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Zhǐguān

Indice Zhǐguān

Il termine cinese zhǐguān (止觀, Wade-Giles: chih-kuan, coreano: Chigwan, giapponese: shikan), a cui si fa riferimento in questa voce, è composto da 止 (pinyin zhǐ, sanscrito śamatha, coreano chi, giapponese shi) che in italiano si può tradurre come calma concentrazione e 觀 (pinyin guān, sanscrito vipaśyanā, coreano gwan, giapponese kan) che in italiano si può tradurre come discernimento.

29 relazioni: Śamatha, Śūnyatā, Buddhismo Chán, Buddhismo cinese, Buddhismo dei Nikāya, Buddhismo Tendai, Buddhismo Tiāntái, Buddhismo Zen, Ciconiiformes, Dharma, Dhyāna, Guàndǐng, Hīnayāna, Lingua coreana, Lingua giapponese, Lingua sanscrita, Meditazione buddhista, Pāramitā, Pinyin, Prajñā, Riccardo Venturini, Saichō, Sutra del Loto, Taishō Shinshū Daizōkyō, Vipaśyanā, Wade-Giles, Yuánróng sāndì, Zhìyǐ, Zhīlǐ.

Śamatha

Lo Śamatha (sanscrito, s.m.; pāli, Samatha; cinese: 止 zhǐ; giapponese: shi; coreano: 지 chi; vietnamita: chi; tibetano: ཞི་གནས, zhi gnas, zhi né; lett. "calma", "quiete", "quiescenza"; in cinese anche "fermarsi") è, insieme alla Vipaśyanā, una delle due principali pratiche meditative (bhāvanā) proprie del buddhismo.

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Śūnyatā

Śūnyatā (devanāgarī: शून्यता, pāli: suññatā, cinese: 空 pinyin: kōng, coreano: gong, giapponese: kū, tibetano: stong-pan-yid, tr.it. Vacuità) è un sostantivo femminile della lingua sanscrita che indica una delle dottrine fondamentali nel Buddhismo.

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Buddhismo Chán

Il Buddhismo Chán rappresenta un insieme di scuole, dottrine e lignaggi del Buddhismo cinese che fanno riferimento alla figura di Bodhidharma, il leggendario monaco indiano tradizionalmente ritenuto il suo fondatore.

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Buddhismo cinese

Il buddhismo cinese è il frutto dell'intensa attività missionaria di importanti rappresentanti del buddhismo dei Nikāya e del buddhismo Mahāyāna provenienti dall'India e, soprattutto, dall'Asia Centrale in Cina e dei contributi di maestri locali, che continueranno questa tradizione o ne daranno nuove e cruciali interpretazioni.

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Buddhismo dei Nikāya

L'espressione Buddhismo dei Nikāya è stata coniata dalla storiografia contemporanea per indicare un insieme eterogeneo di scuole buddhiste sorte nei primi secoli dopo la morte del Buddha Śakyamuni (vedi anche Concili buddhisti) che si riconoscevano in un corpo dottrinale e disciplinare, come il Canone pāli, che non comprende quelle scritture indicate successivamente come ''mahāyāna''.

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Buddhismo Tendai

Il Buddhismo Tendai (天台宗, Tendai-shū) è una scuola giapponese del Buddhismo Mahāyāna.

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Buddhismo Tiāntái

Tiāntái zōng (天台宗, Wade-Giles: T'ien-t'ai tsung, giapponese: Tendai-shu, coreano: 천태종 Ch'ont'ae jong, vietnamita Thiên Thai tông; scuola delle Terrazze celesti, scuola buddhista Mahāyāna cinese fondata nel VI secolo).

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Buddhismo Zen

Con il termine Zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del Buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma.

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Ciconiiformes

I Ciconiiformi (Ciconiiformes Bonaparte, 1854) sono un ordine della classe degli uccelli.

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Dharma

Dharma (in devanāgarī: "धर्म") è un termine sanscrito che presso le religioni dell'Asia meridionale riveste numerosi significati.

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Dhyāna

Dhyāna è un termine sanscrito (in pāli jhāna) che letteralmente significa visione, ma generalmente ha l'accezione d'un tipo di meditazione.

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Guàndǐng

Guàndǐng fu il quinto patriarca della scuola buddhista cinese Tiāntái (天台宗), secondo il lignaggio tradizionale di questa scuola, e fu il principale discepolo di Zhìyǐ (智顗 538-597), quest'ultimo quarto patriarca e fondatore dell'omonimo monastero sui Monti Tiāntái.

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Hīnayāna

Il termine sanscrito Hīnayāna (हीनयान, anche pāli), (cinese 小乘 xiǎoshèng, giapponese shō jō, coreano 소승 so seung o so sŭng, vietnamita tiểu thừa, tibetano theg pa chung pa) significa "Piccolo veicolo" o "Veicolo stretto".

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Lingua coreana

La lingua coreana è parlata da oltre 77,2 milioni di persone nella penisola coreana.

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Lingua giapponese

La è una lingua parlata in Giappone e in numerose aree di immigrazione giapponese.

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Lingua sanscrita

La lingua sanscrita (anche sanscrito da saṃskṛtam, संस्कृतम् in devanagari) è una lingua ufficiale dell'India appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee.

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Meditazione buddhista

La meditazione buddhista è un tipo di meditazione usata nella pratica del buddhismo che include ogni metodo che abbia come ultimo fine l'illuminazione.

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Pāramitā

Il termine sanscrito pāramitā (devanāgarī पारमिता) è un sostantivo femminile che indica il "condurre alla riva opposta" o il "raggiungimento della riva opposta" o ancora il "completamento di un percorso", come aggettivo (qui privo del diacritico nella ultima vocale a quindi pāramita) indica quello che è "giunto alla riva opposta" oppure quello che ha "attraversato".

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Pinyin

Con il termine Pinyin (拼音, letteralmente "trascrivere-suoni") ci si riferisce generalmente allo Hànyǔ Pīnyīn, che è un sistema per trascrivere in alfabeto latino la pronuncia del cinese moderno.

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Prajñā

Prajñā (devanāgarī: प्रज्ञा) è un sostantivo femminile sanscrito che indica in quella lingua la "saggezza" o la "conoscenza" o l'"intelligenza".

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Riccardo Venturini

Laureatosi in Filosofia con lode (relatore Ugo Spirito) nel 1953 (Università di Roma “La Sapienza”), ha ricevuto una prima formazione fondata sugli insegnamenti dell'idealismo italiano, dell'esistenzialismo francese e del marxismo gramsciano.

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Saichō

Saichō nacque in una famiglia di ferventi buddhisti.

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Sutra del Loto

Il Sutra del Loto, o meglio Sutra del Loto della Buona Dottrina (Saddharmapuṇḍarīkasūtra), è uno dei testi più importanti nell'enorme corpus della letteratura del Buddhismo Mahāyāna contenuto nel Canone cinese (sezione del Fǎhuābù) e nel Canone tibetano (sezione mDo-sde del Kanjur).

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Taishō Shinshū Daizōkyō

Il Taishō Shinshū Daizōkyō (大正新修大藏經, "Nuova edizione del canone buddhista nell'Era Taishō") è l'edizione moderna giapponese del Canone buddhista cinese, curata da Takakusu Junjirō (高楠順次郎, 1866–1945) e Watanabe Kaigyoku (渡辺海旭, 1872–1933).

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Vipaśyanā

Vipaśyanā (sanscrito, s.f.; in pāli: Vipassanā; in cinese: 觀 guān; giapponese: kan; coreano: 관 kwan; vietnamita: quan; tibetano: ལྷག་མཐོང, lhag mthong, lhak tong; è un termine che significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono", ed è una delle più antiche tecniche di meditazione dell'India. Fu insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire dalla sofferenza e Buddha descrive questo metodo nel Discorso sui fondamenti della consapevolezza (Satipatthana Sutta). L'esercizio meditativo con vipassana permette di liberarsi dall'abitudine a reagire (fonte di ogni infelicità) e, attuando una profonda auto-trasformazione, permette di affrontare le vicissitudini della vita in modo più equilibrato". Vipassana è tradotta con meditazione di visione penetrativa o di visione profonda (in inglese insight meditation). Tra gli insegnanti di meditazione vipassanā: Mahasi Sayadaw,monaco, (1904-1982) e U Ba Khin, laico, (1899-1971); S.N. Goenka, laico, (1924-2013), allievo di U Ba Khin.

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Wade-Giles

Wade-Giles, pronuncia, a volte abbreviato Wade, è un sistema di romanizzazione (notazione fonetica e traslitterazione in scrittura latina) dei caratteri del cinese standard, la pronuncia ufficiale per la lingua cinese, elaborata a partire dalla varietà locale di Pechino del cinese mandarino.

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Yuánróng sāndì

Yuánróngsāndì (圓融三諦, giapponese: Enyū santai, coreano, vietnamita viên dung tam đế) si può rendere in italiano come Triplice verità ed è la dottrina centrale delle scuole buddhiste cinese Tiāntái (天台宗) e giapponese Tendai espressa in particolar modo nel Móhē Zhǐguān (摩訶止觀, Grande trattato di calma e discernimento, giapp. Maka Shikan, T.D. 1911) opera di Zhìyǐ (智顗, 538-597).

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Zhìyǐ

Ventiseiesimo patriarca della scuola buddhista cinese Tiāntái (天台宗, giapp. Tendai), secondo il lignaggio che segue la lista dei ventitré patriarchi indiani indicati nel Fù fǎzàng yīnyuán zhuàn (付法藏因緣傳, cor. Bubeopjang-inyeon, giapp. Fuhōzōin'enden, Trasmissione del tesoro del Dharma, T.D. 2058.50) tradotto, secondo la tradizione, dal sanscrito al cinese da Jíjiāyè (吉迦夜, Kekaya or Kiïkara?, date non disponibili) e da Tányào (曇曜, intorno al 450-490) nel 472 e a cui, nel VI secolo, furono aggiunti i tre patriarchi cinesi: Huìwén (慧文, V secolo), Huìsī (南嶽, 515-577) e Zhìyǐ.

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Zhīlǐ

Zhīlǐ è il sedicesimo patriarca cinese della scuola buddhista cinese Tiāntái.

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Riorienta qui:

Shikan, Zhiguan, Zhĭguān.

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