabinia 'de piratis persequendis''') fu una legge romana approvata nel 139 a.C. dal tribuno della plebe Aulo Gabinio.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Gabinia tabellaria

Lex Icilia de Aventino publicando

La lex Icilia detta de Aventino publicando è una lex publica approvata nel 456 a.C., consoli Spurio Verginio Tricosto Celiomontano e Marco Valerio Massimo Lettuca, su proposta del tribuno della plebe Lucio Icilio.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Icilia de Aventino publicando

Lex Iunia Licinia

La lex Iunia Licinia, o lex Iunia Licinia de legum latione, fu una legge della Repubblica romana promulgata nel 62 a.C. dai consoli Decimo Giunio Silano e Lucio Licinio Murena.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Iunia Licinia

Lex Mamilia de coniuratione Iugurthina

La lex Mamilia de coniuratione Iugurthina fu un provvedimento giudiziario indetto dal tribuno della plebe Gaio Mamilio Limetano nel 109 a.C. circa.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Mamilia de coniuratione Iugurthina

Lex Manilia

La Lex Manilia, proposta dal tribuno della plebe Gaio Manilio, fu una legge romana approvata nel 66 a.C.,.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Manilia

Lex Plautia Papiria

La lex Plautia Papiria fu una legge romana promulgata nell'89 a.C. dai tribuni della plebe Marco Plauzio Silvano e Caio Papirio Carbone. Secondo questa legge, le persone iscritte come cittadini di città federate e con il domicilio in Italia al tempo dell'approvazione della legge, avrebbero avuto la cittadinanza romana se avessero dato il proprio nome al pretore della propria città entro sessanta giorni.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Plautia Papiria

Lex Publilia Voleronis

La lex Publilia Voleronis è una lex publica votata nel 471 a.C. su proposta dei tribuni della plebe di quell'anno, tra i quali Publilio Volerone, primo propositore della legge, e Gaio Letorio.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Publilia Voleronis

Lex regia

La lex regia (in italiano legge regia) è un atto normativo emanato dal rex (con l'appoggio del pontefice) nell'antica Roma. Gli studiosi per tutto il XIX secolo sono stati in dubbio circa la vera autenticità e esistenza della lex regia.

Vedere Tribuno della plebe e Lex regia

Lex Sacrata

La Lex Sacrata è una legge romana emanata dopo la prima secessione della plebe del 494 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Lex Sacrata

Lex Sempronia

Con lex Sempronia si fa riferimento a numerosi plebisciti proposti dai tribuni della plebe Tiberio e Gaio Sempronio Gracco nel 133 a.C., 123 o 122 a.C., che erano principalmente orientati a favore della plebe e della fazione dei populares.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Sempronia

Lex Sempronia agraria

La Lex Sempronia agraria fu un plebiscito proposto dal tribuno della plebe Tiberio Gracco nel 133 a.C. a fini di redistribuzione terriera.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Sempronia agraria

Lex Sempronia viaria

La Lex Sempronia de viis muniendis (legge riguardo alla costruzione di vie) o Lex Sempronia viaria, fu proposta dal tribuno della plebe Caio Sempronio Gracco nell'anno 123 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Sempronia viaria

Lex Terentilia

La Lex Terentilia fu una proposta di legge della Repubblica romana che non vide mai la luce. La legge prevedeva la creazione di una commissione incaricata di definire i poteri consolari, al fine di limitarne l'arbitrarietà.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Terentilia

Lex Titia

La Lex Titia fu una legge romana approvata il 27 novembre 43 a.C. Garantì al Triumvirato il diritto di regnare per un periodo di cinque anni.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Titia

Lex Trebonia

La Lex Trebonia fu approvata nel 55 a.C. durante il consolato di Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo, e prende il nome da Gaio Trebonio, il tribuno della plebe che la propose.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Trebonia

Lex Trebonia (448 a.C.)

La Lex Trebonia era una legge romana del 448 a.C. che vietava ai tribuni della plebe di cooptare colleghi nei posti vacanti creatisi nel consiglio.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Trebonia (448 a.C.)

Lex Vatinia

La lex Vatinia de provinciis Caesaris fu proposta dal tribuno della plebe Publio Vatinio quando Cesare era console con Bibulo. Approvata dal popolo, venne adottata il primo marzo del 59 a.C. Il provvedimento concedeva a Cesare il comando di tre legioni per cinque anni, fino al primo marzo del 54 a.C., nella Gallia Cisalpina e nell'Illirico.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Vatinia

Lex Villia annalis

La lex Villia annalis è un plebiscito fatto approvare nel 180 a.C. dal tribuno della plebe Lucio Villio, la cui famiglia acquisì, pertanto, il cognome di Annalis.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Villia annalis

Lex Voconia

La Lex Voconia è una legge romana del 169 a.C., approvata dai concilia plebis su proposta del tribuno della plebe Voconio Saxa, con l'appoggio di Catone il Censore.

Vedere Tribuno della plebe e Lex Voconia

Liévin-Bonaventure Proyart

Fedele al trono e all'altare, quindi monarchico, controrivoluzionario e antimassonico, fu un grande difensore dellancien régime. È conosciuto come il biografo del suo ex allievo Maximilien de Robespierre, che dipinse come un tiranno malvagio e un regicida dalla nascita fino alla morte, al contrario delle memorie non vere di sua sorella Charlotte sul difensore disinteressato dei poveri.

Vedere Tribuno della plebe e Liévin-Bonaventure Proyart

Liberum veto

Il liberum vetoIl termine latino veto, il cui significato era "io vieto" o "io mi oppongo", oltre che in contesti informali, era adoperato in epoca romana con riferimenti ai tribuni della plebe, i quali disponevano della facoltà di bloccare provvedimenti emessi da altre autorità, compresi il Senato o altri tribuni, che potessero danneggiare i diritti della plebe da loro rappresentata (ius intercessionis).

Vedere Tribuno della plebe e Liberum veto

Licinio Menenio Lanato

Nel 387 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Publicola, Lucio Emilio Mamercino, Gneo Sergio Fidenate Cosso e Lucio Papirio CursoreTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 5.

Vedere Tribuno della plebe e Licinio Menenio Lanato

Limes orientale

Per limes orientale (in latino limes Orientalis), si intendeva il sistema di fortificazioni a difesa dell'Oriente romano che collegava Trapezus (Trapezunte) con Aelana (insediamento nella zona delle odierne Eilat e Aqaba), dalle popolazioni seminomadi di Nabatei, Arabi e Palmireni, dal regno d'Armenia e soprattutto dall'Impero dei Parti prima, e Sasanidi poi.

Vedere Tribuno della plebe e Limes orientale

Lista di tresviri monetales in età repubblicana

Questa è la lista dei tresviri monetales, i magistrati monetari romani che hanno curato l'emissione delle monete e il funzionamento delle zecche in età repubblicana.

Vedere Tribuno della plebe e Lista di tresviri monetales in età repubblicana

Lucio Albinio

Lucio Albinio (in latino Lucius Albinius) fu il nome di due uomini dell'antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Albinio

Lucio Albinio (tribuno della plebe)

Secondo Quinto Asconio Pediano Lucio Albinio Patercolo (in latino Lucius Albinius Paterculus), secondo Tito Livio Lucio Albino (in latino Lucius Albinus); è stato il primo tribuno della plebe, con Gaio Licinio Stolone, nel 494 a.C. Di lui poco si sa: fu eletto subito dopo l'istituzione della magistratura, stando a Tito Livio addirittura dopo il discorso di Menenio Agrippa, a secessione plebea ancora in corso.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Albinio (tribuno della plebe)

Lucio Antonio

Lucio era terzo figlio di Marco Antonio Cretico e nipote di quel Marco Antonio Oratore che venne giustiziato dai sostenitori di Gaio Mario nell'86 a.C. Sua madre era Giulia Antonia, cugina di Gaio Giulio Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Antonio

Lucio Apuleio Saturnino

Membro della gens Apuleia, fu nipote dell'Apuleio Saturnino pretore nel 166 a.C. Nel 104 a.C., Saturnino fu questore, con l'incarico di sovraintendere all'importazione di grano a Ostia.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Apuleio Saturnino

Lucio Aquillio Corvo

Nel 388 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Quinto Servilio Fidenate, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Lucio Giulio Iullo e Servio Sulpicio RufoTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 4.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Aquillio Corvo

Lucio Aurelio Cotta

Ricoprì la carica di pretore nel 70 a.C. e di console nel 65 a.C.Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XXXVII, 1.1. La sua esperienza di censore, nel 64 a.C., fu vanificata da una macchinazione dei tribuni, a cui seguirono le sue dimissioni.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Aurelio Cotta

Lucio Aurelio Cotta (console 119 a.C.)

Cotta fu eletto console nel 119 a.C. con Lucio Cecilio Metello Dalmatico; propose in Senato che Caio Mario, allora tribuno della plebe, fosse chiamato per rispondere della lex Maria, da lui proposta e che voleva limitare l'influenza degli ottimati nelle votazioni dei comizi.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Aurelio Cotta (console 119 a.C.)

Lucio Calpurnio Bestia

Fu eletto tribuno della plebe nel 121 a.C. e, successivamente, console nel 111 a.C. Gli fu affidata la guerra contro Giugurta ed egli iniziò energicamente la campagna, ma in seguito, corrotto dal re numida, gli concesse una pace favorevole.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Calpurnio Bestia

Lucio Calpurnio Pisone Frugi (console 133 a.C.)

Lucio Calpurnio Pisone Frugi, talora detto Censorinus divenne tribuno della plebe nel 149 a.C. e in quell'anno si fece promotore della lex Calpurnia de repetundis, la prima legge romana che voleva punire le estorsioni compiute nelle province dai governatori.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Calpurnio Pisone Frugi (console 133 a.C.)

Lucio Calvenzio Vetere Gaio Carminio

Il nome completo di Vetere è stato rivelato da una rilettura di una tavoletta pompeianaG. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Calvenzio Vetere Gaio Carminio

Lucio Cassio Longino Ravilla

Di famiglia plebea e figlio di Quinto Cassio Longino, console nel 164 a.C., ebbe il soprannome di Ravilla a causa degli occhi grigi (ravi oculi).

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cassio Longino Ravilla

Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)

Prese parte alla guerra sociale e, dopo la marcia su Roma di Silla, ottenne nell'87 a.C. il consolato. Poco dopo la partenza di Silla ne divenne un fiero oppositore, per cui fu cacciato da Roma, ma, alleatosi con Gaio Mario, ritornò nella città, dove iniziò a perseguitare i patrizi e i nobili.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)

Lucio Cornelio Merula (console 193 a.C.)

Nel 194 a.C., insieme a Gaio Salonio fu incaricato della fondazione di una colonia romana a Tempsa in Magna Grecia, conquistata ai Bruzi.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cornelio Merula (console 193 a.C.)

Lucio Cornelio Pusione

Il suo cursus fino al 55 è noto attraverso l'iscrizione di una statua a lui dedicata e ritrovata, insieme ai resti della statua stessa, a Roma, nelle fondamenta di Palazzo Campanari, sul Quirinale; la statua, eretta dal centurione Marco Vibrio Marcello della Legio XVI Gallica, si trovava probabilmente nei pressi della domus di Pusione.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cornelio Pusione

Lucio Cornelio Scipione Asiatico

Fratello di Publio Cornelio Scipione, del quale fu legato in Spagna nel 207 a.C. - 206 a.C., Sicilia (205 a.C.) e Africa (204 a.C. - 202 a.C.), fu pretore nel 193 a.C. e console nel 190 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cornelio Scipione Asiatico

Lucio Cornelio Silla

Lucio Cornelio Silla naque nel 138 a.C. a Roma da un ramo della gens patrizia dei Cornelii caduto in disgrazia.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Cornelio Silla

Lucio Decidio Saxa

Nato in Spagna, ma di probabili ascendenze italiche, combatté per Giulio Cesare in Spagna (49 a.C.) contro Pompeo. Fu tribuno della plebe nel 44 a.C. e, dopo l'uccisione di Cesare, fu fervido seguace di Marco Antonio, nei cui eserciti combatté a Modena e a Filippi.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Decidio Saxa

Lucio Emilio Lepido Paolo

Era figlio di Marco Emilio Lepido, console del 78 a.C. Appoggiò Cicerone contro Catilina e non si alleò mai con Pompeo Magno.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Emilio Lepido Paolo

Lucio Emilio Mamercino

Padre di Tiberio Emilio Mamercino, console nel 470 e nel 467 a.C., Lucio Emilio apparteneva alla nobile ''gens'' Aemilia, una delle più antiche e conosciute gens patrizie dell'antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Emilio Mamercino

Lucio Emilio Mamercino (tribuno consolare 389 a.C.)

Nel 391 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Furio Medullino, Servio Sulpicio Camerino, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Agrippa Furio Fuso e Gaio Emilio MamercinoTito Livio, Ab Urbe condita, V, 3, 32.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Emilio Mamercino (tribuno consolare 389 a.C.)

Lucio Flavio (pretore 58 a.C.)

Della sua vita non si sa quasi nulla, ricoprì le cariche di tribuno della plebe nel 60 a.C. e di pretore nel 58 a.C. È noto per aver proposto, in qualità di tribuno, una legge che prevedeva la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo Magno, sostenuta persino da Cicerone (che la modificò in modo che non danneggiasse eccessivamente i proprietari terrieri), ma veementemente opposta da Metello Celere, console quell'anno.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Flavio (pretore 58 a.C.)

Lucio Flavio Silva

Era parente di Caio Salvio Liberale Nonio Basso e nativo di Urbs Salvia, dove edificò un anfiteatro. Il suo cursus honorum cominciò come triumvir capitalis (relativa ad un collegio che aveva responsabilità in relazione alle pene capitali), fu poi tribunus militum presso la Legio IV Scythica, quindi questore, tribuno della plebe e infine legatus legionis della Legio XXI Rapax.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Flavio Silva

Lucio Furio Medullino (console 413 a.C.)

Lucio Furio Medullino divenne console nel 413 a.C. insieme a Aulo Cornelio Cosso. I due consoli guidarono le indagini per l'ammutinamento dell'anno precedente, che aveva portato alla morte del tribuno consolare Marco Postumio Regillense, arrivando al giudizio di colpevolezze per pochi soldati, che furono indotti al suicidio.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Furio Medullino (console 413 a.C.)

Lucio Furio Medullino (console 474 a.C.)

Lucio Furio apparteneva al ramo Medullino della nobile ''gens'' Furia, un'antica gens patrizia di Roma. Nel 474 a.C. venne eletto console con Aulo Manlio VulsoneDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 36.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Furio Medullino (console 474 a.C.)

Lucio Furio Medullino Fuso

Nel 381 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Aulo Postumio Albino Regillense, Marco Fabio Ambusto e Lucio Postumio Albino RegillenseTito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 22.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Furio Medullino Fuso

Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 388 a.C.)

Nel 388 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Quinto Servilio Fidenate, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Lucio Aquilio Corvo e Servio Sulpicio RufoTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 4.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 388 a.C.)

Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 401 a.C.)

Nel 401 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Potito, Marco Furio Camillo, Manio Emilio Mamercino, Gneo Cornelio Cosso e Cesone Fabio AmbustoTito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 10.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 401 a.C.)

Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 403 a.C.)

Nel 403 a.C. fu eletto tribuno consolare con Manio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Potito, Appio Claudio Crasso, Marco Quintilio Varo, Marco Furio FusoTito Livio,, cita 8 consoli per l'anno; M'.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 403 a.C.)

Lucio Licinio Crasso

Iniziò la sua carriera di oratore molto giovane, a ventuno anni (119 a.C.), quando Gneo Papirio Carbone, un uomo nobile ed eloquente, odiato dagli aristocratici, cui apparteneva Crasso, fu citato da lui in tribunale.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Licinio Crasso

Lucio Licinio Lucullo (console 151 a.C.)

Fu imprigionato dai tribuni per aver cercato di esigere in maniera troppo dura un'imposta per le truppe. Nel raggiungere lHispania, si dispiacque nello scoprire che i Celtiberi avevano raggiunto una pace, e attaccò i Vaccei e i Cauci, massacrando i secondi dopo averci raggiunto un accordo.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Licinio Lucullo (console 151 a.C.)

Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo

Trascorsi quindici anni dal 408 a.C. durante i quali furono eletti ogni anno dei tribuni consolari, nel 393 a.C. vennero rieletti dei consoli: Lucio Valerio Potito e Publio Cornelio Maluginense Cosso che tuttavia si dimisero.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo

Lucio Manlio Capitolino

Nel 422 a.C. fu eletto al tribunato consolare con Lucio Papirio Mugillano e Quinto Antonio Merenda. In quell'anno il tribuno della plebe Lucio Ortensio citò in giudizio Gaio Sempronio Atratino per la conduzione della campagna bellica contro i Volsci dell'anno prima, ma vi desistette per l'opposizione di quattro suoi colleghi tribuni della plebe.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Manlio Capitolino

Lucio Manlio Capitolino Imperioso

Nel 363 a.C. fu nominato dittatore per condurre la cerimonia con cui si piantava un chiodo alle idi di settembre, per scongiurare la pestilenza che da tre anni imperversava a Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Manlio Capitolino Imperioso

Lucio Marcio Settimo

Egli riuscì a mettere in salvo le rimanenti forze romane, sconfitte nelle battaglie del Baetis superiore dove erano periti i due generali, Publio Cornelio Scipione e Gneo Scipione Calvo.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Marcio Settimo

Lucio Mario Perpetuo

Mario Perpetuo era il figlio dell'omonimo Lucio Mario Perpetuo, un procurator Augusti dell'ordine equestre, e fratello di Mario Massimo, il biografo imperiale romana.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Mario Perpetuo

Lucio Minucio Esquilino Augurino

Fu console della Repubblica romana avendo come collega Gaio Nauzio Rutilo nel 458 a.C.. Appena nominati, i consoli si ritrovarono con due questioni in sospeso: il processo a Volscio, contestato dalla plebe e l'ormai annosa presentazione della lex Terentilia contestata dal patriziato.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Minucio Esquilino Augurino

Lucio Mummio Felice Corneliano

Era membro della famiglia dei Felices, originaria dell'Italia o della parte occidentale dell'Impero (forse della Spagna), che ascese al patriziato nella prima metà del III secolo.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Mummio Felice Corneliano

Lucio Nonio Asprenate (console 29)

Discendente della gens Nonia, famiglia del PicenoW. Eck-A. Caballos-F. Fernández, Das senatus consultum de Cn.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Nonio Asprenate (console 29)

Lucio Papirio Mugillano (console 427 a.C.)

Nel 427 a.C. fu eletto al consolato con Gaio Servilio Strutto Ahala. L'anno passò senza che si arrivasse allo scontro con Veio, accusata di aver compiuto razzie in territorio romano l'anno prima, perché, a seguito del fallito tentativo di composizione pacifica della disputa con gli etruschi, i plebei ottennero che la guerra fosse votata dai comizi centuriati e che la sua conduzione fosse affidata ai tribuni consolari dell'anno successivo.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Papirio Mugillano (console 427 a.C.)

Lucio Pinario Mamercino Rufo

Lucio Pinario viene eletto nel 472 a.C. console insieme a Publio Furio Medullino FusoDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 40Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 56.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Pinario Mamercino Rufo

Lucio Ponzio Aquila

Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo sostenne quest'ultimo. Sicuramente ottenne il perdono da parte di Cesare, altrimenti non avrebbe potuto ricoprire la carica di Tribuno della plebe nel 45 a.C. Si ipotizza però che egli sia lo stesso Ponzio Aquila al quale, secondo Cicerone, furono confiscate alcune proprietà nei pressi di Napoli, che poi furono donate da Cesare alla sua amante Servilia (o forse solo acquistate all'asta da quest'ultima a prezzo vantaggiosissimo), madre di Marco Giunio Bruto.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Ponzio Aquila

Lucio Porcio Catone

Era figlio di Marco Porcio Catone Saloniano e quindi nipote di Marco Porcio Catone detto il Censore. Nell'anno 100 a.C. fu tribuno della plebe e tribuno militare nel 90 a.C. durante la guerra sociale.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Porcio Catone

Lucio Quinzio Cincinnato

Nato prima della Res Publica, fu console nel 460 a.C. e due volte dittatore, nel 458 a.C. e nel 439 a.C. La data di nascita non è precisa, ma sappiamo da Tito Livio (IV, 13) che aveva passato gli ottant'anni quando fu proclamato dittatore per la seconda volta.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Quinzio Cincinnato

Lucio Scribonio Libone

*Lucio Scribonio Libone – tribuno della plebe nel 216 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Scribonio Libone

Lucio Sergio Catilina

Catilina nacque a Roma nel 108 a.C. dal patrizio Lucio Sergio Silo e da Belliena. La famiglia nativa, i Sergii, pur di nobili origini, da molti anni non aveva ruoli significativi nella vita politica di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Sergio Catilina

Lucio Sestio Albaniano Quirinale

Figlio di Publio Sestio, tribuno della plebe difeso con successo in un processo de vi da Cicerone con la sua Pro Sestio nel 56 a.C., e della sua prima moglie Albania, figlia del senatore Gaio AlbanioCicerone, Pro Sestio, 3, 6.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Sestio Albaniano Quirinale

Lucio Sextio Laterano

Assieme a Gaio Licinio Calvo Stolone, fu uno dei due primi tribuni della plebe dell'antica Roma che aprirono ai Plebei la via del consolato, prima di allora riservato ai Patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Sextio Laterano

Lucio Siccio Dentato

Il legionario più decorato della storia dell'esercito romano. Di origine plebea, si distinse presto per la sua notevole forza, tanto da essere soprannominato l'Achille romano, e per il coraggio in battaglia; infatti si raccontava che ricevette 45 ferite, tutte frontali.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Siccio Dentato

Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)

Probabilmente figlio del Lucio Valerio Flacco console nel 131 a.C., Flacco ebbe un figlio omonimo, pretore nel 63 a.C., che venne difeso da Marco Tullio Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)

Lucio Valerio Potito

Lucio Valerio fu eletto console nel 449 a.C. insieme al collega Marco Orazio Barbato. Sotto il loro consolato, dopo che nell'interregno tra l'abolizione del secondo decemvirato e la loro elezione erano già stati ripristinati il diritto d'appello e il potere dei tribuni della plebe, furono rafforzati i diritti della plebe con la promulgazione delle Leges Valeriae Horatiae che, tra gli altri diritti, stabilivano l'inviolabilità dei tribuni della plebe e le modalità delle loro elezioni, e riconoscevano valore giuridico ai plebisciti.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Valerio Potito

Lucio Valerio Potito (console 483 a.C.)

Lucio Valerio apparteneva al ramo Potito della nobile gens Valeria, un'antica gens patrizia dell'antica Roma. Era il figlio di Marco Valerio Voluso Massimo, console nel 505 a.C., il fratello di Manio Valerio Voluso Massimo, dittatore nel 494 a.C., e il padre di Lucio Valerio Potito, console nel 449 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Valerio Potito (console 483 a.C.)

Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.)

Nel 414 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Gneo Cornelio Cosso e Marco Postumio Regillense.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.)

Lucio Valerio Publicola

Nel 394 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Furio Medullino, Gaio Emilio Mamercino, Spurio Postumio Albino Regillense e Publio Cornelio Scipione.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Valerio Publicola

Lucio Verginio

Il racconto di Tito Livio, inizia così: Virginia era una bella giovane di famiglia plebea di cui si invaghì il decemviro Appio Claudio, durante il secondo decemvirato.

Vedere Tribuno della plebe e Lucio Verginio

Ludi

I ludi (singolare ludus) erano giochi pubblici tenuti nel mondo romano antico come forma di intrattenimento della popolazione. Spesso i ludi erano organizzati in occasione di festività religiose romane, o costituivano addirittura uno dei momenti principali di queste festività.

Vedere Tribuno della plebe e Ludi

Magistrati maiores

Col termine magistratus maior (donde il plurale magistratus maiores) si intende qualunque magistrato romano dotato del cosiddetto imperium, cioè dell'autorità di imporre decreti coattivi.

Vedere Tribuno della plebe e Magistrati maiores

Magistratura (storia romana)

La magistratura (dal latino magister.

Vedere Tribuno della plebe e Magistratura (storia romana)

Mamerco Emilio Lepido Liviano

Era fratello di Marco Livio Druso, che ricoprì la carica di tribuno e figlio di Marco Livio Druso, che invece ricoprì la carica di console.

Vedere Tribuno della plebe e Mamerco Emilio Lepido Liviano

Mamerco Emilio Scauro

Scauro faceva parte di un illustre ramo della patrizia gens Aemilia, gli Aemilii Scauri, che erano assurti alle massime cariche della Repubblica romana tra II e I secolo a.C. Il bisnonno di Scauro era stato il grande princeps senatus, console del 115 a.C. e censore nel 109 a.C. Marco Emilio Scauro, che aveva capitanato gli optimates nei difficili primi anni del I secolo a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Mamerco Emilio Scauro

Manilio (nome)

.

Vedere Tribuno della plebe e Manilio (nome)

Manio Acilio Glabrione

*Manio Acilio Glabrione (console 191 a.C.) – politico e generale romano.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Acilio Glabrione

Manio Acilio Glabrione (console 191 a.C.)

Tribuno della plebe nel 201 a.C. si oppose alla richiesta del console Gneo Cornelio Lentulo, il quale chiedeva per sé la provincia d'Africa, assegnata invece a Publio Cornelio Scipione per unanime voto delle tribù.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Acilio Glabrione (console 191 a.C.)

Manio Acilio Glabrione (tribuno 122 a.C.)

Fu tribuno della plebe nel 122 a.C. e promotore, insieme a Gaio Sempronio Gracco della lex Acilia repetundarum, che prevedeva una modifica della composizione e della procedura dei tribunali per il reato de probrum, concussione.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Acilio Glabrione (tribuno 122 a.C.)

Manio Curio Dentato

Manio Curio Dentato è stato il più celebre fra i Curii. Il suo cognome (Dentatus) pare derivi dal fatto che, appena nato, egli avesse già i denti sviluppati in bocca.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Curio Dentato

Manio Emilio Mamercino

Fu console nel 410 a.C. con Gaio Valerio Potito VolusoTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 52.. In quell'anno Valerio condusse una campagna contro i Volsci ed Equi, con i quali si contendevano Carvento, città della lega latina.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Emilio Mamercino

Manio Giovenzio Talna

Figlio di un Lucio, che era stato legato in Spagna sotto il comando dell'allora pretore Calpurnio Pisone, Manio divenne tribuno della plebe nel 170 a.C.; con il collega Gneo Aufidio accusò il pretore Gaio Lucrezio circa la sua condotta tirannica ed oppressiva in Grecia.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Giovenzio Talna

Manio Papirio Crasso

Manio Papirio Crasso fu eletto console a Roma nel 441 a.C. con il collega Gaio Furio Pacilo Fuso. Anche questo fu un periodo di tranquillità per Roma, sia sul fronte interno che su quello esterno, nonostante la proposta del tribuno della plebe Petelio di assegnare terre alle plebe, richiesta che peraltro non ebbe alcun seguito.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Papirio Crasso

Manio Rabuleio

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Rabuleio

Manio Valerio Voluso Massimo

Figlio di Voleso, era fratello di uno dei padri della repubblica, quel Publio Valerio Publicola che fu quattro volte console dal 509 a.C. a 504 a.C., e di Marco Valerio Voluso Massimo, console nel 505 a.C. Fu augure e dittatore e vinse varie guerre contro i Sabini e i Medulini.

Vedere Tribuno della plebe e Manio Valerio Voluso Massimo

Marco Antonio

Insieme a Ottaviano e Lepido fondò il secondo triumvirato, un accordo secondo il quale a Marco Antonio spettò il proconsolato sulle province di Gallia Cisalpina (con Illyricum settentrionale) e Gallia Comata, dopo gli accordi di Brindisi del 40 a.C. Marco Antonio divenne proconsole in tutte le province orientali (Macedonia, Asia, Cirene e Creta, Bitinia e Ponto, Cilicia e Cipro e Siria).

Vedere Tribuno della plebe e Marco Antonio

Marco Antonio Oratore

Membro della gens Antonia, iniziò il proprio cursus honorum nel 113 a.C., ricoprendo la carica di questore, per poi divenire pretore con poteri proconsolari per la provincia romana di Cilicia nel 102 a.C.: il suo mandato fu quello di debellare i pirati che infestavano il mar Mediterraneo,Livio, Periochae ab Urbe condita libri, 68.1.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Antonio Oratore

Marco Atilio Regolo (console 227 a.C.)

Figlio di Marco Atilio Regolo, il console catturato durante la prima guerra punica e nipote di un altro Marco Atilio Regolo, già console nel 294 a.C., fu eletto console una prima volta nel 227 a.C. con Publio Valerio Flacco.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Atilio Regolo (console 227 a.C.)

Marco Aufidio Lurcone

Originario di Fundi (la moderna Fondi), Lurco era membro della gens plebea degli Aufidii (Alfidii), attiva tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero romano, quando raggiunse il rango consolare.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Aufidio Lurcone

Marco Calpurnio Bibulo

Membro della plebea gens Calpurnia, Bibulo ricoprì la carica di edile nel 65 a.C. al fianco di Gaio Giulio Cesare, che provvide ad oscurarlo durante l'anno in cui era in carica, in modo particolare nella disposizione dei Ludi Romani.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Calpurnio Bibulo

Marco Cecilio Metello (figlio di Lucio)

Fu catturato dopo la sconfitta nella battaglia di Canne contro Annibale, nel 216 a.C.; il comandante dell'esercito era Lucio Emilio Paolo. Tornato a Roma fu eletto questore nel 214 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Marco Cecilio Metello (figlio di Lucio)

Marco Celio Rufo

Allievo e amico di Marco Tullio Cicerone, che fu suo maestro nell'arte oratoria, si distinse durante la gioventù per aver intentato alcuni processi contro importanti esponenti dell'aristocrazia senatoria.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Celio Rufo

Marco Claudio Marcello

Venne ucciso nel 208 a.C. durante uno scontro con reparti di cavalleria cartaginese di Annibale nei pressi di Venosa.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Claudio Marcello

Marco Claudio Marcello (console 166 a.C.)

La prima notizia che abbiamo su di lui si riferisce al 177 a.C., quando divenne pontefice. Tribuno della plebe nel 171 a.C., nel 169 a.C. fu eletto pretore e fu incaricato dell'amministrazione delle province di Spagna Citeriore e Ulteriore.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Claudio Marcello (console 166 a.C.)

Marco Claudio Marcello (console 196 a.C.)

Marcello è nominato da Plutarco quando suo padre, che all'epoca era edile, accusò il collega Scantinio Capitolino davanti al Senato di aver importunato suo figlio.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Claudio Marcello (console 196 a.C.)

Marco Claudio Marcello (console 331 a.C.)

Fu eletto console nel 331 a.C. insieme a Gaio Valerio Potito Flacco. Durante il loro consolato, molti tra i cittadini più influenti morirono di una malattia che si presentava sempre con gli stessi sintomi.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Claudio Marcello (console 331 a.C.)

Marco Cornelio Maluginense (console)

Marco Cornelio Maluginense fu eletto console a Roma nel 436 a.C. con il collega Lucio Papirio Crasso. I romani, che l'anno prima erano risultati vincitori contro una coalizione nemica nella Battaglia di Fidene, cercarono di provocare battaglia contro Veio e Fidene; non riuscendo nell'intento, si limitarono a razziarne le campagne.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Cornelio Maluginense (console)

Marco Cornelio Maluginense (decemviro)

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Cornelio Maluginense (decemviro)

Marco Cornelio Maluginense (tribuno consolare)

Nel 369 a.C. Marco Cornelio fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Quinto Quinzio Cincinnato, Aulo Cornelio Cosso, Marco Fabio Ambusto e Gaio Veturio Crasso Cicurino.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Cornelio Maluginense (tribuno consolare)

Marco Duilio

Marco Duilio fu eletto tribuno della plebe nel 449 a.C., tra gli altri insieme a Lucio Verginio e Lucio Icilio, dopo che, decaduto il secondo decemvirato, questa magistratura venne ripristinata.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Duilio

Marco Duronio

Membro della gens Duronia, Marco era un senatore che fu espulso dal Senato romano nel 97 a.C. per disposizione dei censori Marco Antonio Oratore e Lucio Valerio Flacco: l'accusa era quella di aver abolito durante il proprio tribunato (probabilmente 98 a.C.) la lex sumptuaria e di aver utilizzato espressioni frivole in quella occasione.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Duronio

Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.)

Nel 78 a.C. rivestì la carica di console. Tentò di ridimensionare l'ordinamento sillano proponendo il richiamo degli esiliati tramite richiesta di amnistia nei confronti dei sopravvissuti alle proscrizioni, il ripristino delle distribuzioni frumentarie e la restituzione di terre confiscate.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.)

Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.)

Uno dei più illustri rappresentanti dell'aristocrazia senatoria, fu il più influente difensore delle istanze del Senato durante i tentativi di rivoluzione di Lucio Apuleio Saturnino nel 100 a.C. e di appropriamento dei tribunali da parte dell'ordine equestre intorno all'anno 90 a.C.; fiero esponente degli optimates, appoggiò il programma politico del tribuno della plebe Marco Livio Druso nel 91 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.)

Marco Fabio Ambusto (tribuno consolare 381 a.C.)

Nel 381 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Aulo Postumio Albino Regillense, Lucio Furio Medullino Fuso e Lucio Postumio Albino Regillense.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Fabio Ambusto (tribuno consolare 381 a.C.)

Marco Fabio Vibulano (console 483 a.C.)

Marco Fabio discendeva dalla nobile famiglia dei Fabii e fu console nel 483 e nel 480 a.C. Lui e i suoi fratelli Cesone e Quinto assunsero vicendevolmente, negli anni tra il 485 ed il 479 a.C., la carica più importante della giovane repubblica romana.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Fabio Vibulano (console 483 a.C.)

Marco Fulvio Nobiliore (console 159 a.C.)

Figlio del console omonimo, Nobiliore fu prima tribuno della plebe nel 171 a.C., quindi edile curule nel 166 a.C., l'anno in cui ci fu la prima rappresentazione dell'Andria di Publio Terenzio Afro.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Fulvio Nobiliore (console 159 a.C.)

Marco Furio Fuso

Nel 403 a.C. fu eletto tribuno consolare con Manio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Potito, Appio Claudio Crasso, Lucio Giulio Iullo, Marco Quintilio VaroTito Livio,, cita 8 consoli per l'anno; M'.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Furio Fuso

Marco Geganio Macerino (console)

Fu eletto alla massima carica dello Stato romano nel 447 a.C. assieme a Gaio Giulio Iullo; durante il consolato, insieme al collega, sedò le contese tra i Tribuni della Plebe e i giovani nobili, senza compromettere però la sua posizioni presso gli uni o gli altri, riuscendo ad impedire che la plebe differisse od impedisse oltre la cosa, intimandole infatti che le discordie interne avrebbero animato ancora di più i nemici e messo in pericolo lo Stato; pertanto si assicurò anche la concordia interna all'Urbe.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Geganio Macerino (console)

Marco Genucio Augurino

Eletto console a Roma nel 445 a.C. con il collega Gaio Curzio Filone. Durante il suo consolato riprese vigore la decennale lotta politica tra patrizi e plebei, con i primi tesi a difendere i propri privilegi, impedendo o dilazionando le proposte di modifica dell'ordinamento giuridico, ed i secondi, sospinti dalle proposte dei tribuni della plebe, tra i quali il più battagliero era Gaio Canuleio, tesi ad ottenere ulteriori concessioni, resistendo alla chiamata alle leva dei consoli, per rispondere alle frequenti razzie delle popolazioni confinanti.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Genucio Augurino

Marco Giunio Bruto (console 178 a.C.)

Forse figlio dell'omonimo tribuno della plebe del 195 a.C. (a meno che non si tratti della stessa persona), fu eletto console nel 178 a.C. con Aulo Manlio Vulsone; gli fu affidato il comando della campagna contro gli Istri, che riuscì a sconfiggere e sottomettere definitivamente l'anno successivo.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Giunio Bruto (console 178 a.C.)

Marco Giunio Bruto (tribuno 83 a.C.)

Fu tribuno della plebe nell'83 a.C. e dedusse la colonia di Capua. Fu anche il primo marito di Servilia, dalla quale ebbe Marco Giunio Bruto, uno degli assassini di Giulio Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Giunio Bruto (tribuno 83 a.C.)

Marco Giunio Silano

Fu eletto console nel 109 a.C. con Quinto Cecilio Metello Numidico, secondo Cicerone grazie soprattutto alle sue eccellenti qualità oratorie.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Giunio Silano

Marco Livio Druso (console 112 a.C.)

Per fare questo propose la creazione di 12 colonie in ognuna delle quali insediare 3.000 coloni provenienti dalle classi più povere e di alleggerire la tassa sulla proprietà.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Livio Druso (console 112 a.C.)

Marco Livio Druso (tribuno)

Il fallimento delle sue riforme legislative e il suo successivo assassinio alla fine del 91 a.C. sono considerati una causa immediata della guerra sociale (91-88 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Marco Livio Druso (tribuno)

Marco Livio Salinatore

Presso la sua famiglia lavorò come precettore e tradusse l’Odissea in latino il celebre poeta Livio Andronico.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Livio Salinatore

Marco Mario Gratidiano

Molto amato dalla plebe, ricoprì la carica di tribuno della plebe nell'87 a.C. e fu due volte pretore. Fece parte della fazione popolare guidata dallo zio adottivo Gaio Mario durante la guerra civile degli anni 80 a.C. nel periodo della Repubblica romana Il nome di Gratidiano appare anche nel De oratore e nel De officiis da Cicerone, suo lontano parente, a proposito di una causa in cui era stato citato in giudizio da Gaio Sergio Orata, allevatore di ostriche e speculatore immobiliare, a proposito della vendita di un immobile sul lago di Lucrino.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Mario Gratidiano

Marco Metilio

Marco Metilio divenne tribuno della plebe nel 416 a.C., nell'anno del tribunato consolare di Aulo Sempronio Atratino, Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Spurio Nauzio Rutilo e Marco Papirio Mugillano.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Metilio

Marco Minucio Augurino

Nel 497 a.C. Marco Minucio venne eletto console insieme a Aulo Sempronio Atratino; fratello di Publio Minucio Augurino, console nel 492 a.C.; Marco fu il primo rappresentante della ''Gens'' Minucia a ottenere la carica di console.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Minucio Augurino

Marco Minucio Rufo

Non abbiamo informazioni sulla sua vita riguardanti i suoi primi anni. Di nascita plebea, fu eletto console nel 221 a.C. con Publio Cornelio Scipione Asina; i due consoli condussero una campagna contro gli Istri, a cui inflissero sconfitte non decisive.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Minucio Rufo

Marco Nonio Balbo

Originario di Nuceria, trasferì la sua residenza ad Ercolano, città di cui divenne benefattore. Le statue dedicatorie che gli ercolanesi posero nella città ci informano sui nomi dei personaggi della sua famiglia: il padre fu Marco Nonio Balbo (la sua statua fu collocata al teatro della città); la madre era una certa Viciria (rappresentata con una veste all'etrusca in una statua ora conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli).

Vedere Tribuno della plebe e Marco Nonio Balbo

Marco Orazio Barbato

Marco Orazio apparteneva al ramo Barbato della nobile ''gens'' Horatia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma. Marco Orazio, assieme a Lucio Valerio Potito, fu uno dei più fermi oppositori al secondo collegio dei decemviri.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Orazio Barbato

Marco Ottavio

Si oppose alla Lex Sempronia Agraria emanata da Tiberio Gracco. Quest'ultimo convocò un'assemblea popolare e chiese al popolo di dichiarare decaduto Marco Ottavio con la motivazione che un tribuno della plebe non poteva opporsi agli interessi della plebe stessa.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Ottavio

Marco Papirio Mugillano

Nel 418 a.C. fu eletto per la terza volta Tribuno consolare con Lucio Sergio Fidenate e Gaio Servilio Axilla.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Papirio Mugillano

Marco Porcio Catone (tribuno della plebe)

Sposò Livia Drusa, sorella del tribuno Marco Livio Druso, dalla quale ebbe due figli: Marco Porcio Catone Uticense e Porcia, che sposò Lucio Domizio Enobarbo.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Porcio Catone (tribuno della plebe)

Marco Porcio Catone Uticense

Se si eccettua l'accusa, non verificata, di ebrius (ubriacone) mossagli da Gaio Giulio Cesare, l'Uticense è descritto persino dalle fonti a lui ostili e dai suoi più aspri nemici come una figura di somma rettitudine, incorruttibile ed imparziale, molto scomodo per i suoi avversari.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Porcio Catone Uticense

Marco Postumio Regillense

Nel 414 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Lucio Valerio Potito e Gneo Cornelio Cosso.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Postumio Regillense

Marco Quintilio Varo

Nel 403 a.C. fu eletto tribuno consolare con Manio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Potito, Appio Claudio Crasso, Lucio Giulio Iullo, Marco Furio FusoTito Livio,, cita 8 consoli per l'anno; M'.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Quintilio Varo

Marco Sedazio Severiano

Un'iscrizione romana trovata nella moderna Poitiers (l'antica Lemonum della Gallia romana, in un'area abitata dai Pittoni) menziona Severiano ed indica questo come il suo luogo di nascita.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Sedazio Severiano

Marco Sempronio Tuditano (console 185 a.C.)

Tribuno della plebe nel 193 a.C., durante il suo mandato propose un plebiscito per estendere anche ai latini ed agli alleati italici le stesse condizioni per il prestito di denaro (Lex Sempronia de Fenore).

Vedere Tribuno della plebe e Marco Sempronio Tuditano (console 185 a.C.)

Marco Sergio Esquilino

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Sergio Esquilino

Marco Stazio Prisco Licinio Italico

Stazio proveniva probabilmente dalla Dalmazia, dove i nomi Statius e Priscus erano diffusi. Iniziò la sua carriera come prefetto della cohors IV Lingonum nel 132, in Britannia romana; successivamente fu tribuno militare della legio III ''Gallica'' durante la Terza guerra giudaica (132-135), tribuno della X ''Gemina'' in Pannonia superiore, poi della I ''Adiutrix'', sempre in Pannonia.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Stazio Prisco Licinio Italico

Marco Terenzio Varrone Lucullo

Come proconsole di Macedonia, nel 72 a.C. sconfisse i Bessi in Tracia e avanzò fino al Danubio e alla costa occidentale del Mar Nero; fu anche marginalmente coinvolto nella terza guerra servile contro Spartaco.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Terenzio Varrone Lucullo

Marco Tullio Cicerone

Esponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, fu una delle figure più rilevanti dell'antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Tullio Cicerone

Marco Valerio Lactucino Massimo

Nel 398 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Potito, Marco Furio Camillo, Lucio Furio Medullino, Quinto Servilio Fidenate Quinto Sulpicio Camerino Cornuto.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Valerio Lactucino Massimo

Marco Valerio Levino

Levino era probabilmente il nipote di Publio Valerio Levino, console nel 280 a.C.. Fu eletto una prima volta console nel 220 a.C. e una seconda nel 210 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Marco Valerio Levino

Marco Valerio Massimo Lettuca

Figlio di Manio Valerio Voluso Massimo, Marco Valerio Massimo Lettuca venne eletto console nel 456 a.C. insieme con Spurio Verginio Tricosto Celiomontano.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Valerio Massimo Lettuca

Marco Valerio Publicola

Di origine patrizia, fu magister equitum nel 358 a.C., per nomina del dittatore Gaio Sulpicio Petico. Nel 355 a.C. fu eletto console per la prima volta ed ebbe come collega il patrizio Gaio Sulpicio Petico, entrambi patrizi, in violazione delle leggi licinie-sestie.

Vedere Tribuno della plebe e Marco Valerio Publicola

Marina militare romana

La marina militare romana, pur nascendo durante la prima guerra punica, cominciò a operare in modo permanente nel mar Mediterraneo e sui principali fiumi dell'Impero romano solo con l'avvento del principato di Augusto, fino a tutto il V secolo.

Vedere Tribuno della plebe e Marina militare romana

Marino (Italia)

Marino (conosciuta impropriamente come Marino Laziale, Marini in dialetto marinese) è un comune italianoMotu proprio 6 luglio 1835, In institutoque Romanorum Pontificum.

Vedere Tribuno della plebe e Marino (Italia)

Masaniello

La sollevazione di cui Masaniello si fece capofila scaturì dall'esasperazione delle classi più umili per le gabelle imposte dai governanti sugli alimenti di necessario consumo, misura questa rientrante nel più ampio ventaglio di politiche economiche della Corona degli Asburgo di Spagna atte al sostentamento delle imprese militari in seno alla logorante guerra dei trent'anni, motivo per cui, fintanto che fu in vita, la sua non si configurò mai come una rivolta espressamente antispagnola e repubblicana, come avrebbe voluto invece la prospettiva storiografica italiana dell'Ottocento che, ancora profondamente influenzata dai valori risorgimentali, vedeva in lui un patriota ribellatosi alla dominazione straniera.

Vedere Tribuno della plebe e Masaniello

Mensari

I mensari furono un gruppo di cinque aristocratici cittadini che nella Roma del IV secolo a.C. si adoperarono per aiutare i cittadini plebei che, a causa di difficoltà economiche dovute al protrarsi delle guerre, rischiavano di cadere sotto le prescrizioni del nexum, la schiavitù per debiti.

Vedere Tribuno della plebe e Mensari

Monetazione dei Flavi

Per monetazione dei Flavi si intende l'insieme delle monete emesse da Roma durante il principato dei tre Imperatori della dinastia dei Flavi: Vespasiano, Tito e Domiziano (dal 69 al 96).

Vedere Tribuno della plebe e Monetazione dei Flavi

Monte Sacro (Roma)

Monte Sacro è il sedicesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XVI. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4A del Municipio Roma III di Roma Capitale.

Vedere Tribuno della plebe e Monte Sacro (Roma)

Mos maiorum

Il Mos maiorum (dal latino mōs maiōrum, letteralmente «usanza, costume degli antenati») rappresenta il nucleo della morale tradizionale della civiltà romana.

Vedere Tribuno della plebe e Mos maiorum

Municipio Roma III

Il Municipio Roma III Montesacro è la terza suddivisione amministrativa di Roma Capitale. È stato istituito dall'Assemblea capitolina, con la delibera n.11 dell'11 marzo 2013, sostituendo il precedente municipio Roma IV.

Vedere Tribuno della plebe e Municipio Roma III

Nocera Inferiore

Nocera Inferiore (Nucera in napoletano, AFI) è un comune italiano di abitanti della provincia di Salerno in Campania. La sua storia, fino al 1851, è intrecciata con quella della confinante Nocera Superiore: le due città hanno infatti una comune origine e per lungo tempo hanno fatto parte di un'unica comunità.

Vedere Tribuno della plebe e Nocera Inferiore

Numerio Fabio Ambusto

Nel 406 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Cornelio Rutilo Cosso, Gneo Cornelio Cosso e Lucio Valerio Potito, al suo secondo tribunatoTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV, 4, 58.

Vedere Tribuno della plebe e Numerio Fabio Ambusto

Obnuntiatio

Obnuntiatio era una dichiarazione di segni sfavorevoli di un augure al fine di sospendere, annullare o posticipare un piano d'azione proposto.

Vedere Tribuno della plebe e Obnuntiatio

Ordine equestre

Gli equites (dal latino eques, pl. equites; letteralmente "cavalieri") erano un ordine sociale (e militare) dell'antica Roma basato sul censo.

Vedere Tribuno della plebe e Ordine equestre

Organi costituzionali (storia romana)

Per organi costituzionali romani si intende l'insieme delle istituzioni e dei principi tramandati attraverso gli usi e costumi degli antenati (mos maiorum), anche se spesso non totalmente codificati.

Vedere Tribuno della plebe e Organi costituzionali (storia romana)

Ostia (città antica)

Ostia fu una città del Latium vetus, porto della città di Roma, posta nelle vicinanze della foce del fiume Tevere. Prima colonia romana fondata nel VII secolo a.C. dal re di Roma Anco Marzio,Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 5.

Vedere Tribuno della plebe e Ostia (città antica)

Otone

Proveniente da una nobile famiglia etrusca, iniziò la sua vita pubblica sotto il principato dell'imperatore Nerone, del quale diventò intimo amico.

Vedere Tribuno della plebe e Otone

Ottimati

Gli Ottimati (cioè i migliori) erano i componenti della fazione aristocratica conservatrice della tarda Repubblica romana.

Vedere Tribuno della plebe e Ottimati

Ovazione

Lovazione (in latino ovatio) o piccolo trionfo (in greco πεζὸς θρίαμβος) era una cerimonia in cui nell'antica Roma venivano resi gli onori ad un generale vittorioso.

Vedere Tribuno della plebe e Ovazione

Palatino

Il Palatino è uno dei sette colli di Roma, situato tra il Velabro e il Foro Romano, ed è una delle parti più antiche della città. Il sito è ora un grande museo all'aperto e può essere visitato durante il giorno.

Vedere Tribuno della plebe e Palatino

Patrizio (storia romana)

I patrizi (singolare patrizio, in latino patricius) erano in origine la classe d'élite dell'antica società romana. Il nome patricius rimanda alla parola di origine indoeuropea patres, i 'padri fondatori' o i capi delle tribù (gentes) che danno origine alla civiltà romana.

Vedere Tribuno della plebe e Patrizio (storia romana)

Pensiero politico di Cicerone

Il pensiero politico di Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.) è l'insieme delle dottrine e delle tendenze politiche elaborate durante tutta la sua attività da oratore e filosofo romano.

Vedere Tribuno della plebe e Pensiero politico di Cicerone

Pietra miliare

La pietra miliare è un cippo iscritto, posto sul ciglio stradale, utilizzato per scandire le distanze lungo le vie pubbliche romane. La forma più consueta è quella di una colonna (anche se vi sono miliari rastremati, quadrangolari o con base appuntita per infiggerli nel terreno), che può arrivare fino a 2,50 m di altezza e a 2,00 m di circonferenza.

Vedere Tribuno della plebe e Pietra miliare

Plebei

I plebei (singolare "plebeo") nell'antica Roma erano i cittadini romani appartenenti alla classe della plebe, distinti dai patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Plebei

Plinio il Giovane

Autore di varie opere, della sua produzione ci sono pervenuti il Panegirico di Traiano (Traianii laudatio) e un epistolario in X libri (Epistularum libri X).

Vedere Tribuno della plebe e Plinio il Giovane

Pons Sublicius

Il Pons Sublicius è stato il più antico ponte di Roma..

Vedere Tribuno della plebe e Pons Sublicius

Ponte di Tiberio

Il ponte di Tiberio, più correttamente ponte di Augusto e Tiberio,. è un ponte romano di Rimini la cui costruzione è iniziata nel 14 d.C. con l'imperatore Augusto ed è terminata nel 21 sotto l'imperatore Tiberio.

Vedere Tribuno della plebe e Ponte di Tiberio

Pontefice massimo

Ritratto di Augusto ''capite velato'', da Ancona (Museo archeologico nazionale delle Marche) Il pontefice massimo (in latino: pontifex maximus) era una figura della religione romana, il massimo grado religioso al quale un romano poteva aspirare.

Vedere Tribuno della plebe e Pontefice massimo

Populares

I Populares furono una delle factiones ("partiti" in senso lato) che nella vita politica della Repubblica romana sosteneva le istanze del popolo, costituendo per così dire la "base" dell'autorità dei tribuni della plebe, la magistratura che rappresentava gli interessi dei ceti popolari di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Populares

Porta Collina

La Porta Collina era una porta nelle Mura serviane di Roma, distrutta a fine XIX secolo, da cui uscivano le vie Nomentana e Salaria.Strabone, Geografia, V, 3,7.

Vedere Tribuno della plebe e Porta Collina

Porta Raudusculana

La Porta Raudusculana è un'antica porta di Roma, oggi scomparsa, che si apriva tra le due alture dell'Aventino, all'incirca al centro dell'omonimo viale moderno, all'altezza dell'incrocio con via San Saba.

Vedere Tribuno della plebe e Porta Raudusculana

Porta Tiburtina

Porta Tiburtina o Porta San Lorenzo è una porta d'ingresso nelle Mura Aureliane di Roma, attraverso la quale la via Tiburtina usciva dalla città.

Vedere Tribuno della plebe e Porta Tiburtina

Potestas

Potestas è una parola latina che significa potere o facoltà. È un importante concetto nel diritto romano da non confondersi con lauctoritas o limperium.

Vedere Tribuno della plebe e Potestas

Potestà (disambigua)

*Potestà, esercizio di un potere giuridico di tutela altrui.

Vedere Tribuno della plebe e Potestà (disambigua)

Povertà

La povertà indica una condizione di scarsità materiale o spirituale, relativa a un ipotetico standard, opposta a una condizione ritenuta di ricchezza (o abbondanza).

Vedere Tribuno della plebe e Povertà

Precia

Precia (in latino: Praecia) è stata una influente donna libera romana del I sec. a.C., nota, dalle pagine di Plutarco, per la relazione con il tribuno della plebe C. Cornelio Cetego e la frequentazione di importanti personaggi della vita politica romana grazie anche alla sua rinomata bellezza.

Vedere Tribuno della plebe e Precia

Primo trionfo decretato dal popolo romano

Il primo trionfo decretato dal popolo romano venne deciso nel 449 a.C. Da soli tre anni Roma si era liberata dall'oppressione dei Decemviri che, eletti per emanare le leggi - dette poi delle dodici tavole -, si aggrapparono al potere venendone scacciati solo per l'esagerata libidine di Appio Claudio.

Vedere Tribuno della plebe e Primo trionfo decretato dal popolo romano

Primo triumvirato

Il cosiddetto primo triumvirato fu un'alleanza politica stipulata tra Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo Magno nel 60 a.C. Al contrario del secondo triumvirato, il primo triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale – il suo potere nello Stato romano derivò dall'influenza personale dei triumviri nella politica della Repubblica – e fu di fatto mantenuto segreto per un certo periodo di tempo come parte del progetto politico dei triumviri stessi.

Vedere Tribuno della plebe e Primo triumvirato

Principato (storia romana)

Nell'ambito della storia romana, con principato si intende comunemente la forma di governo dell'alto impero, contrapposta al dominato del tardo impero.

Vedere Tribuno della plebe e Principato (storia romana)

Pro Cornelio

L'Oratio pro Gaio Cornelio (Orazione in difesa di Gaio Cornelio), meglio nota semplicemente come Pro Cornelio o Pro G. Cornelio, è un discorso giudiziario pronunciato nel 65 a.C. dall'oratore romano Marco Tullio Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Pro Cornelio

Pro Marco Tullio

L'Oratio pro Marco Tullio (Orazione in difesa di Marco Tullio), meglio nota semplicemente come Pro Marco Tullio o Pro Tullio, è un discorso giudiziario pronunciato nel 71 a.C. dall'oratore romano Marco Tullio Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Pro Marco Tullio

Pro Rabirio perduellionis reo

La Pro C. Rabirio perduellionis reo ad quirites è un'orazione tenuta da Cicerone nell'anno del suo consolato, il 63 a.C., per difendere Gaio Rabirio, accusato di perduellio.

Vedere Tribuno della plebe e Pro Rabirio perduellionis reo

Pro Sestio

La Pro Sestio è un'orazione di Cicerone composta nel 56 a.C., nella quale il famoso oratore difende il tribuno della plebe Publio Sestio. Questo era accusato de vi, per aver organizzato delle bande armate da opporre a quelle di Clodio per favorire il rientro in patria di Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Pro Sestio

Processo alle vestali del 114-113 a.C.

Il processo alle vestali del 114-113 a.C. fu una serie di atti giudiziario-religiosi avvenuti nella Roma repubblicana, sotto il pontificato di Lucio Cecilio Metello Dalmatico, che portarono alla condanna a morte delle vergini vestali Emilia, Licinia e Marcia per il loro presunto sacrilegio.

Vedere Tribuno della plebe e Processo alle vestali del 114-113 a.C.

Proscrizione sillana

La Prima proscrizione o proscrizione sillana consiste in un'epurazione controllata degli oppositori politici di parte mariana da parte di Lucio Cornelio Silla nell'82 a.C., attuata attraverso la pubblicazione di liste di cittadini romani dichiarati hostes publici, i cui beni venivano confiscati.

Vedere Tribuno della plebe e Proscrizione sillana

Provincia di Ascoli Piceno

La provincia di Ascoli Piceno è un ente locale territoriale delle Marche che conta abitanti. Ha per capoluogo Ascoli Piceno e per centro più popoloso San Benedetto del Tronto.

Vedere Tribuno della plebe e Provincia di Ascoli Piceno

Publilio Volerone

Nel 473 a.C., consoli Lucio Pinario Mamercino Rufo e Vopisco Giulio Iullo, fu indetta una leva militare, nella quale Publilio Volerone fu arruolato come soldato semplice, quando lo stesso, aveva già servito nell'esercito come centurione.

Vedere Tribuno della plebe e Publilio Volerone

Publio Antistio

Fu tribuno della plebe nell'88 a.C. e durante il suo tribunato si oppose all'elezione a console di Gaio Cesare Strabone poiché questi, in precedenza, non aveva ricoperto la carica di pretore.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Antistio

Publio Clodio Pulcro

Esponente dell'importante gens aristocratica dei Claudii, che vantava fra i propri antenati personaggi illustri come Appio Claudio Cieco, si avvicinò, fin da giovane, alla politica della fazione dei populares, e si rese in più casi colpevole di atti di sovversione e corruzione.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Clodio Pulcro

Publio Clodio Trasea Peto

Publio Clodio Trasea Peto nacque da una famiglia illustre e agiata proveniente da Padova; non è nota né la data né il luogo di nascita, se sia Roma o Padova, con cui mantenne stretti legami come dimostra la partecipazione ai festeggiamenti in onore del fondatore, Antenore.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Clodio Trasea Peto

Publio Cornelio Dolabella

Appiano indica come data di nascita di Dolabella il 69 a.C. Questa data, tuttavia, è difficilmente compatibile con gli incarichi che Dolabella ebbe a ricoprire negli anni successivi (in particolare, sarebbe stato ammiraglio di una flotta e supervisore della sua realizzazione a meno di vent'anni).

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Dolabella

Publio Cornelio Lentulo Spintere

Figlio di un Publio Cornelio Lentulo (a sua volta figlio di un Gneo Cornelio Lentulo, forse il console del 97), sembra che il soprannome sia stato dovuto ad un attore che gli somigliava.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Lentulo Spintere

Publio Cornelio Maluginense Cosso

Nel 395 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Cornelio Scipione, Cesone Fabio Ambusto, Lucio Furio Medullino, Quinto Servilio Fidenate e Marco Valerio Lactucino MassimoTito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 24.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Maluginense Cosso

Publio Cornelio Rutilo Cosso

Nel 408 a.C., dopo che il Senato aveva deciso che la campagna militare contro i Volsci ed Equi, radunatisi davanti ad Anzio, avrebbe dovuto essere condotta da un dittatore, nonostante la contrarietà dei tribuni consolari Gaio Giulio Iullo e Publio Cornelio Cosso, che avrebbero voluto condurre personalmente la guerra, fu nominato dittatore dal terzo tribuno consolare dell'anno, Gaio Servilio Strutto Ahala.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Rutilo Cosso

Publio Cornelio Scipione

Si guadagnò il cognomen ex virtute di "Africano" a seguito della vittoriosa campagna in Africa, durante la quale sconfisse il generale cartaginese Annibale nella battaglia di Zama.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Scipione

Publio Cornelio Scipione (tribuno consolare 395 a.C.)

Nel 395 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Cornelio Maluginense Cosso, Cesone Fabio Ambusto, Lucio Furio Medullino, Quinto Servilio Fidenate e Marco Valerio Lactucino MassimoTito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 24.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Cornelio Scipione (tribuno consolare 395 a.C.)

Publio Falcidio

Fu autore della Lex Falcidia de Legatis, approvata nel 40 a.C.; tale legge, la cui interpretazione fu stranamente equivocata da Cassio Dione, rimase in uso fino al VI secolo, quando fu incorporata per ordine di Giustiniano nelle sue Istituzioni.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Falcidio

Publio Furio Filo

Era membro della gens Furia, una nobile ed antica famiglia di Roma; il ramo dei Furii Fili, a cui apparteneva, non aveva coperto alcuna carica pubblica prima di lui.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Furio Filo

Publio Furio Medullino Fuso

Publio Furio apparteneva al ramo Medullino della nobile ''gens'' Furia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma ed era il fratello di Spurio Furio Medullino Fuso, che fu eletto console nel 464 a.C. e fu poi consul suffectus nel 453 a.C. Nel 472 a.C. viene eletto console insieme a Lucio Pinario Mamercino RufoDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 40Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 56.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Furio Medullino Fuso

Publio Lucrezio Tricipitino

Nel 419 a.C. fu eletto tribuno consolare con Agrippa Menenio Lanato e Spurio Nauzio Rutilo. A Roma fu sventata una pericolosa rivolta degli schiavi, grazie a due delatori, ricompensati con 10.000 assiTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV,4, 45.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Lucrezio Tricipitino

Publio Manlio Capitolino

Nel 379 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Giulio Iullo, Gaio Sestilio, Marco Albinio e Lucio Antistio.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Manlio Capitolino

Publio Muzio Scevola (console 133 a.C.)

È considerato da Pomponio nel suo Enchiridion uno dei tres qui fundaverunt ius civile insieme a Manio Manilio Nepote e Marco Giunio Bruto.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Muzio Scevola (console 133 a.C.)

Publio Nigidio Figulo

Nato in una famiglia plebea, si suppone che il cognomen Figulus («vasaio») derivi dalla sua dimostrazione della rotazione della Terra su se stessa (similmente alla ruota dei vasai); in uno scolio alla Farsaglia di Lucano è riferito che Nigidio ebbe il soprannome di «Figulo» («vasaio») perché «regressus a Graecia dixit se didicisse orbem ad celeritatem rotae figuli torqueri» («ritornato dalla Grecia disse che aveva imparato che la Terra gira con la rapidità del tornio del vasaio»).

Vedere Tribuno della plebe e Publio Nigidio Figulo

Publio Numitorio

Publio Numitorio divenne tribuno della plebe nel 448 a.C. per il ruolo attivo che ebbe nella caduta del secondo decemvirato.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Numitorio

Publio Porcio Laeca

Fu tribuno della plebe nel 199 a.C. È considerato il propugnatore della prima Lex Porcia. Nel 196 fu uno dei tresviri epulones. Nel 195 a.C. fu nominato pretore ed inviato con un esercito nel distretto di Pisa in Etruria, con il compito di collaborare con il console Valerio Flacco, che stava combattendo contro i Galli e i Liguri.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Porcio Laeca

Publio Rutilio Lupo

* Publio Rutilio Lupo – console nel 90 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Rutilio Lupo

Publio Rutilio Lupo (pretore 49 a.C.)

Fu esponente della famiglia romana dei Rutilii Lupi, ritenuto nipote dell'omonimo console del 90 a.C.. Fu pretore di Terracina nel 49 a.C., tribuno della plebe nel 56 a.C., oltre che strenuo sostenitore di Pompeo.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Rutilio Lupo (pretore 49 a.C.)

Publio Scapzio

Livio attribuisce alla plebe romana tutta la responsabilità della decisione ultima, ma ricordiamo che Livio stesso era espressione della classe dominante del suo periodo; la sua imparzialità non è verificata.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Scapzio

Publio Servilio Rullo

Nel 63 a.C. Rullo diventò tribuno della plebe e, convinto da Gaio Giulio Cesare e Marco Licinio Crasso, propose una legge agraria volta a formare una commissione di dieci persone per la ridistribuzione delle terre; probabilmente Cesare e Crasso avevano intenzione di controllare tutti i terreni pubblici attraverso questa commissione, così il console Marco Tullio Cicerone si oppose fortemente alla legge, facendola ritirare.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Servilio Rullo

Publio Servilio Vatia Isaurico (console 79 a.C.)

Nipote di Quinto Cecilio Metello Macedonico, nel 100 a.C. prese le armi col resto del partito senatoriale contro Lucio Apuleio Saturnino.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Servilio Vatia Isaurico (console 79 a.C.)

Publio Sestio

Questore nel 63 a.C., fu nemico di Lucio Sergio Catilina e lo combatté nella battaglia di Pistoia. Eletto tribuno della plebe nel 57 a.C., fu accusato di illeciti elettorali da Publio Clodio Pulcro, ma venne difeso e scagionato da Marco Tullio Cicerone, suo amico, nella sua Pro Sestio (56 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Publio Sestio

Publio Sestio Capitone

Publio Sestio Capitone, o Publio Sestio Capitolino secondo Livio, fu eletto console nel 452 a.C. insieme al collega Tito Menenio Lanato.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Sestio Capitone

Publio Valerio Potito Publicola

Nel 386 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Marco Furio Camillo, Lucio Orazio Pulvillo, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino e Servio Cornelio MaluginenseTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 6.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Valerio Potito Publicola

Publio Valerio Publicola (console 475 a.C.)

Publio Valerio Publicola fu eletto console nel 475 a.C. con il collega Gaio Nauzio Rutilo. Il consolato iniziò con l'accusa rivolta dai tribuni della plebe Lucio Cedico e Tito Stazio, rivolta a Spurio Servilio Prisco, di aver mal condotto l'esercito romano nella battaglia del Gianicolo dell'anno prima.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Valerio Publicola (console 475 a.C.)

Publio Vatinio

Vatinio fu questore nel 63 a.C., lo stesso anno del consolato di Marco Tullio Cicerone, che lo inviò a Pozzuoli. Ma Vatinio fu così rapace che gli abitanti di Pozzuoli protestarono proprio presso Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Vatinio

Publio Ventidio Basso

Originario del Piceno, divenne uno dei principali luogotenenti di Marco Antonio, dimostrando ottime qualità militari soprattutto durante la guerra di Modena e la campagna partica del 39-38 a.C. durante la quale inflisse ripetute e pesanti sconfitte ai Parti, vendicando la sconfitta di Crasso a Carre del 53 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Ventidio Basso

Publio Volumnio Amintino Gallo

Nel 461 a.C. venne eletto console insieme a Servio Sulpicio Camerino Cornuto, in un periodo di gravi tensioni politiche tra i tribuni della plebe, che si battevano in favore della lex Terentilia ed i patrizi, conservatori, che si opponevano a qualsiasi limitazione del potere dei consoli.

Vedere Tribuno della plebe e Publio Volumnio Amintino Gallo

Puteal Scribonianum

Il Puteal Scribonianum o Puteal Libonis (Puteale di Libone) era una struttura nel Foro romano p. 434. Un puteale è una vera da pozzo classica, rotonda o a volte quadrata, situata sopra un pozzo, per evitare che le persone vi cadano dentro.

Vedere Tribuno della plebe e Puteal Scribonianum

Quinto Antistio Advento Postumio Aquilino

Antistio, nato verso la metà degli anni 120, era un homo novus e veniva da Thibilis in Numidia. Ricoprì la carica di quattuorvir viarum curandarum, quella di tribuno militare nella Legio I Minervia, iniziando così la carriera senatoria come questore nella provincia di Macedonia.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Antistio Advento Postumio Aquilino

Quinto Antonio Merenda

Nel 422 a.C. fu eletto al tribunato consolare con Lucio Papirio Mugillano e Lucio Manlio Capitolino. In quell'anno il tribuno della plebe Lucio Ortensio citò in giudizio Gaio Sempronio Atratino per la conduzione della campagna bellica contro i Volsci dell'anno prima, ma vi desistette per l'opposizione di quattro suoi colleghi tribuni della plebe.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Antonio Merenda

Quinto Cecilio Metello Celere

Nacque all'interno dell'importante famiglia dei Caecilii Metelli, che si dicevano discendenti da Ceculo, figlio di Vulcano e fondatore di Preneste.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Cecilio Metello Celere

Quinto Cecilio Metello Nepote minore

Figlio adottivo di Quinto Cecilio Metello Nepote, fu tribuno nel 62 a.C., pretore nel 60 a.C., console nel 57 a.C. e governatore della Spagna Citeriore nel 56 a.C. Fu, come il fratello Quinto Cecilio Metello Celere, legato di Pompeo Magno tra il 67 a.C. e il 63 a.C., durante le campagne in Asia e nella lotta con i pirati.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Cecilio Metello Nepote minore

Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica

Figlio di P. C. Scipione Nasica (pretore del 93 a.C.), venne adottato da Quinto Cecilio Metello Pio, mutando pertanto il nome Publio Cornelio Scipione Nasica in Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica

Quinto Curzio Rufo (console 43)

Delle umilissime origini di Rufo, evidentemente homo novusU. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Curzio Rufo (console 43)

Quinto Fabio Ambusto (tribuno consolare)

Quinto Fabio nel 391 a.C. fu inviato dal Senato romano, insieme ai due fratelli Cesone Fabio Ambusto e Numerio Fabio Ambusto, a Chiusi per trattare con i Galli Senoni, guidati da Brenno, nell'assedio della città etrusca.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fabio Ambusto (tribuno consolare)

Quinto Fabio Labeone

Viene menzionato per la prima volta nel 196 a.C. quando fu questore con Lucio Aurelio; l'atto più significativo di tale anno fu la dura lotta dei due questori contro gli auguri, i quali fino a quella data erano esentati dal pagamento di un particolare tributo.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fabio Labeone

Quinto Fabio Massimo Verrucoso

Patrizio appartenente alla Gens Fabia, ricoprì per cinque volte la carica di console (233 a.C., 228 a.C., 215 a.C., 214 a.C. e 209 a.C.) e fu dittatore nel 217 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fabio Massimo Verrucoso

Quinto Fabio Vibulano

Secondo Tito Livio fu il solo maschio della ''Gens'' Fabia sfuggito alla morte conseguente alla sfortunata campagna dei Fabii contro Veio e culminata con la battaglia del Cremera nel 477 a.C.Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro III, 1.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fabio Vibulano

Quinto Fabio Vibulano Ambusto

Nel 423 a.C. fu eletto al consolato con Gaio Sempronio Atratino. Mentre a Quinto Fabio fu affidata la difesa della città, a Gaio Sempronio fu affidata la campagna contro i Volsci, che si erano riorganizzati per dare battaglia all’impero.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fabio Vibulano Ambusto

Quinto Fufio Caleno

Nel 61 a.C. fu tribuno della plebe e riuscì a far assolvere Publio Clodio Pulcro, che aveva profanato i riti della Bona Dea e di ciò fu in seguito accusato da Cicerone.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Fufio Caleno

Quinto Furio Pacilio Fuso

Appartenente alla Gens Pacilia, Quinto Furio Pacilio Fuso fu pontifex maximus dal 449 a.C. al 431 a.C. Eletto alla massima carica religiosa romana, sostenne l'opposizione al secondo collegio dei decemviri.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Furio Pacilio Fuso

Quinto Minucio Esquilino Augurino

Quinto Minucio Esquilino Augurino venne eletto console nel 457 a.C. insieme con Gaio Orazio Pulvillo. Sembrava che anche quell'anno si sarebbe perso nelle lunghe dispute tra Patrizi e Plebei, tra Consoli e Tribuni della Plebe, sull'approvazione della Lex Terentilia, proposta dai Tribuni ed osteggiata dai Senatori.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Minucio Esquilino Augurino

Quinto Minucio Termo

*Quinto Minucio Termo (console 193 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Minucio Termo

Quinto Minucio Termo (console 193 a.C.)

Nel 202 a.C. Minucio Termo fu agli ordini di Scipione come tribuno militare nella campagna d'Africa; successivamente nel 201 a.C. fu tribuno della plebe e nel 197 a.C. fu edile curule e nello stesso anno fu nominato triumvir coloniis deducendis per la fondazione di sei nuove colonie lungo le coste italiane.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Minucio Termo (console 193 a.C.)

Quinto Mucio Scevola (console 117 a.C.)

Venne educato in legge dal padre Quinto Mucio, da cui ereditò anche il nome, e in filosofia dallo stoico Panezio di Rodi. Quinto venne eletto tribuno nel 128 a.C., edile nel 125 a.C. e pretore nel 121 a.C. Nello stesso anno fu inviato come governatore nelle province dell'Asia Minore.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Mucio Scevola (console 117 a.C.)

Quinto Mucio Scevola (console 174 a.C.)

Venne eletto pretore nel 179 a.C., e divenne governatore della Sicilia. Nel 174 a.C. divenne console e nel 171 a.C. tribuno.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Mucio Scevola (console 174 a.C.)

Quinto Mucio Scevola (console 95 a.C.)

Appartenente alla gens Mucia, Quinto Mucio Scevola, figlio di Publio Mucio, è considerato uno dei più grandi giuristi della storia del diritto romano e in parte l'artefice dell'introduzione, nella giurisprudenza romana, del metodo dialettico e diairetico, mutuato dal pensiero filosofico greco.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Mucio Scevola (console 95 a.C.)

Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone

Macrone nacque ad Alba Fucens (sito archeologico del contemporaneo comune aquilano di Massa d'Albe), nella propagine orientale del Latium vetus, corrispondente all'antico territorio degli Equi, nel 21 a.C., figlio d'un certo Quinto Nevio, attestato alla gens Naevia.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone

Quinto Ogulnio Gallo

Nel 300 a.C. fu tribuno della plebe con il fratello Gneo. Essi formularono la proposta di aggiungere ai quattro pontefici e ai quattro auguri in carica, tutti patrizi, altrettanti pontefici e cinque auguri scelti fra gli ex consoli plebei.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Ogulnio Gallo

Quinto Opimio (tribuno della plebe)

Quinto Opimio è figlio di un Quinto della tribù Orazia che fu nel consiglio del console Gneo Pompeo. Fu probabilmente nipote dell'omonimo Quinto Opimio e fratello di Lucio Opimio.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Opimio (tribuno della plebe)

Quinto Petelio Libone Visolo

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Petelio Libone Visolo

Quinto Pompeio Senecione Sosio Prisco

Sosio Prisco è noto per avere il nome attestato più lungo degli antichi romani. Il nome è stato ritrovato in un'iscrizione presso la Villa Adriana ed è composto da 38 elementi.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Pompeio Senecione Sosio Prisco

Quinto Pompeo Falcone

Il suo nome completo era Quintus Roscius Coelius Murena Silius Decianus Vibullius Pius Iulius Eurycles Herculanus Pompeius Falco.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Pompeo Falcone

Quinto Pompeo Rufo

Cicerone scrisse che Pompeo fu uno degli oratori che aveva sentito in gioventù. Fu un sostenitore del dittatore Lucio Cornelio Silla.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Pompeo Rufo

Quinto Pompeo Rufo (tribuno della plebe)

Pompeo Rufo era nipote di Silla; suo padre, Quinto Pompeo Rufo, che aveva sposato una Cornelia, figlia di Silla, fu ucciso nei disordini dell'88 a.C. Sua sorella, Pompea Silla, fu la seconda moglie di Giulio Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Pompeo Rufo (tribuno della plebe)

Quinto Poppedio Silone

Strenuo fautore dei diritti delle popolazioni italiche, fu amico del tribuno della plebe Marco Livio Druso, prima di assumere un ruolo decisivo, militare e politico, nella ribellione italica.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Poppedio Silone

Quinto Quinzio Cincinnato (tribuno consolare 369 a.C.)

Nel 369 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Aulo Cornelio Cosso, Marco Cornelio Maluginense, Marco Fabio Ambusto, Gaio Veturio Crasso Cicurino.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Quinzio Cincinnato (tribuno consolare 369 a.C.)

Quinto Sertorio

Nativo di Norcia, all'epoca in Sabina, era parente di Gaio Mario in quanto figlio della cugina di Mario. Si trasferì giovanissimo a Roma, acquistando una certa reputazione come giurista ed oratore.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Sertorio

Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 382 a.C.)

Nel 382 a.C. fu eletto tribuno consolare con Spurio Papirio Crasso, Lucio Papirio Crasso, Servio Cornelio Maluginense, Gaio Sulpicio Camerino e Lucio Emilio MamercinoTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3, 22.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 382 a.C.)

Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 402 a.C.)

Nel 402 a.C. fu eletto tribuno consolare con Gaio Servilio Strutto Ahala, Lucio Verginio Tricosto Esquilino, Quinto Sulpicio Camerino Cornuto, Aulo Manlio Vulsone Capitolino e Manio Sergio FidenateTito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 8.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 402 a.C.)

Quinto Terenzio Culleone

Appartenente ad una famiglia di rango pretorio, Culleone era discendente del Quinto Terenzio Culleone che era stato fatto prigioniero durante la seconda guerra punica, che divenne tribuno della plebe nel 189 a.C., pretore peregrino nel 187 a.C. e forse accusatore di Lucio Cornelio Scipione Asiatico.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Terenzio Culleone

Quinto Valerio Sorano

Originario di Sora, poeta e grammatico latino e tribuno della plebe durante la Repubblica romana, è soprattutto noto per essere stato giustiziato da Gneo Pompeo per ordine del dittatore Lucio Cornelio Silla, ufficialmente per aver pubblicamente rivelato il nome segreto della città di Roma, che avrebbe potuto essere utilizzato nel rituale di evocatio da parte dei nemici, ma probabilmente anche per ragioni politiche, dato che era legato alla fazione di Caio Mario.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Valerio Sorano

Quinto Veranio Nipote

Fu quattuorviro monetale, tribuno militare della IV legione ''Scythica'' e questore sotto l'imperatore Tiberio. Divenne tribuno della plebe nel 41 e pretore nel 42.

Vedere Tribuno della plebe e Quinto Veranio Nipote

Regno tolemaico di Cipro

Il Regno tolemaico di Cipro (Ptolemaikḕ Basilèiā tḕs Kýprū) è stato un regno del mondo antico di cultura ellenistica.

Vedere Tribuno della plebe e Regno tolemaico di Cipro

Repubblica romana

La Repubblica romana (in latino: Res publica Romana) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana.

Vedere Tribuno della plebe e Repubblica romana

Res gestae divi Augusti

Le Res gestae divi Augusti, cioè "Le imprese del divino Augusto", o Index rerum gestarum, sono un resoconto redatto dallo stesso imperatore romano Augusto prima della sua morte e riguardante le opere che compì durante la sua lunga carriera politica.

Vedere Tribuno della plebe e Res gestae divi Augusti

Res publica

La locuzione res publica è formata dal sostantivo latino res (genericamente, “cosa”), che assume sfumature semantiche differenti a seconda dell'aggettivo con cui è costruito: in questo caso, significa letteralmente “cosa pubblica”, ma può talvolta significare "Stato" o "attività politica", e designa l'insieme dei possedimenti, dei diritti e degli interessi del popolo e dello Stato romano.

Vedere Tribuno della plebe e Res publica

Rienzi

Rienzi, l'ultimo dei tribuni (Rienzi, der Letzte der Tribunen) è il titolo della terza opera di Richard Wagner, composta fra il 1837 e il 1840, ispirata all'omonimo romanzo di Edward Bulwer-Lytton.

Vedere Tribuno della plebe e Rienzi

Rione Castelletto

Il rione Castelletto è un quartiere della città di Marino, in provincia di Roma, nell'area dei Castelli Romani. È considerato il quartiere più antico di Marino, perché probabilmente occupa il sito dell'antico municipium romano di Castrimoenium.

Vedere Tribuno della plebe e Rione Castelletto

Roma (serie televisiva)

Roma (Rome) è una serie televisiva statunitense, britannica e italiana prodotta da HBO e BBC dal 2005 al 2007. La serie, creata da Bruno Heller, John Milius e William J. MacDonald, è stata girata negli studi di Cinecittà.

Vedere Tribuno della plebe e Roma (serie televisiva)

Sacertà

La sacertà (lat. sacertas), secondo il diritto romano, era una sanzione a carattere giuridico-religioso inflitta a colui che determinava, con la propria condotta, un'infrazione della pax deorum; giuridicamente, comportava la perdita della protezione che la civitas garantiva ad ogni cittadino e, quindi, la possibilità per chiunque di uccidere il trasgressore.

Vedere Tribuno della plebe e Sacertà

Scipione detto anche l'Africano

Scipione detto anche l'Africano è un film del 1971 scritto e diretto da Luigi Magni, incentrato sulle vicende dei processi degli Scipioni.

Vedere Tribuno della plebe e Scipione detto anche l'Africano

Scribonio Libone

Scribonio Libone appartenne ad una famiglia della Repubblica e dell'Impero romano. Di origine plebea, apparteneva alla Gens Scribonia, ed appare per la prima volta durante la seconda guerra punica; in seguito salì di rango per la sua connessione con la dinastia giulio-claudia.

Vedere Tribuno della plebe e Scribonio Libone

Secessio plebis

La Secessio plebis o secessione della plebe, fu una forma di lotta politica adottata dalla plebe romana, tra il V e il III secolo a.C., per ottenere una parificazione di diritti con i patrizi.

Vedere Tribuno della plebe e Secessio plebis

Secondo triumvirato

Secondo triumvirato è il nome che gli storici danno all'alleanza stipulata tra Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido, in carica dal 26 novembre del 43 a.C. alla fine del 33 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Secondo triumvirato

Sempronio (nome)

.

Vedere Tribuno della plebe e Sempronio (nome)

Senato romano

Il Senato romano (in latino Senatus) fu la più autorevole assemblea istituzionale nell'antica Roma, organo rimasto invariato nel corso delle trasformazioni politiche della storia dell'Urbe, il cui significato era assemblea degli anziani, e i cui membri erano chiamati Patres (nel significato di patrizio).

Vedere Tribuno della plebe e Senato romano

Servilia (madre di Marco Giunio Bruto)

Le notizie su Servilia sono ricavate soprattutto dalle lettere di Cicerone Ad Atticum e Ad Brutum. Un apporto fondamentale è dato dalle Vite parallele di Plutarco, in particolar modo dalla vita di Marco Giunio Bruto, Catone l’Uticense, insieme alle notizie fornite da Svetonio su Cesare nella sua opera Vite di dodici Cesari e all’opera di Appiano, Guerre civili.

Vedere Tribuno della plebe e Servilia (madre di Marco Giunio Bruto)

Servilia (opera)

Servilia è un'opera di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov in cinque atti.

Vedere Tribuno della plebe e Servilia (opera)

Servio Cornelio Maluginense (tribuno consolare 386 a.C.)

Nel 386 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Marco Furio Camillo, Lucio Orazio Pulvillo, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino e Publio Valerio Potito PublicolaTito Livio, Ab Urbe condita, VI, 6.

Vedere Tribuno della plebe e Servio Cornelio Maluginense (tribuno consolare 386 a.C.)

Servio Sulpicio Camerino Cornuto (console 461 a.C.)

Servio Sulpicio era un personaggio della prima Repubblica romana; apparteneva alla famiglia Camerino della nobile gens Sulpicia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Servio Sulpicio Camerino Cornuto (console 461 a.C.)

Servio Sulpicio Galba (console 144 a.C.)

Galba nacque nel 190 a.C. da una famiglia aristocratica romana. Nel 167 a.C. era tribuno militare sotto il proconsole Lucio Emilio Paolo Macedonico, vincitore della battaglia di Pidna l'anno precedente, in Macedonia.

Vedere Tribuno della plebe e Servio Sulpicio Galba (console 144 a.C.)

Servio Sulpicio Pretestato

Nel 377 a.C. fu eletto tribuno consolare con Gaio Veturio Crasso Cicurino, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Valerio Potito Publicola, Lucio Emilio Mamercino, Gaio Quinzio CincinnatoTito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 32.

Vedere Tribuno della plebe e Servio Sulpicio Pretestato

Servio Sulpicio Rufo (tribuno consolare 388 a.C.)

Nel 388 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Quinto Servilio Fidenate, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Lucio Aquilio Corvo e Lucio Giulio IulloTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 4.

Vedere Tribuno della plebe e Servio Sulpicio Rufo (tribuno consolare 388 a.C.)

Sesto Clelio

Nel 58 a.C., mentre Clodio era tribuno della plebe, Clelio si occupò di celebrare, con l'appoggio del console Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, i ludi Compitali, che erano stati vietati da una legge del 64 a.C., associandovi forse dei culti di divinità straniere.

Vedere Tribuno della plebe e Sesto Clelio

Sesto Nonio Quintiliano (console 38)

Discendente della gens Nonia, famiglia del PicenoW. Eck-A. Caballos-F. Fernández, Das senatus consultum de Cn.

Vedere Tribuno della plebe e Sesto Nonio Quintiliano (console 38)

Sesto Palpellio Istro

Istro, homo novusT.P. Wiseman, New Men in the Roman Senate, Oxford 1971, p. 248 n° 304.C. Bruun, The Career of Sex. Palpellius Hister; the Praetorian Proconsulate during the Early Empire Reconsidered, in Arctos 20 (1986), pp.

Vedere Tribuno della plebe e Sesto Palpellio Istro

Sesto Tedio Valerio Catullo

Homo novusR. Syme, Roman Papers, VII, Oxford 1991, pp. 492-495. di una famiglia proveniente da VeronaG. Alföldy in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp.

Vedere Tribuno della plebe e Sesto Tedio Valerio Catullo

Sesto Titio

Tribuno della plebe del 99 a.C., Titio cercò di ripercorrere le gesta di Lucio Appuleio Saturnino e Gaio Servilio Glaucia, che erano morti nell'anno precedente, ma venne ostacolato con successo dal console Marco Antonio Oratore; alla fine venne condannato perché teneva in casa una statua di Saturnino.

Vedere Tribuno della plebe e Sesto Titio

Settimio Severo

L'ascesa di Settimio Severo costituisce uno spartiacque nella storia romana; è considerato infatti l'iniziatore della nozione di "dominato" in cui l'imperatore non è più un privato gestore dell'impero per conto del Senato, come durante il principato, ma è unico e vero dominus, che trae forza dall'investitura militare delle legioni (anche se anticipazioni di questa tendenza si erano avute durante la guerra civile seguita alla morte di Nerone).

Vedere Tribuno della plebe e Settimio Severo

Sicignano degli Alburni

Sicignano degli Alburni è un comune italiano di abitanti della provincia di Salerno in Campania. Il territorio comunale sorge fra la valle del Tanagro ed i Monti Alburni, ed è per buona parte inserito nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Vedere Tribuno della plebe e Sicignano degli Alburni

Spurio Cassio Vecellino

Fu console tre volte e gli venne tributato due volte il trionfo. È famoso per il Foedus Cassianum e per la prima proposta di legge agraria a Roma, la lex Cassia agraria.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Cassio Vecellino

Spurio Furio Medullino Fuso (console 481 a.C.)

Uno dei primi esponenti della gens Furia, un'antica gens di origine incerta, fu eletto nel 481 a.C. console insieme a Cesone Fabio Vibulano, che era al suo secondo mandato, in un momento di notevole inquietudine, dovuta alle lotte contro gli Equi ed i Veienti.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Furio Medullino Fuso (console 481 a.C.)

Spurio Mecilio

Spurio Mecilio divenne tribuno della plebe nel 416 a.C., nell'anno del tribunato consolare di Aulo Sempronio Atratino, Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Spurio Nauzio Rutilo e Marco Papirio Mugillano.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Mecilio

Spurio Melio

Nel 439 a.C. l'ambiente sociale di Roma si deteriorò. L'anno precedente i popoli circostanti, con i quali Roma era in continua guerra da secoli, si mantennero tranquilli e la popolazione ne approfittò per dedicarsi alle beghe politiche.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Melio

Spurio Nauzio Rutilo (tribuno consolare 419 a.C.)

Nel 419 a.C. fu eletto tribuno consolare con Agrippa Menenio Lanato e Publio Lucrezio Tricipitino. A Roma fu sventata una pericolosa rivolta degli schiavi, grazie a due delatori, ricompensati con 10.000 assiTito Livio, "Ab Urbe Condita", IV,4, 45.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Nauzio Rutilo (tribuno consolare 419 a.C.)

Spurio Oppio Cornicino

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Oppio Cornicino

Spurio Postumio Albino (console 110 a.C.)

Discendente da una famiglia che diede ben 32 consoli, ricoprì il consolato nel 110 a.C. con Marco Minucio Rufo. Plutarco cita l'ipotesi secondo la quale Tiberio Gracco, coetaneo di Postumio e suo rivale nell'eloquenza giudiziaria, avrebbe intrapreso la propria carriera politica anche a causa di questa rivalità.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Postumio Albino (console 110 a.C.)

Spurio Servilio Prisco

Spurio Servilio venne eletto console nel 476 a.C. insieme con Aulo Verginio Tricosto RutiloDionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 25.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Servilio Prisco

Spurio Tarpeio Montano Capitolino

Spurio Tarpeio Montano Capitolino fu eletto console nel 454 a.C. insieme al collega Aulo Aternio Varo Fontinale. Durante quell'anno non si registrarono scontri con le bellicose popolazione vicine.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Tarpeio Montano Capitolino

Spurio Verginio Tricosto Celiomontano

Spurio Verginio Tricosto Celiomontano venne eletto console nel 456 a.C. insieme con Marco Valerio Massimo Lettuca. Durante il consolato non ci furono scontri con i bellicosi vicini Equi e Volsci.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Verginio Tricosto Celiomontano

Spurio Veturio Crasso Cicurino

Nel 417 a.C. fu eletto tribuno consolare con Agrippa Menenio Lanato, Gaio Servilio Axilla e Publio Lucrezio Tricipitino.

Vedere Tribuno della plebe e Spurio Veturio Crasso Cicurino

Stichus

Stichus (Stico) è una commedia di Tito Maccio Plauto composta alla fine del III secolo a.C. Nella didascalia della commedia si afferma che essa aveva come modello gli Adelphoi α di Menandro (di cui restano pochi frammenti) e che era stata rappresentata per la prima volta ai Ludi Plebeii (in novembre) nell'anno in cui erano edili Gneo Bebio e Caio Terenzio ed erano consoli Publio Sulpicio e Gaio Aurelio, cioè nel 200 a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Stichus

Storia d'Italia

La storia d'Italia è l'insieme di numerosi eventi susseguitisi nel corso del tempo nell'area geografica italiana; la presenza in Italia di Roma, capitale del paese e già centro della civiltà romana e della Chiesa cattolica, ha reso la storia italiana pilastro fondante della cultura occidentale, latina, europea e mediterranea.

Vedere Tribuno della plebe e Storia d'Italia

Storia del diritto romano (753 - 451 a.C.)

Nella storia del diritto romano il periodo 753 - 451 a.C. (periodo arcaico o primitivo) rappresentò la prima fase del diritto romano che, dalla fondazione di Roma (753 a.C.) all'emanazione delle leggi delle XII tavole (451-449 a.C.), corrispondeva grosso modo al periodo monarchico ed a quello della iniziale costituzione della Repubblica romana.

Vedere Tribuno della plebe e Storia del diritto romano (753 - 451 a.C.)

Storia del Municipio Roma III

La storia del Municipio Roma III riguarda il territorio della zona nord di Roma, tra il Tevere e l'Aniene, delimitato da tre grandi assi di trasporto: la Via Salaria a ovest, la Via Nomentana a sud-est e, ovviamente di più recente costruzione, il Grande Raccordo Anulare a nord.

Vedere Tribuno della plebe e Storia del Municipio Roma III

Storia dell'Italia romana

La storia dell'Italia romana ebbe inizio con la graduale unificazione delle popolazioni italiche centro-meridionali, che iniziò durante l'età regia di Roma (VIII secolo a.C.), completandosi con la conquista della Gallia Cisalpina, territorio corrispondente alla Pianura Padana, che avvenne tra il III e il II secolo a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Storia dell'Italia romana

Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.)

Con letteratura latina arcaica si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato nel 240 a.C. (anno della rappresentazione della prima commedia in latino; altri invece indicano il 241 a.C., anno della fine della prima guerra punica) e la cui fine è identificata nel 78 a.C., anno della morte del dittatore Lucio Cornelio Silla.

Vedere Tribuno della plebe e Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.)

Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)

Con letteratura latina augustea si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato nel 31 a.C. (anno della fine della Repubblica romana con la battaglia di Azio), e la cui fine con la morte del primo imperatore romano, Augusto, nel 14 d.C..

Vedere Tribuno della plebe e Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)

Storia della letteratura latina (69 - 117)

Con letteratura latina del periodo 69 - 117 si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato con la fine della guerra civile romana degli anni 68-69 e l'inizio della dinastia dei Flavi, e la cui fine è identificata con la morte dell'Imperatore Traiano, primo tra gli Imperatori adottivi (nel 117 d.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Storia della letteratura latina (69 - 117)

Storia della letteratura latina (78-31 a.C.)

Con letteratura latina ciceroniana o cesariana si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato nel 78 a.C. (anno della morte del dictator Lucio Cornelio Silla) e la cui fine è identificata nel 31 a.C., anno della fine della Repubblica romana e l'inizio dell'Impero romano.

Vedere Tribuno della plebe e Storia della letteratura latina (78-31 a.C.)

Storia della Repubblica romana (146-31 a.C.)

Per storia della Repubblica romana (146-31 a.C.) si intende il periodo repubblicano di Roma compreso tra la fine della terza guerra punica e la battaglia di Azio.

Vedere Tribuno della plebe e Storia della Repubblica romana (146-31 a.C.)

Storia della Repubblica romana (264-146 a.C.)

Per storia della Repubblica romana (264-146 a.C.) si intende il periodo repubblicano di Roma compreso tra l'inizio della prima guerra punica e la conclusione della terza guerra punica.

Vedere Tribuno della plebe e Storia della Repubblica romana (264-146 a.C.)

Storia della Repubblica romana (509-264 a.C.)

Per storia della Repubblica romana (509-264 a.C.) si intende il periodo repubblicano di Roma compreso tra la fine della monarchia e l'inizio della prima guerra punica.

Vedere Tribuno della plebe e Storia della Repubblica romana (509-264 a.C.)

Storia di Castel Gandolfo

I primi insediamenti umani nel territorio di Castel Gandolfo sono attestati a partire dal Neolitico, non tracce umane rinvenute in località Pascolari di Castel Gandolfo e Monte Cucco, ai confini con Marino.

Vedere Tribuno della plebe e Storia di Castel Gandolfo

Storia di Marino nel Medioevo

La storia di Marino nel Medioevo inizia con l'esistenza del castello, che fu dominato a turno dai Conti di Tuscolo, dai Frangipane, dagli Orsini, dai Caetani, dalla Camera Apostolica e infine dai Colonna.

Vedere Tribuno della plebe e Storia di Marino nel Medioevo

Storia di Nocera

La storia delle due Nocera della Campania (Nocera Inferiore e Nocera Superiore) è la storia di un'unica città separatasi in due amministrazioni nel 1851, per una scelta dei proprietari terrieri dell'epoca.

Vedere Tribuno della plebe e Storia di Nocera

Storia di Siracusa in epoca romana

La storia di Siracusa in epoca romana comincia dopo l'assedio del 212 a.C., quando il console Marco Claudio Marcello — apostrofato da Livio come la "Spada di Roma" —, con le legioni romane, vinse la lunga resistenza siracusana, riuscendo ad entrare e conquistare quella che fu la più vasta poleis d'Occidente.

Vedere Tribuno della plebe e Storia di Siracusa in epoca romana

Storia romana

La storia romana, o storia di Roma antica, espone le vicende storiche che videro protagonista la città di Roma, dalle origini dellUrbe (nel 753 a.C.) fino alla costruzione e alla caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476, anno in cui si colloca convenzionalmente l'inizio dell'epoca medievale.

Vedere Tribuno della plebe e Storia romana

Storia romana (Appiano)

La Storia romana (Rhomaiká) è un'opera storiografica scritta da Appiano di Alessandria e completata attorno al 160 d.C. L'opera, che tratta la storia di Roma dalle origini all'età dell'imperatore Traiano, era originariamente suddivisa in 24 libri, ma ce ne sono giunti integri solo 11, quelli incentrati sulle guerre combattute nel I secolo a.C.

Vedere Tribuno della plebe e Storia romana (Appiano)

Storie (Polibio)

Le Storie (Ἱστορίαι) sono un'opera storiografica dello storico greco Polibio di Megalopoli (206-124 a.C.).

Vedere Tribuno della plebe e Storie (Polibio)

Storiografia romana

La storiografia romana deve ai Greci l'invenzione di questo genere letterario. I Romani ebbero grandi modelli su cui basare le loro opere, come Erodoto e Tucidide.

Vedere Tribuno della plebe e Storiografia romana

Terza guerra mitridatica

Per terza guerra mitridatica si intende l'ultima fase delle ostilità combattute dai generali romani Lucio Licinio Lucullo e Gneo Pompeo Magno, della Repubblica romana contro il regno del Ponto tra il 74 e il 63 a.C. e videro la definitiva sconfitta e morte di Mitridate VI.

Vedere Tribuno della plebe e Terza guerra mitridatica

Tiberio

Membro della gens Claudia, alla nascita ebbe il nome di Tiberio Claudio Nerone (Tiberius Claudius Nero). Fu adottato da Augusto nel 4,. e il suo nome mutò in Tiberio Giulio Cesare (Tiberius Iulius Caesar); alla morte del padre adottivo, il 19 agosto 14, ottenne il nome di Tiberio (Giulio) Cesare Augusto (Tiberius (Iulius) Caesar Augustus)L'uso del cognomen Claudiano è attestato unicamente a livello letterario nella dedica da parte di Tiberio in nome suo e del fratello posta nel 6 sul tempio di Castore e Polluce e nel 10 sul Tempio della Concordia, restaurati dal futuro imperatore.

Vedere Tribuno della plebe e Tiberio

Tiberio Emilio Mamercino

Tiberio Emilio apparteneva al ramo Mamercino (o Mamerco) della nobile ''gens'' Aemilia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Tiberio Emilio Mamercino

Tiberio Sempronio Gracco (console 177 a.C.)

Fu il padre di Tiberio e di Gaio Sempronio Gracco. Tribuno della plebe nel 187 a.C., nel 184 a.C. pose il veto a che i fratelli Scipione Africano e Scipione Asiatico fossero giudicati dell'accusa di essersi appropriati di una grande somma che sarebbe stata a loro versata dal re Antioco III dopo la sconfitta di Magnesia.

Vedere Tribuno della plebe e Tiberio Sempronio Gracco (console 177 a.C.)

Tiberio Sempronio Gracco (tribuno della plebe 133 a.C.)

Figlio maggiore dell'omonimo Tiberio Sempronio Gracco di origine plebea e di Cornelia, figlia di Publio Cornelio Scipione Africano, di antica famiglia aristocratica, appartenne quindi all'oligarchia patrizio-plebea.

Vedere Tribuno della plebe e Tiberio Sempronio Gracco (tribuno della plebe 133 a.C.)

Tiberio Sempronio Longo (console 194 a.C.)

Figlio del console omonimo, sconfitto da Annibale nel 218 a.C., sostituì il padre come decemviro sacris faciundis nel 210 a.C. e nello stesso anno divenne anche augure (al posto di Tito Otacilio Crasso) e tribuno della plebe.

Vedere Tribuno della plebe e Tiberio Sempronio Longo (console 194 a.C.)

Tito Ampio Balbo

Fu tribuno della plebe nel 63 a.C., pretore nel 59 a.C. e propretore dell'Asia nel 57 a.C. Durante la guerra civile romana parteggiò per Pompeo, ma in seguito fu comunque graziato da Giulio Cesare.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Ampio Balbo

Tito Andronico

La Tragedia di Tito Andronico (The Tragedy of Titus Andronicus) è la prima tragedia di Shakespeare, composta con molta probabilità tra il 1589 e il 1593, probabilmente con la collaborazione di George Peele.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Andronico

Tito Annio Milone

Fu tribuno della plebe nel 57 a.C. e pretore nel 55 a.C. Durante la crisi scaturita dallo scontro tra Gaio Giulio Cesare e Pompeo, si formarono a Roma due fazioni contrapposte, una popolare in favore di Cesare guidata dal tribuno della plebe Publio Clodio Pulcro, avversario di Cicerone, e l'altra costituita da ottimati, capeggiata da Milone.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Annio Milone

Tito Antonio Merenda

Nel 450 a.C. fu eletto tra i decemviri per il secondo decemvirato, che sebbene arrivò a produrre quello per cui era stato istituito, ovvero la riforma dell'ordinamento romano attraverso la stesura delle Leggi delle XII tavole, si caratterizzò per una forte impronta anti-popolare ed autoritaria, tanto che i dieci magistrati andarono oltre il mandato conferitogli.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Antonio Merenda

Tito Didio

Tribuno della plebe nel 103 a.C. e pretore nel 101 a.C., si distinse contro gli Scordisci che avevano invaso la provincia di Macedonia nel 100 a.C., celebrando il suo primo trionfo.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Didio

Tito Labieno

La famiglia di Labieno proveniva dalla borghesia locale e dalla classe degli equites, mentre Tito Labieno passerà successivamente al ceto senatorio.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Labieno

Tito Manlio Imperioso Torquato

Nel 362 a.C. difese il padre, Lucio Manlio Capitolino Imperioso dittatore nell'anno precedente, dall'accusa di crudeltà portata avanti dal tribuno della plebe Marco Pomponio, nonostante lui stesso ne avesse subito le conseguenze.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Manlio Imperioso Torquato

Tito Menenio Agrippa Lanato

Tito Menenio apparteneva al ramo Lanato della nobile ''gens'' Menenia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma. Era il figlio di Agrippa Menenio LanatoDionigi, Antichità romane, Libro IX, 27.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Menenio Agrippa Lanato

Tito Menenio Lanato

Tito Menenio Lanato, chiamato Gaio Menenio secondo Livio, Lucio Menenio secondo Dionigi e Tito Menenio secondo Diodoro fu eletto console nel 452 a.C. insieme al collega Publio Sestio Capitone.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Menenio Lanato

Tito Mussidio Polliano

Polliano apparteneva alla gens Mussidia, ritenuta originariamente proveniente dalla città di Sulmo ma più probabilmente, invece, di provenienza sannita (probabilmente dal territorio frentano e marrucino).

Vedere Tribuno della plebe e Tito Mussidio Polliano

Tito Pomponio Attico

La maggior parte delle notizie su Tito Pomponio Attico sono state ricavate dalla Vita di Attico di Cornelio Nepote e dalle Lettere ad Attico di Cicerone (quest'ultime ritrovate da Petrarca).

Vedere Tribuno della plebe e Tito Pomponio Attico

Tito Quinzio Cesernio Stazio Macedo Quinziano

La famiglia di Cesernio proveniva da Aquileia. Quinziano iniziò la sua carriera senatoriale (cursus honorum) attorno al 120, quando ricoprì la carica di tresviri monetales, grazie all'amicizia con l'imperatore Adriano.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Quinzio Cesernio Stazio Macedo Quinziano

Tito Quinzio Cesernio Stazio Staziano Memmio Macrino

La famiglia di Cesernio proveniva da Aquileia. Attorno al 130 fu questore e poi tribuno della plebe, fu candidato intorno all'anno 129 ad accompagnare Adriano in uno dei suoi viaggi, in Oriente.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Quinzio Cesernio Stazio Staziano Memmio Macrino

Tito Quinzio Cincinnato Capitolino

Nel 388 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Lucio Giulio Iullo, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Lucio Aquilio Corvo e Servio Sulpicio RufoTito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 4.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Quinzio Cincinnato Capitolino

Tito Romilio Roco Vaticano

Apparteneva alla patrizia gens Romilia, e sia suo padre che suo nonno si chiamavano Tito, secondo quanto riportato dai Fasti consolari.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Romilio Roco Vaticano

Tito Verginio Tricosto Celiomontano (console 448 a.C.)

Tito Verginio Tricosto Celiomontano fu eletto con console nel 448 a.C. insieme al collega Larcio (o Spurio) Erminio Coritinesano Aquilino.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Verginio Tricosto Celiomontano (console 448 a.C.)

Tito Veturio Gemino Cicurino (console 494 a.C.)

Tito Veturio apparteneva alla gens Veturia, probabilmente fratello gemello di Gaio Veturio Gemino Cicurino, console nel 499 a.C., e padre di Tito Veturio Gemino Cicurino, console nel 462 a.C. Divenne console nel 494 a.C. con Aulo Verginio Tricosto Celiomontano.

Vedere Tribuno della plebe e Tito Veturio Gemino Cicurino (console 494 a.C.)

Tolomeo di Cipro

Tolomeo era figlio di Tolomeo IX Sotere II Latiro e della sua prima moglie, Cleopatra IV. Era un membro della dinastia ellenistica dei Lagidi e discendeva quindi da Tolomeo I Sotere, uno dei diadochi di Alessandro Magno.

Vedere Tribuno della plebe e Tolomeo di Cipro

Tolomeo XII

Il suo regno fu caratterizzato da forti ingerenze da parte della Repubblica romana, ormai espansa in tutto il bacino del Mediterraneo, che portarono, insieme alla sempre più disastrata situazione finanziaria del regno, anche a rivolte interne.

Vedere Tribuno della plebe e Tolomeo XII

Tres militiae

Le tres militiae costituivano i tre gradi della normale carriera militare equestre, anche se erano rari i casi di coloro che ricoprivano tutti e tre i gradi militari, prima di accedere alle procuratele (tra le più importanti quelle a rationibus, ab epistulis, a libellis, operum publicorum ecc), il secondo livello del cursus honorum equestre, impostosi a partire dal principato augusteo e infine alla prefettura civile e militare (Aegypti, Praetorii, Annonae, Vigilum, Urbi, Mesopotamiae, Classis), anche se talune procuratele (Augusti pro legato) erano più importanti di certe prefetture.

Vedere Tribuno della plebe e Tres militiae

Tribunato

*Tribunato – Magistratura della Roma repubblicana e imperiale.

Vedere Tribuno della plebe e Tribunato

Tribunicia potestas

La Tribunicia potestas, concetto traducibile in italiano come "potestà tribunizia", era l'autorità di cui godevano i tribuni della plebe nell'Antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Tribunicia potestas

Tribuno

Tribuno è il nome di alcuni magistrati, funzionari e militari della Roma antica, originariamente legate alla suddivisione in tribù di Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Tribuno

Triumvirato

Il termine triunviro o triumviro (dal latino tres che vuol dire tre e vir che significa uomo → tre uomini) indica ciascuno dei componenti di un gruppo costituito da tre leader di ogni tipo che condividono il potere e il comando su un territorio o un'organizzazione.

Vedere Tribuno della plebe e Triumvirato

Trofeo delle Alpi

Il Trofeo delle Alpi (detto anche Trofeo di Augusto, in latino Tropaeum Alpium o Tropaeum Augusti; in francese Trophée des Alpes; in occitano Trophée dels Alpes; in monegasco Trufeu d'ë Arpe) è un imponente monumento romano che si trova a 480 metri di altitudine nel comune di La Turbie, nel dipartimento francese delle Alpi Marittime, a breve distanza dal Principato di Monaco.

Vedere Tribuno della plebe e Trofeo delle Alpi

Verginia

Verginia, o Virginia, è un leggendario personaggio femminile romano, che sarebbe vissuta nel V secolo a.C. venendo poi uccisa dal padre nel 449 a.C..

Vedere Tribuno della plebe e Verginia

Veto

Il termine veto, dal latino che significa vietare, proibire, interdire (anche: impedire, opporsi), (o intercesso) indica un atto formale con il quale un'autorità investita di tale potere è in grado di bloccare, temporaneamente o definitivamente, una deliberazione amministrativa, legislativa o politica emessa da un'altra autorità.

Vedere Tribuno della plebe e Veto

Virgilio Malvezzi

Figlio di Piriteo, barone di Taranta, e della sua seconda moglie, Beatrice Orsini, il 2 ottobre 1613 conseguì il dottorato in utroque iure presso l'Università di Bologna.

Vedere Tribuno della plebe e Virgilio Malvezzi

Vopisco Giulio Iullo

Vopisco Giulio Iullo apparteneva alla nobile ''gens'' Giulia, una delle più antiche e conosciute gens patrizie dell'antica Roma.

Vedere Tribuno della plebe e Vopisco Giulio Iullo

15 agosto

Il 15 agosto è il 227º giorno del calendario gregoriano (il 228º negli anni bisestili). Mancano 138 giorni alla fine dell'anno.

Vedere Tribuno della plebe e 15 agosto

58 a.C.

Repubblica romana.

Vedere Tribuno della plebe e 58 a.C.

Conosciuto come Potestà tribunizia, Tribunato della Plebe, Tribuni della Plebe, Tribunus plebis.

, Bando (provvedimento restrittivo), Battaglia del Monte Algido, Battaglia di Artaxata, Battaglia di Comana Pontica, Battaglia di Nicopoli al Lico, Battaglia di Tigranocerta, Battaglia di Trapani, Battaglia di Zela (67 a.C.), Campagna di Lerida, Campagne orientali di Aureliano, Campagne sasanidi di Odenato, Catone, Censore, Cesaricidio, Cesone Duilio Longo, Cesone Fabio Ambusto, Cesone Fabio Vibulano, Cesone Quinzio, Civiltà romana, Classici latini conservati (753 - 31 a.C.), Classis Syriaca, Claudio, Cola di Rienzo, Comizi curiati, Concili della plebe, Conflitto degli ordini, Conquista della Gallia, Conquista romana della Gallia Cisalpina, Conquista romana di Cipro, Console (storia romana), Consoli repubblicani romani, Coriolano (Nicolini), Coriolano (Shakespeare), Cornelia Silla, Costituzione mista, Crisi del III secolo, Cronologia degli eventi dell'antica Roma, Curio maximus, Cursus honorum, De consulatu suo, De domo sua, De haruspicum responsis, De lege agraria, De probrum, De vi, Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (450 a.C.), Decimo Aterio Agrippa, Decimo Carfuleno, Decimo Giunio Bruto Callaico, Decimo Lelio Balbo, Decimo Lelio Balbo (console 46), Demarco, Dentatus, Difensore civico, Dimensione dell'esercito romano durante la guerra civile (49 - 45 a.C.), Dinastia flavia, Diritto romano, Dittatore (storia romana), Druso minore, Economia romana, Edile (storia romana), Elvidio Prisco, Episodi di Roma (prima stagione), Età giulio-claudia, Fausto Cornelio Silla, Filippiche (Cicerone), Filone (cognomen), Foedus Cassianum, Fonti e storiografia sulla seconda guerra punica, François-Noël Babeuf, Fulvia (moglie di Marco Antonio), Fundanio, Gaio Antonio (pretore), Gaio Ateio Capitone, Gaio Ateio Capitone (tribuno 55 a.C.), Gaio Aurelio Cotta, Gaio Avidio Nigrino, Gaio Calpurnio Pisone (console 67 a.C.), Gaio Canuleio, Gaio Cassio Longino, Gaio Cassio Longino (console 30), Gaio Cassio Longino (console 96 a.C.), Gaio Celio Caldo, Gaio Cestio Epulone, Gaio Claudio Crasso Inregillense Sabino, Gaio Cornelio, Gaio Curzio Filone, Gaio Elvio Cinna, Gaio Emilio Mamercino, Gaio Fabio, Gaio Flaminio Nepote, Gaio Flavio Fimbria (console 104 a.C.), Gaio Furio Pacilio Fuso, Gaio Furnio, Gaio Giulio Cesare, Gaio Giulio Iullo (console 447 a.C.), Gaio Lelio Sapiente, Gaio Letorio, Gaio Licinio Calvo Stolone, Gaio Licinio Macro, Gaio Mamilio Limetano, Gaio Manilio, Gaio Mario, Gaio Memmio, Gaio Memmio Mordace, Gaio Nauzio Rutilo, Gaio Norbano, Gaio Orazio Pulvillo, Gaio Papirio Carbone, Gaio Porcio Catone (tribuno), Gaio Rabirio (politico), Gaio Sallustio Crispo, Gaio Scribonio Curione, Gaio Scribonio Curione (console 76 a.C.), Gaio Sempronio Gracco, Gaio Servilio Axilla, Gaio Servilio Gemino, Gaio Servilio Glaucia, Gaio Stertinio Massimo, Gaio Sulpicio Petico, Gaio Terentilio Arsa, Gaio Trebazio Testa, Gaio Trebonio, Gaio Valerio Catullo, Gaio Valerio Flacco (flamine), Gaio Valerio Potito, Gaio Vettio Sabiniano Giulio Ospite, Gaio Veturio Cicurino, Gaio Veturio Crasso Cicurino, Gaio Vibio Pansa, Gaio Voluseno, Gallia Cisalpina, Gallia Comata, Gallia Narbonense, Gallieno, Gens Aburia, Gens Acilia, Gens Acutia, Gens Albinia, Gens Alfia, Gens Ancharia, Gens Annia, Gens Antia, Gens Antistia, Gens Antonia, Gens Appuleia, Gens Apronia, Gens Arennia, Gens Ateia, Gens Aternia, Gens Atinia, Gens Aufidia, Gens Baebia, Gens Caecilia, Gens Cassia, Gens Claudia, Gens Duilia, Gens Fabricia, Gens Fannia, Gens Fufia, Gens Furia, Gens Hortensia, Gens Iunia, Gens Livia, Gens Maria, Gens Memmia, Gens Menenia, Gens Minucia, Gens Octavia, Gens Opimia, Gens Pacilia, Gens Plautia, Gens Pompeia, Gens Pomponia, Gens Scribonia, Gens Sempronia, Gens Sextia, Gens Sextilia, Gens Sulpicia, Gens Valeria, Gens Vergilia, Gens Visellia, Giudizi de capite civis, Giulia (figlia di Cesare), Gladiatore, Gneo Aufidio Oreste, Gneo Bebio Tamfilo, Gneo Cornelio Cosso, Gneo Cornelio Cosso (tribuno consolare 406 a.C.), Gneo Domizio Calvino, Gneo Domizio Enobarbo (console 96 a.C.), Gneo Giulio Agricola, Gneo Giulio Vero, Gneo Manlio Cincinnato, Gneo Marcio Coriolano, Gneo Nevio, Gneo Ottavio (console 87 a.C.), Gneo Papirio Eliano Emilio Tuscillo, Gneo Pompeo Magno, Gneo Sergio Fidenate Cosso, Guerra civile romana (49-45 a.C.), Guerra di Pompeo contro Albani e Iberi, Guerra giugurtina, Guerra piratica di Pompeo, Guerra sociale, Guerre cimbriche, Guerre mitridatiche, Guerre romano-etrusche, Guerre tra Roma e Veio, Hasta (città romana), Historiae (Sallustio), I giorni della gloria, Illyricum, Imperatore romano, Imperium, Imperium proconsulare maius, Impero romano, In Licinium Macrum, In Vatinium testem, Inferno - Canto ventottesimo, Intercessio, Intercessio tribunicia, Intercessione, Interrex (storia romana), Invasioni barbariche del III secolo, Iscrizione del foro di Verulamium, La Certosa di Parma, Larcio (o Spurio) Erminio Coritinesano Aquilino, Legatus, Legatus legionis, Leges Clodiae, Leges Genuciae, Leges Liciniae Sextiae, Leges tabellariae, Leges Valeriae Horatiae, Legge ad personam, Leggi delle XII tavole, Leggi romane, Lex Acilia repetundarum, Lex Appuleia, Lex Aquilia, Lex Aternia Tarpeia, Lex Atinia, Lex Canuleia, Lex Cassia, Lex Cincia, Lex Claudia, Lex comitialis, Lex curiata de imperio, Lex Falcidia, Lex frumentaria, Lex Gabinia, Lex Gabinia tabellaria, Lex Icilia de Aventino publicando, Lex Iunia Licinia, Lex Mamilia de coniuratione Iugurthina, Lex Manilia, Lex Plautia Papiria, Lex Publilia Voleronis, Lex regia, Lex Sacrata, Lex Sempronia, Lex Sempronia agraria, Lex Sempronia viaria, Lex Terentilia, Lex Titia, Lex Trebonia, Lex Trebonia (448 a.C.), Lex Vatinia, Lex Villia annalis, Lex Voconia, Liévin-Bonaventure Proyart, Liberum veto, Licinio Menenio Lanato, Limes orientale, Lista di tresviri monetales in età repubblicana, Lucio Albinio, Lucio Albinio (tribuno della plebe), Lucio Antonio, Lucio Apuleio Saturnino, Lucio Aquillio Corvo, Lucio Aurelio Cotta, Lucio Aurelio Cotta (console 119 a.C.), Lucio Calpurnio Bestia, Lucio Calpurnio Pisone Frugi (console 133 a.C.), Lucio Calvenzio Vetere Gaio Carminio, Lucio Cassio Longino Ravilla, Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.), Lucio Cornelio Merula (console 193 a.C.), Lucio Cornelio Pusione, Lucio Cornelio Scipione Asiatico, Lucio Cornelio Silla, Lucio Decidio Saxa, Lucio Emilio Lepido Paolo, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Emilio Mamercino (tribuno consolare 389 a.C.), Lucio Flavio (pretore 58 a.C.), Lucio Flavio Silva, Lucio Furio Medullino (console 413 a.C.), Lucio Furio Medullino (console 474 a.C.), Lucio Furio Medullino Fuso, Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 388 a.C.), Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 401 a.C.), Lucio Giulio Iullo (tribuno consolare 403 a.C.), Lucio Licinio Crasso, Lucio Licinio Lucullo (console 151 a.C.), Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Lucio Manlio Capitolino, Lucio Manlio Capitolino Imperioso, Lucio Marcio Settimo, Lucio Mario Perpetuo, Lucio Minucio Esquilino Augurino, Lucio Mummio Felice Corneliano, Lucio Nonio Asprenate (console 29), Lucio Papirio Mugillano (console 427 a.C.), Lucio Pinario Mamercino Rufo, Lucio Ponzio Aquila, Lucio Porcio Catone, Lucio Quinzio Cincinnato, Lucio Scribonio Libone, Lucio Sergio Catilina, Lucio Sestio Albaniano Quirinale, Lucio Sextio Laterano, Lucio Siccio Dentato, Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.), Lucio Valerio Potito, Lucio Valerio Potito (console 483 a.C.), Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.), Lucio Valerio Publicola, Lucio Verginio, Ludi, Magistrati maiores, Magistratura (storia romana), Mamerco Emilio Lepido Liviano, Mamerco Emilio Scauro, Manilio (nome), Manio Acilio Glabrione, Manio Acilio Glabrione (console 191 a.C.), Manio Acilio Glabrione (tribuno 122 a.C.), Manio Curio Dentato, Manio Emilio Mamercino, Manio Giovenzio Talna, Manio Papirio Crasso, Manio Rabuleio, Manio Valerio Voluso Massimo, Marco Antonio, Marco Antonio Oratore, Marco Atilio Regolo (console 227 a.C.), Marco Aufidio Lurcone, Marco Calpurnio Bibulo, Marco Cecilio Metello (figlio di Lucio), Marco Celio Rufo, Marco Claudio Marcello, Marco Claudio Marcello (console 166 a.C.), Marco Claudio Marcello (console 196 a.C.), Marco Claudio Marcello (console 331 a.C.), Marco Cornelio Maluginense (console), Marco Cornelio Maluginense (decemviro), Marco Cornelio Maluginense (tribuno consolare), Marco Duilio, Marco Duronio, Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.), Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.), Marco Fabio Ambusto (tribuno consolare 381 a.C.), Marco Fabio Vibulano (console 483 a.C.), Marco Fulvio Nobiliore (console 159 a.C.), Marco Furio Fuso, Marco Geganio Macerino (console), Marco Genucio Augurino, Marco Giunio Bruto (console 178 a.C.), Marco Giunio Bruto (tribuno 83 a.C.), Marco Giunio Silano, Marco Livio Druso (console 112 a.C.), Marco Livio Druso (tribuno), Marco Livio Salinatore, Marco Mario Gratidiano, Marco Metilio, Marco Minucio Augurino, Marco Minucio Rufo, Marco Nonio Balbo, Marco Orazio Barbato, Marco Ottavio, Marco Papirio Mugillano, Marco Porcio Catone (tribuno della plebe), Marco Porcio Catone Uticense, Marco Postumio Regillense, Marco Quintilio Varo, Marco Sedazio Severiano, Marco Sempronio Tuditano (console 185 a.C.), Marco Sergio Esquilino, Marco Stazio Prisco Licinio Italico, Marco Terenzio Varrone Lucullo, Marco Tullio Cicerone, Marco Valerio Lactucino Massimo, Marco Valerio Levino, Marco Valerio Massimo Lettuca, Marco Valerio Publicola, Marina militare romana, Marino (Italia), Masaniello, Mensari, Monetazione dei Flavi, Monte Sacro (Roma), Mos maiorum, Municipio Roma III, Nocera Inferiore, Numerio Fabio Ambusto, Obnuntiatio, Ordine equestre, Organi costituzionali (storia romana), Ostia (città antica), Otone, Ottimati, Ovazione, Palatino, Patrizio (storia romana), Pensiero politico di Cicerone, Pietra miliare, Plebei, Plinio il Giovane, Pons Sublicius, Ponte di Tiberio, Pontefice massimo, Populares, Porta Collina, Porta Raudusculana, Porta Tiburtina, Potestas, Potestà (disambigua), Povertà, Precia, Primo trionfo decretato dal popolo romano, Primo triumvirato, Principato (storia romana), Pro Cornelio, Pro Marco Tullio, Pro Rabirio perduellionis reo, Pro Sestio, Processo alle vestali del 114-113 a.C., Proscrizione sillana, Provincia di Ascoli Piceno, Publilio Volerone, Publio Antistio, Publio Clodio Pulcro, Publio Clodio Trasea Peto, Publio Cornelio Dolabella, Publio Cornelio Lentulo Spintere, Publio Cornelio Maluginense Cosso, Publio Cornelio Rutilo Cosso, Publio Cornelio Scipione, Publio Cornelio Scipione (tribuno consolare 395 a.C.), Publio Falcidio, Publio Furio Filo, Publio Furio Medullino Fuso, Publio Lucrezio Tricipitino, Publio Manlio Capitolino, Publio Muzio Scevola (console 133 a.C.), Publio Nigidio Figulo, Publio Numitorio, Publio Porcio Laeca, Publio Rutilio Lupo, Publio Rutilio Lupo (pretore 49 a.C.), Publio Scapzio, Publio Servilio Rullo, Publio Servilio Vatia Isaurico (console 79 a.C.), Publio Sestio, Publio Sestio Capitone, Publio Valerio Potito Publicola, Publio Valerio Publicola (console 475 a.C.), Publio Vatinio, Publio Ventidio Basso, Publio Volumnio Amintino Gallo, Puteal Scribonianum, Quinto Antistio Advento Postumio Aquilino, Quinto Antonio Merenda, Quinto Cecilio Metello Celere, Quinto Cecilio Metello Nepote minore, Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica, Quinto Curzio Rufo (console 43), Quinto Fabio Ambusto (tribuno consolare), Quinto Fabio Labeone, Quinto Fabio Massimo Verrucoso, Quinto Fabio Vibulano, Quinto Fabio Vibulano Ambusto, Quinto Fufio Caleno, Quinto Furio Pacilio Fuso, Quinto Minucio Esquilino Augurino, Quinto Minucio Termo, Quinto Minucio Termo (console 193 a.C.), Quinto Mucio Scevola (console 117 a.C.), Quinto Mucio Scevola (console 174 a.C.), Quinto Mucio Scevola (console 95 a.C.), Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone, Quinto Ogulnio Gallo, Quinto Opimio (tribuno della plebe), Quinto Petelio Libone Visolo, Quinto Pompeio Senecione Sosio Prisco, Quinto Pompeo Falcone, Quinto Pompeo Rufo, Quinto Pompeo Rufo (tribuno della plebe), Quinto Poppedio Silone, Quinto Quinzio Cincinnato (tribuno consolare 369 a.C.), Quinto Sertorio, Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 382 a.C.), Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 402 a.C.), Quinto Terenzio Culleone, Quinto Valerio Sorano, Quinto Veranio Nipote, Regno tolemaico di Cipro, Repubblica romana, Res gestae divi Augusti, Res publica, Rienzi, Rione Castelletto, Roma (serie televisiva), Sacertà, Scipione detto anche l'Africano, Scribonio Libone, Secessio plebis, Secondo triumvirato, Sempronio (nome), Senato romano, Servilia (madre di Marco Giunio Bruto), Servilia (opera), Servio Cornelio Maluginense (tribuno consolare 386 a.C.), Servio Sulpicio Camerino Cornuto (console 461 a.C.), Servio Sulpicio Galba (console 144 a.C.), Servio Sulpicio Pretestato, Servio Sulpicio Rufo (tribuno consolare 388 a.C.), Sesto Clelio, Sesto Nonio Quintiliano (console 38), Sesto Palpellio Istro, Sesto Tedio Valerio Catullo, Sesto Titio, Settimio Severo, Sicignano degli Alburni, Spurio Cassio Vecellino, Spurio Furio Medullino Fuso (console 481 a.C.), Spurio Mecilio, Spurio Melio, Spurio Nauzio Rutilo (tribuno consolare 419 a.C.), Spurio Oppio Cornicino, Spurio Postumio Albino (console 110 a.C.), Spurio Servilio Prisco, Spurio Tarpeio Montano Capitolino, Spurio Verginio Tricosto Celiomontano, Spurio Veturio Crasso Cicurino, Stichus, Storia d'Italia, Storia del diritto romano (753 - 451 a.C.), Storia del Municipio Roma III, Storia dell'Italia romana, Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.), Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.), Storia della letteratura latina (69 - 117), Storia della letteratura latina (78-31 a.C.), Storia della Repubblica romana (146-31 a.C.), Storia della Repubblica romana (264-146 a.C.), Storia della Repubblica romana (509-264 a.C.), Storia di Castel Gandolfo, Storia di Marino nel Medioevo, Storia di Nocera, Storia di Siracusa in epoca romana, Storia romana, Storia romana (Appiano), Storie (Polibio), Storiografia romana, Terza guerra mitridatica, Tiberio, Tiberio Emilio Mamercino, Tiberio Sempronio Gracco (console 177 a.C.), Tiberio Sempronio Gracco (tribuno della plebe 133 a.C.), Tiberio Sempronio Longo (console 194 a.C.), Tito Ampio Balbo, Tito Andronico, Tito Annio Milone, Tito Antonio Merenda, Tito Didio, Tito Labieno, Tito Manlio Imperioso Torquato, Tito Menenio Agrippa Lanato, Tito Menenio Lanato, Tito Mussidio Polliano, Tito Pomponio Attico, Tito Quinzio Cesernio Stazio Macedo Quinziano, Tito Quinzio Cesernio Stazio Staziano Memmio Macrino, Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Tito Romilio Roco Vaticano, Tito Verginio Tricosto Celiomontano (console 448 a.C.), Tito Veturio Gemino Cicurino (console 494 a.C.), Tolomeo di Cipro, Tolomeo XII, Tres militiae, Tribunato, Tribunicia potestas, Tribuno, Triumvirato, Trofeo delle Alpi, Verginia, Veto, Virgilio Malvezzi, Vopisco Giulio Iullo, 15 agosto, 58 a.C..