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18 relazioni: Antonio Gandusio, Carlo Montuori, Dina Galli, Dino Falconi, Film, Gastone Medin, Gisa Radicchi Levi, Giulio Bonnard, Giulio Stival, Giuseppe Amato, Italia, Mario Bonnard, Oreste Biancoli, Osvaldo Valenti, Paolo Stoppa, Stefano Sibaldi, Titina De Filippo, Vivi Gioi.
Antonio Gandusio
Nato in Istria Gandusio fu uno dei più famosi attori brillanti del teatro novecentesco. Si avviò agli studi di Giurisprudenza spinto dal padre, avvocato, e conseguì la laurea studiando prima a Genova e poi a Roma, dove coltivò la sua passione per la recitazione che lo spinse a studiare presso una filodrammatica e, successivamente, a trovare scritture presso alcune delle più rinomate compagnie teatrali dell'epoca.
Vedere Frenesia (film) e Antonio Gandusio
Carlo Montuori
Carlo Montuori ha accompagnato per quasi cinquant'anni lo sviluppo del cinema italiano, dai suoi inizi ai tempi del muto sino alla commedia all'italiana degli anni sessanta, passando attraverso la produzione degli anni trenta e del neorealismo.
Vedere Frenesia (film) e Carlo Montuori
Dina Galli
Figlia di Giuseppe Galli, impresario teatrale, e di Armellina Nesti, Dina conosce subito la vita del teatro seguendo la madre, una caratterista che recita in compagnie minori dove anche alla bambina vengono affidati piccoli ruoli.
Vedere Frenesia (film) e Dina Galli
Dino Falconi
Figlio di Armando Falconi e Tina Di Lorenzo, una coppia di grandi attori dell'epoca, iniziò negli anni venti la sua attività di giornalista, occupandosi soprattutto di cronache dello spettacolo su Il Popolo d'Italia.
Vedere Frenesia (film) e Dino Falconi
Film
Un film (italianizzato filme/filmo, plurale filmi), in italiano anche pellicola oppure in alcune parti d'Italia cinema; è un'opera d'arte visiva che simula esperienze e comunica in altro modo idee, storie, percezioni, sentimenti, bellezza o atmosfera attraverso l'uso di immagini in movimento.
Vedere Frenesia (film) e Film
Gastone Medin
Dopo essersi laureato, Medin si unì giovanissimo al gruppo della rivista cinematografo di Blasetti e, a soli ventiquattro anni, fu lo scenografo di Sole, sfortunata avventura produttiva della "Augustus".
Vedere Frenesia (film) e Gastone Medin
Gisa Radicchi Levi
Comincia a lavorare nella sua città natale, presso gli studi Fert, dove diventa poi responsabile del reparto negativi. Benché limitata dalle restrizioni dettate dalle leggi razziali a causa delle sue origini ebraiche, è attiva come montatrice dalla fine degli anni trenta, a volte senza poter firmare il suo lavoro, collaborando con Gennaro Righelli, Mario Bonnard, Alberto Lattuada, Mario Soldati, Alessandro Blasetti e Pietro Germi (sul suo film d'esordio Il testimone, 1945).
Vedere Frenesia (film) e Gisa Radicchi Levi
Giulio Bonnard
Fratello maggiore del regista Mario Bonnard, compose le colonne sonore di una quarantina di pellicole dal 1932 al 1961, talvolta con gli pseudonimi Jules Daccar o Jules Dakar, quasi tutte dirette dal fratello ma anche per Malasomma, Mattoli e Bragaglia.
Vedere Frenesia (film) e Giulio Bonnard
Giulio Stival
Appassionato del teatro fin da ragazzo, organizza nella sua città natale una filodrammatica della quale è anche il regista, per diventare attore professionista nel 1927 nella compagnia di Emma Gramatica.
Vedere Frenesia (film) e Giulio Stival
Giuseppe Amato
Figlio di Giuseppe Vasaturo senior e di Enrichetta Maria Amato, diventa produttore di film di ambiente napoletano negli anni venti, dopo aver partecipato a un kolossal girato a Napoli dalla MGM.
Vedere Frenesia (film) e Giuseppe Amato
Italia
LItalia (AFI), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa meridionale e occidentale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica.
Vedere Frenesia (film) e Italia
Mario Bonnard
Sin dai tempi del muto fu attivo in veste di attore, partecipando a numerosi film in ruoli brillanti e languidi e dando vita a un personaggio ricorrente, un tipo di dandy all'italiana che ispirerà a Ettore Petrolini la macchietta dell'amante latino Gastone.
Vedere Frenesia (film) e Mario Bonnard
Oreste Biancoli
Nato a Bologna, dove si laureò in Giurisprudenza, iniziò a lavorare come giornalista e commediografo, trasferendosi a Roma alla fine degli anni venti per collaborare alle sceneggiature di alcuni film.
Vedere Frenesia (film) e Oreste Biancoli
Osvaldo Valenti
Arruolatosi volontario nel 1944 nella Xª Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana, al termine della seconda guerra mondiale fu fucilato dai partigiani autonomi della divisione Pasubio al comando di Giuseppe Marozin.
Vedere Frenesia (film) e Osvaldo Valenti
Paolo Stoppa
Figlio di Luigi Stoppa (1875-1939), un funzionario ministeriale, e di Adriana De Antonis (1875-1965), si iscrive alla facoltà universitaria di giurisprudenza abbandonandola presto poiché suo zio, l'antiquario Augusto Jandolo, notando la sua predisposizione come attore, gli consiglia di frequentare la Reale scuola di recitazione intitolata a Eleonora Duse dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, e come compagna di corso conosce Anna Magnani, della quale rimarrà amico per tutta la vita.
Vedere Frenesia (film) e Paolo Stoppa
Stefano Sibaldi
Esordì sulle scene nel 1928 con la compagnia diretta da Palmarini, per poi recitare come primattore con Sem Benelli (1930). Si avvicinò presto alla radio; fra le prime interpretazioni radiofoniche si ricordano Una parte difficile di Roma (1935), L'antenato di Veneziani (1935), il radiodramma Chi va là? di Galvano (1936) e La prima cornetta di Fornelli (1936), tutti per la regia di Alberto Casella, dal 1937 inizia la sua attività nel mondo del doppiaggio cinematografico.
Vedere Frenesia (film) e Stefano Sibaldi
Titina De Filippo
Considerata una tra le più grandi attrici teatrali del Novecento, anche grazie al sodalizio artistico con i fratelli Eduardo e Peppino, è ricordata anche per la sua lunga carriera nel cinema che le permise di lavorare al fianco di grandi dello spettacolo come Totò, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Tina Pica, Alberto Sordi e Nino Manfredi.
Vedere Frenesia (film) e Titina De Filippo
Vivi Gioi
Di padre norvegese, debuttò sugli schermi nel film Ma non è una cosa seria di Mario Camerini (1936), in cui fu accreditata con lo pseudonimo di Vivien Diesca (il cognome era un anagramma-omaggio a Vittorio De Sica che l'aveva voluta per una piccola parte).
Vedere Frenesia (film) e Vivi Gioi