11 relazioni: Anuttarā-samyak-saṃbodhi, Ānanda (monaco), Bodhisattva, Buddha, Gautama Buddha, Kalpa, Lapislazzuli, Rāhula, Sutra del Loto, Sutra del Loto: VIII capitolo, Sutra del Loto: X capitolo.
Anuttarā-samyak-saṃbodhi
Con la dottrina denominata in sanscrito Anuttarā-samyak-saṃbodhi (devanāgarī: अनुत्तर सम्यक् सम्बॊधि) si intende, nel Buddhismo Mahāyāna, indicare la completa e perfetta illuminazione (bodhi) propria dei Buddha.
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Ānanda (monaco)
Fu cugino e uno dei principali discepoli del Buddha storico Siddhartha Gautama, ed è oggi venerato come Custode del Dharma.
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Bodhisattva
Bodhisattva (devanāgarī बोधिसत्त्व) è un sostantivo maschile sanscrito che significa "Essere (sattva) 'illuminazione' (bodhi)".
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Buddha
Un buddha (in italiano anche budda) è, secondo il Buddhismo, un essere che ha raggiunto il massimo grado dell'illuminazione (bodhi).
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Gautama Buddha
Visse approssimativamente tra il 566 a.C. e il 486 a.C. e proveniva da una famiglia ricca e nobile del clan degli Śākya, da cui anche l'appellativo Śākyamuni (l'asceta o il saggio della famiglia Śākya).
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Kalpa
Nella cosmologia induista e buddhista, un kalpa è un termine sanscrito che indica un ciclo cosmico, detto anche giorno di Brahma: un lungo periodo di tempo che sta alla base della teoria dell'evoluzione e dell'involuzione dell'universo.
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Lapislazzuli
Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli o lapislazoli) è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia.
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Rāhula
La vita di Rāhula è narrata in vari testi canonici buddhisti, tra cui il Canone pāli e il vinaya Mūlasarvāstivāda del buddhismo tibetano.
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Sutra del Loto
Il Sutra del Loto, o meglio Sutra del Loto della Buona Dottrina (Saddharmapuṇḍarīkasūtra), è uno dei testi più importanti nell'enorme corpus della letteratura del Buddhismo Mahāyāna contenuto nel Canone cinese (sezione del Fǎhuābù) e nel Canone tibetano (sezione mDo-sde del Kanjur).
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Sutra del Loto: VIII capitolo
Dopo il racconto della parabola della "città fantasma" narrata dal Buddha Śākyamuni, lo śrāvaka Pūrṇa, figlio di Maitrāyaṇī (una delle prime discepole dello Śākyamuni), esultò per il modo con cui i Buddha adattavano il loro insegnamento a questo mondo con una variegata molteplicità di mezzi abili (upāya).
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Sutra del Loto: X capitolo
Dopo aver predetto ai cinquemila śrāvaka (uditori) il raggiungimento della buddhità, il Buddha Śākyamuni si occupò degli ottomila bodhisattva e, rivolgendosi al bodhisattva Bhaiṣajyarāja (Re della Medicina) lo invitò a contemplare l'assemblea del Gṛdhrakūṭaparvata (Picco dell'avvoltoio) composta da nāga, yakṣa, gandharva, asura, garuḍa, kiṃnara, mahoraga, uomini e non uomini, bhikṣu e bhikṣuṇī, upāsaka e upāsikā, seguaci dello śrāvaka-yāna, seguaci del pratyekabuddha-yāna e seguaci del bodhisattva-yāna, e gli disse: E subito dopo lo Śākyamuni aggiunse: Il capitolo X prosegue con lo Śākyamuni che sostiene che anche una sola frase del Sutra del Loto comunicata segretamente ad una singola persona, renderebbe colui che la pronuncia un inviato del Buddha.
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